Per l'economista Hans Werner Sinn il
treno verso l'unione di trasferimento è già partito. “I pacchetti
di salvataggio si esauriranno presto” dice in un'intervista alla
FAZ. L'effetto finale sarà la condivisione della responsabilità sui
3.500 miliardi di Euro di debito del sud Europa.
FAZ: Professore Sinn, Atene riceverà
presto un ulteriore pacchetto di aiuti da 130 miliardi di Euro. Lei
crede che questo sarà l'ultimo pagamento?
SINN: No, questo basterà solo per un
breve periodo di tempo. E' solo un ulteriore aiuto ai possessori di
titoli, che in questo modo potranno liberarsi di una parte delle
obbligazioni greche. Se avessimo voluto veramente essere utili ai
greci, avremmo dovuto dargli questo denaro come aiuto per l'uscita
dall'Euro. Non hanno nessuna possibilità di tornare competitivi
nella zona Euro. Devono abbassare del 31% i loro prezzi, solo per
poter raggiungere il livello turco.
FAZ: La Grecia dovrebbe abbandonare
l'unione monetaria nel proprio interesse?
SINN: Sì, perché se
pretendiamo che la Grecia possa tornare competitiva attraverso un
piano di risparmi, il paese andrà verso il Kaos. I politici europei
potranno ripetere per decine di volte che le cose andranno
diversamente ma certe cose da un punto di vista economico non sono
possibili.
FAZ: 31 %? Che cosa hanno raggiunto
allora i greci nei 2 anni precedenti con i loro sforzi di risparmio?
SINN: Niente. Questo è il grosso
problema, non solo in Grecia. Prima della crisi i prezzi nei paesi
periferici e in Italia erano esplosi grazie al credito a buon
mercato, portato dalla moneta unica. Il rialzo dei salari è stato
finanziato con il credito, e il deficit delle partite correnti è
cresciuto. Il denaro per finanziare le importazioni è stato preso a
prestito all'estero. La cosa ha funzionato fino a quando la crisi
americana non è arrivata in Europa. I prezzi di oggi sono ancora i
prezzi del momento in cui la bolla speculativa è scoppiata. Non si
tratta di prezzi di equilibrio ma di prezzi che devono scendere.
Avremmo bisogno in condizioni normali di un adattamento dei tassi di
cambio. Ma questo non è possibile nell'Euro. Si dovrebbe fare allora
lo stesso attraverso un abbassamento dei prezzi in rapporto ai paesi
piu' competitivi nell'unione monetaria.
FAZ: Da due anni sentiamo quanto
difficili siano le misure di risparmio. Di fatto non c'è stata una
svalutazione interna?
SINN: No, nonostante fosse necessaria
una riduzione a 2 cifre, il livello dei prezzi spagnoli durante la
crisi è diminuito di appena l'1% rispetto ai paesi piu' competitivi.
Italia e Portogallo sono diventate addirittura ancora piu' costose
durante la crisi, di quanto non fossero prima. La persistenza di
prezzi sbagliati è il problema principale dell'Eurozona. Per questa
ragione potrebbe arrivare alla sua rottura. Il problema dei debiti al
confronto sparisce. I paesi del sud Europa non si sono avvicinati in
nessun modo alla soluzione dei loro problemi. Dovrebbero prendere
l'Irlanda come un esempio. L'Irlanda, negli ultimi 5 anni ha ridotto
i propri prezzi del 16%, in rapporto ai partner europei.
Il paese aveva un disavanzo delle
partite correnti di quasi il 4% del PIL, ora ha addirittura un
avanzo. Per questo i mercati gli danno nuovamente fiducia. Affinché
la Grecia possa raggiungere il successo irlandese, dovrebbe svalutare
internamente di almeno il 50%, perché le partite correnti greche
erano in negativo per il triplo di quelle irlandesi. In questo modo
diventa troppo pesante. In Grecia non riusciranno mai a raggiungere
questo obiettivo, hanno dei sindacati ancora molto forti. In Grecia
manca una lobby delle esportazioni che potrebbe pretendere ed
ottenere una svalutazione per tornare competitivi. Al contrario hanno
solamente una lobby delle importazioni, che contrasta una
svalutazione reale, perché in questo modo i suoi affari sarebbero
rovinati.
FAZ: I paesi del sud Europa non si sono
ancora avvicinati alla soluzione dei loro problemi. Che cosa
succederebbe se venisse reintrodotta nuovamente la Drachma?
SINN: Assisteremmo ad una corsa gli
sportelli. La banche sarebbero insolventi e avrebbero bisogno di
sostegno. Per questo sarebbe molto meglio utilizzare i 130 miliardi
per sostenere il passaggio alla Drachma.
FAZ. Di quanto tempo avrebbe bisogno il
paese per tornare a camminare sulle proprie gambe?
SINN: In Argentina ci sono voluti 2
anni, prima che il paese tornasse a camminare sulle proprie gambe.
FAZ: Anche gli abitanti inizierebbero a
scappare o a emigrare, oppure?
SINN: Questo è un grosso problema, ma
l'emigrazione dal paese sarebbe molto piu' grande se il paese
rimanesse senza trasferimenti nella zona Euro. Ci sono solo 3
possibilità: continuiamo a finanziare le partite correnti in
negativo del 10% con crediti, che presto si trasformerebbero in
regali. Secondo: la Grecia esce dall'Euro e svaluta. Terzo: la Grecia
all'interno dell'Euro diventa molto piu' economica. Ma la terza
strada porta i sindacati sulle barricate. Porterebbe a fallimenti di
massa nell'economia reale, poiché i debiti delle aziende con le
banche rimarrebbero immutati, mentre il valore degli investimenti e
degli immobili crollerebbe ancora. Le aziende diverrebbero poi
sovraindebitate.
FAZ: Quali vantaggi avrebbe per il
paese il ritorno alla Drachma?
SINN: Con l'uscita e la svalutazione i
debiti verso le banche sarebbero svalutati automaticamente. In questo
modo i bilanci delle aziende sarebbero salvi. Questo è un grosso
vantaggio. I debiti esteri rimarrebbero e crescerebbero in rapporto
al PIL misurato con la nuova moneta svalutata. Ma sarebbe successo lo
stesso con una svalutazione interna. Con l'uscita si può tuttavia
usare la Lex Monetae e convertire i debiti esteri in Drachme. Questo
è un ulteriore vantaggio.
FAZ: I debiti sono già stati ridotti
con il taglio del debito...
SINN: Con l'uscita il problema si
risolve in maniera molto piu' elegante. Il debito viene emesso e
gestito secondo le leggi greche. La Grecia potrebbe convertire
facilmente attraverso delle leggi i debiti in Drachme.
FAZ: Oltre ai debitori privati, lei
ritiene che anche i debitori pubblici dovrebbero rinunciare a una
parte considerevole dei loro crediti?
SINN: Alla BCE è proibito adottare i
debiti degli stati. Ma cosa dovrebbe fare se la Grecia è fallita? In
ogni caso la rinuncia sarebbe molto piu' piccola, se la Grecia
uscisse dall'unione monetaria, perché solo un'uscita e una
svalutazione potrebbero mettere il paese nelle condizioni di ottenere
nuovamente degli attivi nelle partite correnti, e in questo modo di
ridurre il debito estero. Anche per i creditori sarebbe molto piu'
vantaggiosa un'uscita del paese dalla moneta unica. Di fatto il
calcolo che viene fatto è diverso: si aspettano che il contribuente
tedesco si accolli una grossa parte dei costi necessari a mantenere
la Grecia nell'Euro. Questo è un calcolo molto scorretto fatto sulle
spalle della popolazione greca.
FAZ: La volontà politica di uscita
della Grecia è cresciuta?
SINN: La Grecia uscirebbe
immediatamente, se non avesse più nessun accesso alla stampa di
denaro della BCE e ai pacchetti di salvataggio dei paesi europei.
L'unico motivo per cui i greci rimangono nell'Euro, è la speranza di
poter trattenere per sé un po' del denaro che sta affluendo per
rimborsare i creditori.
FAZ: Quanto è grande il rischio di
contagio per il Portogallo e gli altri paesi?
SINN: Questo è presente. Ma viene
strumentalizzato dai creditori di Wall Street, Londra e Parigi. Ci
dicono: se non salvate la Grecia, il mondo rischia di crollare. In
verità la sola cosa che rischia di crollare è il loro portafoglio
titoli, non il mondo. Se sappiamo questo, non dobbiamo avere così
tanta paura. Personalmente credo che il mercato dei capitali sappia
distinguere molto bene fra i diversi paesi. Così io escludo un
contagio per l'Irlanda, perché i mercati vedono, che il paese ha
nuovamente una bilancia delle partite correnti attiva.
FAZ: Lei vede dei progressi in Italia e
Spagna?
SINN: Onestamente no. Né per quanto
riguarda i deficit né per quanto riguarda i prezzi. Per ora si parla
solo di intenzioni, fino ad ora solo l'Irlanda ha agito.
FAZ. Il governo federale assicura, la
garanzia tedesca per i paesi in crisi sarebbe di 211 miliardi di
Euro.
SINN: Manca qualcosa da questa cifra.
Primo, si tratta di 253 miliardi, perché con lettere piccole c'è
scritto che possono diventare un 20% in piu'. Inoltre, l'acquisto di
titoli pubblici, i crediti esorbitanti verso la BCE e il denaro messo
a disposizione tramite l'UE e la BCE non sono calcolati. In questo
momento garantiamo per circa 643 miliardi. A questi devono essere
aggiunti gli interessi per i crediti concessi.
FAZ: Fino ad ora il salvataggio non ci
è costato nulla, si sente dire spesso.
SINN: Già ora abbiamo delle perdite. E
poi stiamo accettando il rischio che ha ogni prezzo espresso dal
mercato. Ci si può assicurare contro il fallimento di un paese. E
questo costa una certa quantità di denaro. Ma questa assicurazione
la sta offrendo la Germania. Il conto è però sbagliato. Nei prezzi
di mercato bisognerebbe calcolare anche il costo dell'assicurazione
contro l'insolvenza. Se le cose dovessero andare male, la perdita
sarebbe molto grande.
FAZ: Arriviamo dunque alla parola
magica Eurobonds, obbligazioni comuni per tutta la zona Euro.
Richiesti dal sud Europa per ridurre il costo del loro indebitamento.
SINN: La Germania dovrebbe considerare
un aumento del tasso di interesse necessario per l'indebitamento pari
al 2,3 %, se i debiti europei dovessero essere messi in comune. Se
tutto l'indebitamento pubblico fosse convertito in Eurobond, questo
significherebbe per il nostro paese un costo annuo aggiuntivo per
interessi pari a 50 miliardi di Euro.
FAZ: Una delle opzioni è quella di
continuare a sostenere la Grecia come un mezzogiorno. Molti
sostengono che la Germania ha tratto un grande vantaggio dall'Euro,
lei è daccordo?
SINN: La Germania cresce da 2 anni piu'
velocemente della media. Questo è chiaro. Traiamo vantaggio dal
fatto che i risparmi tedeschi restano in Germania e cercano un
investimento sicuro nel nostro paese. Questo genera un boom degli
investimenti. In questo momento questo è il principale motore di
crescita, non il commercio estero. Fino alla crisi finanziaria del
2008 avevamo la nostra Euro-crisi. Questo non lo dobbiamo
dimenticare. Avevamo la quota di investimenti piu' bassa di tutta la
OCSE, avevamo una crescita molto bassa, due terzi dei capitali
risparmiati ogni anno fuggivano all'esterno. C'era un'alta
disoccupazione che ha costretto Schröder
a fare delle dolorose riforme per il mercato del lavoro. Le riforme
hanno avviato una fase di riduzione dei salari e posto la società di
fronte ad una prova molto difficile. Non è stata certo una
passeggiata.
FAZ: Allora in questo momento siamo i
vincitori della crisi.
SINN: Sì, ma questa è sostanzialmente
un'autocorrezione del mercato dei capitali. I mercati per alcuni anni
sono stati cechi verso i rischi della periferia. Attraverso i piani
di salvataggio offriamo una garanzia ai capitali tedeschi nel sud
Europa, dove il capitale non vuole andare, e spostiamo la capacità
di crescita della Germania verso il Sud Europa. Questa è una
politica contraria agli interessi della Germania.
FAZ: Tutto questo non viene
pubblicamente notato, sostenuto dai trasferimenti all'interno del
sistema Target della Bundesbank. Lei ha portato alla luce i rischi
connessi ai pagamenti nel cosiddetto sistema Target fra le banche
centrali della zona Euro. La Bundesbank dall'inizio della crisi Euro
ha accumulato 500 miliardi di Euro di crediti verso le banche
centrali dei paesi Euro traballanti. Come potrebbe spiegare il
problema del sistema Target ai profani?
SINN: Abbiamo degli avanzi commerciali
con i paesi del Sud Europa, e questi sono pagati con denaro stampato
o creato dal nulla. Negli ultimi quattro anni i nostri clienti del
sud Europa hanno pagato le importazioni con del denaro semplicemente
creato dal nulla. Nel sud Europa questa creazione di denaro sta
correndo molto veloce e ha sostituito completamente i prestiti delle
banche tedesche. Le quali hanno depositato il loro denaro presso la
Bundesbank, e la nostra banca centrale ha ora un credito all'interno
del sistema Target nei confronti della BCE. I crediti nei confronti
del sistema Target vengono remunerati al 1% di interesse, e questo è
meno del tasso di inflazione.
FAZ: Dove sono i rischi?
SINN: Non potremo mai incassare i
nostri crediti. Quando saremo vecchi e vorremo avere il rimborso
delle nostre polizze assicurative, la Bundesbank non potrà ripagare
indietro il denaro, perché essa stessa non potrà riscuotere i
propri crediti. Se l'Euro dovesse dissolversi, avremmo dei crediti
verso un sistema che non esiste piu'. I crediti all'interno del
sistema Target hanno reso la Germania ricattabile, perché chiunque
sa, che potremmo perdere 500 miliardi se l'Euro dovesse dissolversi.
Quindi dobbiamo salvarlo a tutti i costi. L'importo potrebbe
crescere ancora notevolmente, perché la BCE vuole estendere la somma
disponibile per il rifinanziamento attraverso questo sistema oltre i
500 miliardi. Questi prestiti vengono utilizzati quasi esclusivamente
per la creazione di denaro dal nulla, (stampa di denaro) nei paesi
del sud Europa. Già oggi la metà delle attività nette sull'estero
tedesche si compone di crediti della Bundesbank verso il sistema
della BCE. Se gli sviluppi seguissero la volontà della BCE, anche
l'altra metà potrebbe essere impiegata ben presto in queesto modo.
FAZ: Il membro della Bundesbank Thiele
sostiene che questi crediti siano garantiti, è vero?
SINN: Ma in che modo? In Grecia sono
garantiti per due terzi con obbligazioni statali o con obbligazioni
private garantite dallo stato greco. Se la Grecia dovesse fallire,
questi titoli non avrebbero piu' alcun valore. Secondo le mie
informazioni, la BCE ha accettato queste obbligazioni come garanzia
ad un valore che è un multiplo del valore di mercato attuale di
questi titoli.
FAZ: Non è questa una perdita nei
libri della Bundesbank, di cui il cittadino non è a conoscenza?
SINN: Certo. Se l'Euro sopravvive ma la
Grecia fallisce, ci sono delle perdite in conto capitale che dovremmo
condividere fraternamente fra i paesi restanti. Se l'Eurosistema si
disintegra i 500 miliardi sono completamente a rischio. Questo
significa piu' di 3 volte il capitale proprio della Bundesbank. Che a
quel punto sarebbe insolvente.
FAZ: Ma le banche centrali non possono
fallire.
SINN: Dietro i crediti
della Bundesbank verso la BCE ci sono i nostri risparmi. Che nessuno
ci restituirà indietro. E quando la Bundesbank dovrà soddisfare le
richieste delle banche e delle assicurazioni con del denaro appena
stampato, cosa che può certamente fare, allora si creerà
inflazione. I risparmi non torneranno realmente indietro. Se l'Euro
si disintegra, nessuno potrà vivere in vecchiaia dei crediti verso
il sistema Target, qualsiasi trucco possa essere inventato dai nostri
contabili.
FAZ: Come se ne esce?
SINN: Dobbiamo almeno impedire la
crescita dei saldi. Non è possibile che i paesi del sud Europa
sostituiscano i normali crediti bancari con prestiti a buon mercato
della banca centrale, che loro stessi all'interno del consiglio
direttivo della BCE si sono autorizzati. Le banche private sarebbero
pronte a dare credito ai paesi del sud Europa con un premio di
rischio del 4 o 5 %, ma dalla stampante di denaro della BCE possono
ottenere denaro al tasso del 1%. In questo modo la BCE non ci deruba
solamente dei nostri risparmi, ma rovina il mercato interbancario del
credito.
FAZ: E la BCE imposta i tassi fuori dal
mercato...
SINN: E' così. L'autocorrettura dei
mercati è minacciata dalle azioni di salvataggio che non prevedono
nessun tasso aggiuntivo. La BCE sovvenziona il flusso di capitali
verso la periferia. Nel sud gli investimenti vengono finanziati ad un
tasso di interesse piu' basso, di quanto non si potrebbe ottenere nel
nord.
FAZ: Come si potrebbe evitare la
crescita del Target saldo nei confronti della BCE?
SINN: Come in America. Ogni anno la
media dei debiti creati all'interno del sistema Target viene
pareggiato attraverso la consegna di titoli di debito sicuri, ad
esempio attraverso obbligazioni ipotecarie con una sicurezza molto
elevata.
FAZ: Cosa resta nella BCE dell'ideale
di stabilità originario della Bundesbank?
SINN: La BCE doveva essere costruita
secondo l'ideale di stabilità della Bundesbank. Questo purtroppo non
è accaduto. Altrimenti la Bundesbank non si sarebbe trovata in ogni
decisione all'angolo e in minoranza, come ad esempio sull'acquisto di
titoli del debito pubblico, o sulla qualità delle obbligazioni
accettate per il rifinanziamento. Il consiglio della BCE è al 70
% nelle mani del Club Med e dei francesi. Gli altri possono dire
molto poco.
FAZ: La BCE concede credito economico a
tre anni, in modo che le banche possano comprare titoli del debito
pubblico. Si tratta di finanziamento del debito pubblico?
SINN: Sì. La strada non è vietata, ma
aggira il divieto del finanziamento diretto degli stati.
FAZ: Merkel pone ai paesi in deficit un
limite all'indebitamento attraverso il nuovo patto fiscale, questo
sarà di aiuto?
SINN: Ci sono due modelli per l'Europa:
libero ricorso alla stampa di denaro, quindi crediti tramite il
sistema Target, Eurobonds e limitazioni all'indebitamento poste dalla
politica. L'Europa ha già in parte accettato questo modello. Un
altro è quello americano: gli stati possono fallire e non ricevono
aiuti. Per questa ragione gli interessi pagati dagli stati sul debito
sono diversi. I saldi del sistema Target devono essere estinti
annualmente. Il modello si basa sul controllo del mercato. Per questo
i limiti politici, che peraltro esistono, non vengono mai utilizzati.
FAZ: Ma il Fiskalpakt impone più
pressione?
SINN: Il tentativo di ancorare il livello di
debito pubblico al trattato UE, è già fallito. Poiché il Regno
Unito non ha collaborato, abbiamo un accordo fra diversi stati. Che
non potrà andare contro il vecchio diritto UE. Una procedura di
infrazione deve essere sempre aperta dal Consiglio europeo a
maggioranza qualificata. Se questo accade, la multa deve essere dello
0,1 % del PIL. Questo è un affare unico. I paesi in crisi che
attraverso gli Eurobond sperano in un risparmio per interessi di
diversi punti di PIL, scrolleranno le spalle, pagheranno la multa e
continueranno ad indebitarsi. I limiti politici all'indebitamento
servono solo a calmare i tedeschi, in modo da far loro accettare la
costruzione degli Eurobond. Abbiamo già avuto lo stesso gioco,
quando ci hanno calmato con il pacchetto di stabilità e crescita.
Che non è stato preso seriamente da nessuno dei paesi
sovraindebitati.
FAZ: Come potrà funzionare tutto questo?
SINN: Il treno in direzione “Transferunion”
è già partito. I fondi per il salvataggio a breve saranno già
esauriti. Allora si inizierà a fare pressione sulla Germania per
aumentare la somma, per poter difendere e rimborsare i vecchi
crediti. Si continuerà a gettare sempre nuovo denaro per coprire i
vecchi crediti, per potersi salvare fino alle prossime elezioni.
L'effetto finale sarà la condivisione di 3,5 trilioni di debito dei
paesi del sud Europa. La Germania perderà una parte cospicua delle
sue attività estere – o attraverso i fallimenti degli stati, o
per causa dell'inflazione, o piu' probabilmente, attraverso
l'innalzamento delle tasse necessarie al finanziamento dell'unione di
trasferimento.
FAZ: Qual'è la sua opinione riguardo le
tattiche negoziali della cancelliera?
SINN: La Signora Merkel è sotto pressione da
Wall Street, Obama, la City di Londra, Sarkozy, Barroso, e da tutti i
capi di stato del sud Europa. Fanno pressione anche gli investitori
della Bad Bank in Lussemburgo, fondata lo scorso anno, affinché
acquistasse i titoli di stato tossici. Per questa ragione ha
sviluppato la strategia di cavarsela sempre. Apre la sua borsetta,
quando la pressione diventa troppo alta, ma non dà tutto quello che
ha, perché sa che poi i suoi amici non sarebbero piu' interessati a
lei. Prova a fare del suo meglio. Ma nonostante ciò, siamo in
trappola.