Ci avevano spiegato che il caporalato e lo sfruttamento riguardano solo le campagne del sud-Europa e che nella civilissima Europa del nord è tutto molto piu' pulito e onesto, le cose tuttavia non stanno esattamente cosi'. Nelle strade e sui marciapiedi delle grandi città tedesche, ogni giorno decine di migliaia di migranti, molti dall'Europa del sud-est, si offrono a giornata per ogni tipo di lavoro e per pochi euro l'ora, quasi sempre al nero e al di fuori dei sistemi di previdenza sociale. Un'inchiesta molto bella di Der Spiegel ci parla dei bulgari che sui marciapiedi di Amburgo passano le giornate aspettando un furgoncino che passi a caricarli per portarli in un cantiere, in una fabbrica o nei campi. Da Der Spiegel (prima parte)
Dopo il crollo dell'economia bulgara, Stanimir Panow si è trasferito ad Amburgo-Wilhelmsburg. Sperava in una vita migliore, ma è finito a cercare lavoro sui marciapiedi - in un sistema fondato sullo sfruttamento, dal quale i consumatori tedeschi traggono enormi vantaggi.
Quando Stanimir Panow nel 2014 è sceso da un autobus VW ad Amburgo-Wilhelmsburg, insieme ad altri lavoratori migranti bulgari, sperava ancora nella possibilità tardiva di realizzare i suoi sogni. Oggi la sua vita quotidiana consiste principalmente nell'aspettare.
Di notte, quando l'oscurità inghiotte le strade piene di spazzatura del quartiere di Reiherstieg, Panow si stende sul suo materasso ammuffito e aspetta che i suoi tre coinquilini si addormentino al tavolo ubriachi, così che anche lui possa finalmente dormire un po'. Alle cinque del mattino, dopo essersi alzato, Panow aspetta che qualcuno lo carichi e lo porti da qualche parte a lavorare.
Panow sa montare il cartongesso, sa mettere le tegole sui tetti e le piastrelle, sa tirare su i muri, dice che sa fare tutto. Ora ha 64 anni. Le sue spalle sono ancora larghe, le sue braccia sono ancora forti, ma la maggior parte dei suoi capelli è già caduta, dalla sua bocca iniziano a mancare i denti e recentemente nella sua prostata è stato scoperto un tumore maligno.
Panow non ha soldi da parte. Teme il momento in cui sarà troppo debole per lavorare. Il momento in cui inizierà l'attesa della morte.
I sogni di Panow non sono mai stati molto grandi. Una casa, una famiglia, qualche soldo, era tutto quello che voleva. Ma nella Bulgaria colpita dalla crisi non è mai riuscito a realizzarlo. Ha lasciato il suo villaggio natale di Borisovo, in Bulgaria, e si è messo in viaggio in giro per l'Europa in cerca di un lavoro ben pagato, così come hanno fatto circa due milioni di suoi connazionali. E come molti altri, si è perso per strada.
E' finito su di un marciapiede di Amburgo in cerca di lavoro, in un sistema fatto di finto lavoro autonomo, di contratti semi-legali e di dumping salariale. In un mondo senza sicurezza e senza prestazioni sociali. In forme di lavoro che sia in Germania che negli altri paesi dell'UE stanno diventando sempre piu' comuni. Strutture possibili solo grazie a uno dei pilastri centrali dell'Unione europea: il diritto di ogni cittadino dell'UE a lavorare in ogni paese.
La cosiddetta libera circolazione dei lavoratori ha molti vantaggi. Apre nuove opportunità di lavoro per i cittadini UE, rafforza il mercato del lavoro, aumenta la mobilità dei lavoratori qualificati e contribuisce alla crescita economica. Ma sostiene anche un settore ombra in cui in Germania lavorano decine di migliaia di persone, se non centinaia di migliaia, e contro il quale le autorità si muovono senza troppa determinazione.
Vogliamo cercare di capire questo sistema fondato sullo sfruttamento. Perché le persone come Panow finiscono sui marciapiedi a cercare un lavoro? Perché non riescono ad uscirne fuori? Perché il lavoro illegale non viene combattuto in maniera più decisa?
Per la nostra ricerca abbiamo intervistato decine di lavoratori migranti bulgari e cercato di ricostruire la vita di Stanimir Panow nel dettaglio - ad Amburgo-Wilhelmsburg e a Borisovo, in Bulgaria. E' emerso gradualmente un quadro con diverse sfaccettature su uno dei maggiori problemi sociali del nostro tempo. E una prospettiva su come forse lo si potrebbe risolvere.
Il marciapiede del lavoro
Nella sua prima mattina ad Amburgo Panow si è recato al bar Elite. Gli era stato detto che lì si puo' trovare facilmente del lavoro.
E ad oggi non è cambiato molto. È una mattina di sole di fine estate intorno alle 5:30 del mattino, l'aria nel bar Elite è piena di fumo, in TV c'è musica pop bulgara, e su un davanzale ci sono alcune piante sintetiche che sembrano perse come gli uomini seduti ai tavoli ad aspettare il lavoro.
Alcuni uomini indossano tute arancioni, altri camice e jeans consumati. Molti hanno portato il pranzo in un sacchetto di plastica. Panow stamattina non è venuto. Conosce personalmente molti intermediari, e spesso lo contattano direttamente via SMS per un lavoro.
Una Citroën color antracite si ferma davanti al bar Elite. Nella parte posteriore dell'auto c'è un adesivo con il logo aziendale "Parrot12 Glas- und Gebäudereinigung". Nell'auto entrano quattro uomini dall'Elite bar. La macchina parte. Noi gli andiamo dietro.
"Chi si ammala anche per un giorno rischia il lavoro"
Il proprietario del bar Elite, Ali Tutal, non ne vuole sapere nulla di intermediazioni illegali all’interno delle sue stanze. I migranti si incontrerebbero nei locali del suo bar solo per andare insieme a lavoro, ci scrive più tardi per e-mail. Lui non ha nulla a che fare né con i lavoratori né con i datori di lavoro.
Secondo molti lavoratori sotto-pagati, il bar Elite è solo uno dei numerosi punti di raccolta per chi è in cerca di un lavoro giornaliero ad Amburgo-Wilhelmsburg. E Amburgo è solo una delle tante città in cui vengono reclutati lavoratori giornalieri.
I migranti non qualificati vengono impiegati in una vasta gamma di settori: aiuto nei cantieri, per la raccolta in agricoltura, nelle costruzioni, per il lavoro nei macelli e nella ristorazione, nei magazzini, nella pulizia dei container al porto, per la pulizia degli uffici e delle camere d'albergo, nelle aree verdi...l'elenco potrebbe continuare all'infinito.
Le retribuzioni orarie, secondo quanto riferito dai bulgari da noi intervistati, sono fra i cinque e i dieci euro, pagati di solito in contanti. I rapporti di lavoro sono spesso illegali o si muovono sull'orlo dell’illegalità. Pochi lavoratori salariati hanno un contratto di lavoro regolare.
"Molti lavoratori migranti sono praticamente privi di diritti", afferma Christiane Tursi di Verikom, un'associazione senza scopo di lucro che lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori stranieri. "Chiunque chieda più soldi o un contratto di lavoro, oppure si ammala anche solo per un giorno, rischia il lavoro".
La Citroën color antracite si ferma davanti alla sede di Parrot12 Glas- und Gebäudereinigung. I quattro lavoratori dell'Elite bar entrano, escono poco dopo con uno spazzolone e un secchio per le pulizie, caricano gli attrezzi su di un VW Caddy bianco e si dirigono fuori città. Dopo alcuni chilometri, si fermano davanti a un ingresso, entrano dentro e iniziano a pulire le scale.
La sede della "Parrot12 Glas- und Gebäudereinigung", specializzata nella "intermediazione di personale per il magazzino", almeno secondo il registro commerciale, si trova in Billstraße. La zona è un noto punto di smistamento per biciclette rubate e rifiuti elettronici che da qui vengono spediti illegalmente in Africa. L'amministratore della società, un certo signor Ramazan Yildiz, non ha voluto rispondere alle nostre richieste di informazioni su quanto vengano pagati i suoi dipendenti e se con loro ha stipulato dei contratti.
In Germania ci sono molte aziende come quella di Yildiz; alcune operano legalmente, altre no; tutte impiegano lavoratori migranti. Alcune agiscono come dei subappaltatori che lavorano per aziende molto più grandi - con l'obiettivo di ridurre i costi. Soprattutto nei lavori piu' semplici, dove il costo della manodopera rappresenta una gran parte dei costi totali, il dumping salariale è il miglior modo per risparmiare.
"Ci sono molti modi per aggirare il salario minimo fissato dalla legge", afferma Christiane Tursi di Verikom. A volte i lavoratori a basso salario devono fare delle ore extra, a volte devono rimborsare una parte della paga ufficiale in contanti. E a volte dopo aver lavorato non vengono proprio pagati.
Anche a Stanimir Panow è già capitato due volte. La prima volta per un mese di lavoro in un cantiere ha dovuto prendere solo 200 euro. Quando si è lamentato, ci dice, è stato minacciato. Ha avuto paura e se n'è andato.
La seconda volta Panow ha trovato un datore di lavoro inadempiente. Si trovavano insieme ai bordi di un campo da calcio, dove l'uomo stava assistendo ad una partita del figlio. "Non ti vergogni per non avermi pagato?", gli ha urlato Panow davanti a tutti. Probabilmente è stato troppo imbarazzante anche per lui. Ha preso da parte Panow e gli ha dato i soldi che gli doveva.
Nonostante queste esperienze Panow continua a cercare lavoro sui marciapiedi. E anche se la paga è da fame, guadagna ancora molto di più di quanto guadagnerebbe in Bulgaria. Nei mesi buoni arriva a più di mille euro, esentasse. In questo modo può sostentarsi e mandare un po' 'di soldi alla sua ex moglie nella sua vecchia patria. I giovani bulgari, che lavorano anche più di lui, riescono persino a mettere da parte un po' del loro stipendio.
"È un affare basato su uno scambio", dice Panow. Contanti in cambio di sicurezza, contanti in cambio di diritti. Funziona bene fino a quando non ti ammali gravemente.
Nel settembre 2017 un migrante bulgaro è stato trovato morto in un parco di Wilhelmsburg. L'uomo aveva circa cinquantacinque anni, viveva a Wilhelmsburg da undici anni, e anche lui andava a cercare lavoro sui marciapiedi, proprio come Panow. Poi si è ammalato, era visibilmente indebolito, ha iniziato a non andare a lavoro, è diventato un senzatetto. Alla fine, si è sdraiato in un boschetto ed è morto. (...)
La miseria importata
Al 68 della Vogelhüttendeich Strasse, in un cortile non lontano dal bar Elite, i rifiuti ingombranti continuano ad accumularsi. Dai cassonetti esce una puzza molto forte, tra due auto con targhe smontate è parcheggiato un passeggino. I cavi elettrici auto-montati sono appesi alla parete esterna di una casa a due piani. Accanto all'entrata c'è scritto che la casa è infestata da pulci e cimici.
Secondo le indicazioni degli stessi lavoratori, ci sono decine di bulgari che vivono illegalmente nella casa, a volte vivono in quattro in dodici metri quadrati. "I maiali nella stalla hanno più spazio", dice Serkan Izmansoy, che fino a poco tempo fa viveva in un appartamento affacciato sul cortile. Sua madre ha avuto contatti con una residente bulgara del cortile, ci dice Izmansoy: "ha detto che deve pagare 200 euro al mese per un materasso, e tutti devono pagare lo stesso prezzo: adulti, bambini e persino neonati".
Secondo il registro fondiario il proprietario dell'immobile è un imprenditore turco di nome Ahmet Karanfil. Karanfil tuttavia respinge le accuse dei residenti. Sostiene di aver affittato le stanze nel cortile in maniera legale, fa sapere tramite il suo avvocato. Il suo inquilino tuttavia avrebbe sub-affittato le stanze a dei "compatrioti amici".
Secondo Christiane Tursi, l'assistente sociale di Verikom, molti lavoratori migranti vengono ospitati in case come quella al 68 della Vogelhüttendeich. "Chi lavora illegalmente non ha alcuna possibilità di trovare una casa nel mercato degli alloggi legali", dice Tursi. "Deve trovarsi un alloggio illegale ad un prezzo molto alto". Se non te lo puoi permettere, dormi in macchina o all'aria aperta.
Nei parchi e nei boschi di Amburgo-Wilhelmsburg si vedono spesso sistemazioni di fortuna. Vicino a un canale c'è un telone bianco steso sopra alcuni rami, davanti c'è un materasso di gommapiuma, per terra escrementi e carta igienica usata. In un pezzo di bosco in pendenza già da molto tempo c'è una grande tenda, il suo proprietario ha creato un piccolo sentiero attraverso il bosco e si è costruito un recinto di rami.
I lavoratori bulgari se accettano case illegali e lavori illegali sono punibili. "E chiunque sia coinvolto è ricattabile", dice l'assistente sociale Tursi. I migranti non riescono a difendersi dai loro padroni di casa e dai datori di lavoro sfruttatori. E hanno grandi difficoltà a integrarsi.
"I migranti non hanno tempo ed energie per imparare il tedesco", dice Tursi. "Di conseguenza difficilmente riescono ad entrare in contatto con la gente del posto o a informarsi sui loro diritti". I truffatori spesso con loro hanno gioco facile.
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