Per Marcel Fratzscher il vittimismo della Bild Zeitung e gli attacchi alla BCE da parte della stampa tedesca sono piu' che altro una forma di nazionalismo miope che ignora gli enormi benefici che la Germania sta avendo dalla lunga stagione dei tassi a zero. Ne scrive la colomba Marcel Fratzscher su Handelsblatt
Il grido di indignazione levatosi dalla Germania giovedì scorso quando la BCE ha annunciato un nuovo pacchetto di misure è stato molto forte. Raramente fin ad ora l'argomento era stato trattato dalla maggior parte dei media tedeschi in maniera cosi' emotiva - i quali hanno attaccato la BCE in maniera cosi' dura.
La "Bild Zeitung" ha mostrato il presidente della BCE Mario Draghi come se fosse un vampiro che succhia il sangue dai conti dei piccoli risparmiatori e costringe le persone a fare debiti. È arrivato il momento di rimuovere dal dibattito il nazionalismo e l'ideologia, e di fondarlo su fatti ed elementi concreti. Un simile dibattito, nel nostro paese, servirebbe a smascherare molti falsi miti.
Il primo mito è quello del risparmiatore tedesco vittima della politica monetaria della BCE. È vero che i tassi di interesse a zero rendono estremamente difficili le forme di previdenza integrativa privata, soprattutto per i piccoli risparmiatori che non possiedono una abitazione propria, oppure che non hanno azioni. Ma è anche vero che la responsabilità dei bassi tassi di interesse non è della BCE, ma della politica.
L'interesse è il prezzo del denaro e poiché ogni anno in Germania risparmiamo il 7% del PIL, i tassi di interesse devono per forza restare bassi. Il problema non è tanto l'elevato livello di risparmio dei cittadini, piuttosto gli elevati risparmi e i bassi investimenti delle imprese e dello stato.
Soprattutto in questi periodi economici difficili, è urgente che il governo tedesco stabilizzi l'economia con un programma di investimenti e crescita di lungo periodo al fine di far risalire i tassi di interesse.
Lo stato tedesco è anche il principale beneficiario dei bassi tassi di interesse, grazie ai quali ogni anno risparmia 45 miliardi di euro di interessi sul debito. Il governo federale avrebbe potuto trasferire ai contribuenti questi risparmi attraverso la riduzione delle tasse, come l'abbassamento dell'IVA o la riduzione dei contributi sociali, ma invece ha preferito abolire in parte o del tutto il "Soli", non a beneficio dei piccoli risparmiatori, ma dell'alta borghesia.
Il secondo mito individua nelle banche le vittime della politica monetaria: è puro cinismo quello dei dirigenti delle banche tedesche che accusano la BCE di aver distrutto il sistema finanziario. Il fatto è che le banche con i loro comportamenti sono responsabili della crisi finanziaria globale del 2008/09, senza la quale oggi non ci sarebbero tassi di interesse a zero.
Invece di lamentarsi della BCE, le banche dovrebbero assumersi la responsabilità dei loro comportamenti. Il problema maggiore della BCE - e la ragione dei tassi negativi sui depositi - è che le banche non stanno adempiendo al loro compito di prestare denaro e in questo modo rallentano la ripresa economica dell'Europa. Senza le necessarie riforme del sistema bancario, i tassi di interesse non aumenteranno.
Il terzo mito è quello della Germania vittima della BCE. Non malgrado, ma grazie alla politica monetaria della BCE, l'economia tedesca sta andando cosi' bene.
Proprio l'economia tedesca, a causa della sua elevata dipendenza dalle esportazioni, ha notevolmente beneficiato dei bassi tassi di interesse, dell'abbondanza di credito, della salvaguardia della stabilità economica dell'Europa e di un euro relativamente debole
Le lamentele di alcuni tedeschi secondo le quali la BCE starebbe assumendo dei rischi troppo elevati all'interno del sistema di pagamento Target oppure con i suoi prestiti è cinica: la Germania vuole trarre profitto dall'euro, ma essa stessa dovrebbe contribuire il meno possibile al successo della valuta comune.
E se alcuni continuano a lamentarsi del fatto che nelle decisioni della BCE la Bundesbank è stata messa in minoranza, bisogna dire che anche il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, si è pronuncato in favore di una riduzione dei tassi sui depositi.
Il quarto mito riguarda il ruolo della BCE. Molti in questo paese desiderano che la BCE costringa i governi a risparmiare e a fare le riforme, proteggendo al contempo i piccoli risparmiatori e le banche. In Italia e in Spagna, molti invece chiedono che la BCE riduca in maniera permanente il debito pubblico o riformi le banche.
Niente di tutto ciò è compito della BCE, e fallirebbe miseramente se solo tentasse di farlo. La politica ha affidato un compito centrale alla BCE: mantenere la stabilità dei prezzi. La BCE non è riuscita a farlo e quindi non ha altra scelta che continuare la sua politica monetaria espansiva fino a quando i prezzi non saranno nuovamente stabili. Tutto il resto è compito della politica.
In Germania abbiamo bisogno di un dibattito onesto sui tassi di interesse e sulla politica monetaria, e non di un dibattito guidato dall'ideologia o dal nazionalismo. Invece di abusare della BCE come capro espiatorio per gli errori della politica economica e finanziaria - e quindi danneggiarla - i politici, i media e gli economisti dovrebbero avviare un discorso responsabile su ciò che dovrebbe essere fatto per determinare la fine della stagione dei tassi di interesse a zero, che tutti noi del resto desideriamo.