sabato 26 agosto 2023

La scomparsa dell'economia ucraina

"La forza lavoro ha lasciato il Paese o è in guerra, i porti sono bloccati, l'industria è distrutta, i terreni agricoli rimasti appartengono a stranieri o a oligarchi locali. Non c'è bisogno di essere un accademico per capire che Orban, nonostante la sua crudele affermazione (l'Ucraina è un Paese inesistente dal punto di vista economico) ha decisamente ragione!" scrive Maxim Goldarb su Globalbridge.ch. Una riflessione molto interessante sul desolante stato dell'economia ucraina direttamente da un insider del sistema economico del paese in guerra.

guerra in Ucraina


In quanto ex Repubblica Socialista Sovietica, l'Ucraina era una delle principali economie dell'Unione Sovietica. Dopo gli sconvolgimenti politici dei primi anni '90 e le prime cosiddette "riforme dell'economia di mercato", tuttavia, la situazione economica è peggiorata drasticamente. Invece di un'economia di mercato, l'Ucraina si è trasformata in una "economia dei clan": politici influenti e pezzi grossi dell'economia si sono spartiti fra i relativi clan di appartenenza i settori redditizi della grande industria e li hanno messi sotto il loro controllo e gestiti secondo i propri interessi".  Qui sotto l'analisi di un insider ucraino in merito all'economia dell'Ucraina contemporanea ormai inesistente.

Recentemente, il primo ministro ungherese Orban aveva definito l'Ucraina "un Paese inesistente dal punto di vista economico". Ha basato la sua conclusione sul fatto che ad oggi l'intero bilancio dell'Ucraina consiste in fondi presi a prestito o in assistenza finanziaria internazionale. Il Ministro delle Finanze ucraino gli ha prontamente risposto che le riserve auree e valutarie dell'Ucraina hanno raggiunto una dimensione senza precedenti di quasi 32 miliardi di dollari USA alla fine di marzo di quest'anno, il che, a suo parere, dovrebbe indicare una situazione economica positiva in Ucraina e smentire le parole di Orban.

Come dice il proverbio, il diavolo si nasconde nei dettagli, anche se è difficile definire le riserve auree e valutarie di un Paese un'inezia. Per capire meglio, non bisogna guardare tanto alla quantità delle riserve, quanto alla loro qualità.

In chiave concettuale e semantica, il termine "valuta-oro" significa che le riserve dello Stato dovrebbero essere detenute in oro e in valuta estera. La tendenza dei tempi turbolenti di oggi, quando si scatena un conflitto militare in Europa e il dollaro non è più un mezzo di pagamento affidabile per mantenere i risparmi dello Stato, hanno portato sempre più Paesi a rivolgersi in breve tempo all'equivalente eterno e affidabile della moneta: l'oro. In breve tempo, questi Paesi hanno cercato di spostare l'equilibrio delle riserve auree in favore dell'oro come mezzo più affidabile per conservare il capitale.

Così, dei 240 miliardi di dollari di riserve auree in Francia, 160 miliardi sono in oro (~ 67%). Dei 66 miliardi di dollari di riserve auree dei Paesi Bassi, 40 miliardi (~ 60%) sono in oro. Dei 170 miliardi di dollari di riserve auree della Polonia, 15 miliardi di dollari (~ 9%) sono oro. Dei 43 miliardi di dollari di riserve auree del Belgio, l'oro rappresenta quasi un terzo, ovvero 15 miliardi di dollari. La metà delle riserve auree dell'Austria (36 miliardi di dollari) è costituita da oro. Dei 100 miliardi di dollari di riserve auree della Spagna, 19 miliardi, ovvero il 19%, sono detenuti in oro.

In Ucraina, le riserve auree in oro ammontano solo a 1,7 miliardi di dollari, ovvero il 5%; il resto è costituito da valuta e diritti speciali di prelievo (il diritto ad emettere debito). Questi ultimi rappresentano oltre il 90% delle riserve auree nazionali.

maxim goldarb
Maxim Goldarb


Di quale valuta si tratta il ministro non lo ha detto, ma ormai è ovvio che la parte del leone la fa la valuta presa a prestito, niente di più. Il Ministro non si è volutamente vantato della qualità di queste riserve in valuta estera, ma ha lasciato la questione alla nozione di liquidità delle riserve in valuta estera. Ma se la valuta disponibile in realtà  è denaro preso in prestito e trasferito dai creditori esteri, allora la liquidità di tale riserva è ovviamente estremamente bassa, perché non appartiene a loro, ma si tratta di denaro da restituire. In poche parole, i vostri obblighi debitori sono pari o superiori al vostro flusso di cassa. Le riserve valutarie dell'Ucraina sono prima di tutto degli obblighi debitori, o meglio dei debiti per essere precisi, dei prestiti.

Non solo la conseguenza della guerra

Sarebbe un errore attribuire la crescita del debito nazionale ucraino alla sola guerra. Nei due anni di governo "pacifico" del presidente Selenskyj e dei suoi governi, prima della guerra, il Paese ha "preso in prestito" circa 20 miliardi di dollari, che non sono stati destinati allo sviluppo dell'economia nazionale, ma sono stati sottratti dal governo corrotto e dai suoi proprietari, gli oligarchi ucraini, o spesi solo in parte, compreso il rimborso dei debiti fatti in precedenza. Nonostante i prestiti esteri, l'economia ucraina reale, compresa quella delle famiglie ucraine, è crollata in modo inversamente proporzionale: le persone sono diventate più povere, i mercati si sono contratti, l'indice di produzione industriale è diminuito costantemente e il saldo esterno negativo è cresciuto costantemente.

Il debito attuale dell'Ucraina si avvicina ai 120 miliardi di dollari, una cifra catastrofica per il nostro Paese, che ha perso l'industria, la logistica, metà dell'agricoltura e, soprattutto, la maggior parte dei suoi cittadini abili, che avrebbero dovuto contribuire alla creazione di prodotto interno lordo per il loro Paese e che invece lo hanno lasciato in cerca di una vita migliore.

Con un'economia in uno stato simile, è sciocco affermare che il bilancio sarà finanziato con le tasse (ad eccezione del reddito dei cittadini) provenienti dall'economia, perché sarà tagliato. (Questo articolo non parla dei metodi di corruzione che prosperano soprattutto sotto il fragore della guerra nelle alte sfere del potere, ma del vero settore economico che crea e non ruba). Anche i dati ufficiali sull'afflusso di valuta estera dal commercio estero sembrano una menzogna. Non c'è più produzione, non c'è una logistica normale, e i pochi proventi delle esportazioni che gli esportatori ricevono sono depositati nei conti degli oligarchi nazionali e stranieri - l'unico business attualmente in funzione, in quanto in posizione di monopolio.

E la parte di spesa di bilancio (finanziamento del settore sociale, del gonfio apparato statale, dell'esercito) può essere fatta in queste condizioni esclusivamente con l'aiuto dei miliardi di crediti in cui il nostro Paese sta affondando. Non ci sono altre fonti, questo è ovvio.

Conclusione:

Quindi, ancora una volta: la forza lavoro ha lasciato il Paese o è in guerra, i porti sono bloccati, l'industria è distrutta, i terreni agricoli rimasti appartengono a stranieri o a oligarchi locali. Non c'è bisogno di essere un accademico per capire che il primo ministro ungherese, nonostante la sua crudele affermazione - la verità in questo caso fa male alle orecchie - ha proprio ragione: l'Ucraina oggi è scomparsa dai conti economici mondiali.

Informazioni sull'autore: Maxim Goldarb è presidente dell'"Unione delle forze di sinistra dell'Ucraina - Per un nuovo socialismo".



giovedì 24 agosto 2023

In Germania mancano oltre 50.000 apprendisti all'anno

 In Germania secondo i dati delle Camere di commercio anche quest'anno mancherebbero oltre 50.000 giovani per i tradizionali contratti di apprendistato (Ausbildung), ad essere colpiti sono soprattutto l'industria, la gastronomia e il commercio. Le aziende di fatto non riescono ad avere un numero sufficiente di candidature per coprire i posti di apprendistato offerti. Ne scrive il Tagesschau



Molte aziende non riescono a coprire i posti da tirocinante con un numero sufficiente di giovani. Soprattutto la gastronomia, l'industria e il commercio hanno problemi a reclutare nuovo personale.

Non erano mai state cosi' numerose le aziende che non riescono a coprire  i posti da apprendista offerti. E' quanto emerge da un sondaggio online condotto dal DIHK nel mese di maggio, al quale hanno partecipato oltre 14.000 aziende. Il 47% delle aziende non è riuscito a trovare un apprendista per ogni posto di formazione offerto. Un terzo delle aziende (37%) non ha ricevuto nemmeno una candidatura.

Il cambiamento demografico prosciuga il mercato del lavoro

La causa principale della carenza di nuovi apprendisti sarebbe il cambiamento demografico, almeno secondo il DIHK: "Oggi ci sono circa 100.000 diplomati in meno rispetto a dieci anni fa", ha dichiarato il vicedirettore del DIHK Achim Dercks. Di conseguenza, presto avremo 400.000 persone in più in uscita dal mercato del lavoro rispetto a quelle che vi entreranno, e aggiunge che la situazione è particolarmente tesa nei settori della ristorazione, dell'industria e del commercio al dettaglio. Diverse decine di migliaia di posti da apprendista rimarranno probabilmente scoperti. A lungo termine, la carenza di apprendisti si trasformerà in una carenza di lavoratori qualificati, ha affermato Dercks.

L'associazione tuttavia vede un aspetto positivo nel numero di contratti firmati quest'anno. Alla fine di luglio, erano stati firmati poco meno di 207.000 contratti di formazione presso le Camere di Industria e Commercio, con un aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Secondo il sondaggio, circa l'80% delle aziende intende fare più offerte per rendere più attraenti i propri posti di apprendistato, ad esempio con stage, eventi e pubblicità mirata con celebrità come gli ambasciatori della formazione. Inoltre, secondo il DIHK, le aziende si fanno pubblicità ricorrendo a tecnologie più moderne oltre che a sussidi per la mobilità e l'alloggio. 

Numero di apprendisti storicamente basso

L'anno scorso, sono stati 469.900 gli apprendisti che hanno firmato un contratto di formazione nell'ambito del sistema di formazione professionale duale. Sebbene si tratti di un aumento dello 0,8%, restano "a un livello storicamente basso", come ha annunciato ieri l'Ufficio federale di statistica. Rispetto all'anno 2019 pre-Corona, la cifra significa un meno otto per cento. Nel 2012, il numero di nuovi contratti di formazione era stato di 544.400 unità.

Nuova concorrenza dagli studi duali

Non da ultimo, in Germania i percorsi di studio duali rappresentano una crescente concorrenza alla tradizionale formazione professionale duale (Ausbildung). Molti diplomati, infatti, iniziano gli studi duali subito dopo aver terminato la scuola. L'Istituto federale per l'istruzione e la formazione professionale (BIBB) ha calcolato per lo scorso anno 120.517 studenti duali in Germania. Nell'ultima rilevazione del 2019, il numero era stato di 108.202. Dieci anni fa, questo numero era solo la metà, con 64.093 studenti.



L'illusione del benessere per tutti e la fine del German Dream

La fiammata inflattiva, l'aumento degli affitti e il rallentamento dell'economia segnano di fatto la fine del german dream e dell'illusione del benessere per tutti. Dati alla mano, piu' della metà della popolazione non riesce a risparmiare un euro e quindi vive unicamente del proprio lavoro, sono di fatto la nuova working class senza capitale e senza patrimonio. Un racconto giornalistico molto interessante sulla Germania contemporanea di Julia Friedrichs da Deutshlandfunk.de



Julia Friedrichs ha intervistato esperti del mondo accademico e politico, addetti alle pulizie, insegnanti e impiegati. Nel suo tanto discusso libro di saggistica „Working Class: Warum wir Arbeit brauchen, von der wir leben können“ (Classe operaia: perché abbiamo bisogno di un lavoro di cui vivere) è giunta alla conclusione che tutti stanno lottando per sopravvivere.

La generazione successiva a quella dei baby boomer è la prima dopo la Seconda Guerra Mondiale, la maggior parte della quale non supererà i propri genitori dal punto di vista economico. Sebbene l'economia sia cresciuta per un decennio, la maggioranza di questo Paese ha poco capitale e nessuna ricchezza.

Creare ricchezza con i propri sforzi è diventato più difficile, soprattutto per le giovani generazioni. La metà di loro teme di diventare povera in età avanzata.

Siete mai saliti su una scala mobile contro il senso di marcia e avete cercato di opporvi alla discesa dei gradini? È una brutta sensazione. Si calcia e si scalcia, ma non si riesce a fare progressi. Con un grande sforzo si riesce al massimo a resistere.

Oppure - altro esempio - vi è mai capitato di usare un ascensore che all'improvviso ha sobbalzato e si è bloccato, invece di portarvi ai piani superiori? Improvvisamente lo spazio sembra angusto. Ad alcune persone sembra mancare l'aria. Il tempo che manca alla liberazione si allunga. Non è un bel momento.

Naturalmente - e questo è il sollievo - entrambe le situazioni possono essere risolte rapidamente: Si scivola finalmente giù per la scala mobile in segno di resa. L'ascensore riparte dopo la riparzione. Fatto!

consegna pacchetti in germania


E se non fosse così?

Immaginate per un attimo di essere intrappolati per sempre in una delle due situazioni. Perché sono proprio le situazioni descritte sopra che gli economisti usano come metafora per caratterizzare la situazione di molti giovani:

"Running to stand still" - correre per restare fermi, cioè per non scivolare.

"Ascensore rotto" - un ascensore rotto che impedisce alle persone di salire ai piani sociali più alti.

All'inizio di dicembre 2021, l'OCSE, insieme alla Fondazione Bertelsmann, ha pubblicato un importante studio sullo stato della classe media. Lo studio ha formulato una diagnosi che era già stata preannunciata in molti risultati individuali:

Nelle giovani generazioni, la promessa di un avanzamento dell'economia sociale di mercato non viene mantenuta. Secondo lo studio, infatti, "la classe media tedesca si è ristretta rispetto alla metà degli anni Novanta. Tra il 1995 e il 2018 si è ridotta".

Per molti anni, il reddito disponibile e quindi il tenore di vita di molte famiglie della classe media hanno ristagnato. I giovani sono stati più colpiti da questi sviluppi rispetto agli anziani. Letteralmente, si legge:

"Dall'epoca dei baby boomer in poi, è diventato più difficile per ogni generazione successiva passare alle classi di reddito del ceto medio".

E questo nonostante il boom dell'economia avvenuto prima della pandemia sia stato costante e robusto. Anche se la generazione più giovane ha investito più tempo e sforzi nella propria formazione rispetto a quelle precedenti. Anche se molte aziende lamentano da tempo la mancanza di lavoratori qualificati e - se si crede alle leggi della domanda e dell'offerta - i pochi giovani potrebbero in realtà essere meglio retribuiti rispetto ai baby boomer, che abbondano in numero.

Anche le misurazioni dell'economista Timm Bönke confermano questa conclusione. Per i suoi studi sul reddito durante il ciclo di vita, lui e i suoi colleghi scavano tra i dati dei fondi pensione e del Socio-Economic Panel, provenienti dai microcensimenti e dalle indagini sul reddito dei consumatori a partire dal 1962. Il team confronta e analizza: chi guadagna quanto nell'arco della propria vita? E come si rapporta il reddito dei genitori con quello dei figli?

Julia Friedrichs, autrice dell'articolo


I nati in Germania Ovest nell'immediato dopoguerra, ovvero i genitori dei quarantenni di oggi, sono riusciti ad avanzare in tutte le fasce di reddito; anche i lavoratori non qualificati sono riusciti a farlo. Il 90% dei nati negli anni del miracolo economico ha guadagnato più dei propri genitori. Timm Bönke:

"Per i nati dopo, invece, questo non è più vero. Solo uno su due dei nati nel 1980 riesce a superare il reddito disponibile dei genitori".

Eppure il reddito nazionale è cresciuto del 53% pro capite dal 1980. Quindi la torta è diventata molto più grande. Se fosse stata distribuita allo stesso modo, tutti i figli adulti avrebbero dovuto superare i loro genitori in termini di reddito disponibile ad un certo punto. Ma non è così.

È come se una parte della generazione più giovane fosse stata indirizzata dalla scala mobile sicura che portava i genitori verso l'alto a una scala mobile verso il basso. Ora stanno correndo per aggrapparsi in qualche modo. "Running to stand still".

Ora, naturalmente, i più giovani stanno ancora salendo le scale della vita. O, probabilmente più precisamente, iniziano il loro viaggio su uno dei pianerottoli piu' in alto. I giovani, cioè, che sono dotati di capitale fin dalla nascita grazie alle loro famiglie: Con ricchezza. Con titoli di studio. Contatti. No: coloro che sono in corsa contro la retrocessione possono essere delineati con precisione. Sono coloro che appartengono alla schiera dei post-baby boomers, che non hanno beni, né capitali, che dipendono unicamente dal lavoro delle loro mani e delle loro teste. La nuova classe operaia.


Spesso si sostiene che in Germania sia scomparsa da tempo. Che possiamo solo essere suddivisi in gruppi di consumatori, distinti dal fatto che alcuni volano a Maiorca per i mandorli in fiore, altri a Ibiza per le feste. Una falsità che si basa anche sul fatto che ci aggrappiamo a immagini e definizioni superate.

Oggi gli operai non lavorano più sottoterra, solo raramente in fabbrica alla catena di montaggio. Puliscono, insegnano, portano pacchi su per le scale e biancheria sporca giù per le scale, siedono alla cassa del supermercato o riempiono gli scaffali. Installano internet veloce e rispondono al numero verde. Si prendono cura del nonno o di noi quando siamo malati.

La classe operaia è diventata più variegata, più femminile, più migrante, più propensa a svolgere lavori di servizio, ma vale sempre lo stesso discorso: sono persone che lavorano per avere soldi per mantenersi. Persone che non detengono azioni di società, non possiedono condomini, non si aspettano eredità. Persone per le quali il motto è: reddito netto uguale budget mensile.







Per acquistare il libro di Julia Friedrichs "Working Class - Warum wir Arbeit brauchen, von der wir leben koennen" puoi usare questo Link -->>




I due economisti Gabriel Zucman ed Emmanuel Saez stratificano la popolazione degli Stati Uniti in base alla loro ricchezza. In fondo alla scala, l'ampia classe operaia, le persone senza capitale, ben il 50%. Poi la classe media: il successivo 40%. La classe media superiore è il successivo nove per cento. E i ricchi sono l'uno per cento superiore. Se si segue questa logica, anche in Germania la maggior parte delle persone sono anche lavoratori. Perché, nonostante l'economia sia in crescita da un decennio, la maggioranza di questo Paese non possiede quasi nessun capitale, nessun patrimonio.

Se si mettono in fila tutti i tedeschi adulti, la mediana di tutti i tedeschi equivale a circa 20.000 euro. Se si ripete la stessa cosa con le sole donne che in Germania pagano un affitto, la mediana equivale a 5.000 euro. Come si vede: Nel nostro ricco Paese, troppa poca ricchezza arriva fino alla metà inferiore. E molti sulla scala mobile hanno l'impressione che tutti gli sforzi non siano sufficienti per liberarsi da questa situazione. Giustamente.

Donna delle pulizie in Germania



"La Germania ha un'uguaglianza in termini di opportunità e una mobilità intergenerazionale insolitamente bassa"scrive Marcel Fratzscher, presidente dell'Istituto tedesco per la ricerca economica. Il reddito dei figli è più strettamente legato a quello dei genitori piu' di quanto accada in quasi tutti gli altri Paesi industrializzati, afferma. Fratzscher prosegue:

"La percentuale di giovani con un livello di istruzione medio-basso che riescono a entrare nella classe media sta diminuendo drasticamente".

Le loro possibilità di avanzamento sono diminuite dal 1995. La classe operaia è bloccata nell'"ascensore rotto" e corre per tenere il passo della scala mobile.

Questo per quanto riguarda i risultati astratti. Ma dietro a tutto questo ci sono molte vite individuali che non sono affatto astratte. Persone che avevano progetti che non si sono ancora realizzati. Speranze che non si sono ancora realizzate. Dietro ci sono le grandi domande, quasi filosofiche, come il valore del lavoro e chi lo misura. E quelle che ci poniamo ogni mattina: Come si fa a motivarsi ad andare avanti quando si sa che tutto il proprio sforzo probabilmente non ci porterà su per la scala mobile?

In un punto della rete che nel sottosuolo tiene insieme Berlino, Sait riempie il suo carrello delle pulizie con un litro di detergente, stracci, carta igienica, sacchi blu e cartone a mano dalle 6:30 di ogni giorno lavorativo. Quando l'ascensore si rompe di nuovo, come stamattina, Sait non ha altra scelta se non quella di tenersi contro il carrello inclinato della scala mobile. Poi scende, sotto le strade della città. 

Sait pulisce le stazioni della metropolitana di Berlino da 18 anni. Ogni stazione segue la stessa routine di pulizia. Pulisce le banchine, le scale, l'area di uscita. Svuota i cestini della spazzatura, spazza, pulisce se ci sono macchie: se qualcosa è stato versato, urina secca, resti di escrementi. Pulisce freneticamente anche le biglietterie automatiche. Il suo programma gli concede 40 minuti per stazione. Se impiega più tempo, ha un meno, e per recuperare il meno deve lavorare ancora più velocemente alla stazione successiva.


Una volta terminata la pulizia di una stazione, spinge il carrello delle pulizie nella metropolitana per andare alla stazione successiva. Per lui questo è il momento peggiore del turno. In quel momento, lui, che garantisce la pulizia, viene percepito  dagli altri come sporco. I carrelli, dice Sait, vengono utilizzati in tre turni e i sacchi di raccolta vengono cambiati solo una volta alla settimana. Vorrebbe poter conservare i materiali in armadietti in ogni stazione. Ma questo, sospetta, sarebbe probabilmente troppo costoso. Quindi non ha altra scelta che portare i materiali di pulizia da una stazione all'altra. "Ora immaginate", dice. "Avete il vostro panino in mano. Io sto salendo. Ho appena pulito vomito e piscio e lo straccio puzza. È in quel momento che ti allontani da me, ovviamente!".

Nell'autunno 2019  Sait guadagnerà 10,56 euro lordi all'ora. Nel frattempo sono diventati poco più di 12 euro l'ora. Ma in cambio dovrebbe fare più stazioni in meno ore. Il suo turno è stato accorciato. Sait guadagna circa 1.700 euro netti al mese. Ha due figli. Il figlio maggiore ora sta facendo un apprendistato e guadagna soldi extra. Per fortuna. Perché prima Sait si recava al Sozialamt mese dopo mese e si faceva dare un'integrazione dello stipendio. Gli piacerebbe poter sfamare la sua famiglia con il suo lavoro. Ma non è sufficiente. Anche sua moglie guadagna facendo la sarta in una piccola sartoria. Perché molte cose che deve pagare sono diventate più costose. L'affitto: 500 marchi per tre stanze, è quanto costava il suo appartamento negli anni '90, ora però sono 700 euro. L'elettricità: raddoppiata. I contributi sociali: sono aumentati. Il fatto che uno come lui possa permettersi una buona vita non è piu' possibile, dice Sait, e in questo modo riassume sobriamente tutte le statistiche e gli studi apparsi sulla situazione dei lavoratori come lui.

Naturalmente, Sait è quello che i sociologi chiamano un "non qualificato". Si può raccontare la sua vita lavorativa come lui stesso fa in maniera autocritica: come conseguenza del suo fallimento nel sistema educativo. Un apprendistato, o addirittura una laurea, avrebbero aumentato le sue possibilità. Ma la vita di Sait non potrebbe essere raccontata anche in un modo completamente diverso?

David Graeber, l'etnologo della London School of Economics, morto troppo presto nel 2020, ha scritto nel suo libro Bullshit Jobs:

"Supponiamo di svegliarci tutti una mattina per scoprire che non solo gli infermieri, gli addetti alla raccolta di spazzatura e i meccanici sono scomparsi, ma che anche gli autisti di autobus, i venditori di cibo, i vigili del fuoco e i cuochi di fast-food sono stati trasportati in un'altra dimensione: Le conseguenze sarebbero catastrofiche".

Non è del tutto chiaro, invece, se il mondo soffrirebbe se sparissero tutti i gestori di private equity, gli esperti di marketing, gli specialisti delle assicurazioni o gli addetti al telemarketing.

"Ma è proprio lì che lavorano molte delle persone che percepiscono stipendi particolarmente alti".

E alcuni di loro guardano anche dall'alto in basso coloro che si occupano di loro in vari modi. Che il lavoro di Sait sia necessario e significativo è indiscutibile. Che lo faccia in modo corretto e affidabile, anche senza una laurea, è altrettanto indiscutibile. Quindi perché una persona come Sait non dovrebbe avere il diritto di sperare di poter costruire una vita sicura e buona su questo lavoro?

Una generazione prima, questo era ancora possibile. Anche per i non qualificati. Anche il padre di Sait era un operaio a Berlino. Lavorava come autista al mercato all'ingrosso di Berlino. Sua madre era una casalinga. La famiglia aveva tre figli. A quel tempo, racconta Sait, era possibile vivere bene con un solo reddito. La famiglia poteva affittare un appartamento spazioso, andare al ristorante, in vacanza, suo padre poteva persino risparmiare. È perché erano più frugali, come sostengono alcuni anziani? In ogni caso, il fatto è che, al netto dell'inflazione, il padre di Sait guadagnava più di quanto guadagna oggi suo figlio.

Nelle parole del grande economista Marcel Fratzscher suona piu' o meno in questo modo:

"La percentuale di giovani con un livello di istruzione medio-basso che riescono a entrare nella classe media sta diminuendo drasticamente".

Oppure, come dice Bettina Kohlrausch, direttore scientifico dell'Istituto di ricerca della Fondazione Hans Böckler: "Un'occupazione lavorativa remunerata non è più una promessa di sicurezza", soprattutto per i più giovani. E questo considerando che la preparazione dei giovani prima di entrare nel mercato del lavoro è significativa.

A conti fatti, nessuna generazione è stata più istruita di quella attuale. All'inizio degli anni Cinquanta, il 15% di ogni coorte in Germania Ovest frequentava il ginnasio, oggi quasi il 50%. Nel 1950, 100.000 giovani andavano all'università, oggi oltre due milioni. Certo, l'Abitur non è più così impegnativo come poteva esserlo quando solo una classe ristretta ed elitaria lo sosteneva. Ma è ancora più impegnativo del Volksschulabschluss, che era il titolo di studio più comune nella generazione degli over 65.

Certo, l'espansione dell'istruzione ha cancellato alcune disuguaglianze che ancora caratterizzavano la generazione dei nostri genitori e nonni: quelle tra ragazzi e ragazze e tra aree urbane e rurali. Ma non quella tra i figli degli accademici e quelli della classe operaia. Questo divario invece è cresciuto.

Per capirlo, facciamo un breve esempio aritmetico: immaginiamo che un medico donna guadagni 3.000 euro e un infermiere uomo 1.500. Ora entrambi raddoppiano il loro stipendio. Il medico ne prende 6.000, l'infermiere 3.000. In termini percentuali, entrambi ricevono la stessa cifra in più, ma il divario tra loro aumenta.

Questo è esattamente ciò che è accaduto nelle scuole e nelle università. Se si osserva il background sociale degli studenti prima e dopo l'espansione dell'istruzione, si noterà che un numero maggiore di diplomati di tutte le classi va all'università. Ma è proprio questo che ha aumentato il vantaggio dei figli degli accademici.

Un esempio: nel 1969, il 3% dei figli di operai iniziava l'università, nel 2000 era il 7%, più del doppio. Tra i figli dei dipendenti pubblici, la quota è passata dal 27% nel 1969 al 53% nel 2000. In seguito, il metodo di conteggio è stato modificato, quindi le statistiche non sono più confrontabili. Il risultato, tuttavia, rimane: La percentuale di coloro che studiano è aumentata in tutti gli strati. Allo stesso tempo, però, il divario è cresciuto a svantaggio dei figli della classe operaia.

Inoltre, se l'Abitur è il new "normal", ha perso decisamente valore, come tutti gli altri certificati. Il sociologo Aladin El-Mafaalani scrive.

"Laddove una volta nessun titolo di studio o titoli di base sarebbero stati sufficienti per iniziare una carriera, ora sono necessari titoli di studio medi e superiori".

Secondo un paragone popolare, è come essere in uno stadio. Se un solo tifoso si alza in piedi, vede meglio. Ma se uno alla volta si alzano tutti, il vantaggio viene meno. Nello stadio delle generazioni successive a quella del baby boom, chi è rimasto seduto ha una visuale molto scarsa. Ma anche chi si è alzato, cioè chi si è diplomato - studiando - allungandosi fino alla punta dei piedi, non ha più la garanzia di vedere ciò che accade, e non ha più la garanzia della sicurezza economica.

Al telefono, Alexandra aveva detto che la sua vita è governata da un grande senso di insicurezza. Né lei né suo marito Richard se lo aspettavano all'inizio della loro carriera. Come avrebbero potuto? Due laureati con lode. Alexandra si è diplomata al conservatorio con il voto "ottimo" e poi ha aggiunto l'esame di concertista e la tesi di dottorato. Non si può investire di più nella propria formazione. Anche la sua professione, insegnante di pianoforte, è molto richiesta. Le liste d'attesa sono lunghe.

Alexandra e Richard vivono molto appartati. Ma altrove, anche una casa piccola come la loro sarebbe inaccessibile. Il loro bungalow è stato costruito nel 1977 e ha il riscaldamento a gasolio nel seminterrato. Per la ristrutturazione è stato utilizzato un Bausparsvertrag. Hanno dovuto finanziare interamente il prezzo di acquisto. Pagano 1.300 euro al mese per interessi, rimborso, elettricità, acqua e riscaldamento a gasolio. Fortunatamente non si è rotto nulla per molto tempo. Perché Alexandra e suo marito Richard sono insegnanti di musica a contratto. I loro datori di lavoro - sei scuole di musica - hanno esternalizzato i rischi della vita a loro due.

Alexandra e Richard sono assunti per 21-27 euro lordi all'ora. Alcuni compensi non vengono aumentati da dieci anni. Durante le vacanze o quando sono malati, non guadagnano nulla.

Sul tavolo del soggiorno c'è un foglio di carta su cui i due hanno disegnato il loro programma settimanale. Un capolavoro di logistica, che conduce due attivissimi micro imprenditori ai loro 110 allievi. Sarebbe opportuno avere una seconda auto. Ma è fuori discussione.

Non sono poveri, sottolinea Alexandra. Entrambi guadagnano circa 1.600 euro netti al mese. Alexandra gestisce il denaro in modo disciplinato. Tiene un libro dei conti, cerca offerte per il cibo e per i vestiti.

Il budget è un problema gestibile nella maggior parte dei mesi. Come musicista, si impara presto che non si ottiene nulla senza disciplina. E così questa virtù è diventata il loro strumento di gestione della vita. L'insicurezza pesa di più. Alexandra, Richard e i due bambini devono sempre restare in funzione. A nessuno è permesso di ammalarsi per un periodo di tempo prolungato. Ogni evento imprevisto fa vacillare la loro struttura di vita, che hanno costruito con molto lavoro.

Alexandra e Richard appartengono al tipo di persone che molti di coloro che hanno ancora in testa le vecchie immagini e definizioni della classe operaia non assocerebbero certo al termine "classe operaia". Ma il mondo professionale moderno è troppo logoro per poter semplicemente suddividere le persone in colletti bianchi e colletti blu in base ai loro titoli di studio, ai loro posti di lavoro. No: la linea di demarcazione decisiva nelle società moderne è il capitale.

E proprio come Sait, Alexandra e Richard vivono di mese in mese. Anche loro non hanno beni. Nessuna riserva per i momenti difficili. E non ci sono solo loro. Ad esserne altrettanto colpiti sono: Make-up artist, insegnanti di educazione per adulti, assistenti sociali, giornalisti, fisioterapisti.

Se si va a trovare Alexandra in uno dei suoi luoghi di lavoro - un'aula di musica in una scuola elementare, con la carta da parati in trucioli di legno alle pareti e la moquette di velluto blu sul pavimento - è facile tornare indietro agli anni Ottanta della Germania Ovest. In un'epoca in cui il lavoro di Sait non era ancora affidato a subappaltatori e gli insegnanti di scuola di musica come Alexandra erano di solito ancora assunti a tempo indeterminato, con tutte le benedizioni dello Stato sociale - contributi sociali, indennità di malattia, ferie incluse.

Gli anni Ottanta segnarono la fine dell'era del capitalismo più addomesticato che i Paesi industrializzati occidentali avessero mai sperimentato. Il normale rapporto di lavoro era la norma, almeno per la metà maschile della popolazione, il tasso di retribuzione era elevato, il divario tra gli stipendi più alti e i redditi medi era ridotto. All'epoca, un membro del consiglio di amministrazione riceveva in media 14 volte i suoi dipendenti, oggi 50 volte. I patrimoni non erano cosi' distanti. Le possibilità di promozione erano maggiori. Chi era povero negli anni '80 aveva solo il 40% di probabilità di rimanere tale cinque anni dopo. Oggi questo rischio è salito al 70%.

Per questo molti economisti considerano gli anni '80 come un punto di svolta per la classe operaia. Nei Paesi occidentali, che erano diventati sempre più uguali nei decenni del dopoguerra in termini di reddito, la tendenza si è invertita: le disuguaglianze di ricchezza e di reddito sono aumentate.

Le cause sono numerose. Non c'è una sola ragione. Ma piuttosto, fatalmente, c'è tutta una serie di ostacoli accumulati sulla strada dei membri più giovani della classe operaia mentre tentavano la loro ascesa.

Alcuni di essi dovrebbero essere rapidamente elencati qui di seguito con una parola d'ordine:

Globalizzazione. Deregolamentazione, ascesa del capitalismo finanziario. Tutto questo è stato avvertito anche dalla classe operaia. Parti di aziende sono state delocalizzate, la forza lavoro nel Paese è stata messa sotto pressione. I salari del 40 percento più basso - aggiustati per l'inflazione - sono cresciuti con grande fatica per più di due decenni. 

I sindacati si sono indebolitiAnche i partiti socialdemocratici. E gli economisti promettevano che la ricchezza sarebbe scesa più o meno automaticamente se solo si fossero concessi sgravi fiscali a chi aveva già molto.

Un altro ostacolo che blocca le scale per le giovani generazioni viene raramente menzionata. Probabilmente anche perché non è stata messa li' da potenze lontane come i super-ricchi del mondo o i politici di spicco, ma da chi è molto più vicino a voi: le colleghe più anziane, il consiglio di fabbrica, i vostri stessi genitori. Alcuni chiamano la generazione di coloro che oggi hanno circa 70 anni, la generazione d'oro. Da un punto di vista economico, i nati nella Germania Ovest del dopoguerra si sono sempre trovati nella fase di vita giusta al momento giusto. In età avanzata, questa generazione è più prospera di qualsiasi altra coorte che l'ha preceduta - e presumibilmente anche di quelle successive.

Il giornalista televisivo Sven Kuntze, un tempo corrispondente della ARD a Bonn, New York e Washington, scrive in un libro sulla sua generazione che sono cresciuti come "figli del miracolo economico" in un'atmosfera di sconfinata fiducia. Le cose andavano sempre meglio. Chi andava in bicicletta presto si poteva comprare la moto e poi la prima auto, e i viaggi per le vacanze si spostavano inesorabilmente verso sud. Si aprivano piscine ovunque, si costruivano scuole. Lo Stato era quasi privo di debiti. Kuntze ricorda che:

"Ovunque l'occhio dell'adolescente guardasse, c'erano nuovi inizi e ottimismo".

Chi era giovane a quel tempo "doveva solo afferrare" le opportunità. È così che un'ex redattrice, appena andata in pensione, descrive la situazione nell'intervista. Ha iniziato la sua carriera sapendo che tutto era possibile. Quando fu promossa a capo redazione, tutto questo non fu più vero per chi l'avrebbe seguita. Le posizioni fisse erano state tagliate. Nelle riunioni del personale, ha dovuto togliere ai suoi freelance la speranza della sicurezza che lei stessa aveva sperimentato fin dall'inizio. Ed è anche consapevole del fatto che coloro che verranno dopo di lei non avranno in nessun modo la stessa sicurezza di cui gode lei oggi in vecchiaia. Fino all'inizio degli anni '90, le emittenti hanno fatto costose promesse pensionistiche ai loro redattori, che ora, ohimè, stanno intaccando i bilanci attuali. Uno dei negoziatori di allora afferma oggi che l'intera faccenda "probabilmente non era stata calcolata in questo modo sulla tabella di marcia". Sembra che questa fosse una specialità della generazione del dopoguerra. Fondo pensione? Clima? Opportunità di avanzamento? "Probabilmente non era stato calcolato in questo modo sulla linea del tempo".

Fra molti lavoratori dipendenti ci sono quindi diverse generazioni di pensionati: quelli che hanno una buona pensione, quelli che hanno "ancora una buona pensione" e poi i più giovani, le cui pensioni aziendali sono spesso più basse o sono state limitate e che - ovviamente - devono anche cavarsela con una pensione pubblica più bassa. Dovrebbero quindi provvedere privatamente alla loro vecchiaia, come si dice sempre. Cosa che - come possono spiegare in dettaglio non solo Sait e Alexandra - è difficilmente possibile quando i salari non aumentano, ma le spese sì. Correre per stare fermi.

Nella prima primavera durante la pandemia, la classe operaia ha vissuto una breve stagione di rispetto, persino di riverenza. Improvvisamente, tutti coloro che - come Sait - altrimenti sarebbero passati inosservati, pulendo o curando o raccogliendo, sono stati visti come eroi della crisi. Al Bundestag tedesco, i deputati si sono alzati in piedi - standing ovation per tutti coloro che, con il loro lavoro, "fanno letteralmente funzionare il paese", come li ha ringraziati la cancelliera Angela Merkel. E Herbert Grönemeyer ha cantato:

"Sono gli eroi di questi tempi / Le nostre spine dorsali / La nostra posizione / Osano attraversare i loro confini lontani / Per voi e per me / Prendono il Paese nelle loro mani".

Quando si è bloccati in un ascensore rotto, questa attenzione può sembrare inizialmente confortante. Ma per le persone bloccate sarebbe più importante che l'ascensore ripartisse rapidamente. Sappiamo cosa aiuterebbe la riparazione: Salari più alti, una ridistribuzione del carico fiscale dal lavoro alla ricchezza, alloggi che anche la classe operaia può permettersi, scuole che istruiscano tutti, sicurezza sociale che sostenga tutte le generazioni. Chi si impegna deve poter ottenere qualcosa.


Leggi anche gli ultimi articoli su ricchezza e povertà in Germania di Marcel Fratzscher -->>






mercoledì 23 agosto 2023

Flassbeck - La BCE deve agire prima che tutta Europa finisca in recessione

"Alla luce della recessione in Germania e dell'incombente recessione in tutta Europa, è imperativo che i leader della politica tedesca ed europea si siedano immediatamente al tavolo con il presidente della BCE per affrontare i pericoli deflazionistici e per sollecitare una rapida inversione di rotta nella politica monetaria" scrive il grande economista tedesco Heiner Flassbeck.

Heiner Flassbeck crisi economica germania

Anche in Germania i prezzi alla produzione sono ormai in caduta libera. Dopo che nei mesi precedenti erano stati registrati elevati tassi di crescita negativi sia in Spagna che in Italia, le statistiche di luglio mostrano un meno sei per cento anche per la Germania. E questo è solo l'inizio. Anche se questo indicatore non dovesse continuare a scendere mese dopo mese fino a settembre (cosa che ha fatto regolarmente negli ultimi mesi), il dato per agosto e settembre si aggirerà intorno al meno 15 per cento. 

E questo è quasi esattamente lo scenario che Friederike Spiecker e io abbiamo descritto nel marzo di quest'anno. Il che non significa altro che già in primavera era facile capire che in Germania e in Europa non c'era una vera inflazione, ma solo aumenti temporanei dei prezzi il cui chiaro livellamento era già da tempo evidente a qualsiasi osservatore obiettivo.

Ora, al più tardi, è chiaro che la BCE e tutti gli allarmisti dell'inflazione avevano fondamentalmente torto quando sostenevano che dall'estate scorsa fosse in atto un pericoloso processo di inflazione che poteva essere fermato solo da un rallentamento dell'economia orchestrato dalla BCE. I successivi aumenti dei tassi di interesse da parte della BCE hanno già causato danni enormi. 

Alla luce della recessione in Germania e dell'incombente recessione in tutta Europa, è imperativo che i leader della politica tedesca ed europea si siedano immediatamente al tavolo con il presidente della BCE per affrontare i pericoli deflazionistici e per sollecitare una rapida inversione di rotta nella politica monetaria. 

Se la BCE aspetta fino a settembre e poi eventualmente non prende ancora una decisione in direzione di un taglio significativo dei tassi d'interesse, il resto della politica non potrà più evitare che l'economia venga gravemente colpita non solo quest'anno, ma anche l'anno prossimo. Chi tace ora è direttamente responsabile degli enormi danni causati da questa politica sbagliata.


Leggi gli ultimi articoli di Heiner Flassbeck -->>



C'è bisogno di una nuova Agenda 2030 per il sick man of Europe?

 Da piu' parti arriva la richiesta di una nuova Agenda 2030 in grado di rilanciare l'economia tedesca in crisi, un po' come avvenne ai tempi dei rosso-verdi con l'Agenda 2010. Ma furono proprio quelle liberalizzazioni con la lunga stagione di moderazione salariale che ne segui' a dare il via all'eurocrisi. Ne scrive Telepolis.de


crisi economica in Germania


La Germania ha problemi economici - e questo è noto da mesi. Nel frattempo, ci sono sempre più voci che insistono per un programma economico completo in grado rimettere in piedi l'economia in crisi.

In Germania, è stato recentemente il segretario generale della CDU Carsten Linnemann a chiedere una "Agenda 2030". Bisogna tornare a ricompensare lo sforzo, lo Stato deve essere in grado di creare condizioni quadro funzionali all'economia e principi come quello "aiutare ed esigere" devono tornare ad essere validi anche in pratica.

"Non siamo solo il malato d'Europa, ma, secondo il Fondo Monetario Internazionale, il malato del mondo", ha dichiarato Linnemann alla Deutsche Presse-Agentur (dpa). Con quest'ultima frase ha indubbiamente un po' esagerato, a meno che non si considerino i Paesi OCSE come "il mondo". Di tutti i principali Paesi industrializzati, ha proseguito Linnemann, la Germania è l'unica la cui economia quest'anno si contrarrà .

L'"Agenda 2030" dovrebbe essere un concetto generale per la Repubblica federale, basato essenzialmente su un piano in cinque punti della CDU. Lo Stato dovrebbe, ad esempio, tornare ad immettere più denaro nell'economia, abbassare i prezzi dell'energia, incoraggiare i pensionati a lavorare più a lungo e ridurre la burocrazia.

copertina ecnomisti agosto 2023 germany sick man of Europe
The Economist Agosto 2023


La Germania ha bisogno di una scossa, ha detto Linnemann, sostenuto anche dall'economista Monika Schnitzer del Consiglio dei saggi economici (Sachverständigenrat). Alla Neue Osnabrücker Zeitung (NOZ), infatti, la Schnitzer ha dichiarato: "Una nuova Agenda 2030 sarebbe davvero auspicabile per far avanzare la trasformazione e per affrontare con coraggio temi politicamente piuttosto difficili come la riforma amministrativa e la riduzione della burocrazia".

Anche Schnitzer ha invocato una "coraggiosa riforma delle pensioni", ma non ha specificato come dovrebbe essere. L'idea di Linnemann è quella di consentire ai pensionati di guadagnare circa 2.000 euro esentasse. La speranza è che centinaia di migliaia di persone rimangano al lavoro, in modo che la carenza di lavoratori qualificati non diventi eccessiva.

Anche l'istruzione dovrebbe svolgere un ruolo cruciale per aumentare il potenziale nazionale nel mercato del lavoro. "Dobbiamo preoccuparci del fatto che 600.000 persone tra i 18 e i 24 anni non hanno una formazione professionale né vanno a lavorare". A tale proposito, Schnitzer ha sottolineato che l'istruzione è la porta d'accesso all'integrazione e all'avanzamento sociale, soprattutto per i migranti.

C'è tuttavia un punto che nessuno dei due ha toccato: ed è il fatto che le vecchie ricette economiche seguite per molti anni hanno portato la Repubblica Federale fino al punto in cui si trova ora: sulla strada della sconfitta. La stampa estera se ne fa già beffe. L'Economist titola: "La Germania sta diventando un'esperta nello sconfiggere se stessa".

Il governo tedesco, ad esempio, ha difeso il pareggio di bilancio per anni, anche quando i tassi di interesse erano prossimi allo zero. Secondo l'articolo, il governo ha perso un'ottima occasione per contrarre prestiti e investire. Il risultato di questa inazione è che le strade ora sono stracolme, ma le ferrovie sono poco sviluppate e poco puntuali. La Germania ha la più bassa penetrazione di Internet a banda larga dell'Unione Europea.

L'attuale governo federale, tuttavia, continua a rispettare il pareggio di bilancio. E Linnemann e i cristiano-democratici, ovviamente, nascondono questo problema nel loro piano in cinque punti - e il fatto che la CDU ha giocato un ruolo decisivo nel rallentare lo sviluppo economico della Germania.

Quando si parla di burocrazia, Linnemann e l'Economist sono sulla stessa lunghezza d'onda, anche se il politico della CDU non dice perché il suo partito non ha fatto nulla su questo tema quando era ancora al potere.

Nell'articolo, la burocrazia in Germania viene paragonata al personaggio dei cartoni animati Asterix, che cerca di ottenere il "Passierschein A38". La burocrazia tedesca può anche non far impazzire immediatamente le persone, ma è un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi politici desiderati. L'Economist riporta anche un esempio del modo in cui la Energiewende viene rallentata.

"Una particolare seccatura è rappresentata dagli oltre 150 permessi richiesti da Autobahn GmbH, una società statale che gestisce le famose autostrade tedesche, per trasportare componenti di turbine eoliche fuori sagoma come le pale. Un arretrato di circa 20.000 richieste si è accumulato a causa di regolamenti opachi sulle dimensioni del carico, software difettosi, continui lavori stradali e mancanza di personale per gestire i reclami."

In ogni Paese ci sono funzionari pasticcioni, continua l'articolo, ma la Germania ha la tendenza a sabotarsi da sola. Dopo tutto, quando il governo tedesco ha deciso di tagliare i legami energetici con la Russia, la crescita molto lenta del settore dell'energia rinnovabile è diventato un problema.

Un altro punto sollevato dall'Economist fa parte di un quadro piu' completo: quando i tedeschi hanno corretto gli errori, lo hanno sempre fatto in modo particolarmente accurato. L'arretrato di riforme accumulato per anni durante l'era Merkel ora è in fase di elaborazione da parte del governo Scholz. Resta da vedere, tuttavia, se la Germania sarà in grado di mantenere la sua prosperità. 


Leggi gli ultimi articoli sulla crisi economica tedesca -->>


martedì 22 agosto 2023

Björn Höcke (AfD): "Tecnologia tedesca e materie prime russe. Insieme saremmo stati imbattibili"

Il leader di AfD nell'est, Björn Höcke, dall'alto del 20 % che i sondaggi continuano a dare al suo partito rilancia la richiesta di un riposizionamento geopolitico della Germania a fianco della Russia. Ne scrive Focus.de 

Björn Höcke leader AfD

In un'intervista, Björn Höcke commenta, tra le altre cose, la guerra in Ucraina. Il politico di AfD prende le difese della Russia e cita persino un discorso di Vladimir Putin che il presidente russo tenne al Bundestag tedesco nel 2001. Per la pace, dice, l'Europa deve staccarsi dagli Stati Uniti.

AfD continua a crescere di sondaggio in sondaggio. In Turingia, in particolare, il partito può vantare ottimi risultati. Di conseguenza, il leader del partito nel parlamento regionale Björn Höcke è soddisfatto. In un'intervista al quotidiano svizzero "Blick", il politico di AfD spiega quali sono, a suo avviso, i fattori decisivi per l'ascesa del suo partito.

Höcke vede la Germania "sulla buona strada per diventare uno Stato fallito".

Per Höcke, una delle ragioni principali è l'immigrazione, che sta mettendo a dura prova il sistema di sicurezza sociale della Repubblica federale. "La Germania in quanto Paese industrializzato è a rischio. Il tasso di inflazione è alto. La Germania sta per diventare uno Stato fallito", spiega il 51enne.


Sondaggi elettorali danno AfD intorno al 20%

Considerando i sondaggi del suo partito, Höcke non crede che la volontà degli altri partiti di non collaborare con AfD sia destinata a durare. "No, i muri di gomma non sono applicabili in modo permanente. Si stanno già sgretolando a livello comunale. Si può rovinare una democrazia anche non coinvolgendo gran parte della popolazione", ha detto il politico dell'AfD.

Il leader di AfD: la sorveglianza della difesa della Costituzione è uno "strumento di lotta della classe dirigente".

Il fatto che Höcke possa essere definito fascista a causa delle sue dichiarazioni e che il suo partito sia classificato dall'Ufficio per la protezione della Costituzione come "di matrice di estrema destra" viene accolto con una certa incomprensione dal 51enne.

"Non sono assolutamente un fascista. È un termine di lotta politica usato dall'establishment politico. Anche le autorità della DDR bollavano come "fascisti" i combattenti per la libertà della rivolta popolare del 17 giugno 1953. A questo proposito, ho una buona tradizione con i vecchi combattenti per la libertà e non mi sento attaccato", ha spiegato Höcke.

militanti  di AfD


Critica aspramente l'osservazione da parte dell'Ufficio per la protezione della Costituzione: "L'Ufficio per la protezione della Costituzione è diventato uno strumento di battaglia politica della classe dirigente. I suoi funzionari fanno quello che gli viene detto di fare dal Ministro degli Interni. L'opposizione democraticamente eletta in Germania è monitorata e minacciata dai servizi segreti nazionali. Questo non accade in nessun altro Paese del mondo che si definisce democratico".

Höcke ha anche respinto la questione della condotta di estrema destra di AfD: "Il fatto che ci vengano lanciati termini del genere la dice lunga sul cattivo stato della libertà di opinione in Germania più che sulla natura del nostro partito. AfD è un partito fondamentalmente moderato e borghese".

Höcke: I media occidentali vogliono fare di Putin il nuovo Hitler

Höcke vorrebbe fermare la fornitura di armi all'Ucraina il prima possibile. "Questa guerra deve finire il prima possibile". Il politico di AfD non ritiene che la Russia sia l'unica responsabile della guerra: "Questa guerra ha avuto un lungo percorso. Sarà compito degli storici rispondere alla domanda sulle colpe".

All'affermazione secondo la quale la guerra potrebbe essere conclusa in qualsiasi momento da Putin, Hoecke risponde con un'accusa precisa: "So che i media occidentali vogliono fare di Putin il nuovo Hitler. Ma bisogna riconoscere che c'è stato uno sviluppo sbagliato per decenni che ha contribuito alla preparazione della guerra", afferma il 51enne.

Inoltre, sottolinea che la cooperazione con la Russia presenta grandi vantaggi. "Durante il suo discorso al Bundestag tedesco nel 2001, ad esempio, Putin ha sottolineato che la Germania e la Russia sono partner naturali in Europa: Tecnologia tedesca e materie prime russe. Insieme saremmo stati imbattibili".

Nel discorso, Putin aveva sottolineato la cooperazione tra Europa e Russia e aveva prospettato la prospettiva dell'integrazione della Russia in un'Europa libera. Il presidente russo nel suo discorso aveva sottolineato in particolare le relazioni russo-tedesche dichiarando che Germania e Russia dovrebbero dare un "contributo comune alla costruzione della casa europea".

Oltre a una maggiore cooperazione con la Russia, Höcke chiede alla Germania di staccarsi dagli Stati Uniti. "Se l'Europa vuole la pace, dobbiamo staccarci dagli americani. Gli interessi dell'America non sono gli interessi dell'Europa".


Leggi gli ultimi articoli su AfD -->>


Scholz ci ripensa sul riarmo della Germania

A quanto pare il Cancelliere a poco piu' di un anno dalla decisione di destinare 100 miliardi di euro al riarmo tedesco ci avrebbe ripensato e ora quella enorme somma di denaro fuori dal bilancio pubblico, di cui per ora si è speso poco, sarà usata per coprire i costi correnti e operativi della Bundeswehr, cronicamente sottofinanziata. I sogni di gloria del nuovo militarismo germanico sono già finiti? Ne scrive Business Insider

scholz fondo da 100 miliardi di euro per il riarmo


- Un anno fa, il Cancelliere Olaf Scholz (SPD) aveva messo a disposizione della Bundeswehr 100 miliardi di euro per l'acquisto di nuovi aerei, navi e armi e per il riarmo della Germania. Soldi con cui le truppe avrebbero dovuto finalmente potersi permettere ciò che altrimenti sarebbe stato impossibile.

- Ora, però, il governo federale vuole ridurre notevolmente la portata del fondo speciale. Il denaro dovrà essere utilizzato anche per progetti infrastrutturali e per il normale funzionamento delle truppe. Ciò rischia di spegnere le speranze di avere un nuovo equipaggiamento moderno.

- Alla base del cambio di rotta ci sono apparentemente considerazioni sul fatto che le truppe non potrebbero comunque ricevere il denaro in tempo per procurarsi un nuovo equipaggiamento. L'opposizione, tuttavia, trova questo aspetto molto critico.


Quando il Cancelliere Olaf Scholz (SPD) ha annunciato un anno fa, dopo l'inizio della guerra in Ucraina, un fondo speciale da 100 miliardi di euro per il riarmo e la modernizzazione della Bundeswehr, molti ne erano rimasti sorpresi. Dopo decenni di risparmi, si presentava improvvisamente l'opportunità di modernizzare finalmente il malandato arsenale delle truppe tedesche. Nuovi elicotteri, aerei, navi, armi? Tutto questo sembrava finalmente realistico. La promessa di Scholz: "L'obiettivo è una Bundeswehr efficiente che fa progressi, una Bundeswehr che può svolgere la sua missione principale, vale a dire la difesa nazionale e dell'alleanza, perché è sufficientemente equipaggiata".

Ma a distanza di poco più di un anno, di questa idea non è rimasto molto. Al contrario: come emerge da una recente bozza rivista della legge sul finanziamento del bilancio, il governo federale segretamente intende ammorbidire in modo significativo lo scopo del fondo speciale. In sostanza, il denaro non sarà più destinato all'acquisto di nuovi sistemi d'arma moderni, come annunciato, ma anche a tappare i buchi della spesa corrente. La speranza di nuove truppe moderne sembra essere svanita.

Secondo quanto riferito, il Ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP) avrebbe presentato mercoledì al consiglio dei ministri le modifiche ai requisiti legali per il fondo speciale. Finora, la legge corrispondente recitava: "I fondi del fondo speciale serviranno a finanziare importanti progetti di equipaggiamento della Bundeswehr, in particolare, misure complesse della durata superiore a un anno". Questa frase verrà ora ammorbidita nei punti cruciali: Non farà piu' riferimento a progetti di equipaggiamento "significativi", ma solo a progetti di equipaggiamento. Anche il post scriptum deve essere eliminato. Il termine "progetti di equipaggiamento", continua, "comprende in particolare misure significative nel campo degli investimenti in armamenti e della relativa ricerca, spese per munizioni, progetti infrastrutturali nonché progetti nei settori dell'informatica, della protezione e della garanzia di accesso a tecnologie chiave e della logistica per la Bundeswehr"

In parole povere: in futuro il fondo speciale sarà utilizzato anche per pagare i costi operativi e infrastrutturali che sono in qualche modo collegati ai progetti di riarmo. Ma essendo così vago, il Ministero della Difesa teme che praticamente qualsiasi spesa possa essere giustificata dalla nuova legge. E poiché ci sono così tanti buchi da tappare nelle truppe dato che i soldi del bilancio normale non sono sufficienti, l'acquisto di nuovi sistemi d'arma rischia di essere una prospettiva lontana.

Tuttavia, Scholz e il ministro delle Finanze Lindner non avrebbero dovuto ignorare che la Bundeswehr, anche sotto il ministro della Difesa federale Boris Pistorius (SPD), non è stata in grado di mettere a terra abbastanza rapidamente i miliardi del fondo speciale. A parte i nuovi jet da combattimento F-35 per un valore di circa otto miliardi di euro e gli elicotteri da trasporto pesanti Chinook per un valore di sette-otto miliardi di euro, la Bundeswehr non ha acquistato nulla di veramente nuovo, anche a più di un anno dalla messa a disposizione del fondo speciale. Invece, ci sono decine di vecchi contratti che sono stati semplicemente rifinanziati attraverso il fondo speciale, perché il denaro non arriva abbastanza velocemente a causa dei complessi processi politici e amministrativi di approvvigionamento.

L'opposizione è comunque sconcertata dalla prevista modifica della legge. "A poco a poco, c'è davvero da preoccuparsi per il nostro Cancelliere. Ancora una volta viene colto da uno dei suoi noti vuoti di memoria", critica il politico in materia di bilancio Ingo Gädechens (CDU). Che continua: "Nel febbraio 2022 aveva promesso un fondo speciale per la Bundeswehr, con il quale si sarebbero dovuti realizzare investimenti urgenti in progetti di riarmo. Ma ora ha dimenticato questa promessa". Il modo in cui il fondo speciale ora viene ammorbidito è "una politica ipocrita da manuale", continua Gädechens.


Leggi anche "Il nuovo ruolo geopolitico della Germania secondo Olaf Scholz"