"La fusione bancaria batte tutto quello che abbiamo visto fino ad oggi. Se alla fine nascerà una grande banca con una partecipazione pubblica e una garanzia implicita dello stato, allora si tratterà di capitalismo di stato". Se ne sono accorti anche sulla cosiddetta stampa di qualità. Ne scrive Frank Wiebe su Handelsblatt
Il ministro delle finanze tedesco assume un alto banchiere di Goldman Sachs come sotto-segretario. Poi spinge Deutsche Bank e Commerzbank a sondare la possibilità di una fusione. Anche i fautori di questo accordo riconoscono che la riduzione dei costi di finanziamento, grazie al sostegno del governo, sarebbe uno dei principali vantaggi aziendali derivanti dalla fusione.
Se il governo tedesco, il principale azionista di Commerzbank, si fa carico di portare avanti il progetto, non sarà certo il governo a piantare in asso la "Deutsche Commerzbank" - o come si chiamerà. A cosa somiglia? All'economia di mercato? Alla politica di regolamentazione? Ricorda forse la promessa di non scaricare più sul contribuente i rischi del settore bancario?
La risposta è in ogni caso: no. E cosi' la Germania sta mettendo in gioco la sua credibilità. In futuro in Europa non potremo più recitare il ruolo del professore. Cinicamente ci si potrebbe chiedere se questo sia un vantaggio o uno svantaggio. Non sono proprio i politici tedeschi che da sempre chiedono agli altri paesi dell'area dell'euro di rispettare le regole?
Non c'erano forse critiche nei confronti dell'Italia quando il governo italiano aiutava le banche piccole e medie? Non nutriamo il sospetto che in Francia il capitalismo di stato alla Colbert o alla Mitterrand sia ancora molto popolare? I richiami tedeschi suonavano sempre un po' vuoti. Un'ampia quota di mercato gestita dalle banche di diritto pubblico non puo' certo essere un modello di politica di regolamentazione.
Non solo durante la crisi finanziaria c'è stata una forte volontà di spendere denaro pubblico per salvare modelli di business falliti. Ma ancora oggi, come mostra l'esempio attuale di NordLB. Ma la fusione bancaria batte tutto quello che abbiamo visto fino ad oggi. Se alla fine nascerà una grande banca con una partecipazione pubblica e una garanzia implicita, allora si tratterà di capitalismo di stato. Jean-Baptiste Colbert, ministro delle finanze sotto Luigi XIV, e il presidente socialista François Mitterrand non avrebbero potuto fare di meglio.