domenica 6 ottobre 2024

Trasferirsi in Germania: Consigli Pratici per Lavorare e Integrarsi

Hai deciso di trasferirti in Germania o ci stai già pensando? Magari sei già arrivato e ti stai chiedendo come muovere i primi passi nel mondo del lavoro. Non preoccuparti, sei nel posto giusto! Trasferirsi in un altro paese può essere una grande avventura, ma come tutte le avventure ci sono sfide da affrontare. Non è sempre facile all’inizio, ma con un po’ di pazienza e qualche consiglio pratico, puoi costruire la tua vita in Germania e ottenere risultati migliori di quanto immagini. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero fare la differenza per te.

Trasferirsi in Germania: Consigli Pratici per Lavorare e Integrarsi

1. Iscriviti al Jobcenter (anche se non è obbligatorio)

Se sei appena arrivato in Germania, una delle prime cose che dovresti fare è iscriverti al Jobcenter. Non è obbligatorio, ma può essere molto utile. Anche se non ti trovano subito un lavoro, ti metterai sulla loro “mappa”. Il Jobcenter è particolarmente attivo nel trovare lavoro a chi l’ha perso, visto che queste persone ricevono un sussidio e il centro ha tutto l’interesse a farle tornare a lavorare il prima possibile. Tuttavia, anche per chi è appena arrivato, iscriversi può aprire qualche porta e darti accesso a risorse utili. Quindi, perché non provarci?

2. Accetta i lavori che trovi, anche se non sono quelli dei tuoi sogni

Trovare il lavoro perfetto, appena arrivato, può essere davvero difficile. Per questo, il consiglio migliore è: non farti troppi problemi all’inizio. Prendi il primo lavoro che trovi, anche se è un mini-job o un part-time. Certo, magari non è il lavoro che sognavi, ma è un modo per entrare nel mercato del lavoro tedesco. Ricorda: ogni piccolo passo ti avvicina al tuo obiettivo. Una volta dentro, sarà molto più facile trovare qualcosa di meglio. L’importante è partire!

Trasferirsi in Germania: Consigli Pratici per Lavorare e Integrarsi

3. Adatta il tuo curriculum al mercato tedesco

Questo è un errore che molti italiani fanno: inviano un curriculum lunghissimo, pieno di esperienze che in Germania non servono. Qui il curriculum deve essere conciso, diretto e su misura per il lavoro a cui ti stai candidando. Se ti stai candidando come giardiniere, per esempio, non serve includere che sai pilotare i droni, anche se in Italia potrebbe sembrare interessante!

E poi, fondamentale: il curriculum deve essere in tedesco! Non aspettarti che il datore di lavoro si metta a tradurre il tuo curriculum in italiano, non lo farà. Quindi, prenditi il tempo per farlo tradurre o fallo tu stesso, se hai una buona conoscenza della lingua. Questo piccolo sforzo può fare una grande differenza.

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4. Il riconoscimento dei titoli di studio: armati di pazienza

Hai un diploma o una laurea? Ottimo! Ma preparati: il sistema scolastico italiano non è equivalente a quello tedesco, quindi il tuo titolo di studio potrebbe non essere riconosciuto automaticamente. Dovrai farlo tradurre da un traduttore giurato e ottenere l’equiparazione tedesca. Sì, lo so, è un po’ complicato e richiede tempo – spesso mesi – ma non scoraggiarti! Puoi comunque cercare lavoro mentre aspetti che il tuo titolo venga riconosciuto. All’inizio, potresti accettare lavori che non richiedono una qualifica specifica, e poi, una volta completata la procedura, potrai puntare più in alto.

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5. Le Leihfirmen: Una buona opportunità per iniziare

Hai mai sentito parlare delle Leihfirmen? Sono delle agenzie interinali che ti assumono per poi “prestare” il tuo lavoro ad altre aziende. Non sarà il lavoro più stabile del mondo, e magari la paga non sarà altissima, ma è un’ottima porta d’ingresso nel mondo del lavoro tedesco, specialmente se non conosci ancora bene il tedesco o se il tuo titolo di studio non è ancora stato riconosciuto.

Può sembrare una soluzione temporanea, ma molte persone trovano lavoro in aziende tramite queste agenzie e poi, con il tempo, riescono a ottenere contratti migliori. L’importante è muoversi e iniziare a lavorare: da lì, tutto diventa più facile.

6. Imparare il tedesco: non rimandare!

Imparare il tedesco è forse una delle cose più impegnative per chi si trasferisce qui, ma è anche la più importante. Certo, puoi cavartela con l’inglese per un po’, ma se vuoi migliorare davvero le tue prospettive di carriera, conoscere il tedesco è fondamentale. Ti consigliamo di iscriverti a un corso di lingua il prima possibile. Lo so, lo so, potresti essere tentato di rimandare, specialmente se lavori molte ore al giorno, ma credimi: investire tempo nel migliorare il tedesco ti darà un enorme vantaggio. È uno sforzo che vale davvero la pena fare.

Trasferirsi in Germania: Consigli Pratici per Lavorare e Integrarsi

7. Usa la tecnologia per cercare lavoro

Oggi abbiamo la fortuna di poter cercare lavoro con un semplice click. Uno degli strumenti più utili in Germania è il sito Jobbörse, dove ogni giorno vengono pubblicate tantissime offerte di lavoro. Armati di un buon curriculum in tedesco e inizia a inviarlo a tutte le aziende e agenzie che potrebbero essere interessate al tuo profilo. Se hai bisogno di accelerare la ricerca, esistono servizi che ti permettono di inviare il tuo curriculum a più agenzie contemporaneamente. Meno tempo perso, più possibilità di trovare lavoro velocemente!

8. Fai rete con la comunità italiana e non solo

Non sottovalutare l’importanza del networking! Spesso, le migliori opportunità arrivano grazie a conoscenti o amici che ti mettono in contatto con le persone giuste. Entra in contatto con altri italiani che vivono in Germania, ma non fermarti lì: cerca di costruire relazioni anche con persone del posto o di altre nazionalità. Le comunità italiane all’estero sono molto unite e pronte a dare una mano, ma anche aprirsi al contesto locale può offrirti opportunità uniche.

Trasferirsi in Germania: Consigli Pratici per Lavorare e Integrarsi

9. Non scoraggiarti e impara dagli errori

Infine, ricorda: trasferirsi in un nuovo paese è una sfida, e non sempre tutto andrà come previsto. Magari farai degli errori, come trascurare lo studio del tedesco o accettare un lavoro che si rivela insoddisfacente. Ma non scoraggiarti! Ogni errore è un’opportunità per imparare e migliorare. La cosa importante è non arrendersi. La pazienza e la perseveranza sono le chiavi per costruire una carriera solida e, con il tempo, sarai fiero di quello che avrai raggiunto.

Conclusione

Trasferirsi in Germania non è facile, ma con il giusto approccio può diventare una delle esperienze più gratificanti della tua vita. Non aspettarti di trovare subito il lavoro perfetto, ma inizia a costruire la tua carriera passo dopo passo. Accetta le sfide, investiti nello studio del tedesco e usa tutte le risorse a tua disposizione per trovare lavoro e integrarti nel paese. E, soprattutto, non scoraggiarti mai: il percorso può essere lungo, ma con la giusta mentalità, puoi raggiungere risultati incredibili.

Perchè la cosiddetta "Remigration" proposta da Afd in Germania è già realtà

Ciò che era impensabile fino a pochi anni fa è ora realtà: la Germania ha subito una svolta nella sua politica migratoria. L’Alternativa per la Germania (AfD) sostiene, non a torto, di aver imposto le proprie richieste sulla questione migratoria. Infatti, il governo federale e i partiti dell’Unione stanno ora adottando in gran parte le posizioni dell’AfD. Molti non si rendono conto di quanto sia già avanzato questo avvicinamento. Ne scrive Marcel Fratzscher

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Un Cambiamento Radicale

Solo pochi anni fa, l’allora cancelliera Angela Merkel (CDU) rifiutava categoricamente la chiusura delle frontiere. Appena due anni fa, sarebbe stato difficile immaginare che i leader della CDU, Friedrich Merz, e della CSU, Markus Söder, avrebbero chiesto un cambiamento radicale nella politica migratoria. Oggi, un governo federale guidato dall’SPD cede e implementa molte misure che significano soprattutto una cosa: deportazioni su larga scala, anche in paesi come l’Afghanistan, e controlli alle frontiere su tutti i confini esterni.

La “Remigrazione” Richiesta dall’AfD

Ma potrebbe diventare realtà una “remigrazione” come richiesta dall’AfD? Prima di tutto, è importante notare che il termine “remigrazione” utilizzato dall’AfD è una distorsione della storia tedesca. Originariamente, si riferiva al ritorno dei tedeschi fuggiti dal regime nazista dopo la Seconda Guerra Mondiale, in particolare ebrei e altre persone perseguitate.

Secondo il piano dell’AfD, tre gruppi dovrebbero essere espulsi dalla Germania con forza o pressione:

  • Richiedenti asilo
  • Non cittadini
  • Cittadini “non assimilati” (spinti a lasciare il paese attraverso “alta pressione all’adattamento” e “leggi su misura”)

Quindi, ciò che l’AfD richiede non è una “remigrazione”, ma un vero e proprio programma di espulsione.

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La Germania: Da Paese di Emigrazione a Paese di Immigrazione

La Germania è stata per gran parte degli ultimi 250 anni un paese di emigrazione. Tra il 1820 e il 1920, sei milioni di tedeschi emigrarono negli Stati Uniti, molti altri si spostarono in paesi europei vicini o oltremare. Così tanti tedeschi emigrarono negli Stati Uniti che, nel XIX secolo, ci fu una votazione al Congresso USA sulla lingua ufficiale e il tedesco perse solo di poco contro l’inglese.

Oggi, la situazione è cambiata. Con la migrazione dei tedeschi dopo la Seconda Guerra Mondiale e il reclutamento mirato di lavoratori dall’Europa meridionale e dalla Turchia a partire dagli anni ’50, la Germania si è trasformata in un paese di immigrazione. Attualmente, una persona su quattro in Germania ha un background migratorio, quindi è nata all’estero o ha almeno un genitore nato all’estero. Inoltre, cinque milioni di persone nel paese sono di fede musulmana. La Germania è quindi da tempo un paese di immigrazione e l’Islam, come altre religioni oltre al cristianesimo, fa parte della sua identità.

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L’Emigrazione Oggi

Un aspetto poco noto è che la Germania sta vivendo anche una massiccia emigrazione. Nel 2023, due milioni di persone sono immigrate in Germania, ma contemporaneamente, 1,3 milioni sono emigrate.

  • Gruppo più numeroso di emigranti: i tedeschi, con quasi 300.000 persone che lasciano il paese ogni anno.
  • Aumento negli ultimi 20 anni: il numero di tedeschi che emigra è quasi triplicato.
  • Principali paesi di destinazione: Austria, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito.

In aggiunta, ci sono emigranti tra richiedenti asilo e cittadini stranieri, quasi un milione. I quattro principali paesi di destinazione per loro sono Romania, Ucraina, Polonia e Bulgaria.

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Le Ragioni dell’Emigrazione

Ma quali sono le ragioni di questa emigrazione? La grande maggioranza emigra dalla Germania per fattori di attrazione, quindi perché trova condizioni più favorevoli altrove. Tuttavia, esistono anche fattori di spinta:

  • Molte persone non si sentono a proprio agio o benvenute in Germania, il che porta a un fenomeno di “remigrazione”.
  • Professionisti qualificati, come medici, cercano condizioni di lavoro e stipendi migliori, specialmente in paesi come la Svizzera.

Nonostante esistano pochi studi sistematici su questa questione, appare chiaro che le ragioni per l’emigrazione sono complesse e non solo di natura economica

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Il Nuovo "Pacchetto Sicurezza" del Governo Tedesco: Proteste, Critiche e Dubbi Legali

Il nuovo “pacchetto sicurezza” proposto dal governo tedesco ha infiammato il dibattito e sollevato accese proteste. Organizzazioni per i diritti umani, come Amnesty International e la Gesellschaft für Freiheitsrechte, denunciano che le misure proposte minacciano seriamente i diritti civili, avvicinando la Germania a uno stato di sorveglianza. A seguito delle proteste, alcuni politici della coalizione di governo hanno ammesso che il pacchetto è “giuridicamente discutibile” e necessita di modifiche. La sua approvazione, inizialmente prevista per la fine di settembre, è stata posticipata. Ne scrive German Foreign Policy

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Cosa Prevede il Pacchetto Sicurezza?

Le modifiche legislative proposte puntano a rafforzare i poteri della polizia e ad aumentare il controllo statale in vari ambiti. Ecco alcuni dei punti più controversi:

  • Controlli a campione: La polizia potrà effettuare controlli senza sospetto su persone presenti in aree definite “ad alto tasso di criminalità”.
  • Inasprimento delle leggi sulle armi: Viene introdotto il divieto assoluto di portare coltelli in eventi pubblici, insieme al divieto di possedere armi come i coltelli a scatto.
  • Sorveglianza con IA: Verranno utilizzate tecnologie di riconoscimento facciale e vocale basate sull’intelligenza artificiale per individuare non solo sospetti, ma anche potenziali testimoni. Questo processo avverrà confrontando immagini e dati raccolti su Internet con le banche dati della polizia.

Secondo Christian Mihr, vice segretario generale di Amnesty International in Germania, questa misura permetterebbe allo Stato di “esaminare tutte le nostre foto o registrazioni audio online”, violando la privacy di milioni di cittadini.

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L’Attacco di Solingen: Il Punto di Svolta

L’accelerazione verso queste nuove misure repressive è avvenuta dopo l’attacco terroristico del 23 agosto 2024 a Solingen, dove un rifugiato siriano ha ucciso tre persone e ferito altre cinque. Il governo tedesco ha subito sottolineato l’origine dell’aggressore e il fatto che avrebbe dovuto essere deportato in Bulgaria. Questo ha spinto la coalizione di governo a proporre modifiche legislative che, secondo i critici, si sovrappongono alla retorica dell’AfD, il partito di estrema destra che sfrutta frequentemente tali tematiche per guadagnare consensi.

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“Un Pacchetto Incompatibile con i Diritti Umani”

Oltre all’espansione dei poteri della polizia, il pacchetto prevede anche restrizioni significative per rifugiati e richiedenti asilo:

  • Revoca dello status di protezione: I richiedenti asilo potrebbero perdere il loro status se tornano nel loro paese d’origine senza giustificazione.
  • Perdita dei sussidi sociali: I rifugiati soggetti a deportazione perderanno i benefici sociali se il paese dell’UE responsabile della loro espulsione approva il rimpatrio.

Inoltre, le nuove misure consentirebbero il controllo dei telefoni cellulari dei richiedenti asilo per verificare la loro identità e confrontare i dati biometrici raccolti con quelli disponibili online.

Julia Duchrow, segretaria generale di Amnesty International in Germania, ha criticato duramente queste misure, definendole “incompatibili con i diritti umani” e contrarie al diritto europeo, in particolare alla regolamentazione sull’intelligenza artificiale dell’UE, entrata in vigore il 1° agosto 2024, che vieta esplicitamente la raccolta indiscriminata di dati biometrici da Internet.

Rischi di Profiling Razziale

Uno dei punti più controversi riguarda il profiling razziale, ovvero la possibilità che la polizia esegua controlli su persone di specifiche etnie senza giustificazioni, in base solo alla loro appartenenza razziale. Questo tipo di pratica è già stato condannato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che ha giudicato casi di profiling razziale come violazioni dei diritti umani. Tra i casi più noti, quello di Mohamed Wa Baile, fermato alla stazione centrale di Zurigo nel 2024, proprio a causa del colore della sua pelle.

Le organizzazioni per i diritti umani temono che queste pratiche diventino più diffuse in Germania, con il rischio di abusi e discriminazioni. La Gesellschaft für Freiheitsrechte (GFF) ha avvertito che gruppi emarginati potrebbero essere sottoposti a controlli e perquisizioni senza motivo, con un alto rischio di abusi mirati.

Un Clima di Repressione Politica

Il pacchetto sicurezza arriva in un contesto di crescente repressione politica in Germania. Dal 7 ottobre 2023, le autorità hanno aumentato la sorveglianza e il controllo, in particolare contro attivisti filo-palestinesi e contro coloro che si oppongono al crescente razzismo antiarabo, alimentato dai conflitti a Gaza e in Libano.

Amnesty International ha pubblicato un rapporto nel luglio 2024 che denuncia l’uso eccessivo della forza da parte della polizia e i divieti preventivi di manifestazione, giustificati con motivi di “sicurezza nazionale”. In molti casi, secondo Amnesty, queste misure sono basate su pregiudizi razziali contro le comunità arabe e musulmane.

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Dubbi All’interno della Coalizione di Governo

Anche all’interno della stessa coalizione di governo, il pacchetto sicurezza ha suscitato perplessità. L’AG Migration del partito SPD ha dichiarato che le nuove leggi sono “giuridicamente discutibili” e mettono “un’intera popolazione sotto sospetto generale”. Il deputato SPD Jan Dieren ha definito molte delle misure “esagerate” e ha avvertito che queste leggi rischiano di confondere il dibattito pubblico, inasprendo irrazionalmente la politica migratoria invece di concentrarsi sul contrasto al terrorismo.

Dieren ha inoltre sottolineato che queste misure rischiano di rafforzare solo un gruppo politico: l’estrema destra.

Conclusione: Un Pacchetto da Rivedere

L’approvazione definitiva del pacchetto sicurezza, originariamente prevista per la fine di settembre 2024, è stata rinviata a seguito delle proteste e delle critiche crescenti. Le modifiche proposte potrebbero avere conseguenze importanti sui diritti civili e sulla vita quotidiana in Germania, in un contesto di crescenti tensioni politiche e sociali. La questione resta aperta e il dibattito è destinato a proseguire

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sabato 5 ottobre 2024

In Germania 1000 Euro di Premio per i Disoccupati di Lungo Periodo che escono dal Reddito di Cittadinanza

La coalizione di governo “Ampel” sta mettendo in atto una nuova misura per incentivare i disoccupati di lungo periodo a tornare al lavoro. Il piano prevede il pagamento di una prémio di 1000 euro per coloro che smettono di ricevere il reddito di cittadinanza (Bürgergeld) e accettano un impiego per almeno un anno. Ecco tutto ciò che c’è da sapere su questo provvedimento. Ne scrive Fr.de

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L’Incentivo: 1000 Euro per un Anno di Lavoro

L’idea alla base di questo provvedimento è semplice: il governo vuole incentivare i percettori del sussidio di cittadinanza a tornare al lavoro, offrendo un bonus di 1000 euro. Questa somma verrà corrisposta una tantum, ma solo dopo che la persona avrà lavorato per un anno continuativo in un’occupazione soggetta a contributi sociali.

Secondo quanto riportato dal Redaktionsnetzwerk Deutschland (RND), che cita un documento ufficiale di supporto, il Consiglio dei Ministri ha approvato questa misura il 2 ottobre, insieme ad altre modifiche legate al sistema del Bürgergeld.

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Come Funziona il Premio per i Disoccupati di Lungo Periodo?

Le persone idonee a ricevere questo bonus sono quelle considerate “disoccupate di lungo periodo”, ossia chi non ha avuto un’occupazione per almeno 12 mesi. Questa definizione è più flessibile rispetto a precedenti programmi, come quelli previsti dalla legge sulle opportunità di partecipazione (Teilhabechancengesetz), che richiedevano due anni di disoccupazione per poter accedere agli strumenti di reinserimento lavorativo.

Una volta che l’individuo ha completato 12 mesi di lavoro in un’occupazione soggetta a contribuzione, sarà idoneo a ricevere la somma di 1000 euro.

Il Premio Non Influisce su Altri Benefici

Un punto importante che emerge dal documento è che questo bonus di 1000 euro non verrà conteggiato come reddito ai fini di altre prestazioni di supporto. In altre parole, non influenzerà l’ammissibilità per aiuti come il sussidio per l’alloggio (Wohngeld) o il supplemento per i figli.

L’obiettivo è garantire che gli ex percettori del Bürgergeld, che hanno trovato lavoro, abbiano più denaro a disposizione grazie al proprio impiego, senza penalizzazioni legate alle prestazioni sociali.

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Un Meccanismo di Prevenzione Contro il Ritorno alla Disoccupazione

Il Ministero del Lavoro ha inoltre specificato che l’occupazione, per essere considerata valida ai fini del bonus, dovrà essere in grado di coprire i bisogni del lavoratore. Questo per ridurre il rischio che una persona torni rapidamente alla disoccupazione.

A tal fine, il provvedimento prevede anche una sorta di blocco di due anni: una volta ottenuto il bonus, non sarà possibile richiedere nuovamente il sussidio di cittadinanza per i successivi due anni, riducendo la possibilità di un rapido ritorno alla dipendenza dal sistema di assistenza.

Modifiche al Sussidio di Cittadinanza: Regole Più Rigorose

Oltre al premio di 1000 euro per i disoccupati di lungo periodo, il governo sta anche implementando altre modifiche legate al sussidio di cittadinanza. Queste includono sanzioni più severe e requisiti più stringenti per la definizione di un lavoro “ragionevole” che i percettori del Bürgergeld devono accettare.

Queste modifiche fanno parte della più ampia Iniziativa per la Crescita, già approvata dal Consiglio dei Ministri. L’obiettivo finale è quello di ottenere una riduzione complessiva dei costi per il settore pubblico, migliorando al contempo l’efficacia del sistema di welfare.


Conclusione

Il nuovo premio di 1000 euro rappresenta un interessante incentivo per i disoccupati di lungo periodo che desiderano tornare nel mondo del lavoro. Con questo provvedimento, la coalizione semaforo mira a ridurre la dipendenza dal sussidio di cittadinanza, promuovendo al contempo la stabilità finanziaria per chi trova un impiego. Le modifiche al sistema del Bürgergeld mostrano chiaramente l’intento del governo di bilanciare incentivi e responsabilità, con l’obiettivo di rendere più sostenibile il sistema di welfare in Germania.

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Aiuti alle Famiglie in Germania: come funziona il Kinderzuschlag?

Se stai pensando di trasferirti in Germania o vivi già nel paese, è importante conoscere i principali aiuti alle famiglie in Germania. La Germania offre una serie di sussidi e agevolazioni per sostenere le famiglie, dai contributi per i figli a sussidi per l’affitto. Questa guida ti aiuterà a capire quali sono i principali aiuti a disposizione e come puoi accedervi.

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Kindergeld: Il Principale Sussidio per le Famiglie in Germania

Il Kindergeld è uno dei principali aiuti alle famiglie in Germania. Si tratta di un assegno familiare che viene erogato ogni mese per ogni figlio, indipendentemente dal reddito familiare. Questo sussidio è disponibile per i cittadini tedeschi e per gli espatriati in Germania che soddisfano i requisiti di residenza.

L’importo del Kindergeld varia in base al numero di figli e viene erogato fino a quando i figli non compiono 18 anni (o 25 anni se continuano a studiare). È una risorsa essenziale per le famiglie e aiuta a coprire i costi legati all’educazione e alla crescita dei bambini.

Kinderzuschlag: Sostegno Aggiuntivo per le Famiglie a Basso Reddito

Per le famiglie con redditi bassi o medi, la Germania offre anche il Kinderzuschlag, un contributo che si aggiunge al Kindergeld. Questo sussidio è disponibile per le famiglie che hanno figli a carico e un reddito insufficiente per coprire le spese di base.

Il Kinderzuschlag può arrivare fino a 292 euro al mese per figlio ed è destinato alle famiglie con un reddito lordo mensile massimo di 900 euro (per coppie) o 600 euro (per genitori single). Le famiglie che soddisfano i requisiti per il Kinderzuschlag possono avere diritto anche ad altri sussidi, come il sussidio per l’affitto.

Sussidi per l’Affitto e Altri Aiuti per le Famiglie in Germania

Oltre al Kindergeld e al Kinderzuschlag, le famiglie in Germania possono richiedere il sussidio per l’affitto (Wohngeld), un’agevolazione che aiuta a coprire le spese di locazione. Questo sussidio è pensato per le famiglie a basso reddito e può variare in base alla composizione familiare e alla località in cui si vive.

Le famiglie che beneficiano del Kinderzuschlag hanno anche diritto a ulteriori agevolazioni, come:

  • Esenzione dal pagamento delle rette per l’asilo nido
  • Contributi per il materiale scolastico (fino a 150 euro all’anno)
  • Sussidi per i pasti scolastici e per la partecipazione a club sportivi o scuole di musica

Come Richiedere i Sussidi per le Famiglie in Germania

Accedere agli aiuti alle famiglie in Germania è diventato più semplice grazie alla digitalizzazione dei servizi. Esiste un sito web governativo, disponibile anche tramite app mobile, che permette alle famiglie di verificare la propria idoneità e di presentare le domande per il Kindergeld, il Kinderzuschlag e altri sussidi.

Se non sei sicuro di avere diritto a uno di questi sussidi, è consigliabile comunque inoltrare la domanda, poiché il sistema può offrire alternative basate sulla tua situazione economica e familiare. Esistono anche servizi di consulenza gratuiti che possono assisterti nella compilazione delle domande, sia online che su carta.

Il Sistema di Welfare Tedesco: Un Approccio Olistico al Benessere Familiare

Il sistema di welfare tedesco non si limita al sostegno economico diretto, ma si preoccupa anche del benessere sociale ed educativo dei bambini. Grazie a sussidi per attività scolastiche, ricreative e culturali, la Germania garantisce che i bambini abbiano accesso a opportunità che favoriscano uno sviluppo completo.

Ad esempio, le famiglie possono ricevere contributi per:

  • Gite scolastiche ed escursioni
  • Attività sportive e musicali
  • Riduzioni sui costi per la mensa scolastica

Espatriati in Germania: Un Supporto a Portata di Mano

Se sei un espatriato in Germania, è utile sapere che esiste una rete di supporto per aiutarti a navigare il sistema di welfare. Numerose associazioni e piattaforme online offrono consulenza su come accedere agli aiuti alle famiglie in Germania. Molte di queste risorse sono disponibili in diverse lingue, facilitando l’accesso anche a chi ha difficoltà con la lingua tedesca.

In città come Stoccarda, Berlino e Monaco, ci sono inoltre consulenti locali che possono aiutarti a completare le pratiche burocratiche necessarie per richiedere i vari sussidi.

Conclusione

Gli aiuti alle famiglie in Germania rappresentano un pilastro fondamentale del sistema di welfare del paese. Sia che si tratti del Kindergeld, del Kinderzuschlag o del sussidio per l’affitto, le famiglie hanno a disposizione una gamma di risorse che le aiutano a mantenere un equilibrio economico e a sostenere i propri figli.

Se sei un espatriato in Germania, è fondamentale informarsi su questi sussidi e fare domanda per quelli a cui hai diritto. Grazie alla digitalizzazione e al supporto offerto dalle comunità locali, accedere a questi aiuti non è mai stato così semplice.

venerdì 4 ottobre 2024

"Le bugie hanno le gambe corte": Lo scontro tra Sahra Wagenknecht e Robert Habeck continua

Nel panorama politico tedesco si è acceso uno scontro tra due figure di primo piano: Sahra Wagenknecht e Robert Habeck. E se nella prima fase la leader del BSW ha avuto la meglio, l’episodio è tutt’altro che concluso. Ne scrive il Nordkurier.de

L’accusa di corruzione: il caso BSW-Russia

Durante un evento elettorale a Dresda, il ministro dell’Economia federale, Robert Habeck, membro del partito dei Verdi, ha insinuato che il partito BSW di Sahra Wagenknecht fosse corrotto, accusandolo di ricevere finanziamenti dalla Russia. Questa dichiarazione ha scatenato un’immediata reazione legale da parte della leader del BSW.

Wagenknecht non si è limitata a respingere le accuse ma ha intrapreso un’azione legale, richiedendo che Habeck firmasse una dichiarazione di ritrattazione per ritirare le sue affermazioni. E ora, il ministro ha ceduto, correggendo così le sue parole.

Secondo una portavoce di Habeck, durante l’evento il ministro avrebbe “esagerato un po’”. Ma questa correzione tardiva non è bastata a calmare le acque.

Robert Habeck

Le dichiarazioni di Habeck a Dresda: un attacco frontale

Durante il suo discorso alla fine di agosto, Habeck aveva lanciato pesanti accuse contro il BSW. Le sue parole precise sono state:

“Farsi pagare per esprimere la propria opinione, comprare voti su Internet, creare eserciti di troll, farsi pagare un’opinione: questo è disgustoso, e non dovrebbe accadere. Sappiamo che AfD e BSW sono pagati allo stesso modo.”

Ma non si è fermato qui. In merito alla politica estera, Habeck ha aggiunto:

“Ovviamente si può avere un’opinione diversa dal governo sulla questione dell’Ucraina. Il governo federale non fa tutto bene. Ma nessuno è completamente comprato – a differenza di AfD e BSW.”

E infine, la frase più pesante:
“Tutti sanno che molti di loro sono pagati da Mosca e Pechino.”

Queste dichiarazioni hanno avuto un forte impatto mediatico, tanto che sono state riprese non solo da testate giornalistiche, ma anche da noti satirici. Tuttavia, Habeck è stato costretto a fare marcia indietro e ha ritirato le accuse.

BSW

Wagenknecht risponde: “Le bugie hanno le gambe corte”

Dopo la firma della dichiarazione di ritrattazione da parte di Habeck, Sahra Wagenknecht non ha perso tempo e ha commentato la vicenda su X (precedentemente Twitter), scrivendo:
“Le bugie hanno le gambe corte. (…) Bene che i tribunali abbiano fermato questa diffusione di fake news.”

Ma per Wagenknecht, il ritiro delle accuse non è sufficiente. Secondo lei, Habeck deve fare molto di più.


La richiesta di una pubblica scusa

La soddisfazione della leader del BSW non si ferma alla dichiarazione di cessazione firmata da Habeck. In una lettera inviata dall’avvocato di Wagenknecht al ministro, viene richiesta una pubblica scusa.

Nel documento, l’avvocato di Wagenknecht dichiara:
“Non basta la dichiarazione di ritrattazione, poiché la mia cliente ha diritto alla rimozione delle conseguenze attraverso una dichiarazione pubblica di ritrattazione per l’affermazione di fatto che sia pagata da Mosca e Pechino.”

L’avvocato continua a spiegare che né l’origine dei finanziamenti del BSW è “dubbia”, né le dichiarazioni di un vicecancelliere con accesso a informazioni riservate possono essere considerate semplici opinioni soggettive. Wagenknecht può documentare in modo completo l’origine dei suoi finanziamenti, e pretende che la verità venga chiarita pubblicamente.


Conclusione: Lo scontro è tutt’altro che finito

Nonostante la correzione da parte di Habeck, lo scontro tra questi due leader politici rimane aperto. Wagenknecht vuole una pubblica ritrattazione e una piena scusa, mentre le sue richieste legali mostrano quanto sia determinata a difendere la sua reputazione e quella del suo partito.

Questa battaglia politica non solo mette in luce le tensioni tra due dei partiti più influenti in Germania, ma evidenzia anche l’impatto che la disinformazione e le accuse infondate possono avere sul dibattito pubblico.

Come si evolverà questa situazione? Solo il tempo lo dirà.

I Verdi tedeschi da partito delle élite urbane ecologiste a partito popolare? Ma anche No!

Ricarda Lang ha ragione: i Verdi vengono percepiti come un progetto elitario. Oggi più che mai, e i risultati elettorali lo dimostrano. I Verdi sono il partito degli accademici con redditi elevati nelle grandi città, che li votano in modo sproporzionato. Tra i non accademici hanno un successo molto minore e tra i lavoratori quasi nessuno li vota. Ne scrive Maurice Hoefgen

Franziska Brantner

Finché sarà così, dice Lang, i Verdi non potranno diventare un partito popolare. Nel documentario Konfrontation dell’ARD, confessa persino: “Ho fallito nel cambiare questa immagine”. Voleva rendere più evidente il profilo sociale dei Verdi, avvicinare il partito ai sindacati e ha parlato ripetutamente in talk show di riduzioni fiscali, inflazione e salari. Ora però si arrende e si dimette da presidente del partito. Tuttavia, la sua analisi rimane: i Verdi devono abbandonare l’immagine di essere un’élite ecologista.

Franziska Brantner: un’accademica contro l’immagine delle élite?

E ora un’accademica a tutto tondo contro l’immagine delle élite? È proprio questo che rappresenta Franziska Brantner. Deputata dal 2013, segretaria di stato parlamentare al Ministero dell’Economia dal 2021 e, soprattutto, la mano destra di Robert Habeck. È considerata una negoziatrice intelligente e determinata, con competenze economiche. Per Habeck ha elaborato, ad esempio, la strategia sulle materie prime e coordinato lo stop del Nord Stream 2.

In realtà, Habeck voleva farla diventare direttrice della campagna elettorale, ma ora Brantner si candida come presidente del partito, ovviamente su richiesta di Habeck, che l’ha sostenuta pubblicamente subito dopo l’annuncio della sua candidatura. Ma la domanda è: è lei la persona giusta per scrollarsi di dosso l’immagine delle élite?

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Una nerd accademica e una saputella affamata di potere

Difficilmente. Rappresenta quello che è: una nerd accademica a tutto tondo e una saputella affamata di potere. La sua biografia sembra il perfetto cliché: ha studiato scienze politiche in università d’élite come Sciences Po a Parigi o la Columbia University di New York, ha conseguito un dottorato all’Università di Mannheim, ha lavorato alle Nazioni Unite e alla Fondazione Bertelsmann, prima di entrare nel Parlamento europeo e poi nel Bundestag.

Dal 2009, la 45enne di Heidelberg è parlamentare, ma fuori dal suo collegio è completamente sconosciuta. Aveva 17.000 follower su Instagram prima di annunciare la sua candidatura quattro giorni fa – oggi, nonostante il clamore mediatico, sono solo quattromila in più. Un fenomeno di massa? Nemmeno per sogno.

Franziska Brantner

Una candidatura vuota e priva di contenuto

Ha pubblicato la sua candidatura su Instagram, accompagnata dalla canzone di Grönemeyer Zeit, dass sich was dreht (È ora che qualcosa cambi), ma ogni sua frase è politica vuota e scivolosa, mescolata a frasi fatte da seminari di scienze politiche che nessuno capisce. Ecco alcuni esempi:

  • “Ci collochiamo nella tradizione del progresso e dell’illuminismo e le abbiamo ridefinite entrambe da capo.”
  • “C’è bisogno dei Verdi perché pensiamo alla libertà dei cittadini oltre l’orizzonte.”
  • “C’è bisogno della politica verde perché noi Verdi sappiamo che la libertà ha bisogno di radici, di un ancoraggio dell’individuo nella sua comunità.”
  • “C’è bisogno della politica verde perché noi Verdi vediamo la società civile come terza forza centrale, oltre lo Stato e il mercato.”
  • “Possiamo essere il luogo democratico del partito in cui si radunano persone che credono nel nostro Paese e in Europa. È per questo che mi candido.”

Non una singola richiesta concreta. Nessuna. Dopo aver annunciato questo “nuovo inizio”, nessuno sa dove vuole andare.

Franziska Brantner

Un percorso alla Merkel verso una coalizione nero-verde?

Indubbiamente, Habeck e Brantner sono persone intelligenti, ma riusciranno a guidare i Verdi nella giusta direzione? Si può intuire qualcosa solo ascoltando la sua prima grande intervista nel programma Berlin direkt della ZDF. Bisogna stare molto attenti per trovare messaggi concreti nei cinque minuti di fuochi d’artificio di frasi fatte. Persino il moderatore le ha rimproverato di evitare le domande.

Ma ci sono due messaggi chiari. Primo: vuole raggiungere persone che desiderano ordine nella politica migratoria, quindi vuole spostare i Verdi verso destra, non verso sinistra. Secondo: ha elogiato le coalizioni nero-verdi, affermando che potrebbero “realizzare cose incredibili”; in altre parole: vuole una coalizione nero-verde.

Un percorso rischioso per i Verdi?

Un percorso vuoto verso il nero-verde si adatta al corso di Merkel di Habeck, ma è comunque rischioso. I Verdi non possono sottrarre elettori alla CDU, all’AFD o alla FDP con una politica migratoria più dura, e potrebbero alienare la loro base. L’esempio migliore è la loro organizzazione giovanile. Allo stesso tempo, Franziska Brantner, indipendentemente dalle sue competenze economiche e negoziali, non sembra adatta a far perdere ai Verdi l’immagine elitista che allontana non accademici e lavoratori.

Indubbiamente, Habeck e Brantner sono persone intelligenti, ma riusciranno a guidare i Verdi nella giusta direzione? Ascoltando Ricarda Lang parlare apertamente dello stato dei Verdi e dei loro fallimenti, non si ha l’impressione che Brantner possa essere la soluzione. Anzi. Anche perché lei stessa non è riuscita a evitare i maggiori scivoloni di Habeck, come la tassa sul gas e la legge sul riscaldamento.

Al congresso del partito federale previsto per metà novembre a Wiesbaden verrà eletto il nuovo consiglio. Forse entro allora il corso di Brantner sarà più chiaro. E: forse mi smentirà. Lo augurerei ai Verdi e alla protezione del clima.