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venerdì 30 novembre 2012

Gli eurorealisti


FAZ intervista Stephan Werhahn, leader dei Freie Wähler, formazione politica euroscettica che vuole entrare al Bundestag. Per farlo attacca Merkel sugli eurosalvataggi. Da FAZ.net
Il giurista, economista e imprenditore Stephan Werhahn è uscito dalla CDU perché contrario agli eurosalvataggi. Ora è il candidato di punta dei Freie Wähler. Per i contribuenti ci sono alternative migliori, ci dice il nipote di Adenauer in un'intervista.

Herr Werhan, suo nonno Konrad Adenauer voleva l'integrazione europea. Lei ora si presenta come un euroscettico. Perche?

Non siamo euroscettici, piuttosto eurorealisti. C'è una grande differenza. Rispetto alle politiche di salvataggio della cancelliera Merkel ci sono alternative migliori che difendono i contribuenti e non vanno solo a beneficio delle banche. Tali soluzioni sono state proposte da economisti rinomati; ad esempio il Consiglio dei Saggi propone una "Maastricht 2.0". In linea di principio si dovrebbe ripristinare l'autonomia degli stati Euro, invece di attaccarli alla flebo dei fondi di salvataggio. I Freie Wähler sono molto critici con i cosiddetti eurosalvataggi.

Con la vostra protesta arrivate un po' troppo tardi. Il fondo di salvataggio ESM è già stato approvato. Il governo federale e i mercati finanziari lo considerano un importante strumento per calmare la crisi. Perchè è preoccupato?

L'ESM è un aiuto duraturo per gli stati membri in difficoltà. Con gli aiuti alla Grecia del 2010 per la prima volta è stato infranto il principio del trattato di Maastricht secondo cui nessun paese deve garantire per i debiti di un altro. Il fondo temporaneo EFSF da 480 miliardi di Euro è stato la violazione successiva dello stesso principio. Il fondo ESM attualmente in forza offre garanzie per 700 miliardi, di cui 500 potranno essere prestati. La somma complessiva puo' crescere ancora, come i rischi per il governo federale e per il contribuente tedesco.

Ma il governo sottolinea che gli aiuti saranno forniti solo a condizioni molto precise.

La domanda è se questo funzionerà. L'UE sta cercando di trasformare i paesi del sud Europa in qualcosa che non sono. La Grecia non puo' farcela nell'unione monetaria. Non è competitiva. C'è grande insoddisfazione in Europa - sia nel nord, dove i cittadini non vogliono pagare per un pozzo senza fondo, come nel sud Europa, dove i cittadini soffrono a causa dei diktat di risparmio. In realtà vengono salvati solamente i ricchi evasori e gli investitori che hanno acquistato i titoli di stato.

La Corte costituzionale nella sua sentenza sull'ESM ha inserito due garanzie per la Germania: non potranno esserci salvataggi illimitati, e il Bundestag dovrà approvare ogni miliardo di credito aggiuntivo. Non basta per voi?

La garanzia massima sarà aumentata dal presidente della BCE Mario Draghi. Ha già annunciato che se i paesi in crisi si sottoporranno alle condizioni del fondo ESM, potrà acquistare titoli di stato in quantità illimitata. Se la BCE deciderà di acquistare titoli, allora la Germania si troverebbe a garantire con la sua percentuale di rischio del 27% in caso di default. In questo modo il limite massimo di 190 miliardi di garanzie segnato dalla decisione della Corte Costituzionale sarebbe ampiamente superato senza una decisione del Bundestag. Con la politica BCE, come con i crediti Target tedeschi oltre i 700 miliardi, le dimensioni assunte dai finanziamenti sono state oscurate.

Molti esperti finanziari avvertono che con uno stop del denaro per i salvataggi, sui mercati avremmo grandi turbolenze

Considero questa un'esagerazione e puro lobbismo bancario. Naturalmente molti investitori privati e pubblici dovrebbero accettare delle perdite. Non esiste ancora una procedura regolamentata per l'insolvenza di uno stato, questo è un problema. Ma la Grecia e probabilmente anche la Spagna sono in bancarotta. Non riusciranno mai a tornare competitivi all'interno dell'Euro. Anche la seconda tranche di aiuti di 31 miliardi di Euro alla Grecia e il secondo pacchetto non saranno sufficienti, dovranno essere versati altri miliardi per poter mantere il paese nell'Euro.

Quale sarebbe la sua alternativa?

Sarebbe molto meglio se la EU gestisse un'insolvenza ordinata di questi paesi. Allora l'EU potrebbe finanziare nei paesi in difficoltà un nuovo inizio con un piano Marshall, aiutando a modernizzare l'amministrazione e tagliando le spese. La svalutazione della moneta li aiuterebbe ad aumentare l'export e a ridurre l'import. Non diciamo che questi paesi devono restare per sempre al di fuori della moneta unica, potrebbero rientrare in un secondo momento. Ma se non si riuscisse a renderli competitivi in maniera duratura, allora significa che questi paesi non sono adatti per la moneta unica. L'Euro sta facendo esplodere l'Europa, invece di unirla.

Per molti politici europei l'Euro non è solo una moneta, piuttosto un simbolo di unità e pace.

Noi Freie Wähler siamo contrari a trasformare l'Euro in un'icona romantica. Se l'Euro sarà debole, allora avremo tutti molto da perdere.

Su questioni molto complesse come gli eurosalvataggi sarà possibile tenere un referendum? Gli oppositori della democrazia diretta sostengono che il tema sarebbe troppo semplificato.

Naturalmente prima di una tale decisione dovremmo discutere in maniera onesta e il quesito non dovrebbe essere manipolatorio. In sostanza io credo che il popolo è sufficientemente intelligente per decidere su questioni importanti - siano queste un grande progetto infrastrutturale oppure una moneta. Un referendum costringerebbe la politica a definire in maniera chiara le alternative. E spingerebbe il popolo ad informarsi. C'è molta rassegnazione fra i cittadini, perchè trovano i problemi europei troppo complessi, perchè i numeri sono troppo grandi e perchè sull'argomento non vengono consultati. In Europa manca la necessaria legittimazione democratica.

venerdì 1 giugno 2012

Cittadini contro l'Euro -parte seconda-

Continua il racconto di Handelsblatt.de sui movimenti anti-Euro tedeschi. Prima parte qui
Ispirata dalla dichiarazione di Bogenberg, a febbraio è stata fondata la "Bündnis Bürgerwille" (alleanza di cittadini), una coalizione piuttosto ampia di euro-critici. Il leader dell'alleanza è Bernd Lucke, professore di economia ad Amburgo. Ha già ottenuto l'appoggio di altri 30 professori e colleghi, fra questi Charles Blankart e Carl-Christian von Weizsäcker. Si sono uniti all'alleanza anche veterani politici come Georg Milbradt, Burkhard Hirsch e il presidente federale della "Mittelstandsvereinigung der Union", Josef Schlarmann, e il presidente di Foodwatch Thilo Bode.

Piu' di 10.000 firmatari hanno sostenuto una petizione contro il passaggio da una unione monetaria ad una unione di trasferimento. L'azione è stata finanziata con le donazioni dell'alleanza e con il sostegno dei lobbysti dell'Associazione dei contribuenti (Bundes der Steuerzahler).

Al momento l'associazione si concentra sull'obiettivo di influenzare con le proprie tesi i deputati al Bundestag. Per l'autunno Lucke prepara una grossa campagna pubblica degli euro-critici. "E' un po' come negli anni '60 con le leggi di emergenza o negli anni '70 con il movimento anti-atomo o il movimento per la pace", dichiara Lucke ad Handelsblatt. "Nessun partito affronta realmente questo tema".

Nella campagna pianficata, l'alleanza intende lavorare con la ben organizzata "Zivile Koalition" . La sua portavoce, Beatrix von Storch, ci dice: "La via verso la costituzione di un partito è ben definita". "Il nostro compito è rafforzare il movimento". La Zivile Koalition avrebbe già raggruppato 60.000 sostenitori per la campagna contro i salvataggi Euro, secondo quanto sostiene Storch. I membri della "Zivile Koalition" hanno già inviato un milione di email ai deputati del Bundestag, per impedire l'approvazione dell'ESM. Il gruppo appartiene ad una ben strutturata piccola organizzazione di protesta con 14 dipendenti a Berlino, di cui fanno parte anche "Institut für Strategische Studien", la "Initiative Familienschutz" e il giornale online "FreieWelt.de". 

Un piano per una futura politica fiscale in Europa, per sua stessa ammissione, Storch ancora non ce l'ha. "Vogliamo prima di tutto affermare, che ci sono delle alternative alla politica dei salvataggi", ci dice. Insieme ai Freie Wähler, e all'associzione dei contribuenti "Steuerzahlerbund" la "Zivile Koalition" ha indetto una grande dimostrazione contro l'ESM a Monaco per il 2 giugno. 

Hans-Olaf Henkel ha una grande considerazione di Beatrix von Storch. "E' una grande donna, che fa tutto questo per convinzione personale". L'associazione dei cittadini è guidata "da persone istruite e riflessive", che "hanno intenzione di uscire dal gregge", ci dice Henkel.

Henkel stesso ha sostenuto il liberale ribelle Frank Schäffler (FDP) - nella speranza di poter portare i liberali su posizioni anti-Euro. Ma non c'è riuscito, e ora spera nei Freie Wähler, che al di fuori della Baviera sono una forza presente solo a livello comunale ed eterogenea. Henkel viagga nelle associazioni regionali e si impegna in un'opera di convincimento. "Io non voglio nessun ufficio politico" afferma. Il futuro ci mostrerà se il capo dell'istituto di ricerca sociale Forsa, Manfred Güllner, ha ragione quando sostiene che Henkel "non è in grado di mobilitare le masse".

Un ruolo centrale nella lotta contro gli euro-salvataggi lo gioca anche l'associzione delle imprese familiari (Familienunternehmer) guidata da Lutz Goebel. Goebel e la sua associzione hanno chiesto ai debutati al Bundestag "di non approvare in nessun modo l'ESM nella sua forma attuale". Le imprese familiari "condividono con gli economisti le grosse preoccupazioni sulla nostra moneta comune", afferma Goebel. Sostiene infatti che i rischi finanziari associati al fondo di salvataggio ESM e al suo precedente EFSF crescerebbero in maniera esorbitante. La BCE dovrà essere chiaramente indirizzata al mantenimento della stabilità finanziaria. 

Nel frattempo, anche alcun veterani della lotta anti-Euro, come il quartetto Joachim Starbatty, Dieter Spethmann, Wilhelm Nölling und Karl Albrecht Schachtschneider cercano un collegamento con il nuovo movimento. Starbatty e gli altri, senza successo, hanno già portato la decisione di introdurre l'Euro davanti alla corte costituzionale di Karlsruhe.

Ora sperano che la nuova opposizione extra-parlamentare proveniente dalla società civile possa spingere verso la "fine di questa unione monetaria mal costruita". Gli euroscettici di lunga data sperano inoltre in una nuova chance per una unione monetaria che non comprenda i paesi iperindebitati del sud Europa.

Le indagini demoscopiche giudicano le possibilità di successo dei partiti anti Euro in maniera molto diversa: "il 15-20 % degli elettori sarebbe disponibile a votare per  un partito di protesta fatto da cittadini", ci dice helmut Jung della società di ricerca di mercato GMS. Per il nuovo partito questi dati sono un forte incentivo ad andare avanti.

Il successo dei Freie Wähler come partito di protesta nelle elezioni del Bundestag , Richard Hilmer, direttore di Infratest Dimap, lo vede con un certo scetticismo: "In Germania c'è già un partito di protesta di successo, e sono i Pirati", dice Hilmer ad Handeslbatt. Laddove i Pirati si sono già insediati, non rimane spazio per un altro partito di protesta. Inoltre, anche "die Linke" viene considerato fra i partiti anti-Euro.

Secondo le valutazioni di Helmer, la cancelliera Merkel (CDU) non lascia molto spazio per proteste anti-Euro. "Affronta in Europa un percorso molto impegnativo" ci dice Hilmer. Inoltre, "gli elettori sanno che un'uscita dall'Euro porta con sé dei rischi". E improbabile che per un compito del genere, gli elettori possano avere fiduca in Aiwanger e Henkel.

Tuttavia i Freie Wähler potrebbero diventare un vero problema per la maggioranza giallo-nera (CDU-FDP). Soprattuto in Baviera dove i Freie Wähler sotto la guida di Aiwanger si lanceranno  fra un anno nella corsa per la presidenza del Lander, che si terrà in concomitanza con le elezioni federali, dando una mano a SPD e Verdi. L'alleanza a tre potrebbe rompere il dominio della CSU. Con la politica anti-Euro non sarà tuttavia molto semplice :"I Freie Wähler perderanno tutta la  credibilità della loro retorica anti-Euro, se intendono fare politica insieme all'allenza del debito SPD e Verdi" ha dichiarato il segretario generale della CSU Alexander Dobrindt ad Handelsblatt.

giovedì 31 maggio 2012

Cittadini contro l'Euro

Handelsblatt.de ci racconta che in Germania, il paese vincitore dell'unione monetaria, si rafforzano i movimenti anti-Euro, che ora vogliono entrare al Bundestag. Prima parte
Quando la  rabbia diventa politica: un'alleanza di cittadini mette sotto pressione le politiche di salvataggio di Berlino. Il movimento è guidato dai Freie Wähler, che con una politca anti-Euro voglino entrare al Bundestag.

Raramente il successo di un best seller era stato così prevedibile. Il nuovo libro di Thilo Sarrazin "Europa braucht den Euro nicht" in Germania incontra un sentimento diffuso. Secondo un recente sondaggio della N-TV, circa il 41% della popolazione vuole tornare al D-Mark. Questo sentimento anti-Euro, ora vuole fondare un partito - e con l'aiuto di una grossa coalizione di imprenditori, professori, e cittadini impegnati vuole diventare, dopo i pirati, il nuovo grande partito della protesta.

La frustrazione dei cittadini si dirige prima di tutto verso la Grosse Koalition, dalla CSU fino ai Verdi, che hanno approvato un piano di salvataggio dietro l'altro. La critica dei ribelli all'interno della FDP e dell'Unione, da Frank Schäffler a Klaus-Peter Willsch, con la loro "Alleanza contro l'ESM" sembra scomparsa senza aver lasciato grandi risultati. La frustrazione sul tema, ora inizia a produrre aggregazione.

Un'opposizione extraparlamentare contro le attuali politiche europee inizia a formarsi. Non è né chiassosa né violenta. La sua forma di azione preferita è la raccolta di firme piu' che i sit-in di protesta, preferisce le tavole rotonde agli scontri di strada. Tuttavia, la nuova opposizione potrebbe mettere in difficoltà l'intera struttura politica della Repubblica federale.

Al centro del nuovo movimento ci sono i  Freie Wähler, che fino ad ora hanno avuto un ruolo significativo solo in Baviera - e ora con l'appoggio degli eurocritici vogliono svilupparsi in un partito federale anti-Euro. Una riunione federale prevista il 16 giugno, deciderà sulla partecipazione per la prima volta dei  Freie Wähler alle elezioni politiche del 2013. L'ha confermato ad Handelsblatt il presidente federale dei  Freie Wähler, Hubert Aiwanger. Molto vicino al movimento è anche Hans-Olaf Henkel, ex presidente della BDI (Confindustria tedesca).

" Il rifiuto delle politiche di salvataggio Euro sarà la proposta politica centrale per le elezioni del Bundestag", ha dichiarato Aiwanger. A livello federale il movimento punta al 5% - in Baviera nel 2008 il partito è entrato nel parlamento regionale con quasi il 10% dei voti. In molte città - fra queste ULM, Görlitz, Zittau, e Pirna - i Freie Wähler sono entrati nei parlamenti comunali con oltre il 10% dei voti.

Nelle elezioni regionali del Nordrhein-Westfalen i Freie Wähler hanno ottenuto solo 17.722 voti (0.2%), nello Schleswig-Holstein 7.823 voti (0.6%) e in Saarland 4173 voti (0.9%). Dall'altro lato, l'associazione federale dei Freien Wähler ha già raccolto 280.000 cittadini - ad esempio la FDP ha solamente 63.000 membri.

Le rivendicazioni politiche dei Freie Wähler sono state formulate in una petizione al Bundestag. Hanno infatti chiesto ai deputati di votare contro il meccanismo di stabilità europeo da 500 miliardi e contro il Fiskalpakt. I Freie Wähler vogliono bloccare il passaggio da una unione monetaria ad una unione delle garanzie. L'ESM "non è né legittimato democraticamente, né vi è un controllo parlamentare", si dice nella petizione.

"Il Fiskalpakt, sulla politica fiscale, limita  la sovranità dei parlamenti nazionali e dei suoi membri eletti democraticamente". Il 16 giugno i Freie Wähler intendono presentare le loro posizioni ufficiali sulla politica europea. Henkel, che lavora al progetto, spera di convincere i Freie Wähler a condividere la sua proposta di spezzare l'unione monetaria in un Euro-nord e in un Euro-sud.

Ma i Freie Wähler sono solo la punta di un movimento, che si è formato contro la politica europea tedesca. Sempre piu' professori, imprenditori, cittadini impegnati, sono dell'opinione che la cosiddetta politica "senza alternative" della cancelliera, non può rimanere davvero senza alternative. Si riuniscono in coalizioni e allenze abbastanza fluide, dove la distinzione fra forze parlamentari, extraparlamentari e lobby di interessi non è molto semplice. La "Bündnis Bürgerwille" ad esempio appartiene alla "Allenza contro l'ESM" a cui appartengono anche il ribelle FDP Frank Schäffler, il deputato CDU Klaus-Peter Willsch, l'associzione dei contribuenti (Steuerzahlerbund), l'associazione delle imprese familiari (Familienunternehmer-Verband) e l'associazione dei Giovani imprenditori.

I critici delle attuali politiche di salvataggio Euro vogliono ad ogni costo evitare che la Germania accetti ulteriori garanzie verso i paesi iperindebitati come la Grecia e il Portogallo. I padri spirituali del movimento non sono Karl Marx e Herbert Marcuse. I padri del movimento sono il presidente dell'Istituto IFO Hans-Werner Sinn, la cui critica agli euro-salvataggi è stata la prima chiamata alla resistenza, e l'ex presidente BDI Hans Olaf Henkel, sostenitore di una separazione dell'unione monetaria in un Euro-nord e in un Euro-sud.

Sinn nell'ottobre 2011 ha pubblicato "La dichiarazione di Bogenberg". "Siamo preoccupati per l'Europa e la Germania" dichiara il documento, l'Euro non soffre di una crisi di fiducia temporanea, "ma di una profonda crisi strutturale, che con l'ampliamento degli aiuti finanziari pubblici sarà solamente prolungata". Il consiglio BCE, ammoniscono Sinn e i vertici dell'IFO Institute, ha superato il proprio mandato, quando ha trasferito alle banche centrali  il compito di finanziare i debiti privati e pubblici dei paesi in crisi.

"Solo una politica restrittiva, fatta di poco denaro per i salvataggi", scrivono gli autori, "offre agli stati superindebitati degli incentivi al risparmio e la possibilità d migliorare la competitività di prezzo attraverso una riduzione dei prezzi e la moderazione dei salari" - una posizione, che anche l'ex presidente Bundesbank Alex Weber e l'ex capo-economista BCE Jürgen Stark condividono.

Top manager come l'ex presidente di Metro Eckhard Cordes, Roland Berger,  Klaus Mangold, il capo della catena di drogherie Dirk Roßmann e Peter-Alexander Wacker, presidente di Wacker-Chemie AG, hanno firmato la dichiarazione, in cui si sostiene, che la Germania con l'approvazione di una unione di trasferimento "accetterebbe un impegno finanziariamente troppo gravoso" visto che il 40% della popolazione dell'Eurozona vive nei paesi in crisi.  ---CONTINUA--