"Il fatto che l'assegnazione di un riconoscimento a Draghi nel 2020 scateni ancora dei forti sentimenti di rabbia ci fornisce un'idea: quante poche possibilità abbiano anche gli avvenimenti piu' semplici quando si scontrano con una narrazione così bella - quella dell'italiano eternamente inaffidabile, che espropria gli onesti risparmiatori tedeschi - soprattutto se la storia si nutre di cliché così meravigliosi. Che si tratti di pizza o di mancanza di stabilità valutaria il risultato non cambia. Crisi.", scrive l'ottimo Thomas Fricke su Der Spiegel. I tedeschi dovrebbero solo ringraziare Mario Draghi, l'italiano, ma invece preferiscono affidarsi alla solita narrazione razzista dell'italiano inaffidabile e spendaccione che espropria il laborioso tedesco dei propri risparmi. Ne scrive Thomas Fricke su Der Spiegel
Al momento ci sono delle domande piu' o meno importanti: che succederà con la recessione? Donald Trump sarà rieletto? Cosa accadrà al nostro settore automobilistico?
E ce ne sono di veramente importanti: se, ad esempio la Croce al merito federale per l'ex presidente della Banca centrale europea sia meritata. Oppure meglio non dargliela, perché probabilmente è il responsabile dell'esproprio ai danni del risparmiatore tedesco.
Per essere chiari, al momento si parla proprio di questo. In ogni caso negli ultimi giorni alcuni giornali in Germania hanno riempito le loro pagine di pro e contro. E sono state illustrate diverse posizioni. Anche da parte di molti politici.
La Croce al merito non è un premio per il successo ottenuto
Ora, per ragioni di obiettività, vorremmo sottolineare che la Croce al merito non è pensata come una sorta di Nobel con cui vengono premiati dei risultati economici particolarmente convincenti. In quel caso alcune croci già conferite in seguito avrebbero potuto benissimo essere revocate (e anche molti premi Nobel). È vero inoltre che la croce assegnata a Mario Draghi è stata data come un'eccezione. Più come un riconoscimento d'ufficio assegnato quasi automaticamente a personalità di alto livello, come ad esempio i capi delle banche centrali. Quindi secondo una buona abitudine, in maniera alquanto indipendente dalle prestazioni.
Il fatto che la premiazione di Draghi nel 2020 scateni ancora dei forti sentimenti di rabbia ci fornisce un'idea: quante poche possibilità abbiano anche gli avvenimenti piu' semplici quando si scontrano con una narrazione così bella - quella dell'italiano eternamente inaffidabile, che espropria gli onesti risparmiatori tedeschi - soprattutto se la storia si nutre di cliché così meravigliosi. Che si tratti di pizza o di mancanza di stabilità valutaria il risultato non cambia. Crisi.
Anche la stessa tesi di base secondo cui la BCE sarebbe la sola responsabile per i tassi di interesse a zero è già di per sé traballante. Certo, la BCE ha avuto un ruolo nell'evitare un nuovo aumento dei tassi di interesse. Tuttavia, il fatto che i tassi di interesse siano storicamente così bassi non ha nulla a che fare con la BCE. Altrimenti non sarebbero così bassi ovunque, anche nei paesi non appartenenti all'eurozona. Basterebbe dare un'occhiata alle statistiche sui tassi di interesse mondiali.
Nei paesi non appartenenti all'Eurozona, come ad esempio la Svizzera, i tassi di interesse sono ancora più bassi - e ancora più in rosso. Senza Draghi. E senza il cliché meridionale.
Chi non ha piu' un lavoro non può neanche risparmiare
Se sui titoli di stato tedeschi c'è un interesse negativo, ciò ha poco a che fare con la BCE, ma con il fatto che questi titoli in periodi turbolenti sono estremamente richiesti in quanto considerati investimenti sicuri. I bassi tassi di interesse sono il lato negativo del successo, per così dire. E in passato le cose non andavano diversamente. I tassi di interesse in Germania sono sempre stati più bassi che altrove. Per quello non c'era bisogno di Draghi. È anche probabile che senza Draghi e l'euro in Germania ci sarebbero stati tassi di interesse ancora piu' bassi. Come in Svizzera.
Non è necessario un alto livello di matematica per rendersi conto che ciò che alla fine per i risparmiatori conta è quello che resta dopo aver detratto l'inflazione, cioè il valore reale, e che i tassi di interesse reali oggi non sono molto più bassi di quanto non lo fossero prima: sicuramente il tasso nominale è basso, ma è anche vero che non c'è inflazione. E non è nemmeno necessario un alto livello di logica per affermare che la crisi finanziaria di per sé non può essere stata innescata da un elevato debito pubblico nei paesi del sud - se all'inizio della crisi nei paesi poi finiti in crisi come la Spagna non c'era un debito pubblico elevato.
Non importa, è semplicemente troppo bello continuare a mormorare che i sud-europei non sanno gestire il denaro - che lo sappiamo fare solo noi tedeschi.
Tutte le esperienze fatte in caso di escalation di una crisi finanziaria suggeriscono che, se nel 2012 Draghi non avesse fermato l'escalation della crisi con un vero e proprio "faremo il possibile per fermare la crisi", ci sarebbe stata una crisi ancora più grave, nella quale anche molti tedeschi avrebbero perso il lavoro. Fatto che avrebbe aiutato ancora meno i risparmiatori. Perché se non hai soldi, allora non puoi risparmiare nulla.
Chi è allora che non sa gestire i soldi?
Ci sono molte critiche nei confronti di ciò che Mario Draghi ha fatto nel dettaglio. Sarebbe stato meglio se i soldi spesi dalla BCE per i salvataggi fossero finiti direttamente sui conti correnti dei cittadini - in modo da poterli spendere nella vita reale e non nel mondo finanziario. L'economia dell'eurozona in quel caso sarebbe uscita dalla zona pericolosa molto prima e non ci sarebbero stati i tassi di interesse negativi.
Ma anche questo non cambierebbe molto nell'assurdità della narrazione sul malvagio Draghi.
In verità la narrazione dovrebbe essere diversa: semmai dovremmo ringraziare Mario Draghi, l'italiano, se oggi abbiamo ancora una valuta così stabile. Perché è stato lui a correggere gli errori del ministro delle finanze tedesco: quando nella fase acuta della crisi, quasi dieci anni fa, si è ostinatamente rifiutato di aiutare i Greci - condotta che ha solo alimentato i dubbi sulla volontà di far fronte alla crisi facendo aumentare il panico sui mercati finanziari.
Il buon italiano economicamente sopraffatto dal tedesco? Certo, è difficile raccontare questa storia nel collegio elettorale. E ancora piu' difficile sui gazzettini di partito. Andrebbe a sbattere contro ogni cliché.
Se ci fosse bisogno di indicare una ragione sostanziale per tutti coloro che in questo paese hanno ricevuto una Croce al merito, allora se la sarebbe meritata molto più Draghi - che non il suo predecessore, Jean-Claude Trichet, oppure Wolfgang Schäuble. Perché Trichet nel 2008 ha sottovalutato l'escalation della crisi finanziaria globale, a differenza dei suoi colleghi negli Stati Uniti e nel Regno Unito, e in questo modo ha peggiorato la situazione dell'eurozona.
Tutte le esperienze fatte con l'insorgere del panico durante una crisi finanziaria insegnano che in tali crisi è importante rassicurare che si farà il possibile affinché il panico non abbia la meglio. Proprio come fece il bravo Mario Draghi nel 2012 - fermando la crisi. Solo che questa nel frattempo si era terribilmente intensificata.
Un dramma tedesco. E forse uno degli errori più gravi che un ministro delle finanze tedesco abbia mai fatto nel dopoguerra.
Domanda di controllo: se la diagnosi è corretta e rimanesse solo una Croce al merito federale, a chi la dareste? A Wolfgang Schäuble? O a Mario Draghi? Esattamente.