lunedì 21 agosto 2023

Qual è lo stipendio medio in Germania?

In media il salario di un lavoratore tedesco nel 2022 era di 49.260 euro lordi all'anno, ma lo stipendio lordo varia ovviamente in base al settore e alla posizione. Un articolo molto interessante di Handelsblatt chiarisce come viene calcolata la retribuzione media in Germania

stipendio medio in germania


I lavoratori tedeschi guadagnano in media 49.260 euro lordi all'anno. I commessi tuttavia possono solo sognare un simile stipendio. Anche i dipendenti di altre professioni rilevanti per il sistema, come gli infermieri o gli operatori dell'assistenza all'infanzia e ai giovani, a fine mese si trovano sul conto in banca molto meno denaro.

Come viene meessa insieme dunque questa somma? E cosa si intende esattamente per stipendio medio? E c'è un modo migliore per misurare il reddito medio? Qui potete leggere tutte le domande e le risposte importanti sul tema del reddito medio.

Prima di tutto, il reddito medio dei dipendenti in Germania varia notevolmente a seconda del settore, della regione e del sesso.

Che cos'è il reddito medio?

Il reddito medio è il valore medio degli stipendi lordi di tutti i dipendenti assicurati in Germania. Il livello del reddito medio viene rilevato annualmente dall'Ufficio Federale di Statistica e e pubblicato dal Governo Federale con l'approvazione del Consiglio Federale.

Ma attenzione: i dati dell'Ufficio Federale di Statistica indicano il reddito lordo medio di tutti i dipendenti a tempo pieno in Germania, cioè la cosiddetta media aritmetica. Più significativa, invece, sarebbe la mediana.

La mediana, o valore centrale, è il valore misurato che si trova esattamente al centro di tutti i dati individuali se i valori misurati sono ordinati per dimensione.

Con questo metodo, i valori anomali, come ad esempio gli stipendi di chi guadagna molto, non vengono presi in considerazione nel risultato finale. Con la media aritmetica, invece, il reddito totale viene diviso per il numero di dipendenti a tempo pieno. In questo modo, uno stipendio milionario compensa statisticamente molti stipendi bassi.

Qual è stato il reddito medio nel 2022?

Secondo l'Ufficio federale di statistica, nell'aprile 2022 il reddito medio in Germania era di 4105 euro lordi al mese. Il valore attuale corrisponde a uno stipendio lordo annuale di 49.260 euro per un lavoro a tempo pieno. Per una persona con classe fiscale I nel Baden-Württemberg, ciò si traduce in 2644,40 euro netti. I pagamenti speciali, ad esempio sotto forma di ferie, gratifiche natalizie o mance, non sono inclusi.

Cosa rimane dello stipendio a fine del mese? Clicca qui per il calcolatore lordo-netto.

Il settore influisce sul reddito medio

Le differenze di reddito sono particolarmente marcate se si confrontano i diversi settori. Secondo l'Ufficio federale di statistica, infatti, i dipendenti dei settori "fornitura di servizi finanziari e assicurativi", "informazione e comunicazione" e "fornitura di energia" sono quelli che hanno guadagnato di più nel 2021. In questi settori i dipendenti hanno percepito in media tra i 5207 e i 5693 euro lordi al mese.

I lavoratori dell'industria alberghiera hanno guadagnato meno. Hanno ricevuto in media 2.138 euro lordi al mese.

Retribuzione media in Germania: tabella dei settori meglio pagati

PosizioneSettoreStipendio lordo medio
1.Servizi finanziari e assicurativi81 929 Euro
2.Informazione e comunicazione81 929 Euro
3.Fornitura di energia71 683 Euro
4.Servizi professionali, scientifici e tecnici68 820 Euro
5.Immobiliare e attività connesse all'edilizia59 907 Euro
6.Istruzione e formazione58 597 Euro
7.Industria manifatturiera57 253 Euro
8.Estrazione di minerali e pietre56 019 Euro
9.Arte, intrattenimento e svago54 835 Euro
10Sanità e assistenza sociale53 084 Euro
11.Pubblica amministrazione, difesa e sicurezza sociale51 857 Euro
12.Altri servizi51 140 Euro
13.Commercio50 182 Euro
14.Fornitura di acqua47 603 Euro
15Edilizia46 410 Euro
16.Trasporti e stoccaggio41 730 Euro
17.Altri servizi economici35 690 Euro
18.Ristorazione26 820 Euro


In che modo il genere influenza il reddito medio?

Anche il genere può influenzare il livello di reddito. In media, a parità di lavoro, le donne ricevono uno stipendio inferiore a quello dei colleghi maschi. Secondo l'Ufficio federale di statistica, infatti, nel 2021 il reddito lordo medio degli uomini che lavoravano a tempo pieno era di 23,20 euro all'ora. Le donne che lavoravano a tempo pieno, invece, guadagnavano solo 19,12 euro. Questo divario salariale è chiamato gender pay gap.

Che cos'è il divario retributivo di genere?

Il divario retributivo di genere è la differenza tra la retribuzione oraria lorda media delle donne e quella degli uomini. Nel 2021, le donne hanno ricevuto per il loro lavoro circa il 18% in meno rispetto ai colleghi maschi. Con il 19 percento, le differenze nella Germania occidentale e a Berlino sono significativamente più alte rispetto all'est, dove sono solo del 6 percento. Questa percentuale è rimasta quasi costante dal 2002. Il governo federale si è posto l'obiettivo di ridurre il divario retributivo al 10% entro il 2030.

Perché le donne vengono pagate meno degli uomini?

Una delle ragioni della grande differenza tra i redditi medi delle donne e degli uomini è la differenza dei livelli salariali tra i vari settori. Nei settori a prevalenza maschile, come la finanza, l'informatica e l'industria, gli stipendi tendono a essere mediamente elevati. Nei settori in cui lavorano prevalentemente donne, ad esempio l'assistenza e il lavoro sociale, gli stipendi sono più bassi.

Anche all'interno dello stesso settore, le donne spesso guadagnano meno degli uomini. Il salario lordo delle lavoratrici con esperienza professionale analoga e con la stessa funzione è attualmente inferiore del 6% rispetto a quello dei colleghi maschi.

"Questo dato riflette la discriminazione nei confronti delle donne", spiega Malte Lübker, esperto di strutture salariali presso l'Istituto di ricerca economica e sociale (WSI) della Fondazione Hans Böckler.

In quali Stati federali il salario è più alto?

Oltre al settore e al genere, il reddito medio dipende anche dallo Stato federale in cui si lavora. Secondo l'Ufficio federale di statistica, i dipendenti a tempo pieno di Amburgo hanno lo stipendio medio piu' alto a livello nazionale, con una media di 5209 euro lordi al mese nel 2021.

Seguono l'Assia e il Baden-Württemberg al secondo e terzo posto. Il Meclemburgo-Pomerania occidentale è in coda. Qui i dipendenti a tempo pieno guadagnano meno, con 3467 euro lordi al mese.

Ciò che colpisce in modo particolare è che, anche dopo trent'anni dalla riunificazione, la differenza in termini di stipendio medio tra la Germania occidentale e quella orientale è chiaramente visibile. I vecchi Stati federali occupano i posti dal primo all'undicesimo. Gli ex Stati della DDR sono in fondo al confronto salariale. La capitale Berlino è un'eccezione. Con un salario medio di 4662 euro, si trova davanti a NRW e Brema.

Dati più recenti, risalenti al 2022,vengono forniti dal portale del lavoro StepStone nel suo rapporto annuale sui salari. Nota: l'azienda fornisce i salari medi come mediana - con il seguente risultato.

Stipendio medio lordo mensile nel 2022 nei diversi Laender:

PosizioneBundeslandStipendio medio lordo nel 2022
1.Hamburg4011 Euro
2.Baden-Württemberg3997 Euro
3.Hessen3980 Euro
4.Bayern3896 Euro
5.Nordrhein-Westfalen3686 Euro
6.Bremen3620 Euro
7.Berlin3598 Euro
8.Rheinland-Pfalz3498 Euro
9.Niedersachsen3494 Euro
10.Saarland3455 Euro
11.Schleswig-Holstein3402 Euro
12.Sachsen3086 Euro
13.Brandenburg3051 Euro
14.Thüringen3049 Euro
15.Mecklenburg-Vorpommern3016 Euro
16.Sachsen-Anhalt3010 Euro


Reddito netto medio - Germania a confronto con gli altri Paesi dell'UE

Dove si collocano i lavoratori tedeschi nella media dell'UE? Lo dimostra l'attuale studio "GfK Purchasing Power Europe 2022", in cui è stato utilizzato il reddito netto medio. Il fattore decisivo è il potere d'acquisto pro capite nei 42 Paesi europei.

Con una media di 24.807 euro netti, la Germania si colloca all'ottavo posto. I dipendenti del Liechtenstein guadagnano di più, con un reddito netto di 66.204 euro.

La Svizzera è al secondo posto con 41.758 euro, seguita dal Lussemburgo. Qui i dipendenti a tempo pieno ricevono uno stipendio netto medio di 37.015 euro.

Nella parte bassa della classifica c'è la Polonia, al 28° posto, dove i dipendenti hanno un reddito netto medio di 9.254 euro all'anno. L'Ucraina è in coda alla classifica. "A causa della guerra nel Paese, i cittadini hanno a disposizione solo 1.540 euro pro capite, pari a poco più del 9% della media europea", scrive l'istituto di ricerca. Attualmente, 16 Paesi sono al di sopra della media europea e 26 al di sotto.

Complessivamente, nel 2022 i cittadini europei avranno a disposizione circa 11,1 trilioni di euro, il che corrisponde a una crescita nominale del 5,8% rispetto all'anno precedente.

La media è solo una linea guida; anche in questo caso, la mediana sarebbe più significativa.

RangLand
Potere di acquisto 2022 per abitante
1.Liechtenstein66.204 Euro
2.Schweiz41.758 Euro
3.Luxemburg37.015 Euro
4.Norwegen33.959 Euro
5.Island31.191 Euro
6.Dänemark30.850 Euro
7.Vereinigtes Königreich26.061 Euro
8.Deutschland24.807 Euro
9.Österreich24.759 Euro
10.Irland24.052 Euro
...
16.Italien18.905 Euro
Europa gesamt16.344 Euro
17.Spanien15.314 Euro
...
28.Polen9.254 Euro
...
42.Ukraine1540 Euro

domenica 20 agosto 2023

Perchè la Cina sta facendo le scarpe all'export tedesco

Dati alla mano i prodotti da esportazione tedeschi stanno perdendo posizioni in favore della Cina anche all'interno dell'UE, fino a qualche anno fa il giardino di caccia esclusivo della manifattura tedesca. Un declino alquanto rapido per l'export tedesco che lascia presagire tempi difficili per l'industria dell'export in Germania. Ne scrive l'Institut der deutschen Wirtschaft (IW) in un paper uscito pochi giorni fa, qui sotto l'abstract, il documento completo può essere scaricato qui.

importazioni dalla Cina in Europa in costante crescita

Il presente documento esamina se le esportazioni cinesi stiano penetrando sempre più nei settori in cui l'economia tedesca ha i suoi punti di forza. Per indagare su questa questione, si analizzano in modo descrittivo le variazioni delle quote di importazioni cinesi e tedesche nell'UE nel periodo 2000-2022.

In primo luogo, si considerano le importazioni aggregate di beni e le importazioni di beni industriali sofisticati, in cui l'economia tedesca è specializzata. In una seconda fase, le importazioni dell'UE di beni industriali sofisticati sono analizzate in modo più dettagliato a livello di prodotto a 2 cifre. Infine, vengono considerati i gruppi di prodotti a 4 cifre, concentrandosi sui gruppi più importanti dal punto di vista tedesco. I risultati in queste diverse prospettive sono simili:

Importazioni in % dei paesi UE dalla Cina e dalla Germania sul totale delle merci importate. Negli ultimi anni la quota cinese cresce molto rapidamente a danno dell'export tedesco

La quota della Cina nelle importazioni dell'UE è aumentata in modo costante e molto significativo. Questo era inizialmente vero soprattutto per il primo decennio del periodo in esame e meno per il secondo, come ha dimostrato uno studio precedente con dati fino al 2019. Il presente aggiornamento, tuttavia, giunge alla importante conclusione che l'aumento della quota cinese ha ripreso slancio dal 2020. Per molti degli aspetti analizzati nel presente rapporto, la Cina nei soli due anni tra il 2020 e il 2022 ha aumentato la sua quota di importazioni dell'UE della stessa cifra, e in alcuni casi anche di più, rispetto all'intero decennio precedente. Ciò è particolarmente vero per i beni industriali sofisticati, nei quali la Germania si è finora specializzata.

Importazioni dei paesi UE in % di beni industriali sofisticati, è evidente il declino della Germania in favore della Cina


Dal 2005 la quota della Germania nelle importazioni dell'UE è diminuita in generale e in numerosi gruppi di prodotti industriali sofisticati. Questo declino si è recentemente accelerato in molti settori.

Sotto diversi punti di vista, i guadagni di quota della Cina e le perdite di quota della Germania vanno spesso di pari passo. Anche se il presente rapporto non esamina il nesso di causalità, questo dato suggerisce con forza che la Cina è sempre più in competizione con l'economia tedesca nel suo mercato interno dell'UE e nei suoi settori tradizionali. Il problema è che i successi della Cina nelle esportazioni si basano probabilmente anche su ampie sovvenzioni, il che solleva la questione delle risposte di politica commerciale.

% dell'import dei paesi UE da Germania e Cina relativamente ai beni industriali sofisticati. La Cina non esporta piu' solo "cinesate" ma in molti settori ad elevato valore aggiunto ha superato la Germania


I risultati empirici sono preoccupanti alla luce delle sfide della transizione energetica e dei problemi fondamentali di competitività e qualità della Germania come luogo di produzione industriale. Nel caso delle esportazioni dell'industria automobilistica, che sono un importante pilastro del successo delle esportazioni tedesche, il progresso della transizione energetica probabilmente intensificherà ulteriormente gli sviluppi problematici sopra descritti. La Cina sta conquistando i mercati europei dei veicoli elettrici, pur partendo da una base ancora ridotta. Sembra inoltre discutibile come sia possibile che l'industria chimica, ad alta intensità energetica, possa difendere i suoi successi in termini di export economicamente rilevanti con costi energetici così elevati, soprattutto perché la Cina ha recuperato terreno anche in questo settore. Anche il settore altamente specializzato dell'ingegneria meccanica, che tende a beneficiare della transizione energetica, sta perdendo la sua supremazia in favore degli ingegneria meccanica cinese in un numero sempre maggiore di aree. In tutti questi settori, il vantaggio della Germania sul mercato dell'UE si riduce sempre di più. Nell'industria elettrica, ad esempio, la Cina ha da tempo superato la Germania in termini di quote di importazione nell'UE. Il modello di esportazione industriale tedesco sembra vacillare.


Per scaricare il documento in pdf puoi utilizzare questo link -->>


Leggi gli ultimi articoli sulla crisi economica in Germania clicca qui -->>










 

C'è grossa crisi nelle infrastrutture tedesche

"Benvenuti nella Repubblica dei ruderi tedesca" titola Focus.de facendo riferimento alla pessima condizione in cui versano i treni, le auostrade e le ferrovie in Germania. Dopo 2 decenni di grandi risparmi e pareggio di bilancio anche in Germania la rete infrastrutturale necessita di un ammodernamento sempre piu' urgente. Ma cosa dovrebbero fare i tedeschi per rilanciare e risanare ponti, strade e ferrovie? Ce lo spiega Focus.de


infrastrutture tedesche sempre piu' usurate


Le infrastrutture tedesche sono in crisi. Dagli aerei governativi difettosi ai ponti chiusi, le carenze tecniche rallentano il Paese in molti punti. FOCUS online mostra la reale gravità della situazione e ha chiede agli esperti delle soluzioni.

La Germania soffre di problemi infrastrutturali. Recentemente, se ne è dovuta accorgere anche il Ministro degli Esteri federale Annalena Baerbock (Verdi). Il suo aereo, un Airbus A340, che avrebbe dovuto portarla dall'altra parte del mondo per un viaggio ufficiale, è rimasto a terra. Ci sono stati problemi tecnici. Ed è anche quello che succede a molte persone sulle autostrade o sui treni tedeschi ogni giorno. Il volo in panne della Baerbock è solo la punta dell'iceberg.

Ponti chiusi, sistemi ferroviari obsoleti, linee elettriche mancanti o internet lento e lacune nella rete mobile. Le cattive notizie sulle infrastrutture tedesche negli ultimi anni si sono moltiplicate. Molte cose sono fatiscenti e rallentano il Paese, e quindi anche l'economia.

Uno sguardo alle singole aree lo dimostra: da nessuna parte le cose funzionano davvero bene. "Soprattutto nella Germania occidentale, molte infrastrutture sono gravemente obsolete", scrive Thomas Puls, esperto di trasporti e infrastrutture presso l'Instituts der deutschen Wirtschaft (IW), in un articolo accademico. Dopo l'inizio del nuovo millennio, gli investimenti in infrastrutture sono stati fortemente ridotti a livello nazionale. "Per circa un decennio e mezzo, la Germania ha vissuto intaccando il capitale, soprattutto nel settore delle infrastrutture di trasporto".

Infrastrutture in Germania: lo status quo

Oltre agli aerei governativi difettosi e ai "ritardi nell'operatività" delle ferrovie, le infrastrutture sono diventate una sfida importante per la Germania. Puls cita tre ragioni:

- mancanza di fondi nei bilanci pubblici

- lungaggini nelle procedure di pianificazione e approvazione

- mancanza di lavoratori qualificati 

Le procedure tedesche di pianificazione e approvazione si stanno rivelando particolarmente difficili, scrive l'esperto. "Si sono per buona parte trasformate in un diritto finalizzato ad impedire ogni costruzione".  La situazione è aggravata da una marcata carenza di lavoratori qualificati. "Questo va dalle autorità di pianificazione e approvazione fino all'industria edilizia e ai gestori di rete", afferma Puls.

infrastrutture germania da risanare
Ponti da risanare, strade interrotte


Autostrade, ponti, ferrovie, vie d'acqua: dove le infrastrutture sono particolarmente fatiscenti

L'esempio del viadotto di Rahmede, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, mostra quanto sia grave la situazione della rete di trasporto tedesca: 453 metri di lunghezza, 75 metri di altezza e gravemente danneggiato. Era stato chiuso nel dicembre 2021. Il 7 maggio 2023, alle 12 in punto, alla fine è stato fatto saltare in aria. Da allora, il traffico è tornato a torturare la vicina città di Lüdenscheid. Il problema principale è che il ponte faceva parte dell'autostrada federale 45, che collega la regione della Ruhr con la Germania meridionale - un'arteria fondamentale per l'economica.

La situazione è simile per il resto delle infrastrutture di trasporto in Germania. Per poter utilizzare efficacemente le nostre infrastrutture in futuro queste dovranno  essere all'altezza delle sfide, secondo Thilo Schaefer, responsabile dell'area tematica Digitalizzazione e cambiamento climatico dell'IW, ritiene che fondamentalmente siano necessarie due cose: "Più soldi e meno burocrazia".

"Troppo spesso i progetti falliscono a causa delle lunghe procedure di pianificazione, che possono durare quasi dieci anni", spiega l'esperto a FOCUS online. Per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto, è chiaro che è necessaria una maggiore velocità. "Gli obblighi stanno diventando più grandi anziché più piccoli".

Secondo l'analisi di IW, le ragioni della fatiscenza di strade e ponti in Germania sono:

- l'età dell'infrastruttura di trasporto esistente

- un volume di traffico di gran lunga superiore a quello per il quale le infrastrutture sono state progettate

- investimenti trascurati dopo l'inizio del millennio.


Thomas Puls sottolinea inoltre che gran parte della rete esistente è stata costruita prima della riunificazione del 1990. Oltre il 40% delle strade federali è stato costruito prima del 1990.

Il volume del traffico in Germania in seguito si è sviluppato in modo molto più dinamico di quanto previsto dai pianificatori. Inoltre, nel 1986 il peso massimo consentito per gli autocarri è stato aumentato fino a 40 tonnellate. E questo è stato il super disastro per le vie di comunicazione della Germania. Oggi, secondo il Ministero Federale dei Trasporti, sono 4600 i ponti da ristrutturare.

Ne conseguono numerosi interventi edilizi. E i lavori stradali comportano un aumento degli ingorghi sulle autostrade. Secondo l'ADAC, nel 2018 la lunghezza degli ingorghi è più che triplicata rispetto al 2008. E questo nonostante il traffico sia aumentato solo dell'11% nello stesso periodo.

"Per decenni si è risparmiato sulla rete ferroviaria tedesca".

La situazione è simile per le autostrade tedesche e la rete idroviaria. Alcune strutture risalgono addirittura al periodo prebellico, afferma Puls. Il governo è anche consapevole del fatto che molte chiuse e altre strutture fluviali hanno urgente bisogno di essere rinnovate. Il "Piano generale per la navigazione interna" sottolinea come obiettivo importante la "fornitura di un'infrastruttura basata sulle reali necessità". Ma tali ammodernamenti richiedono tempo.

La situazione delle ferrovie è altrettanto problematica. Molte tratte sono fortemente congestionate e hanno urgente bisogno di essere riabilitate. "Per decenni si è risparmiato sulla rete ferroviaria tedesca", afferma Schaefer, esperto di IW. È andata bene per molti anni, ma da molto tempo la Germania si è lasciata andare all'usura. A risentirne non sono solo i passeggeri delle ferrovie, ma anche le aziende che trasportano merci su rotaia: "Non ci sono più grandi capacità, in pratica le ferrovie sono ampiamente soprautilizzate", afferma Schaefer.

 La soluzione: "Abbiamo bisogno di una collaborazione tra le diverse modalità di trasporto", afferma Schaefer. Uno scontro tra strada, ferrovia e vie d'acqua è la strada sicura verso il fallimento. È anche necessaria la collaborazione con i vicini europei. "La Germania non solo è importante dal punto di vista geografico come hub cruciale per i cittadini e le imprese europee. A causa del nostro modello basato sull'export, la Germania deve mantenere la sua infrastruttura efficiente ed essere ben collegata con i paesi confinanti."

Il sistema aeroportuale tedesco è parzialmente sovraccarico

Solo le quattro maggiori hub di traffico aereo, Francoforte, Monaco, Berlino e Düsseldorf, svolgono un ruolo significativo nel traffico internazionale, spiega l'economista di IW Klaus-Heiner Röhl. In base alla struttura federale, il sistema aeroportuale tedesco è distribuito su molte località, con un totale di circa 18 aeroporti commerciali. Prima della pandemia, tuttavia, Francoforte, Berlino e Düsseldorf in particolare erano ampiamente sovraccarichi, ha dichiarato l'esperto a FOCUS online.

Per contrastare la congestione, a Berlino è stato costruito il nuovo grande aeroporto di Berlino-Brandeburgo (BER). È stato inaugurato nel 2020 "con grande ritardo", ma la capacità dell'aeroporto difficilmente supererà quella dei due aeroporti chiusi di Tegel e Schönefeld, afferma Röhl.

In questo caso, però, la Germania è più fortunata del suo ministro degli Esteri: "Ma poiché il traffico aereo in Germania si sta riprendendo solo molto lentamente dalla pandemia - finora è stato raggiunto solo circa l'80% del livello del 2019 - attualmente non ci sono problemi di capacità nei vari aeroporti". Quindi chi vola attraverso la Repubblica Federale arriverà generalmente dove voleva arrivare. Anche Francoforte aprirà il suo nuovo Terminal 3 nel 2026/27 per far fronte a un potenziale fattore di carico simile agli anni pre-Corona.

Un problema importante per gli aeroporti nel loro complesso attualmente è rappresentato dalla carenza di personale qualificato, afferma Röhl. "Soprattutto durante la stagione delle vacanze, nel 2021 e nel 2022 ci sono stati lunghi periodi di attesa". Nel frattempo, però, questo problema sembra essere stato ampiamente risolto, anche grazie all'uso di nuove tecnologie come i body scanner ai controlli di sicurezza, ha detto l'esperto.

In Germania mancano le linee elettriche

La situazione è diversa per quanto riguarda la rete elettrica tedesca. Certo, "c'erano grandi timori sul fatto che la rete elettrica tedesca sarebbe diventata più insicura a causa della crescente quota di produzione di energia rinnovabile", afferma Malte Küper, esperto di energia di IW. "Ma finora si è verificato il contrario: le interruzioni nella rete elettrica tedesca in realtà sono in calo da anni".

Tuttavia, le sfide restano grandi, sottolinea Küper. Un'occhiata a Leingarten, vicino a Heilbronn, mostra il perché. Attualmente sono in corso i lavori di costruzione di un importante nodo della transizione energetica. La sottostazione di Leingarten sarà il primo convertitore dell'elettrodotto "Suedlink". Tra Brunsbüttel a nord e Großgartach (Baden-Württemberg) a sud, l'impianto costituirà il capolinea settentrionale di una linea a corrente continua lunga 700 chilometri.

"Proprio queste importanti linee nord-sud, che dovrebbero trasportare l'energia eolica dalla costa ai centri industriali del sud, hanno subito ritardi, in alcuni casi considerevoli, negli ultimi anni", ha dichiarato Küper. Inoltre, più di 10.000 chilometri di rete elettrica sono ancora in attesa di essere completati.

Per riuscire nell'operazione di trasformazione energetica, la costruzione della rete elettrica deve procedere in futuro a un "ritmo tedesco", dice l'esperto. Ciò include anche nuovi sistemi di stoccaggio dell'energia e quasi 25 gigawatt di nuove centrali elettriche a gas entro il 2030. "Senza di esse, la sicurezza dell'approvvigionamento in futuro potrebbe vacillare."

La Germania "dal punto di vista del digitale è un paese in via di sviluppo"

Altrettanto deludente è lo stato dell'infrastruttura digitale in Germania. Sia che si tratti di sviluppo della fibra ottica, e-government o economia digitale, la Germania in materia di digitalizzazione è molto indietro nella classifica internazionale. La digitalizzazione si riferisce alla trasformazione dei dati e delle informazioni analogiche in formati digitali e ai processi di cambiamento sociale causati dall'uso delle tecnologie digitali di informazione e comunicazione (ICT). In entrambi i casi, un'analisi del Centro federale per l'educazione politica (bpb) assegna alla Germania lo status di "paese in via di sviluppo digitale".

Jan Büchel, esperto di digitalizzazione dello IW: "Per far progredire la digitalizzazione dell'economia e della società, è necessaria un'infrastruttura digitale ben sviluppata". Le connessioni internet veloci e senza latenza sono al centro del processo.

 "Entro la fine del 2022, il 71% delle famiglie e il 67% delle imprese a livello nazionale avranno accesso a reti gigabit", spiega l'esperto. Queste velocità potrebbero essere raggiunte attraverso la fibra ottica o le reti via cavo potenziate. Un'analisi più approfondita della tecnologia, tuttavia, mostra che solo meno di un terzo delle reti gigabit si basa sulla fibra.

"Soprattutto in vista dell'enorme aumento della domanda di reti a banda larga in futuro, l'ulteriore espansione della fibra ottica svolge un ruolo decisivo nel rafforzamento dell'infrastruttura digitale in Germania", afferma Büchel. Questo perché la maggior parte delle reti via cavo sono già state aggiornate.

Un confronto europeo mostra inoltre che la Germania è solo penultima tra gli Stati membri dell'UE in termini di copertura della fibra ottica: "Solo circa una famiglia tedesca su cinque ha una connessione in fibra ottica, mentre la media europea è di circa una su due", afferma Büchel.

Un bilancio amaro: per accelerare l'espansione della fibra ottica in Germania, Büchel raccomanda in particolare di aumentare le capacità dell'industria delle costruzioni e quella del personale delle amministrazioni comunali e di contrastare la carenza di lavoratori qualificati in questo settore. "Si dovrebbero inoltre standardizzare le tecniche di scavo alternative e meno dispendiose per la posa dei cavi in fibra ottica. Infine, anche le procedure di approvazione nel settore pubblico, soprattutto a livello comunale, devono essere accelerate e semplificate".

Le possibili vie d'uscita per la Germania dalla crisi delle infrastrutture

Una cosa è chiara: la necessità di investimenti nelle infrastrutture tedesche è enorme. Ma per superare la crisi, secondo l'analisi di Thomas Puls, la Germania deve progredire in particolare in tre aree, "e con notevole successo":

- mettere a disposizione dei budget in crescita costante

- semplificare le procedure in modo tale da ottenere tempi uniformi in tutta Europa

- migliorare il reclutamento di ingegneri per il servizio pubblico.

Scrive: "I fondi di investimento disponibili sono un innegabile collo di bottiglia nell'affrontare i problemi infrastrutturali della Germania. Nel prossimo futuro dovranno essere continuamente aumentati ".

L'aumento dei fondi, tuttavia, è solo una condizione necessaria, ma non sufficiente, per superare i problemi esistenti. La situazione attuale richiede piuttosto una revisione fondamentale delle procedure di pianificazione e approvazione.


Della necessità di ammodernamento delle infrastrutture tedesche se ne era parlato anche qui -->>



venerdì 18 agosto 2023

Daniel Stelter - Dobbiamo utilizzare il saldo Target tedesco da oltre 1.000 miliardi di euro per risanare le infrastrutture

Dalla sua rubrica sulle pagine di Handelsblatt l'economista tedesco Daniel Stelter lancia una proposta interessante: utilizzare gli oltre 1000 miliardi di crediti Target-2 della Bundesbank per portare avanti il risanamento delle infrastrutture del paese, ormai logore e consumate dopo 2 decenni di austerità e mancanza di investimenti pubblici. Ne scrive Daniel Stelter su Handelsblatt.com

Nell'arco degli ultimi 20 anni, il bilancio della Bundesbank è cresciuto di un fattore dodici, passando da 240 miliardi di euro alla fine del 2002 a 2904 miliardi alla fine dell'anno scorso. Ciò corrisponde a una crescita annuale del 13 percento. ISopra la media, sono cresciuti anche i cosiddetti crediti Target-2 nell'ambito del sistema di pagamento europeo Target2. Sono cresciuti passando da cinque miliardi a 1267 miliardi di euro con un tasso di crescita del 32 percento all'anno.

Il Target 2 è una sorta di conto di compensazione gestito dalla Banca centrale europea (BCE) per le richieste delle banche centrali nazionali dell'area euro tra loro nell'ambito del commercio internazionale e finanziario. Chi guadagna denaro attraverso vendite di merci o di titoli di stato transfrontalieri riceve un accredito presso la BCE, mentre l'acquirente riceve un addebito.

Le banche centrali di Italia, Spagna, Grecia e Francia hanno alti debiti Target-2 nei confronti della BCE, mentre Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno dei crediti molto alti.

Statistik: Target2-Salden der Länder des Eurosystems im Juni 2023 (in Milliarden Euro) | Statista
Mehr Statistiken finden Sie bei Statista

Ad oggi i saldi Target della Bundesbank corrispondono quasi alla metà del patrimonio netto estero della Germania e a circa la metà dell'attivo nel bilancio della Bundesbank. Nonostante tale entità, il valore dei saldi Target-2 è oggetto di un acceso dibattito.

Mentre l'ex presidente dell'Ifo-Institut, Hans-Werner Sinn, considera i saldi in crescita come una spostamento di ricchezza dalla Germania verso altri paesi e una perdita sostanziale di ricchezza, altri economisti come Martin Hellwig considerano invece il Target 2 come una posizione contabile irrilevante.

L'attuale membro tedesco del direttorio della BCE, Isabel Schnabel, ha dichiarato nel 2019 in un'audizione al Bundestag su questo tema che il valore dei crediti è pari a zero, poiché tale saldo non conferisce alla Deutsche Bundesbank alcun diritto. Seguendo questa argomentazione, si verrebbe a creare un'enorme lacuna nel bilancio della Bundesbank.

Daniel Stelter


Il saldo Target può essere un valore patrimoniale sfruttabile

Ma anziché discutere se gli elevati saldi Target rappresentino o meno una riserva di valore e se questa sia o meno in pericolo, dovremmo piuttosto riflettere su come possiamo sfruttare i saldi Target per il nostro paese.

Che sia possibile trasformare i saldi Target-2 in un valore patrimoniale sfruttabile è stato spiegato in diverse pubblicazioni dall'investitore di Monaco Hans Albrecht. Se la Germania invia denaro all'Italia, ad esempio, il saldo Target tedesco diminuisce e aumenta quello italiano.

Se da lì viene poi trasferito su un conto al di fuori dell'area euro, ad esempio a Londra, ciò non avrà ulteriori conseguenze sul saldo Target, poiché tali trasferimenti non passano attraverso il sistema Target. Avremmo quindi dei fondi a Londra che potremmo utilizzare liberamente.

Date le considerevoli sfide che abbiamo di fronte - dalla ristrutturazione dell'infrastruttura alla trasformazione green - si tratta di una prospettiva molto attraente. Il volume mobilitabile corrisponderebbe infatti a più di due bilanci statali e supera di gran lunga tutte le somme che potrebbero essere raccolte attraverso aumenti fiscali in altre aree.

Il fascino di queste considerazioni è che potrebbero essere implementate autonomamente dalla Bundesbank, senza la necessità di laboriose trattative con i partner dell'euro e senza mettere a rischio l'integrità dell'euro.

1267 miliardi di euro sono un importo troppo grande per non renderlo utilizzabile per la Germania, soprattutto nelle attuali condizioni economiche. La svalutazione del valore dei saldi dovuta all'inflazione nel 2022 è stata di oltre 1000 euro per abitante.

Quindi, anziché pensare a tasse sempre più alte - sotto qualsiasi forma - è ora che il Ministero delle Finanze lavori con la Bundesbank per trovare una soluzione. Invece di spendere energia per negare l'argomento o dimostrare che non è possibile, dovremmo fare tutto il possibile per valorizzare questo tesoro.


Leggi  gli altri articoli sul sistema Target2 -->>

giovedì 17 agosto 2023

Quando il cambiamento climatico diventa una questione di fede

Anche in Germania sui media pubblici è in corso una campagna di indottrinamento in favore delle ben note tesi sul cambiamento climatico, tesi portate avanti dai media mainstream e da ampi settori della politica e dell'economia. L'obiettivo della campagna ovviamente è mettere a tacere le voci critiche e impedire ogni forma di dibattito razionale o di dissenso, come del resto era accaduto ai tempi della pandemia. Ne scrive in un articolo molto interessante l'ottimo Norbert Haering

ard campagna cambiamento climatico

Dalla ARD arrivano racconti isterici sulla calura estiva, suggerimenti linguistici per denigrare i pensieri altrui e un'app meteo per bambini che fa bruciare la Terra con effetti speciali. Dalla ZDF arriva una guida per una cronaca meteorologica allarmistica. Dal Ministro della Salute un elogio alla compiacenza dei media pubblici nella copertura delle ondate di calore. Questo quadro complessivo compone l'immagine di una campagna che cerca di soffocare la lotta scientifica e sociale per ottenere una diagnosi e una terapia razionale in favore di un approccio dogmatico

Guida linguistica dell'ARD

Recentemente, la trasmissione Monitor di ARD ha promosso su Instagram una regola linguistica sul cambiamento climatico che ha suscitato scalpore.

campagna social della wdr
Campagna social della WDR

Un post sui social media della WDR

Si dice "riscaldamento globale": "Sembra piacevole e positivo. In realtà il pianeta si sta riscaldando. Questo minaccia milioni di persone. Termine alternativo: surriscaldamento del pianeta". Oppure:

"Cambiamento climatico: sembra un processo naturale e delicato. In realtà, i cambiamenti sono drastici, pericolosi e causati dall'uomo. Termine alternativo: crisi climatica".

Anche "scettico del clima" viene sminuito, perché "sostenitore" suggerirebbe riflessione, valutazione e giudizio autonomo: "Ma non ci sono dubbi sulla crisi climatica causata dall'uomo". Per questo Monitor propone il termine alternativo "negazionista del clima".

Il termine "negazionista del clima" non viene usato con il genere.  Quando si tratta di denigrare il pensiero altrui, è meglio rinunciare alla correttezza di genere anziché rovinare un termine da battaglia potente. Nessun genere inoltre si lamenta della propria esclusione quando si tratta di termini negativi come "terrorista" e "negazionista del clima". 

È necessaria una notevole volontà di manipolazione propagandistica per proporre esplicitamente il termine altrettanto assurdo quanto denigratorio di "negatzionista del clima" per le persone che sostengono opinioni diverse su vari aspetti climatici. Dopotutto, nessuno "nega" il clima. Il termine è quindi massimamente impreciso. Funziona solo come associazione e promuove così l'emozionalizzazione, che è l'intento dichiarato di Monitor. La ZDF ha una visione simile.

Uomo della ZDF propaga una guida per raccontare il clima

Dall'iniziativa World Weather Attribution (WWA) arriva in dodici lingue una "Guida per i media" intitolata "Raccontare eventi climatici estremi e il cambiamento climatico". L'introduzione dell'edizione tedesca è a cura di Özden Terli, il meteorologo della ZDF.

quida per i media World Weather Attribution
Guida per i media della World Weather Attribution

WWA si propone di determinare rapidamente e diffondere in modo pubblico, attraverso calcoli e modelli, se un evento meteorologico estremo che sta attualmente tenendo impegnati i media è causato dal cambiamento climatico. Poiché gli eventi meteorologici estremi sono sempre esistiti, con o senza cambiamento climatico, ciò naturalmente non può essere in alcun modo affermato con certezza. La soluzione di WWA è derivare sulla base dei modelli un'affermazione su quanto l'evento sia diventato più probabile a causa dell'aumento della CO2 nell'atmosfera e del conseguente cambiamento climatico causato da esso.

Tra i sostenitori di WWA c'è il noto Imperial College di Londra, che durante la pandemia di COVID-19 ha supportato in modo pseudo-scientifico misure radicali basate su proiezioni estreme di un presunto numero enorme di vittime.

Praticamente tutti i partecipanti all'iniziativa e i loro finanziatori provengono dal campo di coloro che da molto tempo sono convinti che il cambiamento climatico sia per lo più causato dall'uomo e che in caso di dubbio la riduzione delle emissioni di CO2 sia un obiettivo che deve avere la priorità su tutto il resto. Pertanto, da WWA non ci si può aspettare una modellazione imparziale con risultati aperti.

Norbter Haering
Norbert Haering


Norbert Häring (* 1963) è un giornalista economico tedesco. Dal 2002 è redattore di economia presso Handelsblatt. Ha pubblicato diversi libri, anche sul tema della politica monetaria.[1]





Tra le certezze di WWA dalla guida emerge che:

"Ogni ondata di calore nel mondo ora è più forte e più probabile a causa del cambiamento climatico causato dall'uomo."

Ogni ondata! Ovunque nel mondo! Nel racconto giornalistico si può quindi generalmente attribuire al cambiamento climatico causato dall'uomo ogni ondata di calore, anche se non esistono ancora studi al riguardo.

L'unico problema potrebbe essere il ruolo delle correnti d'acqua, accusate anche dell'ultima ondata di freddo qui da noi e di un'ondata di calore contemporanea nel Sud Europa. WWA minimizza le proprie affermazioni in questo senso con l'introduzione "alcuni piccoli commenti". Questo dovrebbe probabilmente suggerire ai lettori che non è così importante cosa stanno leggendo, ovvero che non si può ancora dire con certezza se e come questo fenomeno ricorrente sia influenzato dal cambiamento climatico. Tuttavia, è piuttosto importante: perché se la forza e la frequenza di tali costellazioni di correnti d'acqua sono indipendenti dal cambiamento climatico, allora ci sono sicuramente ondate di calore per le quali non si può incolpare il cambiamento climatico.

Özden Terli e la ZDF sembrano non essere disturbati dal pregiudizio degli autori della guida mediatica - anzi. Terli scrive usando proprio i termini proposti da Monitor (evidenziazione corsiva mia):

"Non possiamo andare avanti come prima. La crisi climatica sovrasta tutto e non è solo parte della redazione scientifica o un altro argomento ambientale. La catastrofe climatica imminente è un problema fondamentale che colpisce tutti gli aspetti della nostra vita ovunque nel mondo e, se non cambiamo direzione, avrà conseguenze catastrofiche.

La copertura della crisi climatica e della difesa del clima è spesso molto superficiale. Mentre dovremmo discutere delle migliori soluzioni per raggiungere la neutralità climatica, c'è consenso scientifico sulle cause. Tuttavia, le trasmissioni speciali spesso ospitano presunti falsi esperti. "Bilanciamento errato" è la parola chiave. Ciò porta a un disequilibrio nella comunicazione dei fatti scientifici. Quando il 99,9% degli scienziati attribuisce il riscaldamento del pianeta all'uomo, è disastroso mettere uno scienziato parte di una schiacciante maggioranza sullo stesso piano di un rappresentante di una minuscola minoranza. Perfino nel 2021, i negazionisti del cambiamento climatico sono stati invitati nelle discussioni televisive da parte dei media tedeschi - e sono stati definiti "critici " senza tuttavia una loro condanna"

Se Terli della ZDF si sia lasciato ispirare da Monitor dell'ARD o viceversa, o se entrambi utilizzino una stessa linea guida non nota al pubblico - la mia opinione è che sia la seconda opzione - rimane aperto.

Uno può avere opinioni diverse sul fatto che il cambiamento climatico sia interamente, principalmente o solo in piccola parte causato dall'uomo. Ma le affermazioni di Terli sono decisamente esagerate, come quella secondo la quale il 99,9% degli scienziati attribuisca (principalmente) il cambiamento climatico all'influenza umana, o che tutti gli ambiti della vita ovunque nel mondo ne siano influenzati.

Certo, se la Terra fosse in fiamme e bruciasse, come suggerisce un'app della WDR, alla quale arriveremo, a un certo punto allora potrebbe anche diventare corretto. Ma da qui ad allora, ci sono almeno diverse generazioni di regioni solitamente fredde in cui la vita diventerà più facile e ci saranno vaste parti del mondo in cui la crescita delle piante sarà addirittura stimolata. Questo non significa che il cambiamento climatico sia globalmente positivo, ma negare esplicitamente qualsiasi effetto positivo suona alquanto assurdo.

Sostenere che tutti gli scienziati (seri) siano d'accordo con lui, escludendo quelli che dissentono dalle tesi preferite, fa sembrare Terli ostile alla scienza. Naturalmente si può sostenere che (tutti) gli scienziati (seri) abbiano la stessa opinione, definendo automaticamente non scienziati coloro che dissentono, indipendentemente dal numero di premi Nobel che potrebbero avere. Questo non è un approccio serio. La disputa è una parte integrante della scienza. Dove il consenso è così ampio, nessuno sente la necessità di proclamarlo. Quando qualcuno si basa sul consenso, è ragionevole presumere che esista ancora almeno una grande minoranza che la pensa diversamente.

Una campagna coordinata

L'emittente pubblica non si considera più (o non si vede più) come un soggetto neutrale, ma come parte attiva di una campagna per salvare il mondo. Nonostante tutte le menzogne, gli scandali e le ipotesi, a fine luglio il Ministro della salute Lauterbach poteva annunciare con orgoglio che aveva intensificato la collaborazione con i media pubblici per quanto riguarda la protezione dalla calura. Questa è ora "molto più integrata nelle notizie".

Ciò era già diventato alquanto evidente quando la ARD ha fatto una copertura intensa delle ondate di calore da tutto il mondo nei suoi telegiornali prima della dichiarazione del 15 luglio come "Giornata commemorativa delle vittime della crisi climatica globale" da parte dell'UE in un evento nell'Ahrtal, e ha continuato a farlo anche quando un periodo insolito di freddo e umidità aveva già colpito la Germania intera.

mercoledì 16 agosto 2023

Covid-Booster: come gli scienziati hanno ingannato il mondo intero

La reale efficacia del richiamo anti-covid potrebbe essere molto piu' bassa rispetto a quanto ipotizzato all'epoca della campagna per la somministrazione di massa nel 2021-22, lo spiega il cosiddetto "bias del vaccinato sano". Ne scrive infosperber.ch sulla base dei dati del primo studio israeliano del 2021


Era stata proclamata un'efficacia del 90 percento. In realtà probabilmente era compresa tra il 60 e lo zero percento.

Nell'estate del 2021, i casi di infezione da COVID-19 in Israele erano più elevati che altrove nel mondo. L'efficacia delle prime due dosi del vaccino COVID-19 stava diminuendo e la variante Delta del virus si stava diffondendo. In questa situazione, le autorità israeliane all'epoca decisero, senza prove scientifiche solide, di somministrare una terza dose del vaccino Pfizer contro il COVID-19 a tutte le persone sopra i 12 anni. Né la FDA degli Stati Uniti né l'Agenzia europea dei medicinali avevano allora concesso l'approvazione per questa pratica.

Nell'autunno del 2021, gli Stati membri dell'UE e la Svizzera hanno fatto lo stesso: nell'ottobre 2021, infatti, l'Ufficio federale della sanità raccomandò una terza dose del vaccino COVID-19 per tutte le persone dai 16 anni in su. Anche la Commissione europea raccomandò la vaccinazione: "Vaccinate tutti, subito!", riportò la "SRF".

L'8 dicembre 2021, erano stati pubblicati online due studi sul "New England Journal of Medicine" (NEJM). I 2 articoli giustificano retroattivamente la decisione delle autorità di somministrare una dose di richiamo.

Il seguente testo proviene da uno di questi due studi. È stato condotto dalla compagnia assicurativa sanitaria israeliana "Clalit" e ha coinvolto circa 760.000 persone che avevano ricevuto una terza dose del vaccino Pfizer, e circa 85.000 persone vaccinate solo due volte. "I dati sull'efficacia del booster BNT162b2 nei confronti della mortalità da COVID-19 sono ancora assenti in tutte le fasce di età", avevano affermato gli scienziati della "Clalit" nel loro studio. Ora hanno fornito questi dati mancanti.



Un esperto ha calcolato un'efficacia assoluta dal 99 al 100 percento

Il risultato comunicato all'epoca era il seguente: le persone che erano state potenziate con il vaccino Pfizer avevano un tasso di mortalità da COVID-19 più basso del 90 percento nelle settimane successive al richiamo, rispetto a coloro che avevano ricevuto solo due dosi del vaccino Pfizer.

Uno specialista dell'ente per la salute pubblica degli Stati Uniti, il "CDC", ha commentato nsul "NEJM" che lo studio forniva la prova tanto necessaria dell'efficacia della dose di richiamo, e aveva calcolato che - considerando un'efficacia assoluta delle due dosi del vaccino contro un grave caso di COVID-19 del 90 percento - un richiamo avrebbe aumentato l'efficacia assoluta al 99-100 percento.

Anche i media hanno elogiato i risultati dello studio: il richiamo offre "nuovamente una protezione estremamente efficace, specialmente contro la forma di malattia grave. [...] tutti possono trarre vantaggio da un richiamo", ha citato ad esempio a "20 Minuten" un immunologo tedesco - ignorando il fatto che nello studio si affermava esplicitamente: "Un limite importante di questo studio è la mancanza di dati sulla sicurezza del richiamo. Saranno necessari ulteriori studi per valutare la sicurezza del richiamo". Sarebbe stato quindi necessario anche un periodo di osservazione più lungo per determinare l'efficacia e la sicurezza del richiamo.

La lettera di un lettore ha messo in moto tutto

Il 9 febbraio 2022, il "NEJM" ha pubblicato le lettere di 2 medici riguardo a questo studio. Uno dei mittenti ha richiesto i dati sulla mortalità complessiva dei partecipanti allo studio. La risposta degli autori dello studio "Clalit" ha permesso ad altri tre scienziati di calcolare i decessi non correlati al COVID durante il periodo di studio (breve):

Nello studio "Clalit", fra le persone vaccinate solo due volte, sono morte ogni giorno circa 21 su 100.000 persone per altre cause diverse dal COVID-19.

Per le persone con un richiamo, è morta solo 1 persona su 100.000  ogni giorno per altre cause oltre al COVID-19.

Si tratta di una differenza di quasi il 95 percento, scrivono i tre scienziati in una lettera pubblicata dal "NEJM" il 20 luglio 2023.

Le persone boosterate erano più sane

Per spiegare questa grande differenza nei decessi non correlati a COVID, ci sono due possibili spiegazioni. La prima è che la vaccinazione di richiamo contro il COVID protegge da molte cause di morte. Questo sarebbe del tutto nuovo ed è inverosimile.

Molto più plausibile è la seconda spiegazione: il gruppo delle persone che hanno effettuato un richiamo era più sano rispetto al gruppo senza dose di richiamo. Si tratta del "bias del vaccinato sano", noto ad esempio per la vaccinazione antinfluenzale. Questo significa che le persone gravemente malate, con molte malattie o con una bassa aspettativa di vita, spesso non vengono vaccinate; oppure la vaccinazione viene ritardata fino a quando non si sentono meglio.

Di conseguenza, nello studio "Clalit" sono state boosterate principalmente persone leggermente meno malate, che avevano già di per sé un rischio di mortalità inferiore.

Un placebo avrebbe avuto un effetto simile al richiamo

L'esperto di salute pubblica Eyal Shahar, professore emerito presso l'Università dell'Arizona, fa un esperimento mentale: anche se a queste persone fosse stata somministrata invece della terza dose del vaccino solo un placebo, il loro rischio di mortalità sarebbe stato inferiore rispetto a quello delle persone non boosterate, perché le persone con il richiamo erano in generale più sane. "Diremmo quindi erroneamente che il placebo è un vaccino efficace", ha detto Shahar.

Quando - come nello studio "Clalit"si confronta la mortalità da COVID-19 tra le persone vaccinate solo due volte e quelle vaccinate tre volte, il "bias del vaccinato sano" inganna mostrando un'efficacia del vaccino più elevata di quanto effettivamente lo sia in realtà.

Questi risultati sollevano forti dubbi sull'efficacia dichiarata del richiamo del 90 percento, sottolineano i tre autori delle lettere. Eyal Shahar "traduce" questa formulazione cauta dicendo: "La reale efficacia del richiamo era nulla."

"Una forte correlazione inspiegabile"

La conclusione degli autori delle lettere: la minore mortalità da COVID-19 tra le persone boosterate "non può essere attribuita con certezza al richiamo".

Nella loro replica del luglio 2023, gli autori dello studio "Clalit" non lo negano. Hanno anche riconosciuto che esiste "una forte correlazione inspiegabile tra il richiamo e una minore mortalità non correlata a COVID-19". Secondo loro, la dose di richiamo avrebbe avuto un'efficacia di circa il 77 percento contro i decessi non correlati a COVID. Di conseguenza, l'efficacia della vaccinazione di richiamo contro la morte da COVID sarebbe stata circa del 60 percento, quindi nettamente inferiore al 90 percento dichiarato da parte degli stessi autori nel dicembre 2021.

È sospetto il fatto che gli scienziati della "Clalit" non abbiano menzionato i dati sulla mortalità complessiva e non correlata a COVID già l'8 dicembre 2021, quando era stato pubblicato il loro studio. È anche sorprendente che né la redazione del "New England Journal of Medicine" né gli scienziati che hanno valutato lo studio "Clalit" abbiano richiesto che questi importanti dati fossero forniti già a dicembre 2021. In un altro studio pubblicato sul "NEJM", sia gli scienziati come Eyal Shahar che Infosperber hanno chiesto invano queste informazioni aggiuntive.

L'Ufficio federale della sanità si è basato sugli studi "Clalit"

Gli studi "Clalit" sono stati ampiamente presi in considerazione. "Il 'bias del vaccinato sano' anche in studi simili della compagnia assicurativa sanitaria 'Clalit' potrebbe aver portato a una sovrastima dell'efficacia del vaccino [...]", ipotizzano gli autori delle lettere.

Uno studio "Clalit" del genere era stato pubblicato ad esempio nell'aprile 2022 su "Nature Medicine". Lo studio riguardava l'efficacia della quarta dose del vaccino Pfizer nelle persone sopra i 60 anni.

L'Ufficio federale della sanità e la Commissione federale per le questioni relative alla vaccinazione si sono basati nella loro raccomandazione di vaccinazione dell'autunno 2022, fra gli altri, anche su questo studio "Clalit", che - proprio come il precedente studio sulla terza dose del vaccino - non ha divulgato né la mortalità complessiva né la mortalità da altre cause di morte rispetto a COVID-19. Come la maggior parte degli studi di questo tipo. È difficile capire perché le autorità non insistano sull'importanza di fornire questi dati cruciali.


Leggi gli altri articoli sui possibili effetti del vaccino anti-covid -->>