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martedì 3 luglio 2012

Sinn: la stabilità finanziaria tedesca è in pericolo


H.W. Sinn attacca le recenti decisioni del vertice UE e ricorda ai tedeschi: i vostri patrimoni serviranno a rimborsare le banche americane e britanniche. L'ultima difesa è la corte costituzionale. Da Handelsblatt.de

Dopo il vertice Euro, gli investitori sembrano di nuovo soddisfatti. Ma a quale prezzo? La Germania è sempre piu' coinvolta nella crisi debitoria, avverte il presidente IFO Hans Werner Sinn.

Secondo H.W. Sinn, con il vertice UE di Brussel, non si è fatto alcun passo in avanti nel salvataggio dell'Euro - la Germania invece è stata tirata dentro la crisi. "Wall Street, la City di Londra, e le banche di Parigi sono state salvate. Ci siamo impegnati a rimborsare i debiti delle banche del sud-Europa", ha dichiarato l'economista ad Handelsblatt. "Lo stato tedesco è stato trascinato nella crisi del sud-Europa, e gli investitori di tutto il mondo, che hanno speculato, possono uscire dal vortice all'ultimo momento", ha dichiarato Sinn. I mercati finanziari sembrano ora tranquilli, quasi euforici, perchè è stato trovato un modo per usare i patrimoni tedeschi. "La stabilità finanziaria tedesca è in pericolo", ha avvertito Sinn.

Su Angela Merkel è stata fatta piu' pressione di quanta ne abbia mai dovuta sopportare un cancelliere dalla fine della seconda guerra. "Si è organizzata una caccia spietata. Per poter arrivare al nostro denaro, si è accusato la Germania di avere ambizioni imperiali, e profetizzato l'odio dei popoli nei nostri confronti", ha detto Sinn. Angela Merkel non è stata in grado di reggere la pressione e si è arresa. "Ora i cittadini, al cui patrimonio si vuole arrivare, possono sperare solo nella corte costituzionale". L'errore era già stato fatto nel maggio 2010 con il fondo EFSF. "La suscettibilità tedesca per la pressione esterna, è stato l'invito per poter estorcerce con sempre maggiore pressione, sempre piu' denaro".

I crediti concessi dall'ESM non avranno uno status privilegiato, ma saranno alla pari degli altri: secondo Sinn questa decisione ci porterà verso una situazione di pericolo. "La status di creditore privilegiato del salvatore è l'essenza di ogni procedura di fallimento", ha detto. Anche il FMI concede aiuti a queste condizioni. La posizione della Germania era sempre stata quella di organizzare i salvataggi con il FMI e secondo le sue regole. "La condizione secondo cui possiamo concedere denaro solo quando lo fa anche il FMI, era già stata rimossa dal trattato ESM". Ora sono state rimosse anche le condizioni per concedere gli aiuti secondo le regole del FMI.  Sinn: "I trattati europei sono già obsoleti, prima che l'inchiostro si sia asciugato".

Anche il Fiskalpakt secondo Sinn è una protezione contro le perdite patrimoniali: "Il patto sarà preso seriamente solo in Germania", ci dice l'economista. "E' un placebo - come a suo tempo  - il patto di stabilità e crescita". Per i paesi che non hanno la fiducia del mercato dei capitali, non c'è bisogno di mettere un limite politico all'indebitamento. "Se si vuole limitare il loro indebitamento, è sufficiente, concedere meno credito pubblico". Nuove regole di condotta causano insoddisfazione e portano solo rabbia. "La Germania non avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa". Gli ammonimenti tedeschi hanno avvelenato l'atmosfera del vertice e contribuito alla determinazione degli altri paesi di far uscire sconfitta la Germania.

domenica 1 luglio 2012

La corte costituzionale e il self-service


E' la paura tedesca del momento: il fondo ESM potrebbe diventare il self-service delle banche spagnole. Nel frattempo la corte costituzionale di Karlsruhe esamina 4 ricorsi contro le leggi appena approvate al Bundestag: il futuro europeo dipende dalla decisione dei giudici costituzionali tedeschi? Da Handelsblatt.de
Sono 4 i ricorsi presentati alla corte costituzionale di Karlsruhe in merito al fondo di salvataggio Euro e al Fiskalpakt. I ricorrenti sostengono che le leggi sui salvataggi siano in contrasto con la costituzione.  Lunedi sapremo se saranno esaminati dalla corte.

Presso la corte costituzionale di Karlsruhe sono pervenuti 4 ricorsi urgenti contro il meccanismo di stabilità europeo (ESM) e il Fiskalpakt. Lo ha confermato sabato il portavoce della corte, Judith Blohm.

A presentare un ricorso per incostituzionalità alla corte di Karlsruhe sono stati sia il gruppo parlamentare della Linke che il deputato CSU Peter Gauwelier: oltre a loro, un gruppo di professori e l'associazione "Mehr Demokratie".

Come da comunicazione della corte, il deputato SPD Peter Danckert è fra i 12.000 firmatari che sostengono l'iniziativa presentata dalle associazioni di cittadini. L'iniziativa è  guidata dal precedente ministro della giustizia Herta Däubler-Gmelin (SPD).

I ricorrenti con la loro azione intendono bloccare l'adozione dei nuovi trattati UE: per loro il fondo di salvataggio ESM e il Fiskalpakt sarebbero incostituzionali.

Gli otto giudici competenti possono decidere di aprire un'udienza sui ricorsi presentati. Oppure è possibile che sia lo "Zweite Senat" a pronunciarsi. Se ci sarà o meno una discussione dei ricorsi presentati, la corte lo comunicherà all'inizio della prossima settimana.

Le accuse di incostituzionalità si rivolgono alle nuove competenze degli organi UE, e all'impossibilità per il Bundestag di decidere sull'utilizzo del denaro dei contribuenti.  La tesi principale: se i cittadini con il loro voto non potessero piu' influenzare importanti decisioni politiche, la democrazia sarebbe compromessa.

I deputati del Bundestag hanno presentato un ricorso sia come gruppo sia in forma personale. La Linke ha fatto ricorso sia come gruppo parlamentare, sia attraverso i singoli deputati in qualità di cittadini coinvolti dalle decisioni. Anche Gauwelier ha optato per entrambe le modalità di presentazione. Ci sarebbe anche un singolo cittadino ad aver presentato un ricorso costituzionale urgente contro le nuove competenze UE, dichiara Blohm.

Dopo che Il Bundestag e il Bundesrat hanno approvato l'ESM e il Fiskalpakt, i provvedimenti per i salvataggi Euro dipendono ora dalle decisioni della corte costituzionale. Il leader del gruppo parlamentare dell'Unione Volker Kauder (CDU) ha respinto l'accusa che attraverso l'ESM si potrà utilizzare il denaro dei contribuenti con leggerezza. I fondi saranno concessi solo se i paesi indebitati faranno degli sforzi di risanamento, ha detto Kauder a Die Welt. Questo vale sia per l'acquisto diretto di titoli del debito pubblico, che per il sostegno diretto delle banche in difficoltà attraverso il fondo ESM. "Il Bundestag avrà sempre l'ultima parola", ha dichiarato. "Con noi, il meccanismo ESM non diverrà certo un self -service", ha continuato Kauder.

ESM e Fiskalpakt sono stati approvati venerdi al Bundestag e al Bundesrat con i voti contrari della Linke e con una maggioranza di due terzi. Al Bundesrat solo il governo rosso-rosso del Brandeburgo ha espresso un voto contrario.

Gauwelier vede una violazione dei principi democratici

Nella votazione al Bundestag la maggioranza nero-gialla non ha avuto tutti i voti della sua coalizione. Il leader del gruppo parlamentare SPD Oppermann ha dichiarato sabato: "Angela Merkel, nelle votazioni sull'ESM, per 3 volte consecutive non ha avuto la sua maggioranza". E' avvenuto nella votazione di venerdi sulla ratifica dell'ESM, sulla legge per il finanziamento dell'ESM e sulle modifiche al funzionamento dell'UE. "Non è stato un incidente. Angela Merkel non ha piu' una propria maggioranza per la sua politica". In un cancellierato, su tutte le questioni fondamentali, la cancelliera dovrebbe avere l'appoggio della propria maggioranza. "Stiamo assistendo all'inizio della fine dell'era Merkel", ci dice Oppermann.

Il Fiskalpakt obbliga la Germania, a livello federale, nelle regioni e nei comuni, ad avere un bilancio in pareggio. Gli stati firmatari dovranno introdurre un freno all'indebitamento - e in caso di spesa eccessiva, la Germania potrebbe essere citata in giudizio alla corte di giustizia europea. Il fondo ESM con un capitale permanente di 700 miliardi di Euro dovrebbe sostenere i paesi europei in difficoltà - la Germania garantisce con 200 miliardi di Euro.

A causa dei ricorsi costituzionali, l'ESM non potrà essere in vigore  dal primo luglio come previsto. Se i giudici di Karlsruhe decidessero di affondare il provvedimento, si potrebbero avere delle turbolenze nell'Eurozona. Anche nell'Unione e nella FDP le conclusioni del vertice europeo causano molte preoccupazioni. In futuro anche banche in difficoltà potranno essere salvate con i fondi ESM, e quindi con il denaro dei contribuenti. 

Gauweiler ha sottolineato che il Fiskalpakt e l'ESM "sarebbero una grave violazione del principio democratico". Däubler-Gmelin ha invece dichiarato: "Ricorriamo contro i trattati, perchè rappresentano una doppio smantellamento della democrazia. Da un lato le competenze di bilancio e i diritti di sovranità del Bundestag vengono trasferiti a Brussel. In questo modo il diritto di voto per il Bundestag viene svalutato". Da un altro, la ratifica del trattato è stata fatta in fretta senza aver chiesto ai cittadini cosa ne pensano. Anche il leader della Linke Gregor Gysi ha ammonito al Bundestag: il potere legislativo del parlamento in materia di bilancio viene gravemente limitato.

Secondo Angela Merkel, nel suo discorso prima della votazione, il Bundestag con l'approvazione avrebbe mandato un messaggio chiaro al mondo intero: "siamo per l'Euro". 

sabato 30 giugno 2012

Trappole francesi per la cancelliera


Holger Steltzner, vicedirettore di Frankfurter Allgemeine Zeitung, ci regala una riflessione post vertice: la cancelliera ha commesso un errore, colpa dei ricatti italiani e spagnoli e delle trappole francesi. Siamo nei guai.
I leader di governo hanno trasformato il meccanismo di stabilità europeo in uno strumento di garanzia comune per le banche dell'Eurozona. E' incredbile. Se la Spagna e l'Italia non sono pronte per le riforme, perché il Nord deve pagare con i trasferimenti?

Il Bundestag si è preparato a votare un fondo di salvataggio permanente, che tuttavia nella forma approvata già non esiste piu'. La notte precedente, i capi di governo europei in un memorabile vertice hanno trasformato il fondo ESM in uno strumento per la condivisione delle garanzie verso le banche dell'Eurozona. E' incredibile. Forse i capi di governo pensano che se con il fondo ESM hanno potuto violare le clausole di no bail-out, allora possono anche ignorare le regole di un trattato, prima che questo sia approvato.

Con una manovra politica ricattatoria, il presidente italiano Monti e quello spagnolo Rajoy hanno posto come condizione per l'approvazione del patto di crescita proposto da Hollande, la possibilità per il fondo ESM di finanziare direttamente le banche. Italia e Spagna hanno minacciato di non accettare il patto per la crescita, se si fosse resa obbligatoria l'accettazione di dure condizioni per l'utilizzo dei fondi e se ai salvataggi avesse preso parte anche il FMI.

Nella trappola di Hollande

Ma perchè la cancelliera ha accettato che questo accadesse? Prima di tutto, le è stato strappato (con il forte aiuto dell'opposizione tedesca) il consenso per qualcosa che lei non voleva affatto (patto di crescita). La signora Merkel è finita nella trappola di Hollande: e per questo è diventata ricattabile a livello europeo. Monti e Rajoy hanno saputo usare la situazione e hanno costretto la signora Merkel a fare il contrario di quello che nel discorso al Bundestag prima del vertice EU aveva affermato: una messa in comune dei debiti nella zona euro non ci sarebbe mai stata, per ragioni costituzionali, ma anche, perchè la ritiene economicamente sbagliata e controproducente.

Il circolo vizioso fra banche e debito pubblico deve essere rotto, si dice nella prima fase della dichiarazione. Per questo l'ESM sarà autorizzato a ricapitalizzare direttamente le banche.   Questo significa che non saranno piu' solo gli stati a ricevere i fondi per salvare le banche, come si puo' leggere nella legge sull'ESM approvata dal Bundestag. Ma in futuro, il fondo di bail-out diventerà azionista delle barcollanti casse di risparmio spagnole.

Strumento di responsabilità comune

Cosi l'ESM è diventato un potente strumento per la messa in comune del debito: potenzialmente per tutti i depositi bancari e tutti i rischi bancari della zona Euro, oltre ogni frontiera. La responsabilità limitata del fondo di bail-out ci inganna. Se il fondo ESM diventa un fondo di garanzia dei depositi delle banche Euro, non potrà limitare il suo rischio come co-proprietario di banche in difficoltà. Se la banca A ricapitalizza, non potrà negare il suo aiuto alla banca B. E dove i rischi sono maggiori di quelli ipotizzati, dovrà versare di piu'. Significativamente, quello che si legge nella dichiarazione sulle condizioni per gli aiuti bancari è ("nel rispetto delle norme sugli aiuti di stato"). Da quando è una condizione, attenersi alle leggi e al diritto?

La signora Merkel ha evitato (ancora) l'introduzione degli Euro-bonds. Ma ha accettato che il fondo ESM diventi la bad bank europea. E questo alla fine potrebbe essere piu' costoso degli Euro-bonds, perché i depositi bancari nella zona euro sono maggiori dei debiti pubblici. L'aumento dei fondi di salvataggio sarà piu' facile politicamente, perchè a causa della progressiva condivisione della responsabilità, il numero sempre maggiore dei riceventi potrà facilmente ricattare il sempre piu' ristretto numero di donatori.

Secondo le conclusioni del vertice, la BCE avrà anche la responsabilità della sorveglianza bancaria. Il classico conflitto di interessi fra politica monetaria e controllo bancario verrà messo da parte, come del resto i fondi di bail-out hanno scardinato un principio costitutivo dell'economia di mercato: l'unità fra la decisione e sue conseguenze. La BCE dovrebbe in futuro prendere in considerazione un po' piu' di inflazione per stabilizzare il sistema bancario? Chiuderà un occhio sui livelli di capitalizzazione di una banca traballante, per evitare una tempesta sulla banca? Oppure la BCE si precipiterà in soccorso, laddove manca capitale?

La gestione della crisi Euro mette in discussione anche l'UE come comunità giuridica. Perché non si pretendono da Spagna e Italia le stesse riforme strutturali come dagli altri paesi? Perché i progressi di Irlanda e Portogallo non vengono riconosciuti? Se Italia e Spagna non sono pronte per delle vere riforme, come si potranno convincere i contribuenti del nord Europa dei presunti benefici della responsabilità comune e dei conseguenti trasferimenti? Una messa in comune dei debiti non ci sarebbe stata, fino a quando vivrà, aveva detto questa settimana la cancelliera. E ora, prima del fine settimana, la Germania ci è andata molto vicina.

sabato 9 giugno 2012

Vittoria di Pirro per la SPD?

Accordo raggiunto fra governo nero-giallo e opposizioni rosso-verdi: introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie in cambio del voto favorevole al Fiskalpakt. Un commento su Zeit.de ci spiega perché la SPD non può cantare vittoria.
La FDP cede, la SPD trionfa: la maggioranza nero-gialla (CDU-FDP) vuole introdurre una nuova tassa sulle transazioni finanziarie. Ma a trarne vantaggio sarà di nuovo solamente Merkel.

Sigmar Gabriel ancora una volta è molto orgoglioso. Da anni il suo partito fa campagna per una tassa sulle transazioni finanziarie. Il leader SPD esulta dopo il successo nelle negoziazioni sul Patto fiscale e sul fondo di salvataggio ESM. Alla fine l'Unione e la FDP avrebbero avuto una "svolta a 180 gradi" e si sarebbero convertite alla linea politica definita dai social-democratici.

In effetti, la coalizione di governo ha sorprendemente abbandonato una posizione che fino a poco tempo fa aveva difeso con convinzione. Soprattutto la FDP, che fino ad ora aveva escluso una tassa sulle transazioni finanziarie: e in particolar modo una versione della tassa da introdurre in pochi paesi - e non in tutta Europa.

Philipp Rösler (FDP) e i suoi uomini hanno avuto argomentazioni simili a quelle del primo ministro britannico Cameron, ieri in visita a Berlino: una tassa del genere minaccerebbe le borse europee, perché gli speculatori e gli operatori finanziari fuggirebbero verso i paradisi fiscali esteri, per aggirare la tassa.

Merkel si sforza di avere un vasto consenso

I liberali tedeschi la temono ancora. Ma hanno riconosciuto che non potevano restare ancora a lungo in disaccordo con la cancelliera e il ministro delle finanze Schäuble. Soprattutto se intendevano evitare nuove difficoltà alla maggioranza nero-gialla.

Questo perché Merkel e Schäuble già da molto tempo hanno chiarito che su questo tema sono pronti ad andare incontro alla SPD e ai Verdi. Il loro obiettivo è ottenere il voto delle opposizioni sul Fiskalpakt e sul fondo di salvataggio ESM prima della pausa estiva. La coalizione nero-gialla per raggiungere la maggioranza dei due terzi al Bundestag ha infatti bisogno dei voti dell'opposizione. Per questa ragione hanno deciso di appoggiare la tanto criticata tassa sulle transazioni finanziarie.

Per non restare isolata provocando l'ira della cancelliera, alla FDP non è rimasto altro che piegarsi alla volontà dell'alleato. SPD e Verdi avevano già chiarito che senza concessioni sulla tassa finanziaria e senza un pacchetto di crescita per i paesi in crisi, non avrebbero votato il Fiskalpakt.

Merkel da tempo ha capito che senza l'appoggio dei partiti di opposizione, non può fare grandi passi in avanti, soprattutto in tema di Eurocrisi. Ed ha anche capito che non le porta nessun vantaggio opporsi alle richieste che incontrano il favore popolare: come quella di far partecipare le banche ai costi della crisi con una tassa finanziaria. Anche se è probabile che questo obiettivo potrà essere raggiunto solo in pochi paesi europei.

Merkel con i suoi sforzi per un largo consenso sulla crisi dell'Euro, ha evitato una forte contrapposizione fra le parti come è accaduto in altri paesi europei. Per questo motivo è sempre pronta a rivedere le proprie posizioni, come ha già fatto piu' volte durante la Eurocrisi.

Ma che cosa significa questo per la SPD? Da un lato si può dire che ne trarrà sicuramente vantaggio: è il partito di opposizione con piu' successi nella storia della repubblica federale. Molte richieste avanzate verso la maggioranza nero-gialla nel frattempo sono diventate senso comune, come la svolta nella politica energetica e ora la tassa sulle transazioni finanziarie. Diversamente da quanto accadeva con Oscar Lafontaine negli anni novanta, al Bundestag il partito non ricorre all'ostruzionismo in grande stile e non cerca il dissenso su ogni provvedimento.

Al contrario: fra i leader del partito la lunga esperienza di governo si nota molto bene. I leader cercano la cooperazione invece dello scontro continuo, anche se spesso nel loro partito questa linea non viene ben accolta. Questo è giusto, meritorio e come vediamo adesso porta anche dei successi.

In che modo la SPD combatterà la campagna elettorale contro Merkel?

E' anche possibile che questa condotta non porti molto ai socialdemocratici. Alla fine gli elettori potrebbero ringraziare ancora una volta la cancelliera, che ai loro occhi avrà fatto la cosa giusta, e dimenticare, da dove queste idee sono arrivate.

Inoltre: la SPD avrà bisogno di nuovi temi per la campagna elettorale al Bundestag. Con la tassa sulle transazioni finanziarie, Merkel gliene ha già portato via uno.

giovedì 31 maggio 2012

Cittadini contro l'Euro

Handelsblatt.de ci racconta che in Germania, il paese vincitore dell'unione monetaria, si rafforzano i movimenti anti-Euro, che ora vogliono entrare al Bundestag. Prima parte
Quando la  rabbia diventa politica: un'alleanza di cittadini mette sotto pressione le politiche di salvataggio di Berlino. Il movimento è guidato dai Freie Wähler, che con una politca anti-Euro voglino entrare al Bundestag.

Raramente il successo di un best seller era stato così prevedibile. Il nuovo libro di Thilo Sarrazin "Europa braucht den Euro nicht" in Germania incontra un sentimento diffuso. Secondo un recente sondaggio della N-TV, circa il 41% della popolazione vuole tornare al D-Mark. Questo sentimento anti-Euro, ora vuole fondare un partito - e con l'aiuto di una grossa coalizione di imprenditori, professori, e cittadini impegnati vuole diventare, dopo i pirati, il nuovo grande partito della protesta.

La frustrazione dei cittadini si dirige prima di tutto verso la Grosse Koalition, dalla CSU fino ai Verdi, che hanno approvato un piano di salvataggio dietro l'altro. La critica dei ribelli all'interno della FDP e dell'Unione, da Frank Schäffler a Klaus-Peter Willsch, con la loro "Alleanza contro l'ESM" sembra scomparsa senza aver lasciato grandi risultati. La frustrazione sul tema, ora inizia a produrre aggregazione.

Un'opposizione extraparlamentare contro le attuali politiche europee inizia a formarsi. Non è né chiassosa né violenta. La sua forma di azione preferita è la raccolta di firme piu' che i sit-in di protesta, preferisce le tavole rotonde agli scontri di strada. Tuttavia, la nuova opposizione potrebbe mettere in difficoltà l'intera struttura politica della Repubblica federale.

Al centro del nuovo movimento ci sono i  Freie Wähler, che fino ad ora hanno avuto un ruolo significativo solo in Baviera - e ora con l'appoggio degli eurocritici vogliono svilupparsi in un partito federale anti-Euro. Una riunione federale prevista il 16 giugno, deciderà sulla partecipazione per la prima volta dei  Freie Wähler alle elezioni politiche del 2013. L'ha confermato ad Handelsblatt il presidente federale dei  Freie Wähler, Hubert Aiwanger. Molto vicino al movimento è anche Hans-Olaf Henkel, ex presidente della BDI (Confindustria tedesca).

" Il rifiuto delle politiche di salvataggio Euro sarà la proposta politica centrale per le elezioni del Bundestag", ha dichiarato Aiwanger. A livello federale il movimento punta al 5% - in Baviera nel 2008 il partito è entrato nel parlamento regionale con quasi il 10% dei voti. In molte città - fra queste ULM, Görlitz, Zittau, e Pirna - i Freie Wähler sono entrati nei parlamenti comunali con oltre il 10% dei voti.

Nelle elezioni regionali del Nordrhein-Westfalen i Freie Wähler hanno ottenuto solo 17.722 voti (0.2%), nello Schleswig-Holstein 7.823 voti (0.6%) e in Saarland 4173 voti (0.9%). Dall'altro lato, l'associazione federale dei Freien Wähler ha già raccolto 280.000 cittadini - ad esempio la FDP ha solamente 63.000 membri.

Le rivendicazioni politiche dei Freie Wähler sono state formulate in una petizione al Bundestag. Hanno infatti chiesto ai deputati di votare contro il meccanismo di stabilità europeo da 500 miliardi e contro il Fiskalpakt. I Freie Wähler vogliono bloccare il passaggio da una unione monetaria ad una unione delle garanzie. L'ESM "non è né legittimato democraticamente, né vi è un controllo parlamentare", si dice nella petizione.

"Il Fiskalpakt, sulla politica fiscale, limita  la sovranità dei parlamenti nazionali e dei suoi membri eletti democraticamente". Il 16 giugno i Freie Wähler intendono presentare le loro posizioni ufficiali sulla politica europea. Henkel, che lavora al progetto, spera di convincere i Freie Wähler a condividere la sua proposta di spezzare l'unione monetaria in un Euro-nord e in un Euro-sud.

Ma i Freie Wähler sono solo la punta di un movimento, che si è formato contro la politica europea tedesca. Sempre piu' professori, imprenditori, cittadini impegnati, sono dell'opinione che la cosiddetta politica "senza alternative" della cancelliera, non può rimanere davvero senza alternative. Si riuniscono in coalizioni e allenze abbastanza fluide, dove la distinzione fra forze parlamentari, extraparlamentari e lobby di interessi non è molto semplice. La "Bündnis Bürgerwille" ad esempio appartiene alla "Allenza contro l'ESM" a cui appartengono anche il ribelle FDP Frank Schäffler, il deputato CDU Klaus-Peter Willsch, l'associzione dei contribuenti (Steuerzahlerbund), l'associazione delle imprese familiari (Familienunternehmer-Verband) e l'associazione dei Giovani imprenditori.

I critici delle attuali politiche di salvataggio Euro vogliono ad ogni costo evitare che la Germania accetti ulteriori garanzie verso i paesi iperindebitati come la Grecia e il Portogallo. I padri spirituali del movimento non sono Karl Marx e Herbert Marcuse. I padri del movimento sono il presidente dell'Istituto IFO Hans-Werner Sinn, la cui critica agli euro-salvataggi è stata la prima chiamata alla resistenza, e l'ex presidente BDI Hans Olaf Henkel, sostenitore di una separazione dell'unione monetaria in un Euro-nord e in un Euro-sud.

Sinn nell'ottobre 2011 ha pubblicato "La dichiarazione di Bogenberg". "Siamo preoccupati per l'Europa e la Germania" dichiara il documento, l'Euro non soffre di una crisi di fiducia temporanea, "ma di una profonda crisi strutturale, che con l'ampliamento degli aiuti finanziari pubblici sarà solamente prolungata". Il consiglio BCE, ammoniscono Sinn e i vertici dell'IFO Institute, ha superato il proprio mandato, quando ha trasferito alle banche centrali  il compito di finanziare i debiti privati e pubblici dei paesi in crisi.

"Solo una politica restrittiva, fatta di poco denaro per i salvataggi", scrivono gli autori, "offre agli stati superindebitati degli incentivi al risparmio e la possibilità d migliorare la competitività di prezzo attraverso una riduzione dei prezzi e la moderazione dei salari" - una posizione, che anche l'ex presidente Bundesbank Alex Weber e l'ex capo-economista BCE Jürgen Stark condividono.

Top manager come l'ex presidente di Metro Eckhard Cordes, Roland Berger,  Klaus Mangold, il capo della catena di drogherie Dirk Roßmann e Peter-Alexander Wacker, presidente di Wacker-Chemie AG, hanno firmato la dichiarazione, in cui si sostiene, che la Germania con l'approvazione di una unione di trasferimento "accetterebbe un impegno finanziariamente troppo gravoso" visto che il 40% della popolazione dell'Eurozona vive nei paesi in crisi.  ---CONTINUA--

mercoledì 16 maggio 2012

Un voto di responsabilità

La troika SPD chiama così il suo voto favorevole al Fiskalpakt. In cambio del sì fa richieste poco concrete e di difficile attuazione. Un cambio di rotta a Berlino per ora resta improbabile. Da Tageszeitung.de
La cancelliera nella sua politica europea è molto inquieta, secondo la troika socialdemocratica. Che si propone invece come salvatrice.

C'è una domanda che desta preoccupazione al leader della SPD Frank-Walter Steinmeier. Ed è se la SPD dopo la vittoria del socialista Francois Hollande in Francia e quella della candidata SPD Hannelore Kraft in Nordrhein-Westfalia debba porre delle condizioni molto precise alla CDU per il suo sì al Fiskalpakt. "Non siamo la Linke" dice Steinmeier nell'atrio della sala per le conferenze stampa a Berlino. Non assumiamo comportamenti da "opposizione rituale", in gioco c'è molto di piu'. "Anche all'opposizione siamo responsabili".

La troika SPD composta da Sigmar Gabriel, Frank Steinmeier e l'ex ministro delle finanze Peer Steinbrück si è incontrata con la stampa a Berlino per chiarire la via di uscita alla crisi proposta dalla SPD. Il messaggio: qui non ci sono 3 maschi alfa che lottano per il lavoro di candidato cancelliere, qui ci sono 3 strateghi che propongono insieme una Europa migliore.

Nessun ritorno al debito.

La SPD appoggia in principio il corso di risparmio di Merkel nella EU. Non ci deve essere "nessun ritorno all'indebitamento" ci dice Steinmeier. Ma ci devono essere impulsi alla crescita, che impediscono il ritorno in recessione. Questi investimenti devono essere finanziati con la tassa per le transazioni finanziarie, che nella EU può portare oltre 50 miliardi Euro di entrate. Questa tassa, secondo Steinbrück "la possiamo introdurre nella EU con altri nove paesi".

Il governo Merkel non sarebbe in difficoltà con la resistenza dei britannici, ma con l'opposizione della FDP (liberali). Il capitale della Banca Europea per gli Investimenti deve essere aumentato, in modo da poter sostenere gli investimenti con dei prestiti. Inoltre, secondo Steinbrück, 232 miliardi di Euro di mezzi non utilizzati dei fondi strutturali EU devono essere resi disponibili per i paesi in crisi. E' necessario un programma contro la disoccupazione.

La SPD, come il presidente francese Hollande, vuole "un programma economico di ricostruzione, in modo che il Fiskalpakt e il rientro dal debito possano funzionare" chiarische Gabriel. Il leader SPD è sicuro che Hollande e i nuovi equilibri politici in Europa faranno in modo che Merkel "alla fine non si opporrà a queste misure".

La signora Merkel ha bisogno di noi

Secondo la descrizione dei 3 leader socialdemocratici, Merkel sarebbe molto inquieta. Ha infatti molti dilemmi. Poiché sono i länder federali, a cui il Fiskalpakt già dal 2014 sottrae ogni spazio di manovra, a dover approvare il provvedimento nel consiglio federale (Bundesrat) con una maggioranza dei due terzi. In Europa ci sono i malumori francesi. E nel parlamento federale (Bundestag) Merkel ha bisogno del voto favorevole della SPD. Steinbrück alla fine grida felice in sala: "la signora Merkel ha bisogno di noi".

Che cosa i socialdemocratici vogliano ottenere da questa situazione per loro vantaggiosa non è ancora chiaro. Condizioni indispensabili per il loro appoggio al Fiskalpakt al momento non sembrano porle. Piuttosto si parla di stimoli aggiuntivi alla crescita. Cosa la SPD intenda fare, per rendere concreti obiettivi importanti come la tassa sulle transazioni finanziarie, resta  ancora un interrogativo. Apparentemente per ora preferisce solo aspettare.

martedì 15 maggio 2012

La SPD vota il Fiskalpakt? Ja, genau.

Un articolo su Zeit.de della settimana scorsa, prima del voto in Nordreno - Westfalia, ci racconta a che punto sono le trattative sul Fiskalpakt. Al di sotto delle Alpi ci si illude che una volta sconfitta Merkel, il rigorismo sarà messo in cantina: a leggere i giornali pare che le cose andranno diversamente.
La SPD vuole portare a casa qualcosa, in cambio del voto favorevole al programma di consolidamento fiscale europeo. Ma nella coalizione non sembra esserci molto spazio per la trattativa.

La SPD è disposta a votare il Fiskalpakt per l'Europa, con il quale si intende porre un limite all'indebitamento di 25 dei 27 stati europei, ma solo a certe condizioni. Il portavoce del gruppo parlamentare SPD al Bundestag, Carsten Schneider, ha chiesto ulteriori provvedimenti per stimolare l'economia. Solo in questo modo si potrà ridurre la disoccupazione nei paesi europei in crisi, ha dichiarato alla radio RBB. La SPD pretende perciò che il governo completi il provvedimento con ulteriori emendamenti. In caso contrario, i socialdemocratici non sarebbero disponibili ad approvare il provvedimento nel voto del 25 maggio.

La coalizione giallo-nera (CDU-FDP) in parlamento ha bisogno dei voti della SPD, perchè il Fiskalpakt puo' essere ratificato solo con una maggioranza dei due terzi al Bundestag e al Bundesrat. Per questo motivo la SPD può dettare le condizioni. Il leader della SPD Sigmar Gabriel ha confermato la sua richiesta di una tassa sulle transazioni finanziarie. Gli introiti attesi, pari a 50 miliardi, potrebbero essere utilizzati per "ammortizzare socialmente" le misure di consolidamento dei bilanci pubblici, ha dichiarato alla Ruhr-Nachrichten. Il segretario generale della SPD, Andrea Nahles, ha invece richiesto maggiori iniziative per la regolamentazione dei mercati finanziari.

I Grünen non mettono in dubbio il Fiskalpakt, ma la sua pianificazione. Il 25 maggio sarebbe un giorno non adatto per la votazione, dichiara il capogruppo Renate Künast. Il suo partito non intende trattare il provvedimento in fretta, prima di aver chiarito i dettagli piu' importanti.

La coalizione nero-gialla  nelle prossime settimane, dopo il voto in Nordreno - Westfalia, vuole proseguire le negoziazioni con l'opposizione sul Fiskalpakt. I politici della coalizione hanno chiarito che non intendono concedere molto: "La SPD farebbe bene a non iniziare le trattative come farebbe un commerciante di tappeti magrebini", ha dichiarato il capo della delegazione parlamentare della CDU Peter Altmaier. La ratifica del Fiskalpakt sarebbe alla fine nient'altro che il trasferimento  ad un livello europeo dei freni all'indebitamento (Schuldenbremse) concordati dalla SPD . Il patto sarebbe "di primario interesse per la SPD".

Anche il responsabile per le politiche di bilancio della CDU, Norbert Barthle, ha detto a Zeit Online: "Non mi posso immaginare, che la SPD non voti la ratifica del Fiskalpakt". Alla fine si tratta del futuro dell'Europa. Per quanto riguarda i provvedimenti per la crescita richiesti dalla SPD, Barthle rimanda ai provvedimenti europei firmati in marzo e finalizzati al rafforzamento della competitività, denominati Euro-Plus-Pakt.

Come possibile offerta alla SPD, negli ambienti dell'Unione (CDU) si è pensato ad una ridefinizione della Banca Europea per gli Investimenti. Anche il denaro dei fondi strutturali europei potrebbe essere reindirizzato ad esempio, verso la riduzione della disoccupazione giovanile. Nel fondo ci sono ancora risorse che fino ad ora non sono state utilizzate, ci dice Barthle. Tutto questo deve però essere negoziato a livello europeo, dichiara ancora Barthle. C'è bisogno di tempo. Per questa ragione i provvedimenti potrebbero non essere ancora pronti per l'approvazione nel Bundestag o nei parlamenti regionali. 

La SPD vuole di piu'.

Per la SPD molti di questi provvedimenti non vanno sufficientemente lontano. Schneider descrive i provvedimenti europei come "Peanuts". Nahles dice, che alla politica attuale non si deve solo attaccare un'etichetta di crescita. E' necessario un nuovo inizio, che possa  guadagnarsi sul serio questo nome.

La CDU esclude in linea di principio la possibilità di accettare ulteriore debito per dei programmi di crescita.  Una politica di deficit per questo scopo non sarebbe possibile: ogni paese che vuole andare in questa direzione, dovrà fare i conti con conseguenze negative sui mercati finanziari, ha dichiarato Altmaier.

La richiesta della SPD di una tassa sulle transazioni finanziarie, con la quale finanziare le possibili iniziative, nella CDU la si considera come frastuono per la campagna elettorale. La SPD sa bene che una decisione a livello nazionale in questa direzione non avrebbe alcun senso. Per la tanto famosa tassa sulle transazioni finanziarie, sia nella variante debole che in quella forte, in Europa non ci sarebbe alcuna maggioranza disponibile. 

Freno ai debiti (Schuldenbremse) per i Länder già dal 2014

Anche il calendario secondo l'Unione dovrà essere molto serrato. L'approvazione del Fiskalpakt è collegata con l'approvazione del sistema di salvataggio permanente ESM. Questo dovrà essere effettivo dal primo di Luglio 2012 e per questo dovrà essere approvato dalla Germania al piu' tardi al 30 giugno. L'ultima seduta del Bundesrat prima di quella data sarà il 15 giugno. Il parlamento dovrà perciò votare prima di quella data.

Per i diversi Länder la ratifica del Fiskalpakt significa che già dal 2014 non potranno piu' fare nuovi debiti. Il provvedimento tedesco di freno al debito (Schuldenbremse) gli avrebbe dato tempo fino al 2020. Su questo argomento sono pero' in corso trattative fra il ministero e i diversi Länder. Siamo certi che riusciremo a trovare una soluzione, si dice negli ambienti dell'Unione (CDU).

venerdì 27 aprile 2012

L'affare: disciplina in cambio di salvataggi

Anche la progressista Die Zeit si allinea alle posizioni rigoriste del governo di Berlino. Basta con la spesa sociale, dobbiamo essere un campione del risparmio, un esempio per l'Europa.
Da quando l'Olanda è sul mar Mediterraneo? L'Euro crisi è tornata, e non solo nel sud, ma anche nel nord Europa, dove ci sono i governi buoni e stabili. Cioè quelli come noi.

Naturalmente l'Olanda non è un'altra Grecia. Ma lo stato si è indebitato troppo rapidamente, e i debiti privati sono immensi. Il governo voleva risparmiare di piu' - ma è caduto a causa dei populisti.

Ogni caso è diverso, da Madrid, via Roma fino ora a Den Haag. La struttura però resta sempre la stessa: l'economia stagna, i lavoratori perdono il lavoro, allora bisogna risparmiare, riducendo il livello generale di benessere. I cittadini si arrabbiano, le borse crollano, e i politici dopo poco -  come ora in Olanda - perdono il loro posto.

A tutto ciò gli Stati Uniti reagiscono come i partiti di opposizione in Europa, accusando i tedeschi di rovinare l'economia continentale con i loro diktat di risparmio. Sarebbe meglio se Berlino garantisse per i debiti dei partner europei e mettesse a disposizione del denaro per la crescita. E allora si avrebbe finalmente la calma nella casa europea.

Detto chiaramente, tutto questo si adatta molto allo stile americano, visto che loro sono i piu' grandi debitori del mondo e non si troverebbero piu' soli in questo ruolo. Ma l'Europa è diversa dall'America: salvataggi in cambio della disciplina, questo deve essere lo scambio, altrimenti un paese dietro l'altro finirà nel vortice del basso rating e degli alti interessi.

Tutti guardano alla Germania. Che cosa fa Berlino durante il boom economico attuale invece di risparmiare in maniera lungimirante? Pianifica nuove prestazioni sociali come il Betreuungsgeld (assistenza alle famiglie) e l'aumento delle pensioni. Non importa che cosa si pensa dei singoli provvedimenti - la somma di spesa prevista, rende la Germania, i cui debiti sono circa l'80% del PIL, poco credibile come esempio per il patto di risparmio.

L'Europa ha bisogno della Germania, ma come campione del risparmio. La crisi tornerà di nuovo, forse anche piu' forte. I governi faranno qua e là ancora nuovi debiti, piu' di quanto non sia previsto dal patto. Questo appartiene al gioco. Ma se non è Berlino ad obbligare al risparmio e alle riforme, non lo farà nessun'altro. Alla fine  sarebbe ancora piu' difficile salvare l'Euro e far crescere l'Europa insieme.

domenica 15 aprile 2012

Volete la bolla totale?


Mark Schieritz, popolare economista tedesco, su Die Zeit si chiede fino a che punto è possibile chiedere alla Germania di ribilanciare gli squilibri europei prima di far surriscaldare la sua economia.


C'è un consenso internazionale sul fatto che la Germania debba fare di piu' per superare la crisi della zona Euro. La domanda aggregata dovrebbe infatti essere stimolata prima di tutto nel nostro paese.

In questo modo i paesi del sud ne approfitterebbero in 2 modi: primo, con l'aumento del reddito aumentano gli introiti derivanti dalle importazioni tedesche; secondo, una maggiore utilizzazione della capacità produttiva spingerebbe verso una crescita dei prezzi e dei costi.  Le aziende tedesche in rapporto ai loro concorrenti del Sud Europa diverrebbero tendenzialmente meno competitive - e i prodotti tedeschi sarebbero sostituiti da quelli italiani. Avremmo un effetto reddito ed un effetto sostituzione che vanno entrambi nella stessa direzione. 

Fin qui tutto bene, di fatto non vi è alcuna possibilità di evitare che il sud diventi piu' economico, e che il nord consumi un po' di piu' di quanto ha fatto fino ad ora. Non ci sono alternative.

Ma il sud rinuncia all'adeguamento dei prezzi e continua a consumare allegramente: e allora sono necessari trasferimenti duraturi, perchè il capitale privato non è piu' disponibile a finanziare questi consumi.

Se il nord rinuncia ad un aumento della domanda aggregata, allora il prodotto interno lordo generale dovrà per forza di cose ridursi. La riduzione della domanda del sud non viene infatti compensata. La minaccia è una prolungata crisi economica.

L'Europa allora dovrebbe recuperare la domanda mancante dal resto del mondo attraverso una sostanziosa espansione dell'export. In questo modo si avrebbe un avanzo delle partite correnti con il resto del mondo. Ma è probabile che il resto del mondo non lo accetti.

Il prodotto interno lordo si costituisce notoriamente di consumi, investimenti, spesa pubblica, e dal saldo dell'export e dell'import.

Y=C+I+G+X-M

Se il sud spinge verso il basso C e I, deve allora succedere qualcosa, altrimenti crolla Y. E  qui entra in gioco la domanda aggregata tedesca.

L'interrogativo è allora: di quanta domanda abbiamo bisogno? L'economia tedesca al momento va abbastanza bene. La disoccupazione è bassa, i salari salgono, le importazioni stanno crescendo. Se la BCE ha il coraggio di prendere sul serio il proprio mandato e se dinanzi alle ansie  dei tedeschi non fa retromarcia, avremo una crescita dell'inflazione. Questo aggiustamento andrebbe nella giusta direzione e lo si deve lasciar correre. Ma da una prospettiva tedesca, sarebbe allora difficile giustificare ulteriori misure di stimolo dell'economia di tipo Keynesiano.

Se tutto ciò funziona, la richiesta di misure espansive aggiuntive si trasformerebbe alla fine in una stimolazione eccessiva della nostra economia. Lo si può volere o no, ma si dovrebbe almeno essere consapevoli di ciò a cui si va incontro. Un surriscaldamento dell'economia potrebbe avere effetti molto spiacevoli.

Kantoos ha un'alternativa in mente. Se la Germania non permette questo surriscaldamento dell'economia, si accresce lo spazio di azione della BCE per l'incremento della domanda aggregata nel sud - quindi la Germania avrà bisogno alla fine di una inflazione minore.

Overall AD needs to be kept constant by the ECB. If Germany does not allow more AD at home, the AD needs to be created elsewhere. (…) It is best to create some extra demand in the south, rather than overheating the German economy

Questo è vero - e una maggiore domanda aggregata nel Sud potrebbe essere ottenuta attraverso misure di risparmio minori di quelle attuali. Ma a questo punto si giunge ad un conflitto. Maggiore sarà l'affiancamento macroeconomico ai necessari aggiustamenti del sud, minori saranno le dimensioni di questi aggiustamenti. Poichè la competitività di prezzo e la domanda dipendono l'una dall'altra. Nel caso estremo di capacità produttive pienamente utilizzate i salari continuerebbero a crescere in maniera forte. E allora si potrebbe riporre le nostre speranze nel fatto che la competitività possa crescere attraverso aumenti della produttitività, ma io penso, che questo potrebbe restare a lungo una speranza.

Conclusione: non esiste una facile via di uscita.

sabato 14 aprile 2012

Senza l'ancora di stabilità tedesca, l'Eurozona è perduta


Un commento affilato di Robert Tichy, direttore di Wirstchaftswoche, il settimanale economico conservatore, ci avverte: chiedere alla Germania di rinunciare alla propria competitività significa far affondare l'intera Eurozona.
La Germania ha costretto gli stati europei a risparmiare. Ma noi non siamo in grado di mantenere l'impegno a casa nostra - a scapito dell'Euro zona.

Con il freno al debito Made in Germany l'Europa dovrà risparmiare per la propria salvezza. Ma che cosa succede se proprio ai tedeschi questi risparmi non vanno giù? Sembra proprio così: il grosso aumento del 6.3 % per il settore pubblico viene finanziato a debito. E se il sindacato Ver.di ha ottenuto un aumento superiore al 6% per i dipendenti pubblici, i sindacati dei metalmeccanici non si accontenteranno di un 4% di aumento. E così il costo del lavoro crescerà e la competitività dell'economia crollerà. La politica tedesca ama predicare una forte politica di risparmio a spagnoli, italiani, greci e portoghesi: ma i tedeschi stessi non ne vogliono piu' sapere del risparmio pubblico. Come primo ministro della Nord Reno - Westfalia, Hannelore Kraft ha fallito proprio perché la sua politica di alto indebitamento non aveva piu' nessuna maggioranza nel parlamento regionale. Adesso attraverso nuove elezioni vuole ottenere un mandato per creare nuovi debiti.

Anche il bilancio della maggioranza giallo-nera (CDU, FDP) non è austero, anzi "amico della crescita". Amico della crescita significa secondo la vulgata Keinesiana: indebitamento crescente. Per questo Schäuble intende fondare il bilancio non sul risparmio, ma su crescenti entrate fiscali, che potranno arrivare solamente dalla crescita. Se ci fosse una nuova crisi, oppure se una piccola parte delle garanzie offerte dalla Germania fossero necessarie, il nostro budget scivolerà in profondo rosso: anche un rimborso appena un po' piu' alto per i pendolari metterebbe in crisi il nostro bilancio pubblico. 

Il ritornello nuovi miliardi per l'Euro i tedeschi lo hanno fatto proprio - ma diversamente da come ci si aspettava: "Adesso ci siamo noi, non solo e sempre i greci", questo era il grido di battaglia delle "Schlecker - Frauen" (dipendenti della catena di drogherie Schlecker, recentemente fallita), con il quale hanno richiesto sussidi statali per la nuova società che sostituirà la vecchia azienda fallita. Ebbene sì, si potrebbe liquidare come inaccettabile soluzione individuale - ma giustamente suggerisce "Hamburger Zeit": sarebbe un precedente e uno schermo di salvataggio diverrebbe necessario per tutti i lavoratori, semplice e logico. L'insegnamento dalla debacle del Sud Europa non è allora la solidità del bilancio - ma una gara all'indebitamento a favore del portafoglio personale. "Morire per Danzica" nel 1939 non era molto popolare in Francia, così è oggi "risparmiare per la Grecia" da noi.

Nell'Eurozona la nuova generosità tedesca sugli stipendi e gli aiuti statali viene ascoltata con molto piacere. Alla fine la competitività tedesca e il successo nell'export sarebbero i responsabili dell'indebitamento degli altri. Senza una esplicita decisione del governo, si sta aumentando la domanda interna attraverso un aumento dei salari e l'indebitamento dello stato -  come ad esempio chiedono il capo del FMI Christine Lagarde e il candidato presidente Francois Hollande in Francia.

Se solo non si sbagliassero. I dipendenti del settore pubblico non aumenteranno la loro domanda di vini francesi, immobili spagnoli o di costose vacanze in Grecia. L'intera Eurozona avrà nel complesso grandi difficoltà, se la competitività della Germania si allinea ai livelli medi europei: solo l'avanzo commerciale tedesco con i paesi extraeuropei fa in modo che la bilancia commerciale dell'Eurozona rimanga in equilibrio.

Anche il corso dell'Euro rimane per il momento abbastanza stabile, perché i dollari vengono investiti nelle ancora sicure obbligazioni tedesche. Se l'ancora di stabilità tedesca dovesse rompersi, l'Europa e l'Euro sarebbero allora perduti.

mercoledì 14 marzo 2012

Tutti uniti per il Fiskalpakt


Se qualcuno sperava che SPD e Verdi potessero votare contro il Fiskalpakt e il rigorismo Merkeliano dovrà ricredersi: appoggeranno il governo in cambio (forse) della tassa sulle transazioni finanziarie. Che invece i liberali della FDP non vogliono proprio. Da TAZ.de

In cambio del loro voto al Fiskalpakt la SPD e i Verdi vogliono ottenere la tassa sulle transazioni finaziarie. Le loro possibilità non sono buone.

No, dice Volker Beck (capogruppo dei Verdi al Bundestag), se si avviano i negoziati, le linee rosse sono fuori luogo. "In questo modo ci si rende la vita solo piu' difficile". No, un voto di prova non è mai stato fatto. Ma fra i parlamentari ci sono valutazioni molto diverse sul Fiskalpakt presentato dalla coalizione di governo. Almeno questo.

Beck è considerato un abile negoziatore. Eppure ancora mercoledi scorso gli risultava difficile chiarire, come i Verdi e la SPD sarebbero riusciti a costringere la cancelliera Merkel a ingannare la FDP. Entrambi i partiti di opposizione vorrebbero introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie nell'area Euro in cambio della loro approvazione al Fiskalpakt in parlamento. Ma davanti alla loro unica possibilità di influenzare il governo con un no al Fiskalpakt, sembrano tornare sui loro passi. La richiesta di tassare le transazioni finanziarie resta ancora nella nebbia.

Il governo mercoledi ha approvato l'accordo che dovrebbe costringere i paesi europei al risparmio. Il patto fiscale prevede dei freni all'indebitamento, che dovranno essere inseriti nella costituzione dei singoli paesi. Inoltre, contiene una procedura per gli eccessi di deficit, che sanziona in maniera automatica gli stati che faranno troppi debiti. 

La SPD e i verdi appoggiano in sostanza il freno al debito e la politica rigorista per l'Europa - ma nella procedura parlamentare che sta per iniziare vogliono ottenere quanto più possibile per il loro sì. L'aritmetica è dalla loro parte: per l'approvazione del Fiskalpakt è necessaria una maggioranza dei due terzi del parlamento. Senza l'opposizione non potrà passare.

Per approvare la tassa sulle transazioni finanziarie contro la riluttante FDP, la SPD e i Verdi tentano una manovra strategica. Si mostrano contrari ad un progetto di risparmio che condividono e che trovano positivo. Il capo gruppo della SPD ha dichiarato che le trattative per l'approvazione del provvedimento saranno dure. La lotta sarà "finalizzata alla concretizzazione della tassa sulle transazioni finanziarie" all'interno del pacchetto. Il provvedimento di certo non è ancora concreto. E lo stesso Oppermann è stato attento a non porre la tassa sulle transazioni finanziarie come condizione decisiva.

Oppermann e Beck sono consapevoli dell'altezza della caduta possibile. Finora SPD e Verdi nei provvedimenti riguardanti l'Euro hanno sempre votato con la maggioranza, sebbene i loro voti non fossero decisivi. Ora è diverso. Se dovessero decidersi per un no al Fiskalpakt, affonderebbe tutto il lavoro che la Cancelliera aveva fatto e preteso dagli altri paesi.

Una cosa è sicura: la FDP, che la tassa sulle transazioni finanziarie la vuole evitare con tutta la forza, ha riconosciuto la debolezza dei loro contraenti. Adesso il leader del partito Rainer  Brüderle   ha detto con gusto, è l'opposizione ad avere la responsabilità.

sabato 4 febbraio 2012

I tedeschi non capiscono la crisi

I tedeschi non capiscono la crisi, dichiarano gli economisti e i politici anglosassoni. Come arrivano a queste conclusioni? Da Zeit.de
Lo scorso lunedi l'Europa è diventata un po' piu' tedesca, almeno sulla carta. Ad eccezione della Repubblica Ceca e della Gran Bretagna, tutti gli stati d'Europa hanno accettato di  sottoscrivere il patto fiscale ideato dal governo tedesco. Con un trattato internazionale si impegnano ad inserire dei limiti all'indebitamento secondo l'esempio del governo di Berlino.

Una vittoria per la Cancelliera ed un passo in avanti nella lotta contro i debiti pubblici. Così la si vede da Berlino, dove l'accordo di Brussels viene definito un capolavoro. L'Europa rimane una preoccupazione, dichiara invece la Casa Bianca da Washington, poche ore dopo la fine del vertice. E il primo ministro britannico David Cameron invita la cancelliera ad essere finalmente "audace e coraggiosa".

Il motivo di questo dissenso: la visione dei critici della Merkel - che non sono solo nei governi centrali ma anche nelle università - è che la crisi dei debiti sovrani non è una crisi di debito pubblico.

Allora che cos'è?

Paul de Grauwe dice di saperlo. E' un economista molto conosciuto e stimato. Il suo governo voleva nominarlo fra gli esperti per un posto nel direttorio della BCE. Ma Berlino era contraria e il governo Belga non è riuscito ad imporlo.  
In un pomeriggio nell'autunno 2009 ha tenuto una conferenza a Francoforte.  Gli oratori precedenti avevano parlato dell'eccesso di debito pubblico e sulla necessità di ridurre i deficit di bilancio pubblico. Dopo il pranzo è il turno di De Grauwe e già alla seconda frase è chiaro ciò che lui pensa: si tratta di un clamoroso errore. Molti degli scettici della sig.ra Merkel si rifanno alle analisi del Proff. De Grauwe di allora.

Al fine di comprendere le loro obiezioni, si deve andare indietro ai tempi prima dell'Euro. I cambi delle monete del Sud Europa si indebolivano costantemente, perché le loro banche centrali stampavano troppa moneta. Per questa ragione gli interessi nell'Europa del sud erano molto alti. Gli investitori prestavano il loro denaro, solo se ricevevano un compenso adeguato per il rischio. Per il finanziamento di un immobile in Spagna, la banche chiedevano piu' del 10% di interessi annui. Le persone prendevano poco a prestito, si costruiva e si consumava poco. 

Quando circa dieci anni fa è stata introdotta la moneta unica, questa situazione è cambiata radicalmente: i tassi di interesse sono scesi velocemente. Ancora negli anni '90 gli italiani dovevano pagare per un credito a 10 anni il 10%, mentre ora sono poco sopra il 5%. Simile era la situazione in Spagna, Irlanda e Portogallo. Il motivo per il crollo dei tassi di interesse:  non c'è piu una moneta nazionale in Europa e l'offerta di moneta è controllata dalla BCE che è modellata sui principi di stabilità della Bundesbank. Chi investe i suoi risparmi in Spagna o Italia, non si deve piu' preoccupare del rischio di perderli per il rischio cambio o per l'inflazione. 
Molti hanno sfruttato questa situazione. Le banche e le assicurazioni in Germania e Francia hanno mosso sempre piu' soldi verso sud. La gioia per l'arrivo dei capitali era molto grande:  le istituzioni  finanziarie hanno concesso crediti con facilità e il prezzo degli immobili è schizzato in alto. Il boom è stato finanziato con il capitale proveniente dal nord Europa. Nel 2009 gli spagnoli avevano debiti esteri pari al 97 % del PIL.

Le cifre di Paul de Grauwe parlano chiaramente: la maggior parte del nuovo debito non lo ha fatto lo Stato, ma i soggetti nell'economia privata. Mentre i deficit nel settore pubblico sono caduti negli anni precedenti la crisi, il debito delle famiglie è cresciuto rapidamente. Spagna e Irlanda avevano dei debiti piu' bassi di quelli della Germania. "Ad eccezione della Grecia, la radice del problema è nell'eccessivo indebitamento del settore privato, e non nell'indebitamento pubblico" sostiene il premio Nobel per l'economia Paul Krugman, uno dei critici piu' accesi di Angela Merkel. 
Al contrario, gli accordi politici negli scorsi anni hanno peggiorato la situazione, secondo l'interpretazioen di Krugman. Normalmente le banche centrali nei periodi di boom aumentano gli interessi e frenano l'indebitamento. Questo pero non è successo. E la BCE ha lasciato i tassi relativamente bassi. Secondo il suo mandato doveva occuparsi di tutta l'Eurozona e non solamente del Sud Europa.

Soprattutto in Germania la congiuntura non era buona. Era il momento in cui la Germania veniva considerata il malato d'Europa. Piu' di 5 milioni di disoccupati e il Presidente parlava di una crisi dello Stato. Il presidente di allora della Banca Centrale, J.C. Trichet si mise a ricercare una via di mezzo - con il risultato che i tassi nel sud europa rimasero troppo bassi alimentando ulteriormente il boom, mentre nel nord rimasero troppo alti approfondendo la crisi. 

Ma anche i governi hanno fallito. Hanno permesso che i salari andassero fuori controllo. Nel sud sono aumentati bruscamente in modo da far spendere alla gente ancora piu' soldi. E poiché a causa dell'aumento dei salari anche i costi delle imprese sono saliti, le merci spagnole e italiane sono diventate piu' care in rapporto ai prodotti di altri paesi. Per questo motivo gli italiani e gli spagnoli hanno acquistato molto dall'estero e i debiti esteri sono cresciuti. 

Il contrario è successo in Germania: le aziende hanno mantenuto i salari bassi, cosa che è riuscita molto facile grazie alle riforme del mercato del lavoro della cosiddetta Agenda 2010. Come risultato, i prodotti tedeschi sono sono diventati internazionalmente piu' economici e all'estero hanno avuto un grande successo. I tedeschi stessi acquistano troppo poco dall'estero. Producono piu' di quanto consumano, e sono diventati uno dei piu' grandi creditori del mondo. I crediti verso l'estero crescono costantemente e si avvicinano al trilione di Euro.
Si può anche dire questo: una parte significativa della ricchezza tedesca è investita all'estero dove viene utlizzata di nuovo per l'acquisto di prodotti tedeschi. Gli alti risparmi nel nord e il boom nel sud Europa sono da questo punto di vista 2 facce della stessa medaglia. 

Ma i vincitori non amano riconoscere questo ciclo bizzarro. Presto ci si accorge che la crescita non è sostenibile. Quando la bolla scoppia, gli Stati del sud Europa devono accorrere per sostenere le banche e i cittadini troppo indebitati. Così aumentano i debiti degli stati, e sono necessari i fondi per il salvataggio. Gli stati del nord al contrario sono preoccupati per i loro piu' importanti clienti, e per i loro soldi investiti all'estero che con un fallimento sarebbero a rischio. 

Paul Krugman vede nei flussi di capitale dal nord al sud la causa principale della crisi dell'Euro. L'agenzia di rating Standard & Poor ha recentemente dichiarato che i problemi finanziari dell'Unione monetaria sono "una conseguenza dei crescenti squilibri esterni tra il nucleo dell''Unione monetaria e la cosiddetta periferia".

Se questo sia vero ne discutono gli esperti, ma è cruciale: chi condivide la diagnosi di Krugman, ritiene che gli appelli di Angela Merkel vadano nella direzione sbagliata, se l'obiettivo è prevenire crisi future. Invece di porre limiti al debito pubblico, dovrebbero essere inseriti dei limti all'indebitamento privato e agli avanzi commerciali con l'estero. 

Gli esperti consigliano di coordinare i salari europei, in modo che le importazioni e le esportazioni fra i paesi non divergano troppo e non si creino risparmi in eccesso. Altri suggeriscono il controllo del credito bancario. In questo modo le autorità dei paesi in boom economico sarebbero in grado di imprimere una stretta creditizia - incentivando invece gli istituti dei paesi in crisi ad un'estensione del credito. In questo modo sarebbe possibile controllare gli eccessi economici che ci hanno portato nella situazione attuale. 

Se la crisi è il risultato di un eccesso di debito privato, generato dagli squilibri commerciali fra i paesi europei, e se questa è veramente la causa, per gli europei non è una buona notizia. Una crisi del debito privato è notoriamente piu' difficile da risolvere di una di debito pubblico. I debiti pubblici possono essere abbattuti attraverso un taglio della spesa pubblica oppure attraverso un innalzamento delle tasse. Non è cosi' facile da realizzare politicamente, ma in principio fattibile: il denaro è già nel paese, in teoria solo distribuito in maniera sbagliata. I debiti privati possono essere abbattuti, solo se un paese per un lungo periodo di tempo vende all'estero piu' merci di quante non ne importi. Questo significa: i nord europei dovrebbero spendere di piu', e le imprese del sud ridurre i salari e portare sul mercato dei prodotti innovativi. E' un processo difficile da avviare. In ogni caso dura molto. 5 anni dicono alcuni economisti, 20 anni dicono altri. 

Secondo i critici, invece, c'è solo un'altra alternativa: i paesi in crisi escono dall'Eurozona e reintroducono la loro propria moneta. Potrebbero svalutare la loro valuta e recuperare la competitività abbastanza rapidamente. Per i tedeschi sarebbe molto piu difficile esportare, e allo stesso tempo avremmo un periodo di caos finanziario.

E questo è quello che gli economisti anglosassoni profetizzano per l'Europa. Secondo il loro punto di vista è semplicemente logico.