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giovedì 9 luglio 2020

I crediti Target della Bundesbank a un passo dal trilione di euro

I crediti Target della Bundesbank e i debiti Target di Banca d'Italia continuano a crescere senza sosta e se è vero, come molti sostengono, che i saldi Target dell'eurosistema possono essere considerati il termometro in grado di misurare la febbre dell'eurozona, allora è anche probabile che la moneta unica non goda di ottima salute. Ne scrive Tichys Einblick


A giugno, il cosiddetto saldo Target-2 della Bundesbank ha raggiunto i 995 miliardi di euro - una crescita molto forte nel giro di pochi mesi. Il 30 giugno 2020 il saldo si è attestato esattamente a 995.082.753.544 euro.

Ancora a marzo il conto di compensazione all'interno dell'eurosistema denominato Target 2 registrava per la Germania un saldo a credito di 935 miliardi di euro. I saldi Target (Trans-European Automated Real-time Gross Settlement Express Transfer System) sono un sistema per il regolamento delle operazioni di pagamento tra le banche centrali dell'Eurosistema. Se, ad esempio, un cliente in Italia acquista un macchinario da un produttore tedesco, il denaro per il pagamento passa dalla Bundesbank tedesca alla banca del produttore del macchinario; in cambio, la Bundesbank crea un credito nei confronti della banca centrale italiana, che sarà poi liquidato quando il cliente pagherà. Quando si esporta dall'Italia alla Germania, avviene lo stesso processo, ma con il segno opposto. Quando il sistema Target fu istituito, sistema peraltro non menzionato nel Trattato di Maastricht, la maggior parte degli economisti non si aspettava dei saldi cosi' elevati, ma si supponeva che ci sarebbe stato un riequilibrio costante attraverso dei flussi di pagamento reciproci. In realtà, invece, la Bundesbank ha accumulato molto rapidamente un saldo sotto forma di crediti nei confronti delle altre banche centrali. La Bundesbank di fatto ha concesso alle altre banche centrali dell'eurozona una linea di credito senza interessi e senza limiti di scoperto.

"Il sistema Target è un accordo tra le banche centrali e per la sua istituzione non sono mai stati sottoscritti dei trattati internazionali nei quali siano stati coinvolti anche i parlamenti nazionali", critica l'economista Hans-Werner Sinn, che da anni chiede un limite ai saldi Target 2 e una corrispondente collateralizzazione.



A giugno non è cresciuto solo il saldo Target 2 della Bundesbank, sfiorando il trilione di euro. Anche il passivo della banca centrale italiana ha raggiunto i 537 miliardi di euro. La banca centrale italiana, nell'ambito del sistema Target 2, ormai è il principale debitore della Bundesbank .

Nel 2019 il saldo Target-2 tedesco era addirittura sceso in modo significativo fino a toccare gli 837 miliardi di euro nell'ottobre di quell'anno. Il motivo non era stato un miglioramento dei flussi di capitale verso l'Italia, ma un afflusso di denaro dalle banche commerciali tedesche verso l'Italia - anche se la causa di fondo non era quella di un'ambiente attraente per gli investimenti internazionali. Il motivo era stato piuttosto il cosiddetto tiering della Banca centrale europea: la BCE non imponeva interessi negativi su tutte le eccedenze di liquidità delle banche commerciali, ma consentiva una franchigia fino ad una certa somma. Poiché le grandi banche tedesche avevano esaurito la loro franchigia a causa delle elevate eccedenze, e molte banche italiane invece non si trovavano nella stessa situazione, gli istituti di credito tedeschi avevano depositato denaro in Italia per evitare di pagare degli interessi negativi. Questo flusso di denaro ha portato ad una riduzione puramente aritmetica dei crediti tedeschi.

Ancora più degno di nota è il forte aumento del saldo Target della Bundesbank nel 2020, che nell'arco di soli sei mesi è salito di diverse centinaia di miliardi di euro. Evidentemente questo andamento riflette anche il calo di produzione e la riduzione della forza dell'export di molte aziende italiane durante la crisi causata dal Coronavirus.

Sinn, ma anche altri economisti come Marcel Fratzscher del DIW, sottolineano che i rischi finanziari per la Germania aumentano al crescere degli importi dei saldi Target della Bundesbank: se l'Italia dovesse uscire dall'euro, i crediti Target andrebbero quasi certamente perduti.


martedì 7 aprile 2020

I crediti Target della Bundesbank verso il trilione di euro

Mentre a Berlino la politica si sforza di concedere qualche decina di miliardi di euro di prestiti condizionati attraverso il MES e fa di tutto per non perdere la faccia davanti agli elettori tedeschi, i crediti Target della Bundesbank nel solo mese di marzo e dopo appena un mese di crisi sono cresciuti di 113,6 miliardi di euro raggiungendo i 935 miliardi. Secondo la Bundesbank il trilione è dietro l'angolo.  Da Handelsblatt.de


Con l'ampliamento del programma di acquisto di obbligazioni da parte della BCE, i crediti della Bundesbank nei confronti del sistema di pagamento delle banche centrali dell'eurozona si avvicina alla soglia del trilione. L'indicatore, noto con il nome tecnico di saldo Target-2, a marzo è aumentato di 113,6 miliardi di euro raggiungendo i 935,1 miliardi di euro complessivi, il livello più alto da giugno 2019, come annunciato martedì dalla Bundesbank.

I saldi Target 2 mostrano le passività e i crediti fra le banche centrali nazionali emersi nell'ambito delle transazioni transfrontaliere fra i diversi istituti di credito, che nella zona euro vengono gestiti tramite il sistema di compensazione Target. La Germania è il principale creditore.

Alcuni esperti considerano i saldi Target un pericolo: temono che la Bundesbank possa subire delle perdite su quei crediti nel caso di una rottura dell'area valutaria. Altri economisti invece pensano che queste paure siano esagerate.

La Bundesbank riconduce l'aumento del saldo Target-2 di marzo a diversi fattori: "Fra questi ci sono i consueti effetti tecnici alquanto pronunciati legati alla fine del trimestre", afferma la banca centrale tedesca. "Inoltre, anche gli effetti delle misure di politica monetaria, in particolare l'estensione del programma di acquisto titoli, hanno contribuito all'aumento." La Bundesbank, infatti, si aspetta che i crediti della Bundesbank nell'ambito del sistema di pagamento fra le banche centrali dell'euro continuino ad aumentare: "Nel medio termine, la politica monetaria e le condizioni di mercato restano decisive".

La Banca centrale europea (BCE) a marzo ha comprato titoli di stato dell'eurozona per un valore di 33,75 miliardi di EUR nell'ambito del suo programma di acquisto titoli attivo dal 2015. Le obbligazioni italiane da sole hanno rappresentato circa il 35 % degli acquisti complessivi. Per il paese duramente colpito dalla crisi causata dal coronavirus, è significativamente molto più di quanto stabilito dalle regole della BCE. Con gli acquisti le autorità monetarie tengono sotto controllo i rendimenti delle obbligazioni. In tal modo, fanno in modo che i paesi dell'eurozona possano continuare a rifinanziarsi sul mercato dei capitali ad un costo relativamente basso.
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venerdì 20 luglio 2018

Hans Werner Sinn sui saldi Target (seconda parte)


Il prof. Hans Werner Sinn dalle pagine della Frankfurter Allgemeine Zeitung torna ad infiammare il dibattito tutto tedesco sulla natura dei saldi Target e rilancia la sua versione dei fatti: la Germania sarebbe ormai un self-service dove gli europei si riforniscono di merci senza saldare il conto mentre i sud-europei grazie alla liquidità illimitata garantita dalla banca centrale hanno vissuto al di sopra dei propri mezzi. A pagare il conto alla fine saranno i tedeschi, amen. Parte seconda, si arriva da qui



Cosi' la Bundesbank, ad esempio, ha dovuto eseguire gli ordini di addebito in arrivo dalla banca centrale spagnola, i quali avevano l'obiettivo di riportare a casa i titoli di stato spagnoli riacquistati dagli assicuratori sulla vita tedeschi. Ha dovuto creare nuovo denaro e darlo al venditore del titolo affinché il titolo potesse tornare nelle mani della banca centrale spagnola, una istituzione dello stato spagnolo. Si è trattato sicuramente di un buon affare per la Spagna, in quanto un titolo di debito pubblico nelle mani di un investitore privato, che in alcuni casi puo' anche diventare problematico, veniva comodamente sostituito da un semplice debito contabile nei confronti dell'eurosistema e indirettamente verso la Bundesbank. Un debito contabile senza scadenza e al momento senza nemmeno un tasso di interesse. Per la Germania l'affare sicuramente non è stato molto vantaggioso. Non c'è dubbio che i venditori tedeschi siano stati pagati con il denaro della Bundesbank, ma questo in realtà è solo un credito nei confronti di un'istituzione dello stato tedesco che in cambio ha ricevuto un credito Target nei confronti dell'eurosistema.

La Bundesbank ha inoltre aiutato i sud-europei a liberarsi dai loro debiti verso gli investitori di tutto il mondo e a sostituirli con un debito contabile verso l'eurosistema, che ha sua volta costituisce un debito contabile nei confronti della Bundesbank. Per restare sullo stesso esempio: se la banca centrale spagnola riacquista i titoli di stato spagnoli da un investitore di Shanghai il quale poi, dato che questa transazione ha portato ad una svalutazione dell'euro, con i proventi realizzati dalla vendita acquista un'azienda tedesca, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un buon affare per gli spagnoli. Un debito cartolarizzato nei confronti di un investitore privato cinese è stato sostituito da un debito contabile verso l'eurosistema. L'investitore cinese per la cessione del titolo spagnolo è stato ricompensato con l'azienda tedesca, mentre il venditore dell'azienda tedesca ha ricevuto degli euro che rappresentano tuttavia un credito nei confronti della Bundesbank per il quale la Bundesbank è stata ricompensata a sua volta con un credito Target.

Naturalmente si tratta solo di esempi. Puo' anche darsi che l'investitore straniero abbia acquistato azioni o altri titoli o immobili tedeschi, dato che come accadeva nel sistema di Bretton Woods la Germania resta a buon mercato e offre buone merci e buone possibilità di investimento. Oppure l'investitore straniero ha trasferito il proprio denaro sui conti bancari tedeschi in attesa di opportunità di acquisto favorevoli. Anche il denaro affluito in questo modo rappresenta tuttavia un credito nei confronti della Bundesbank coperto solo dai saldi Target. Assurdo è invece il fatto che questa volta sul banco non venga messo dell'oro.

I rischi

I crediti Target significano oneri e rischi per lo stato tedesco, il quale è il proprietario della Bundesbank e ha il diritto di incassare all'infinito gli interessi sui saldi target. Cosi' come accadrebbe ad un'azionista in caso di mancato pagamento dei dividendi, lo stato tedesco in caso di una perdita sui crediti Target dovrebbe sopportare gli stessi oneri nei confronti dell'eurosistema. Cio' è indipendente dal fatto che lo stato tedesco debba ricapitalizzare o meno la Bundesbank.

Il rischio di una perdita diventa concreto nel momento in cui le altre banche centrali, a causa dei loro debiti Target, non possono piu' far fronte ai loro impegni di pagamento all'interno dell'eurosistema. Cosi' ad esempio un fallimento dello stato italiano, insieme ai suoi effetti indiretti sul sistema bancario a causa dell'elevato debito Target della Banca d'Italia, quasi mezzo trilione di euro, anche nel caso di pignoramento degli utili provenienti dal signoraggio, oppure di utilizzo di tutte le riserve disponibili, si trasformerebbe in una perdita per diverse centinaia di miliardi di euro per il resto dell'eurosistema, di cui la Germania dovrebbe sostenere il 31%. La situazione sarebbe molto simile se l'Italia dovesse uscire dall'euro e smettesse di onorare i suoi debiti Target. 

Si spera che questi scenari estremi non si materializzino mai, tuttavia sono rilevanti per l'ulteriore sviluppo dell'eurozona nella misura in cui forniscono ai paesi in crisi una potenziale arma di minaccia finalizzata alla creazione di una unione di trasferimento. Il nuovo governo italiano ha giocato apertamente questa carta. O i paesi del nord mettono mano al borsellino oppure dovranno farlo con l'uscita dalla moneta unica, se necessario tramite il fallimento della propria banca centrale.

Ad un esame più attento, tuttavia, questo minaccia potenziale non è così forte come potrebbe sembrare inizialmente, perché i crediti Target della Bundesbank, anche in normali circostanze, non manterranno il valore con il quale sono stati iscritti a bilancio. Un normale istituto finanziario privato dovrebbe svalutare completamente un credito con un interesse pari a zero e che forse solo in un secondo momento potrà generare un tasso di interesse reale determinato dagli stessi debitori. Da questo punto di vista la metà delle attività nette sull'estero della Germania, accumulate tramite gli avanzi delle partite correnti, già oggi probabilmente dovrebbero essere considerata come un banale pro memoria.

In considerazione della crescita continua dei saldi Target di Italia e Francia è arrivato il momento per la politica di entrare in azione e porre fine alla strategia del silenziatore e della banalizzazione. Anche molti giornalisti non dovrebbero farsi imbrigliare da questa strategia. La Germania, a differenza della Francia, dovrà affrontare dei gravi problemi demografici che comunque a partire dagli anni '30 causeranno serie difficoltà finanziarie. Non puo' restare ferma a guardare la dissoluzione del suo patrimonio causata dal sistema Target.

Esistono delle possibilità per contenere i saldi Target. Si potrebbero rimuovere le cause sopra indicate da individuare nella eccessiva creazione asimmetrica di credito all'interno dell'eurosistema, ma ciò presuppone che i potenti debitori Target all'interno del consiglio BCE siano disposti a rinunciare ai loro privilegi. Sarebbe invece piu' efficace se i tribunali e i parlamenti affrontassero il tema e mettessero in piedi un sistema per il rimborso annuale dei saldi Target, come accade fra i 12 distretti della banca centrale americana. Si potrebbe anche introdurre un massimale senza necessariamente dover limitare i pagamenti in quanto le banche potrebbero effettuare fra di loro, attraverso le clearing house private, i trasferimenti internazionali, oppure ricorrere a delle specifiche fusioni all'interno delle loro reti. Al fine di dare il tempo necessario per la costruzione di tali reti, il superamento del limite massimo dovrebbe essere consentito solo dietro il pagamento di una penalità. Le misure da adottare richiedono certamente ulteriori discussioni. Solo una cosa è chiara: non possiamo andare avanti in questo modo.

giovedì 19 luglio 2018

H.W. Sinn sui saldi Target (parte prima)

Il prof. Hans Werner Sinn dalle pagine della Frankfurter Allgemeine Zeitung torna ad alimentare il dibattito tutto tedesco sulla natura dei saldi Target e rilancia la sua versione dei fatti: la Germania sarebbe ormai un self-service dove gli europei si riforniscono di merci senza saldare il conto mentre i sud-europei grazie alla liquidità illimitata garantita dalla banca centrale hanno potuto vivere al di sopra dei propri mezzi. A pagare il conto alla fine saranno i tedeschi, amen. Dalla FAZ.net, H.W. Sinn.



Il saldo Target tedesco è un credito di natura contabile della Bundesbank nei confronti dell'Eurosistema. Questo credito è cresciuto in quanto la Bundesbank per conto di altre banche centrali ha creato denaro e coerentemente con le richieste dei committenti stranieri lo ha messo a disposizione per l'acquisto di merci o attività, per il rimborso dei debiti oppure per la creazione e lo sviluppo di riserve di liquidità, allo stesso tempo  le altre banche centrali hanno ottenuto denaro per un importo corrispondente. Si tratta di una linea di credito pubblica fra le banche centrali che ha garantito alle altre economie della zona euro un afflusso netto di beni, servizi e asset tedeschi senza che queste dovessero ricorrere al credito privato. I crediti Target concessi dalla Bundesbank (Decisione BCE 2007 NP10) vengono remunerati delle banche centrali debitrici al tasso di rifinanziamento principale della BCE, tasso che attualmente è pari a zero.

I saldi Target nelle statistiche della bilancia dei pagamenti tedesca sono registrati come una componenti degli attivi esteri, cresciuti sulla base delle precedenti eccedenze di conto corrente. Con un valore di 1.929 miliardi di euro a fine 2017, le attività nette sull'estero tedesche sono le più grandi al mondo dopo quelle del Giappone. I Crediti Target della Bundesbank a metà 2018 rappresentavano il 51% dell'attivo estero netto.

I trasferimenti fra i paesi, come mostrato dal sistema di clearing di Londra, non devono necessariamente passare attraverso le banche centrali. Anche le banche private possono scambiarsi ordini di pagamento transfrontalieri e in questo modo stabilire rapporti di credito rendendo quindi possibile lo scambio di merci e il movimento dei capitali. In nessun paese pertanto a tale scopo viene raccolto o immesso nuovo denaro in circolazione da parte della banca centrale e anche i saldi Target non si modificano. I trasferimenti al di fuori del sistema Target implicano crediti privati fra i sistemi bancari, mentre i trasferimenti all'interno del sistema Target sono crediti di natura pubblica. Le due forme di credito sono diverse in quanto il rischio default in un caso è presso il contribuente e nell'altro resta presso gli azionisti delle banche, ma entrambi contribuiscono all'indebitamento netto o accreditamento netto di ogni paese. Insieme agli altri flussi di capitale pubblici e privati si riflettono nei saldi delle partite correnti.

Uno sguardo al sistema di Bretton Woods

Anche nel sistema di Bretton Woods, il sistema internazionale dei cambi fissi del dopoguerra, a causa dei trasferimenti che arrivavano alla Bundesbank dall'estero, esisteva già qualcosa di simile ai saldi Target. Le banche centrali americane e dei paesi europei vicini fornivano alle rispettive economie un eccesso di liquidità che permetteva ai cittadini, come accade oggi con i saldi Target, di fare acquisti in Germania. Con la moneta auto-stampata acquistavano merci, aziende, azioni e immobili e molte altre cose, alla Bundesbank spettava poi il compito cambiare la valuta estera in D-Mark. In un secondo momento tuttavia la Bundesbank poteva pretendere che la valuta non-americana venisse convertita in dollari o oro e poiché il prezzo di mercato dell'oro era inferiore rispetto alla parità fissata, riceveva in cambio per lo piu' oro. Fino al 1968 la Bundesbank aveva accumulato oltre 4.000 tonnellate di oro, che all'epoca equivalevano al 3,4% del prodotto interno lordo tedesco. Allo stesso tempo, aveva riserve in dollari pari all'1,6 % del PIL.

A confronto i crediti Target della Bundesbank a metà 2018 erano pari al 30% del PIL tedesco del 2017. Se la Bundesbank dovesse convertirle in oro, al prezzo corrente riceverebbe 28.277 tonnellate di oro.

Self-service nell'eurosistema

Nell'ambito del sistema di pagamento di Bretton Woods, la necessità di rimborsare il debito in valuta estera con degli attivi che non potevano essere creati dal nulla, manteneva i saldi entro limiti ristretti. Nell'eurosistema invece non è previsto alcun rimborso. Questo spiega l'enorme aumento dei saldi Target. In effetti la Germania è diventato un enorme negozio self-service nel quale puoi far segnare sul conto a tuo piacimento, senza che il proprietario del negozio possa chiedere il pagamento dei suoi crediti.

Ci sono essenzialmente cinque accordi istituzionali che hanno consentito la creazione asimmetrica di credito all'interno dell'eurosistema nei primi anni della crisi finanziaria, diciamo fino al 2012 circa. Il primo è il sistema Target stesso. Il Trattato di Maastricht non dice nulla a proposito. Questo sistema è stato creato dalle banche centrali stesse, senza chiedere nulla ai parlamenti. L'eurosistema avrebbe potuto essere basato anche su trasferimenti privati. La seconda regola consiste nella politica della liquidità illimitata per il rifinanziamento dei crediti. In base a questa politica le banche commerciali di qualsiasi paese possono ottenere prestiti illimitati dalla propria banca centrale e in questo modo effettuare trasferimenti illimitati verso gli altri paesi. Devono ovviamente depositare una quantità sufficiente di titoli in pegno. La qualità minima di queste garanzie, e questa è la terza regola, in seguito è stata abbassata fino al rating BBB-, vale a dire fino al livello spazzatura. Di titoli spazzatura in giro ce n'erano tuttavia a sufficienza per far funzionare la macchina stampa denaro locale.

Il quarto elemento consiste nei cosiddetti prestiti d'emergenza ELA, che consentono a ciascuna banca centrale di creare a piacimento tutto il denaro di cui ha bisogno a meno che i due terzi del consiglio BCE non voti contro. Dal momento che i paesi in crisi del sud più l'Irlanda negli anni decisivi avevano in seno al consiglio BCE un voto in piu' del terzo necessario, nessuno ha potuto impedire che questi paesi si concedessero crediti ELA per centinaia di miliardi. Il quinto punto consiste nel cosiddetto accordo segreto Anfa, alla cui pubblicazione la BCE è stata costretta da un dottorando di Berlino. Secondo l'accordo una banca centrale puo' acquistare titoli stampandosi il denaro in proprio. Cosi' Banca d'Italia neò qiadrp dell'accordo Anfa ha potuto acquistare titoli di stato per 105 miliardi di euro. Tutti questi crediti creati con la macchina stampa denaro sono andati a ruba fra le banche commerciali in quanto sono stati offerti a condizioni molto piu' economiche rispetto ai crediti disponibili sul mercato dei capitali.

L'eccessiva creazione di credito nei paesi in crisi, che ha consentito trasferimenti netti verso i paesi dell'europa settentrionale, è stata compensata da un corrispondente declino nella creazione di credito in Germania in quanto il trasferimento di denaro dalle altre banche centrali ha reso superfluo l'indebitamento nei confronti della propria banca centrale. Negli anni 2012 e 2013 in Germania non vi è stato alcun ricorso al credito della Bundesbank. In Germania circolava solo il denaro delle rimesse che le altre banche centrali avevano commissionato.

Le due ondate Target

Il saldo Target tedesco durante la crisi è aumentato in due ondate. La prima ha raggiunto il picco nell'agosto 2012 con un massimo di 751 miliardi di euro. Dopo il crollo di Lehman il mercato dei capitali si rifiutava di continuare a finanziare i disavanzi delle partite correnti dei paesi dell'Europa meridionale e dell'Irlanda. Gli investitori stranieri volevano avere indietro il prima possibile i soldi prestati e si rifiutavano di fornire prestiti aggiuntivi. Fra i residenti dei paesi in crisi, inoltre, chi aveva dei beni tentava di venderli e di portare i soldi all'estero. L'auto-aiuto con la macchina stampa soldi sopra descritto ha permesso alle diverse economie di ricorrere allo scoperto di conto corrente misurato dai saldi Target.

Negli ultimi 4 anni abbiamo invece assistito alla seconda ondata. E' stata innescata dall'aspettativa e dall'attuazione del programma di acquisto titoli della BCE con il quale fra il marzo 2015 e il giugno 2018 sono stati acquistati titoli per un valore di 2.4 trilioni di euro, di questi 2 trilioni di euro erano titoli governativi. Sebbene ciascuna banca centrale abbia riacquistato solo i titoli di stato del proprio paese, i saldi Target sono tornati a crescere. Cio' è dovuto da un lato al fatto che i venditori volevano mettere in sicurezza in Germania la liquidità ottenuta con la vendita. Si tratta di un aspetto che alla luce del grande ritorno in Italia dell'eurocrisi è diventato sempre piu' importante. La fuga di capitali dall'Italia ma anche dal sistema bancario francese è stata significativa.

Dall'altro lato è dovuto ad un aspetto tecnico: i titoli dei paesi euro del sud in precedenza erano stati venduti in tutto il mondo per finanziare gli enormi disavanzi di conto corrente, ora per riacquistare questi titoli erano comunque necessari dei trasferimenti verso l'estero. In entrambi i casi la Bundesbank è stata obbligata ad accreditare i riacquisti e quindi anche i vecchi disavanzi delle partite correnti dei paesi del sud tramite una gigantesca azione di ristrutturazione del debito retroattiva.  

(continua...parte seconda)

mercoledì 11 luglio 2018

Mark Schieritz: "nessuna paura della bomba da un trilione di euro!"

Un ottimo Mark Schieritz su Die Zeit risponde alla FAZ e prova a tranquillizzare i tedeschi in merito al famoso trilione di euro di crediti vantati dalla Bundesbank nei confronti dell'eurosistema all'interno del Target 2. Per Schieritz la politica si è ormai impossessata di un argomento tecnico sconosciuto ai piu' con il quale può attaccare il governo di Berlino, l'obiettivo sarebbe uno solo: modificare l'orientamento politico pro-europeo della Germania e scardinare l'eurozona. Ne parla Mark Schieritz su Die Zeit


Forse non l'avevate ancora notato, ma la Germania è vicina alla rovina finanziaria. Almeno questa è l'impressione che si ha seguendo il dibattito sui cosiddetti saldi Target della BCE.

In parole povere, l'argomento piu' o meno è questo: le banche centrali dei paesi in crisi dell'Europa del sud devono alla Bundesbank tedesca piu' o meno 1.000 miliardi di euro. I soldi prima o poi andranno perduti perché tanto questi paesi sono insolventi. Se dovessimo calcolare correttamente le perdite attese, la Germania non avrebbe un surplus di bilancio ma un deficit enorme. I partiti dell'establishment tuttavia preferiscono tenere la "verità" nascosta perché altrimenti i cittadini salirebbero sulle barricate, ed è proprio per questa ragione che a Berlino nessuno sta facendo nulla.

Su questo tema è quasi tutto falso.

Primo: la Bundesbank non ha prestato denaro alle banche centrali del sud. Gli importi in questione provengono dal sistema di pagamento Target 2. Questo sistema garantisce che ovunque all'interno dell'unione monetaria si possa pagare in euro. Normalmente i saldi di questo sistema sono piu' o meno in equilibrio. I risparmiatori portano i loro soldi alla banca, e questa concede dei prestiti.

Se ad un certo punto ci sono molti risparmiatori che affidano i loro risparmi ad una banca estera, sarà la BCE a dover colmare la lacuna creatasi. Dal  punto di vista tecnico il paese avrà quindi delle passività presso la BCE. Il paese nel quale il denaro è stato trasferito - e che quindi non dipende dal denaro della banca centrale - avrà invece un credito nei confronti della BCE.

Ma i crediti e le passività sono solo delle grandezze fittizie. Esistono virtualmente nei bilanci della banca centrale, ma non nel mondo reale. Il fatto che attualmente il denaro scorra dal sud verso il nord (e che questo sia compensato dalle corrispondenti registrazioni di contropartita presso la BCE) è un segnale che la crisi monetaria non è stata ancora definitivamente superata. Ma in realtà è sempre stato cosi'.

C'è solo una situazione in cui i saldi diventano rilevanti: se un paese della zona euro dovesse uscire dall'unione monetaria. Ovviamente questo potrebbe anche accadere, ma in quel caso sui mercati finanziari e nella politica europea avremmo un caos gigantesco. Fra tutti i problemi quello dei saldi Target probabilmente sarebbe il piu' piccolo.

Non è nemmeno chiaro se la Bundesbank sarebbe effettivamente insolvente, come si legge spesso. Una banca centrale alla fine non è una banca commerciale qualsiasi. Puo' stamparsi da sola i soldi e puo' semplicemente ignorare il buco nel suo bilancio. Se AfD dice, il ministro delle finanze Scholz nel bilancio pubblico dovrebbe prendere misure preventive in considerazione della possibilità di subire delle perdite, allora la domanda sorge spontanea: per farci cosa esattamente? E in quale misura?

Secondo: non c'è nessuno che sta cercando di tenere nascosti i saldi Target. I dati relativi ai saldi vengono pubblicati dalla Bundesbank su internet, e sul tema ci sono dei libri interi. Se la politica non fa nulla è perché "fare qualcosa" in questo caso significherebbe limitare la libera circolazione dei capitali all'interno dell'unione monetaria. E quasi certamente questa sarebbe la fine della stessa unione monetaria. Anche negli Stati Uniti le sedi regionali della banca centrale si aiutano a vicenda.

E allora perché la questione è diventata un tema cosi' importante? Perché non si tratta piu' di economia, ma di politica. Numeri molto grandi, una materia complessa, che quasi nessuno riesce a comprendere a fondo - sono esattamente gli elementi di cui c'è bisogno per raccogliere consenso con i racconti horror sui tedeschi e il loro presunto ruolo di mucca europea da mungere, e con la minaccia di una bancarotta imminente.

In altre parole: i saldi Target sono uno strumento per attaccare l'orientamento politico pro-europeo della Germania. Il vero pericolo arriva da questa appropriazione indebita di un discorso scientifico, non dal trilione che è da qualche parte in un bilancio.

venerdì 3 maggio 2013

Sinn: ma quanto costa salvare Cipro?


Hans Werner Sinn, dalle colonne della conservatrice WirtschaftsWoche, torna a cavalcare i saldi Target dell'Eurosistema: il costo del salvataggio cipriota sarà molto piu' alto delle cifre ufficiali. Da WirtschaftsWoche
Saldi Target ciprioti - www.querschuesse.de
Il salvataggio di Cipro sarà decisamente piu' costoso rispetto ai 10 miliardi di Euro ipotizzati dai politici. A questi dovranno essere aggiunti i 12 miliardi di Euro dei crediti Target ed ELA erogati attraverso il sistema delle banche centrali. Misurato sul PIL del paese, il pacchetto di salvataggio raggiunge dimensioni greche.

La svolta europea nel salvataggio di Cipro è rilevante. Ancora in estate la commissione EU sosteneva la tutela dei creditori delle banche in difficoltà, adesso invece per la prima volta i creditori partecipano al salvataggio. Il leader dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha definito Cipro il nuovo modello da seguire, mentre la Commissione EU sta preparando una nuova direttiva sul tema.

In questo modo si darà finalmente ascolto alla petizione degli economisti tedeschi: 480 di loro si erano pronunciati, con 2 appelli simili nei toni, contro una soluzione della crisi bancaria nel sud-europa finanziata con il denaro del contribuente del nord-Europa. Al contrario, la soluzione proposta era il cosiddetto Debt-Equity-Swaps: una ricapitalizzazione delle banche da realizzarsi con la conversione in azioni delle obbligazioni bancarie.

I contribuenti degli stati europei ancora in salute non dovrebbero pero' gioire prima del tempo. Nel caso di Cipro, nonostante la partecipazione dei creditori privati, sono coinvolti molto di piu' di quanto non si voglia ammettere. Le dichiarazioni ufficiali dei politici ci dicono che gli aiuti saranno pari a 10 miliardi di Euro, di cui 9 miliardi dal fondo ESM e un miliardo dal FMI. 

La verità è che Cipro in precedenza aveva già ricevuto 9 miliardi di Euro di crediti Target per finanziare la sua bilancia delle partite correnti. Dall'inizio della crisi del 2008 fino ad oggi, Cipro ha accumulato disavanzi di conto corrente e quindi debito estero per un importo di circa 8 miliardi di Euro. Non si tratta di debiti privati, ma di debiti Target con la BCE, che di fatto durante la crisi è stata il piu' grande finanziatore dello standard di vita dei ciprioti. E' interessante notare che il consiglio BCE dopo i recenti accordi fra la comunità internazionale e Cipro ha messo a disposizione dell'isola altri 3 miliardi di Euro attraverso la "Emergency-Liquidity-Assistance" (ELA). I prestiti ELA sono fondi di emergenza della banca centrale per gli istituti di credito illiquidi. Somma che a breve o a lungo termine potrebbe trasformarsi in crediti Target.  I prestiti esteri per il salvataggio di Cipro allo stato attuale raggiungono i 22 miliardi di Euro.

Il saldo Target negativo di Cipro significa che le banche centrali straniere oppure la BCE hanno onorato i creditori esteri oppure pagato le importazioni cipriote trasferendo denaro per conto delle banche dell'isola. Tali saldi sono stati resi possibili dalla banca centrale di Cipro che ha messo a disposizione delle sue banche private denaro fresco appena uscito dalla stampante elettronica, necessario per poter compensare la riduzione dei depositi a seguito dei trasferimenti internazionali.

Si tratta di una creazione di denaro speciale che non è servita a garantire la fornitura di liquidità sul mercato interno cipriota, piuttosto ha dato la possibilità al paese di acquistare all'estero i beni necessari al mantenimento del suo standard di vita. Se Cipro non sarà in grado di rimborsare i crediti oppure di pagare gli interessi, gli altri stati dell'Eurozona subiranno una perdita pari al valore attuale dei crediti target. Di fatto non c'è alcuna differenza con gli altri crediti.

Molti si sono chiesti perché Cipro non abbia abbandonato l'Euro. Dopo tutto il paese potrebbe tranquillamente uscire visto che il necessario controllo sui movimenti di capitale è già in essere. I crediti Target sono la spiegazione: in caso di uscita Cipro dovrebbe stampare una nuova valuta nazionale, che all'estero pero' non sarebbe scambiata con nulla che abbia un valore. Stampare nuovi Euro, con i quali è possibile pagare le importazioni e rimborsare i debiti, è la sola possibilità di salvare almeno a metà il vecchio modello di business.

Considerando i crediti Target, il salvataggio di Cipro si avvicina alle dimensioni di quello greco. I sopra menzionati 22 miliardi di Euro corrispondono al 123 % del PIL cipriota, che nel 2012 era pari a 18 miliardi di Euro. La Grecia fino ad ora ha ricevuto 320 miliardi di Euro di crediti dalla BCE e dalla comunità internazionale, altri 55 miliardi sono già stati promessi. Si tratta del 193 % del PIL greco, che nel 2012 ha raggiunto i 194 miliardi di Euro.

I salvataggi di Cipro e della Grecia non potranno ripetersi per la Spagna e per l'Italia, se questi paesi dovessero finire in difficoltà simili. Se a loro volessimo concedere gli stessi benefici in relazione al PIL, per poterli tenere in vita all'interno della zona Euro, il resto dei paesi Euro dovrebbe concedere crediti per un valore pari a quasi 5 bilioni di Euro - ai quali la Germania dovrebbe contribuire con almeno il 40 % (due bilioni di Euro). Poiché tutti sanno che questo non è possibile, l'ora delle decisioni in Europa potrebbe avvicinarsi molto piu' velocemente di quanto non si pensi.


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mercoledì 16 gennaio 2013

La svolta Target


I temuti saldi Target della Bundesbank iniziano a scendere e la tendenza sembra invertirsi, qualcuno ipotizza già una svolta Target. Quelli di Banca d'Italia a dicembre  2012 tornano invece a crescere. Da Faz.net
La fuga di capitali dal sud Europa si è apparentemente fermata. I saldi Target, cresciuti con la crisi Euro, tornano a scendere nuovamente. Commerzbank ipotizza una svolta Target.

I crediti Bundesbank all'interno del sistema di pagamento Target nel mese di dicembre sono scesi a 656 miliardi di Euro, dai 715 miliardi del mese precedente. I crediti della Bundesbank verso le banche centrali dei paesi Euro in crisi sono di quasi 100 miliardi inferiori rispetto al picco raggiunto durante l'estate 2012.

Il "saldo Target" negli ultimi 2 anni è salito con forza in quanto le partite correnti dei paesi in crisi e soprattutto la fuga di capitali da questi stessi paesi non potevano essere finanziati dal capitale privato. Poiché i prestiti di emergenza dei paesi europei e del FMI non erano sufficienti, per far fronte alla fuoriuscita di fondi, il carico del finanziamento si è trasferito sul sistema Target e quindi sulle banche centrali dei paesi ancora finanziariamente solidi. Questo processo, secondo le speranze di molti osservatori, potrebbe essere in via di inversione.

Il capitale torna a fluire verso i paesi in crisi

"Per me si tratta di una nuova tendenza", spiega Jörg Krämer, capo economista di Commerzbank. I debiti verso il sistema Target di Italia e Spagna già in ottobre e novembre sono chiaramente scesi: per la banca spagnola da 400 a 366 miliardi di Euro, per la banca italiana da 281 a 247 miliardi di Euro. 

Ancora piu' importante è che il flusso di capitali privati in uscita dai paesi in crisi, dal terzo trimestre dello scroso anno sembra essersi prosciugato. In alcuni periodi i deflussi di capitale da Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna in 12 mesi avevano raggiunto il 20 % del rispettivo PIL. Queste uscite sono state finanziate con i prestiti forniti dai partner europei o con i crediti Target. Dopo l'estate, per la prima volta da inizio 2011, sono tornati gli afflussi di capitali privati, argomenta Kramer. 
Nel dicembre 2012 il saldo Target negativo di Banca d'Italia è cresciuto di 8,147 miliardi di € rispetto a novembre, passando a 255,102 miliardi di €.

La paura di una fine dell'Unione monetaria sembra essere diminuita

I segni di tali flussi di rientro sono stati segnalati anche dalla BCE. Il presidente Draghi, tra le altre cose, ha menzionato anche i depositi in crescita presso le banche italiane.

Il presidente della banca centrale in estate, per prevenire il rischio di una rottura della moneta unica, aveva annunciato l'acquisto illimitato  di titoli da parte della BCE a favore dei paesi Euro finanziariamente deboli. "Considero questa politica sbagliata, perchè imposta degli incentivi sbagliati", dice l'economista Kramer, che pero' deve ammettere: "tuttavia ha funzionato".

martedì 20 novembre 2012

L'oro del Club Med


WirtschaftsWoche rilancia un tema molto caro ai conservatori: oro e garanzie reali a copertura dei crediti Target della Bundesbank. Frank Doll
Saldi Target Bundesbank in ottobre a 719.35, +23.8 miliardi rispetto a settembre www.querschuesse.de
I tedeschi sarebbero molto piu' tranquilli se la Bundesbank potesse ricevere in pegno l'oro dei paesi periferici.

Visto che gli investitori privati sono entrati in sciopero, le banche centrali dei paesi Euro sono intervenute per finanziare i deficit delle partite correnti delle loro economie. In questo modo hanno generato giganteschi crediti nei confronti delle loro banche nazionali. Al contrario, presso le altre banche centrali, prima di tutto quella tedesca, attraverso il sistema di pagamento Target 2 si sono costituiti enormi crediti. Questi in agosto hanno raggiunto la cifra record di 751 miliardi di Euro.

In maniera un po' prematura, in settembre, il rientro a 695 miliardi dei saldi Target della Bundesbank, era stato considerato un indizio della rinnovata fiducia degli investitori e del loro ritorno in forza verso il sud Europa. Ma già in ottobre i crediti della Bundesbank  sono tornati a 719 miliardi di Euro. La fuga di capitali dal sud Europa è continuata e la BCE ha colmato il gap di finanziamento. I crediti Target 2 della Bundesbank nei prossimi anni potrebbero salire fino a 2.000 miliardi di Euro, secondo una stima del FMI.

I tempi d'oro sono passati.

Ai tempi del gold standard non sarebbe stato possibile: allora la Bundesbank avrebbe ricevuto un pagamento in oro dai paesi in deficit.  Tuttavia le loro riserve ufficiali di oro, valutate al prezzo corrente, coprono solo il 27 % dei quasi 1000 mille miliardi di passività Target 2.

Nonostente ciò, la maggioranza dei tedeschi sarebbe molto piu' tranquilla se la Bundesbank ricevesse in garanzia l'oro della periferia, invece di dover vendere le proprie riserve e accettare in bilancio obbligazioni del Club Med. Messa in questo modo, potremmo anche affondare l'oro dei tedeschi nell'Atlantico, proprio come suggerito da "Die Zeit".

domenica 21 ottobre 2012

Sinn: il governo federale dovrà cedere sugli Eurobond


H.W. Sinn su WirtschaftsWoche torna a parlare dei saldi Target e questa volta va contro corrente: gli acquisti di titoli pubblici  da parte della BCE per i tedeschi sono un affare, e presto o tardi avremo gli Eurobond.
I pericolosi saldi Target nell'Eurosistema si ridurranno con l'acquisto di titoli di stato da parte della BCE o tramite il fondo di salvataggio ESM. Ma in questo modo la crisi non sarà risolta. Presto o tardi il governo federale dovrà accettare gli Eurobond.

Fino a poco tempo fa questo ingombrante termine era sconosciuto anche a coloro che si interessavano di economia: nel corso dell'Eurocrisi i saldi Target sono tuttavia diventati un argomento di pubblica discussione. Si tratta di trasferimenti di denaro dal sud al nord dell'Eurozona. Nascono perché la BCE permette alle banche del sud e ai loro clienti di prendere a prestito con garanzie sempre peggiori una crescente quantità di denaro - per poter acquistare beni dal nord, saldare i debiti ed effettuare investimenti.

Perchè sono un problema? Dal punto di vista delle banche nord europee, i saldi Target sono cresciuti per l'offerta di denaro a tassi molto bassi che le banche centrali del sud hanno fatto alle loro economie. Le banche del nord hanno preferito depositare il denaro dei risparmiatori presso le loro banche centrali. Cosi' da sole le banche commerciali tedesche hanno depositato presso la Bundesbank circa 700 miliardi di Euro, e questo è infatti il credito concesso dalla Bundesbank alle altre banche centrali. Invece di ricevere dei crediti ad un tasso di interesse competitivo, per i suoi avanzi commerciali la Germania ha ricevuto solo dei crediti Target: crediti che si dissolverebbero se l'Euro dovesse frantumarsi, oppure sarebbero erosi dall'inflazione se le cose continuassero ad andare avanti come ora.  Anche se l'Euro-crash non dovesse verificarsi, la politica BCE uccide i rendimenti sul denaro dei risparmiatori, delle banche e delle assicurazioni sulla vita.

I saldi Target non sono solo il sintomo e il termometro della crisi, piuttosto una misura del credito pubblico che attraverso la BCE è fluito verso il sud Europa. Insieme all'acquisto di titoli da parte della BCE, questo credito è pari a 4 volte tutti i fondi di salvataggio concessi fino ad ora dai parlamenti nazionali, dalla commissione EU e dal FMI. Se avessimo un sistema come negli Stati Uniti, i debitori Target dovrebbero saldare i loro debiti nei confronti della banca centrale attraverso la messa a disposizione di titoli ad alto rendimento. Se ci trovassimo ancora nel sistema di Bretton Woods, il sistema a cambi fissi che collegava i paesi occidentali fino al 1973, i crediti Target tedeschi, come accadeva allora, sarebbero stati saldati con dell'oro.

E' nella logica della trappola Target in cui è caduto il nostro paese: la Germania deve solo rallegrarsi se i crediti Target della Bundesbank potranno essere sostituiti dall'acquisto di titoli di stato della BCE. Questo controverso programma farà infatti tornare gli acquisti di titoli di stato dal nord Europa e spingerà verso il sud Europa un nuovo flusso di denaro. In questo modo i crediti Target torneranno a scendere e saranno sostituiti da un nuovo credito pubblico della BCE. I crediti della Bundesbank verso l'Eurosistema saranno quindi convertiti in un titolo scambiabile, che a differenza dei crediti Target, anche in caso di rottura della zona Euro manterrà il suo valore. Scommetto, che questo è stato l'argomento con il quale  il governo tedesco è stato convinto da Mario Draghi a tollerare l'acquisto dei titoli di stato tramite le banche centrali dell'Eurosistema - azione contro la quale il presidente della Bundesbank Jens Weidmann si è battuto invano.

Ancora meglio dell'acquisto di titoli mediante la BCE, dal punto di vista tedesco, è l'acquisto di titoli da parte del fondo di stabilità ESM. Diversamente dal consiglio BCE, la Repubblica Federale nel consiglio ESM ha un potere di voto che corrisponde alla sua percentuale di garanzia del 27%. E qui non potrà certo trovarsi in minoranza come nel consiglio BCE con Weidmann. Questa condizione ha contribuito in maniera decisiva per la ratifica del trattato da parte del Bundestag.

Stando così le cose, si deve supporre che l'attivismo dell'ESM a favore dei salvataggi non si fermerà qui. Ad un certo momento la capacità del fondo di salvataggio si esaurirà, e allora ci sarà bisogno di nuovi miliardi. Poiché la corte costituzionale ha bocciato la licenza bancaria per il fondo ESM, il governo dovrà affrontare di nuovo il parlamento. Per evitare i problemi associati, il governo potrebbe allora abbandonare la sua opposizione agli Eurobond. Se arrivassero veramente i titoli del debito pubblico comuni, avremmo allora per la prima volta la quiete sui mercati - fino a quando non sarà chiaro, che i bassi tassi di interesse rallenteranno lo zelo riformatore dei paesi indebitati rendendo permanente la mancanza di competitività. 

I crediti Target hanno causato una valanga di denaro a buon mercato verso il sud Europa, che politicamente non può piu' essere arrestata. A meno che non si combatta il problema alla radice - nella BCE stessa.

venerdì 12 ottobre 2012

La trappola Target


Hans Werner Sinn pubblica il suo nuovo libro dedicato al sistema Target e torna ad infiammare il dibattito sulla crisi Euro: la Bundesbank ha perso ogni potere decisionale e il patrimonio dei tedeschi è a rischio. Un estratto del libro da FAZ.NET 

La Germania è finita nella trappola Target, sostiene l'economista Hans Werner Sinn. Nel suo nuovo libro chiarisce perché il complicato sistema di pagamento della EU ci spinge a tentare di salvare l'Euro con sempre piu' denaro. Un anticipo

La portata delle azioni di salvataggio della BCE emerge chiaramente dalle dimensioni dei cosiddetti saldi Target. I responsabili politici sia a livello europeo che nazionale sull'argomento sanno poco. Si tratta infatti di flussi di credito che scorrono attraverso i tortuosi canali del sistema delle banche centrali, di cui i politici preferiscono non occuparsi pubblicamente, in modo da evitare ogni preoccupazione.

Il governo federale tedesco fino ad ora si è rifiutato di occuparsi pubblicamente della questione Target. Questo atteggiamento appare incredibile, perché nel frattempo tutto il mondo finanziario ne sta parlando. Sicuramente  da  quando Moody's ha avvertito il governo di Berlino di volerne mettere in discussione il merito di credito. Moody's ha infatti esplicitamente indicato i saldi Target della Germania come una delle ragioni per il peggioramento dell'outlook tedesco da stabile a negativo.

Target è il nome del sistema attraverso il quale vengono gestiti i pagamenti fra le banche nell'area Euro. E' l'acronimo di un'espressione complessa, che si dimentica immediatamente se la si sente, perché non dà nessun aiuto alla comprensione.

Il sistema Target gestisce e misura i trasferimenti di denaro fra le banche centrali nazionali dei paesi Euro, generati da movimentazioni internazionali, che il settore privato e pubblico realizzano attraverso le banche commerciali. Un deficit-Target di una banca centrale nazionale è un deflusso netto di Euro verso un altro paese, che gli economisti definiscono deficit della bilancia dei pagamenti. Di conseguenza un surplus-Target è un afflusso netto di denaro proveniente da altri paesi, ovvero un avanzo della bilancia dei pagamenti.

Azioni, obbligazioni e immobili

Nell'area Euro i pagamenti relativi ai commerci e ai movimenti degli istituti finanziari si spostano fra i diversi confini e all'interno dei paesi, ma solo i flussi transfrontalieri vengono considerati nel sistema Target. Vivo in un paese, compro beni in un altro e chiedo siano consegnati in un terzo paese. Azioni, immobili, obbligazioni e fabbriche intere vengono vendute e comprate attraverso i confini dei paesi. Si prendono in prestito dei capitali, mentre se ne rimborsano altri. Questi pagamenti portano a dei flussi di denaro, ma di solito non si hanno dei flussi netti, perché i movimenti di denaro in entrata e in uscita restano in equilibrio. Una tale situazione viene indicata come equilibrio della bilancia dei pagamenti. 

Si parla invece di uno squilibrio della bilancia dei pagamenti quando ci sono flussi di denaro maggiori in una direzione rispetto all'altra. Se i flussi in entrata e in uscita non si annullano,  si genera un saldo.

Vediamo che nella zona Euro fino all'estate 2007 c'era un equilibrio della bilancia dei pagamenti. I saldi non non sono mai stati pari a zero, perchè i flussi finanziari internazionali dipendono da fattori stocastici, ma le differenze erano ridotte. La somma dei crediti Target dei paesi in avanzo era appena dell'1.3% del PIL dell'Eurozona.

Squilibri di dimensioni maggiori sono emersi solo dopo l'agosto del 2007, da quando è iniziato il disordine sul mercato interbancario europeo. Le banche di Francia, Germania e Olanda hanno iniziato a concedere i loro prestiti all'estero con maggiore esitazione. I paesi GIPSZ ( Grecia, Irlanda, Portugal, Spanien, Zypern), i quali avevano grandi deficit delle partite correnti, dovevano finanziare i propri acquisti con dei prestiti, senza che dall'estero arrivasse un corrispendente flusso di denaro. Questo denaro scomparso è stato sostituito con il denaro elettronico della banca centrale.


I dati mostrano dimensioni drammatiche

Nel caso dell'Irlanda e dall'estate 2011 anche per Spagna e Italia si è avuta una fuga di capitali dovuta al rimpatrio del denaro precedentemente prestato dalle banche del centro. Già dall'estate 2007 i capitali hanno iniziato a fuggire dai paesi GIPSZ, mentre in Germania, Olanda, Finlandia e Lussemburgo stavano arrivando quantità sempre maggiori di denaro. Nel luglio 2012 la Germania aveva maturato un saldo netto di 727 miliardi di Euro. In Olanda in giugno era di 126 miliardi di Euro, in Finlandia di 54 miliardi di Euro e in Lussemburgo fino a maggio erano 128 miliardi di Euro. 

Nel complesso le somme raggiunte ci mostrano una situazione drammatica. All'inizio del 2011 quando i crediti tedeschi erano ancora intorno ai 300 miliardi, si diceva che le cifre sarebbero presto rientrate. Ma di questo rientro non c'è traccia. Negli ultimi 12 mesi, prima della conclusione di questo libro (luglio 2011-luglio 2012) il saldo Target tedesco è salito in media di circa 100 miliardi di Euro per trimestre, oppure di 32 miliardi di Euro al mese. Come il lettore può intuire facilmente dalla curva riportata, la crescita con diverse oscillazioni è continuata mese dopo mese. In caso di sviluppi come questo si può parlare di "sequenze esplosive": possiamo solo sperare, che questa espressione non venga presa troppo alla lettera.



Sebbene i saldi Target siano saldi della bilancia dei pagamenti, misurano anche i crediti fra la diverse banche centrali dell'Eurosistema. A prima vista questo non sembra evidente, perchè alla concessione di un credito è collegato anche un trasferimento di denaro. Ci si chiede allora dove e come la banca centrale tedesca ha prestato del denaro alla banca centrale greca. E questo infatti non è accaduto. Il rapporto di credito è nato molto spesso dal fatto che, ad esempio, al momento dell'acquisto di un prodotto tedesco da parte di un greco, la banca centrale tedesca ha effettuato il trasferimento alla banca commerciale del venditore per conto della banca centrale greca.

Per fare questo la Bundesbank concede alla banca nazionale del venditore tedesco un credito, che per per la Bundesbank rappresenta un debito nei confronti di questa banca commerciale. Allo stesso tempo concede alla banca centrale greca un credito dello stesso valore di quello concesso alla banca commerciale tedesca. Tale credito verso l'Eurosistema nei bilanci della Bundesbank viene registrato come un saldo Target (Forderung). E' come se io per il mio amico che ha dimenticato il proprio portafoglio, pagassi una fattura per una riparazione fatta da un artigiano. Effettuando il pagamento al suo posto gli concedo un credito, che poi registro come una posizione attiva nei suoi confronti.

Nessuna libertà di decisione da parte della Bundesbank

La differenza è che il mio amico mi restituirà i soldi della serata, mentre i crediti Target sono in principio illimitati e non arriveranno mai a scadenza. La Grecia acquista le merci e mette in conto, senza essere in grado di offrire merci in cambio. L'analogia con l'amico non è adatta perché in ogni occasione posso decidere se aiutare o meno il mio amico nella sua situazione. Nel sistema Target la Bundesbank non ha alcuna possibilità di decidere. Può naturalmente nel consiglio BCE, cosa che già fa, votare per una politica di concessione del credito piu' restrittiva, ma in quella sede il suo voto viene messo in minoranza e può fare ben poco. Deve effettuare i pagamenti causati dalla generosa politica di credito e non può rifiutarsi. Questo è l'Eurosistema.

I crediti Target chiariscono perché l'import di capitale nei paesi in crisi è andato avanti, nonostante la crisi abbia avuto origine proprio da questo: i capitali non vogliono piu' andare in questi paesi. Il sistema Target è il fondo di salvataggio, prima dell'arrivo dei fondi di salvataggio - il cavaliere bianco, il sostituto per un mercato dei capitali non piu' funzionante. Il volume dei crediti Target, di cui i paesi in crisi hanno beneficiato, è 5 volte il valore dei titoli acquistati, e il doppio delle somme previste dai fondi di salvataggio.

Per i paesi creditori, prima di tutto la Germania, i crediti Target sono un rischio, come lo sono anche le altre misure di aiuto concesse. Se i debitori non potranno rimborsarli, i crediti dovranno essere depennati, e i beni che sono stati acquistati dai paesi in crisi mediante il sistema dei crediti Target non torneranno mai indietro. Le perdite tedesche saranno poi ridotte attraverso la socializzazione dei guadagni e delle perdite fra le banche centrali nazionali della zona Euro ancora solvibili.

Cosi' ad esempio la Germania in caso di insolvenza e uscita dei GIIPSZ dalla zona Euro non perderebbe i suoi 727 miliardi di crediti (fine luglio), ma dividerebbe con gli altri paesi restanti i saldi negativi dei GIIPSZ, pari a 971 miliardi di Euro. In concreto la Germania si troverebbe ad avere una perdita del 43% ovvero 416 miliardi di Euro.

Una perdita di 593 miliardi di Euro

Per la Germania andrebbe ancora peggio se fosse l'intera Eurozona a dissolversi. In questo caso ci sarebbero dei crediti verso un sistema che non esiste piu': le perdite tedesche sulla base dei dati di agosto 2012 sarebbero di 727 miliardi di Euro.
Con i crediti e le garanzie concesse al fondo ESM la Germania in questo caso si troverebbe in una posizione decisamente migliore: da un lato perché sarebbe coinvolta solo con la propria quota di capitale, e dall'altro lato perché i titoli di stato restano dei crediti sempre esigibili da un punto di vista legale, anche se l'Euro fosse sostituito da altre monete. Sono certo minacciati da un hair-cut e dal rischio di svalutazione, ma non certo dalla scomparsa del quadro giuridico.

Per la Bundesbank sia l'uscita dei GIIPSZ che la dissoluzione dell'Euro sarebbero una catastrofe, visto che dispone di capitale proprio per soli 134 miliardi di Euro. Sottraendo queste perdite, la banca centrale tedesca in caso di uscita e insolvenza dei GIIPSZ avrebbe un capitale proprio negativo per 282 miliardi di Euro, e in caso di rottura dell'euro una perdita di 593 miliardi di Euro.

Su questo argomento sono in molti a sostenere che si tratta di un problema irrilevante visto che i saldi negativi Target si muovono in un mondo virtuale e non hanno alcun significato reale. La Bundesbank in una situazione di emergenza potrebbe lavorare anche con un capitale proprio negativo oppure lo stato potrebbe accordare un credito senza interessi e senza scadenza, in modo da poter ripristinare il capitale proprio. Ma è troppo bello per essere vero.

Sicuramente con trucchi del genere si potrebbe mantenere la Bundesbank funzionante, ma i crediti non potranno essere certo recuperati in questo modo. Per i beni che la Germania ha venduto all'estero e per i quali ha ricevuto solo dei semplici crediti Target, in caso di un fallimento degli altri paesi in crisi, non riceverà mai un controvalore adeguato sotto forma di altri beni. E questa non è una perdita virtuale, piuttosto una perdita reale che coinvolge ogni cittadino. 

Si può cadere in una trappola che qualcuno ci ha teso. Ma ci si può tendere anche una trappola da soli. Il giudizio su quale di queste 2 possibilità corrisponda al caso dei crediti Target, se alla convinzione con cui Helmut Kohl ha seguito il progetto europeo, o all'intelligenza e visione di Jacque Delors, può essere lasciato in sospeso. Il fatto è che oggi la Germania è caduta nella trappola Target.

Il sistema Target è una trappola perchè la Bundesbank non ha la possibilità di incassare i propri crediti. I crediti Target potranno essere rimborsati solamente quando la Germania concederà nuovamente credito all'estero oppure acquisterà dall'estero beni e immobili. Se non dovesse farlo, perchè ha paura che questi crediti non vengano poi rimborsati oppure perchè i beni e gli immobili sono troppo cari, i crediti di emergenza resteranno per sempre nei bilanci e saranno erosi dall'inflazione.

Il vero problema dei saldi Target

I volumi raggiunti dai saldi dei paesi caduti nella trappola del sistema Target, li costringono ad approvare ogni ulteriore misura di salvataggio, grazie alle quali affondano ancora di piu' in questa trappola. Questo riguarda sia l'acquisto di titoli di stato della BCE che i programmi di aiuto pubblico, sui quali decidono i parlamenti. Queste misure portano nuovo denaro nei paesi in crisi: offrono infatti una garanzia pubblica per i prestiti privati che potranno in questo modo essere di nuovo concessi nei paesi in crisi, oppure perché in maniera indiretta supportano l'acquisto di titoli di stato. Riducono i crediti Target, sostituendoli con altri crediti.

Questo è il vero problema dei crediti Target. La BCE ha dato ai paesi in crisi una carta di credito d'oro senza limiti di prelievo. Per fare in modo che questa carta di credito non venga utilizzata o addirittura per far si che questi crediti vengano rimborsati, dovrà essere concessa una carta di platino. La possibilità di rifornirsi di beni e attività in Germania a debito, semplicemente segnando un credito sul bilancio della Bundesbank, genera una dipendenza della politica, che ad ogni crisi sarà costretta ad accettare nuove concessioni verso i paesi in crisi.