Se è vero che „Only Nixon could go to China“ allora è anche vero che nella Germania di oggi "solo un ministro delle finanze con un'immagine "solida" sarà in grado di conciliare l'elettorato tedesco, molto attaccato alla "stabilità delle finanze pubbliche", con una spesa per investimenti fatta su larga scala". Una riflessione molto interessante del giornalista tedesco Sebastian Puschner su Der Freitag.
È successo. Christian Lindner sarà il Ministro federale delle finanze della nuova Ampelkoalition. La presentazione mercoledi' scorso dell'accordo di coalizione rosso-verde-giallo lo ha confermato: la FDP avrà la responsabilità delle Finanze; il leader del partito avrà la posizione centrale. E questo significa che sta accadendo esattamanete proprio quello da cui in molti nelle scorse settimane - soprattutto a sinistra - ci avevano messo in guardia.
"Atene non se lo merita", aveva scritto l'economista britannico Adam Tooze sul Guardian e su Der Freitag, evocando le conseguenze fatali per l'Europa di una politica finanziaria tedesca orientata al mercato e liberista, e poi aveva proseguito con il suo collega Joseph E. Stiglitz su Die Zeit: "Sarebbe un errore dare seguito ai suoi desideri". Sulle piattaforme social come Twitter, alcuni ne avevano già disegnato lo spettro sulla parete subito dopo le elezioni per il Bundestag: un ministro delle finanze come Lindner nelle ultime settimane sembrava essere un freno per tutti i progetti progressisti di questo governo. Un duro difensore del pareggio di bilancio in una fase in cui c'è la massima necessità di investimenti, non solo per la politica climatica, ma anche il rappresentante di una politica fiscale in favore dei ricchi in un'epoca di forte polarizzazione della disuguaglianza - le accuse contro Christian Lindner sembravano ovvie.
La gelosia della sinistra
La nomina del leader della FDP è diventata una profezia che si autoavvera, e l'economista Jens Südekum ("I debiti alleviano il peso per le generazioni future!") nel suo avvertimento nei confronti di chi metteva in guardia dal pericolo aveva ragione: più i critici di Lindner alzano il volume delle loro critiche, maggiore sarà la pressione su di lui nei negoziati di coalizione per fargli mettere le mani sul ministero delle finanze, "ora più che mai". Ad un certo punto, dalle sue stesse fila, avrebbero interpretato qualsiasi altra cosa come nient'altro che una sconfitta colossale e forse anche messo in dubbio l'ingresso dei liberali in questo governo.
Soprattutto tra fra gli esperti in materia di politica finanziaria a sinistra ha preso piede una gelosia più o meno inconscia: mentre fra i politici di sinistra l'interesse interno nei confronti della politica fiscale è alquanto latente, è invece un argomento della massima importanza per la FDP. Era accaduto lo stesso alla SPD dopo essere entrata nella Grande Coalizione del 2017/2018, il suo colpo piu' importante era stato proprio quello di sottrarre il Ministero delle finanze alla CDU e a Wolfgang Schäuble.
E da lì ora Olaf Scholz si sta spostando alla Cancelleria. Il suo successore Christian Lindner ridurrà in macerie di tutto quello che l'uomo della SPD aveva cominciato a costruire sotto la pressione delle necessità emerse durante la crisi causata dal Covid? Anche il primo passo verso la messa in comune del debito in Europa, il tanto citato "Hamilton Moment", dal nome del Segretario del Tesoro degli Stati Uniti che aveva fatto lo stesso per l'Unione degli Stati Uniti? Stiamo tornando all'egemnonia della casalinga sveva, allo Schwarze Null, al regime del pareggio di bilancio?
Garante dei crediti Corona
E questo è tutt'altro che garantito. Fino a quando la pandemia avrà in pugno la Germania e comporterà chiusure parziali o di vasta portata, non c'è alternativa all'aiuto di Stato, sempre che il nuovo governo non voglia provocare un'esplosione sociale. Persino Christian Lindner non potrà evitarlo e lo Schuldenbremse del resto negli ultimi due anni non ha impedito l'indebitamento necessario - peraltro molto vantaggioso per lo Stato tedesco.
La situazione si è fatta molto simile con la crisi climatica: anche se al momento è improbabile che la Ampelkoalition cominci improvvisamente a far pagare un prezzo maggiore in termini di politica fiscale a chi ne è la causa principale - famiglie ricche e ad alto reddito -, c'è sicuramente ancora molto lavoro da fare. Le vie d'uscita dal collasso climatico fondate sull'innovazione e la tecnologia, tuttavia, come invece chiede la FDP, costano molto - proprio come la digitalizzazione e tutto ciò che dovrebbe rappresentare "un nuovo inizio" o "la modernizzazione" - e il successo della Ampelkoalition si deciderà nei prossimi anni proprio in base alla capacità di realizzare queste promesse.
Potrebbe quindi avere senso usare il motto „Only Nixon could go to China“ per sintetizzare il mandato di Lindner: così come solo un repubblicano convinto come Richard Nixon poteva realizzare un'offensiva diplomatica degli Stati Uniti contro la Cina comunista, oggi solo un ministro delle finanze con un'immagine "solida" sarà in grado di conciliare l'elettorato tedesco, molto attaccato alla "stabilità delle finanze pubbliche", con una spesa per investimenti su larga scala.
Debiti in ombra
Ma da dove dovrebbero arrivare i soldi se la FDP si dovesse rifiutare di fare debito pubblico oppure di introdurre ogni aumento delle tasse sui ricchi o se invece non intendesse introdurre nuove tasse come quella sullo zucchero nelle bevande particolarmente zuccherate - e ci sarebbero state fin troppe buone ragioni per mettere una tassa simile, anche al di là delle esigenze fiscali dello Stato. Naturalmente, tali entrate non sarebbero state sufficienti per finanziare la trasformazione della Repubblica.
Quello che serve veramente, e gli uccellini già da tempo lo stavano fischiettando sui tetti, e del resto anche l'accordo di coalizione lo conferma: gli investimenti saranno semplicemente spostati su società statali e fondi pubblici al di fuori del bilancio federale.
Una tale procedura è discutibile in termini democratici - in quanto limita effettivamente le prerogative del Parlamento in materia di finanze. Ma già da tempo si è diffuso uno stato d'animo che considera l'azione dello Stato ormai in ampio ritardo, soprattutto a causa della crisi climatica, tanto da far pensare che non ci sia piu' tempo da perdere a preoccuparsi degli standard democratici. Almeno la Ampelkoalition promette di "espandere il controllo parlamentare, pubblico e dell'esecutivo nei confronti delle aziende statali".
Così ora il Fondo per l'energia e il clima diventerà un fondo per il clima e la trasformazione, ma soprattutto il Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW), di proprietà statale, dovrà "agire con maggiore incisione nel ruolo di agenzia per l'innovazione e l'investimento". Garanzie statali per il denaro preso a prestito da un'istituzione pubblica, compresa la leva del capitale privato - il leader della SPD Norbert Walter-Borjans aveva già delineato durante i negoziati di coalizione il percorso che la KfW avrebbe dovuto intraprendere "per diventare un'agenzia di investimenti e innovazione nell'ambito delle nuove infrastrutture, della digitalizzazione e della decentralizzazione" e su questo tema sa di essere in sintonia con Olaf Scholz, che da tempo fa lavorare il suo staff proprio su questo progetto. Economisti progressisti come Mariana Mazzucato, del resto, da tempo sottolineano il potenziale che la Germania avrebbe a disposizione con un attore come la KfW.
Lo Stato costruisce in autonomia
Inoltre, sempre secondo l'accordo di coalizione, i partner di governo intendono rafforzare "le imprese statali già esistenti come la Deutsche Bahn AG (settore delle infrastrutture) o la BImA" sorpattutto per quanto riguarda le loro possibilità di finanziamento: "a tale scopo, gli strumenti come le autorizzazioni al credito e il rafforzamento del capitale potranno essere utilizzati caso per caso".
La BImA, l'Agenzia federale per gli investimenti immobiliari, dovrà "investire e costruire autonomamente" - è lo Stato stesso che diventa costruttore e questo significa che non sono stati solo i liberali a prevalere nei negoziati di coalizione. Di conseguenza è proprio la SPD ad aver assunto il Ministero per l'edilizia. Per inciso, Olaf Scholz ha messo delle persone fidate e che conosce bene ai vertici della KfW e del BIma.
Nel frattempo, ci sono altre posizioni cruciali in materia di politica finanziaria, oltre a quella di Ministro delle finanze, ancora in attesa di essere occupate - è improbabile ad esempio che la FDP sia in grado di esercitare un'influenza decisiva sulla nomina del futuro capo della Bundesbank, proprio ora che è riuscita a nominare il Ministro delle finanze. Sarà emozionante vedere in che modo riuscirà a gestire il personale che si troverà in casa. Durante il suo periodo da ministro, Olaf Scholz ha portato nella Wilhelmstrasse 97 un certo numero di dirigenti finanziariamente progressisti con delle qualifiche abbastanza alte - per esempio, Jakob von Weizsäcker come capo-economista. E molte persone un tempo consideravano Scholz una testa dura in materia finanziaria.