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martedì 15 ottobre 2013

Il nuovo masochismo nazionale tedesco secondo Hans Olaf Henkel

Hans Olaf Henkel, ex presidente degli industriali tedeschi e fra i promotori del Manifesto di solidarietà europea, nella sua consueta rubrica "Henkel Trocken" attacca l'unione bancaria e il nuovo masochismo tedesco. Da Handelsblatt.de
Con l'unione bancaria gli euro-salvatori stanno minando le fondamenta della democrazia in Europa, scrive il nostro columnist Hans-Olaf Henkel. Soprattutto i tedeschi si stanno esercitando nel "nuovo masochismo nazionale" e con un certo compiacimento hanno ormai superato la linea rossa.

Sulla televisione pubblica la "crisi dell'Euro" ottiene dei titoli abbastanza innocui, come ad esempio "crisi del debito sovrano" oppure "crisi finanziaria". Cosi' i giornalisti si sono adattati alle regole linguistiche del governo e fanno in modo che nessuno inizi gridando "al ladro, al ladro", e finisca prendendo di mira "l'Euro". Chiaro, come altri paesi non-Euro, l'Eurozona soffre per l'accumulo decennale di debito pubblico, e per le conseguenze di lungo periodo della crisi iniziata cinque anni fa.

Ma le banche non dovranno essere stabilizzate e risanate soltanto in Europa. Ovunque, non importa se in Svezia, Svizzera, Stati Uniti o in Giappone, resta un compito delle istituzioni democraticamente elette decidere se e come il contribuente deve partecipare al salvataggio delle proprie banche.

Con l'unione bancaria gli euro-salvatori non stanno solamente socializzando il debito bancario, ma stanno minando le fondamenta della democrazia.

La prima parte dell'unione bancaria sembrerebbe andare incontro al naturale desiderio dei tedeschi di tenere la situazione sotto controllo. Tuttavia il nome "controllo bancario europeo" nasconde ai nostri occhi cio' che realmente i paesi del sud, con la Francia in testa, vorrebbero ottenere: la messa in comune dei debiti bancari all'interno dell'unione bancaria. Non c'è da meravigliarsi, le banche del sud sono molto piu' indebitate rispetto a quelle del nord. Il professor Roland Vaubel dell'Università di Mannheim ha recentemente chiarito cio' che gli euro-salvatori realmente si immaginano: prendere con l'ESM "le stesse decisioni prese dai ministri delle finanze".

Lo si puo' dire con una certa soddisfazione: proprio il meccanismo europeo di stabilità (ESM), approvato dal Bundestag con la promessa solenne di sostenere finanziariamente solo ed esclusivamente gli stati, e al cui finanziamento la Germania contribuisce con il 27%, adesso potrà rifinanziare in maniera diretta le banche spagnole e francesi, senza il coinvolgimento del governo federale o del Bundestag. Anche i politici tedeschi e il rappresentante tedesco presso la BCE Asmussen si sono pronunciati a favore.

Un amico francese dell'autore di queste righe riconduce il fenomeno ad un nuovo "masochismo nazionale tedesco" che l'Euro avrebbe causato nella politica, nei media e nell'economia tedesca. La nuova "linea rossa" tracciata sulla sabbia durante la campagna elettorale, ad esempio come difesa dal fondo bancario europeo per la tutela dei depositi, non solo sarà superata, ma travolta. Allora a garantire per le banche disastrate del sud non saranno chiamati solamente i contribuenti tedeschi, ma anche i risparmiatori.

Dal momento che quasi tutti gli argomenti economici e politici per l'adesione all'Euro sono venuti meno, i politici tedeschi - e non solo - fanno sempre piu' spesso ricorso all'argomento della pace in Europa. Ma non dovrebbero dimenticare che per la pace non dobbiamo ringraziare l'Euro, ma la democrazia. Su questo continente non è mai accaduto che una democrazia abbia aggredito un'altra democrazia. Ma sono proprio i nostri "euro-salvatori masochisti nazionali" a danneggiare la nostra democrazia. Sebbene l'Euro continui ad essere una minaccia, preferiscono farlo vagare libero senza gridare "fermate il ladro!". Come ha scritto recentemente Carlos Gebauer sul giornale „Eigentümlich Frei", preferiscono gridare: "teniamoci il ladro!"

martedì 9 aprile 2013

L'Eurogulden e i sogni tedeschi


Hans-Olaf Henkel, euroscettico della prima ora, tra i fondatori della nuova formazione eurocritica "Alternative fuer Deutschland", ex presidente degli industriali tedeschi, su Handelsblatt descrive in chiave ironica il suo sogno di un Euro-nord esteso alle zone di tradizionale influenza germanica. Da Handelsblatt.de
Il nostro columnist sogna una nuova moneta, che su proposta degli olandesi sarà rinominata "Eurogulden". Molti paesi non-Euro si agganceranno - con l'intenzione di rispettare le regole del trattato di Maastricht.

Nel fine settimana mi sono addormentato sull'ICE Berlino-Amburgo. Ed ho sognato il Presidente francese che esponeva alla Cancelliera il desiderio, espresso dalla Francia e da altri paesi del sud Europa, di una uscita della Germania dalla zona Euro. Non si puo' piu' pretendere che il sud-Europa resti prigioniero del feticismo della stabilità tedesco. Anche a Parigi si è giunti alla conclusione che l'Euro per la maggioranza delle imprese del sud Europa è diventato troppo forte, mentre per le imprese del nord troppo leggero.

Mentre la Germania esporta sempre di piu', nel sud cresce il numero di insolvenze, si riduce la base imponibile e aumenta la disoccupazione. In particolare, la disoccupazione giovanile in tutto il sud diventa un esplosivo sociale ingovernabile. A cio' si aggiunge che non solo i paesi del sud, ma anche la Francia, non potranno raggiuntere né quest'anno né il prossimo gli obiettivi di stabilità fissati.

Con l'uscita della Germania dall'Euro unitario Hollande si aspetta una svalutazione del nuovo Euro mediterraneo e in questo modo un forte impulso al recupero di competitività nei paesi del sud Europa. "Madame", nel sogno Hollande diceva cosi': "Anche lei non crede certo che i tedeschi si lascerebbero tagliare i salari e le pensioni del 30%!"

Subito dopo Merkel inizia a discutere con alcuni imprenditori e ricordo bene che nel sogno ho assistito a litigi rumorosi; non solo fra i rappresentanti delle imprese familiari e delle casse di risparmio da un lato e dall'altro i dipendenti e i manager delle grandi banche, ma anche fra i membri della coalizione di governo. Il candidato della FDP Bruederle ha detto chiaramente a Schäuble che continuare con il "business as usual!" equivale a portare avanti una grottesca politica di sovvenzione, da cui "l'industria dell'export tedesca sicuramente trae profitto nel breve periodo, ma le cui conseguenze finanziarie nel sud-Europa dovranno essere pagate a lungo dal contribuente tedesco e dai suoi figli".

In una trasmissione speciale della ARD, gli ex Cancellieri Schmidt e Kohl e l'ex ministro degli esteri Genscher esprimevano le loro preoccupazioni in merito ad una possibile terza guerra mondiale. Il moderatore, il capo di WDR Schönenborn, ha detto immediatamente "di dover condividere con milioni di spettatrici e spettatori questa preoccupazone" e ha posto la seguente domanda: perché non si fanno ulteriori concessioni ai francesi al fine di mantenerli nella moneta unica?

Subito dopo il leader della SPD Gabriel e il leader della confederazione sindacale Sommer hanno chiesto un aumento immediato degli stipendi e delle pensioni tedesche pari al 20%, "per dare un contributo al livellamento dei differenziali di produttività che minacciano la sopravvivenza della moneta unica". Il leader dei Verdi Trittin ha consigliato di raggiungere questo obiettivo anche attraverso la strada della "svolta energetica" (uscita dall'energia atomica) e il conseguente aumento dei costi energetici. Il leader degli industriali Grillo (BDI) ha messo in guardia dalle conseguenze di una rivalutazione, perché "il 60 % dell'export tedesco è diretto verso l'Europa!" Il rappresentante della Bundesbank, Dombret, ha sottolineato invece che "oltre il 60% dell'export tedesco non va verso l'Eurozona", cosa ancora piu' rilevante, "oltre il 40% delle nostre esportazioni è stato precedentemente importato e in caso di rivalutazione diventerebbe piu' economico".

Dopo l'accettazione della proposta francese da parte di Finlandia, Olanda e Austria, cosi' continuava il mio sogno, anche il governo federale tedesco si è visto costretto ad accettare il piano. Si annuncia che la nuova valuta - su proposta degli olandesi, sarà rinominata "Eurogulden" - i paesi non-Euro Danimarca, Svezia, Polonia e Repubblica Ceca intendono entrare a farne parte. Tutti i partecipanti alla nuova eurovaluta si impegnano a rispettare l'originale trattato di Maastricht, compresa la "clausola di No-bail-out", che vieta qualsiasi messa in comune del debito sovrano.

Il mio sogno continuava con un discorso della Cancelliera "alle cittadine e ai cittadini tedeschi". Si rallegrava perché ora in Europa "abbiamo perfino meno valute di quante ne avevamo prima" e l'abbiamo sempre saputo che "è meglio una valuta che si adatta alla realtà economica,  piuttosto che il contrario". "L'obiettivo strategico del presidente Hollande, e anche il mio, è ricongiungere prima o poi le due monete, ma solo quando si saranno create le condizioni economiche. Potranno essere necessari decenni".

Il mio sogno proseguiva, e Cameron si felicitava per la "nuova politica eurorealista", era cosi' felice che aveva deciso di cancellare l'annunciato referendum sulla permanenza nell'UE. Solo quando il presidente della repubblica Joachim Gauck assegnava ai professori Hankel, Renate Ohr, Schachtschneider, Starbatty e Spethmann (euroscettici della prima ora) l'Ordine di Merito per il "loro coraggio civile mostrato nonostante i lunghi anni di emarginazione", mi sono finalmente svegliato ad Altona (stazione di Amburgo). Ero andato troppo in là con il treno, ma quello era il problema minore.
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domenica 3 marzo 2013

Nasce "Alternative für Deutschland" - Il nuovo partito anti-Euro tedesco


Nasce Alternative für Deutschland, il nuovo partito anti-Euro in Germania. Ad animarlo, alcuni degli euroscettici piu' noti. Da Frankfurter Allgemeinen Sonntagszeitung
I critici degli Eurosalvataggi, secondo le informazioni raccolte da "Frankfurter Allgemeinen Sonntagszeitung", preparano la costituzione di un partito con il nome di „Alternative für Deutschland“. Il partito intende partecipare alle elezioni politiche di settembre.

Gli oppositori delle politiche di salvataggio europee intendono fondare un partito dal nome "Alternative für Deutschland“. Il partito sarà presente già nelle elzioni politiche del settembre 2013, o al piu' tardi nelle elezioni europee del giugno 2014. I fondatori sono l'economista Bernd Lucke, il pubblicista ed ex-redattore della FAZ Konrad Adam e Alexander Gauland, ex capo della cancelleria in Assia durante la presidenza di Walter Wallmann (CDU).

Lo staff dei promotori e dei sostenitori lascia ipotizzare che il partito possa avere buone possibilità di successo nel ceto medio. Fra i sostenitori ci sono in misura piu' che proporzionale professori liberali e conservatori che hanno o hanno avuto una cattedra di economia. Fra questi ci sono nomi noti come Stefan Homburg e Charles Blankart. Insegnano rispettivamente ad Amburgo e Berlino finanza pubblica. A questi si uniscono Joachim Starbatty, Wilhelm Hankel, Karl Albrecht Schachtschneider e Dieter Spethmann: insieme hanno presentato un ricorso alla Corte Costituzionale contro gli aiuti alla Grecia. Il nome piu' famoso nella lista dei sostenitori è l'ex-presidente dell'associazione degli industriali tedeschi, Hans-Olaf Henkel, già da tempo in stretta relazione con numerosi fondatori del partito.

Il principale ispiratore, Bernd Lucke, professore di macroeconomia ad Amburgo, è stato per 33 anni membro della CDU, prima della sua decisione di abbandonare il partito nel 2011, dovuta agli eurosalvataggi. L'economista, con la fondazione di un "Plenum degli economisti", aveva già cercato di ottenere influenza politica. 328 professori di economia, membri dell'Internet Plenum, già nel febbraio 2011 con una grande maggioranza si erano espressi contro l'estensione dei pacchetti di salvataggio EU. "Il suggerimento non ha tuttavia lasciato alcuna traccia", ha dichiarato Lucke. Il governo si è dimostrato resistente ai consigli.

Il nuovo partito si oppone ai cosiddetti Eurosalvataggi, ma resta pienamente impegnato in un processo pacifico di integrazione europea. Inoltre, intende tenere lontana ogni forma di estremismo e sostiene l'ordinamento liberal-democratico della Repubblica Federale. Il pubblicista Konrad Adam con le sue parole descrive le preoccupazioni per la democrazia in Germania. Nella politica di unificazione europea, per come viene condotta e realizzata da tutti i partiti in parlamento, la prima questione di principio dovrebbe essere la rappresentazione in Parlamento di un stato d'animo estremamente diffuso fra la popolazione.

Riunione inaugurale in aprile

"Diversamente da quanto accaduto nella disputa sullo stato di emergenza, i trattati orientali, piu' recentemente anche con la riunificazione, la coalizione di tutti i partiti al Bundestag discute sui tempi e le dimensioni degli aiuti finanziari, ma già sanno che alla fine saranno d'accordo sulla direzione", si lamenta Adam. Insieme ai suoi colleghi il pubblicista denuncia la violazione dei trattati: "Dopo che i principi di Maastricht per molti anni non sono stati rispettati, dalla notte al giorno sono stati letteralmente soppressi".

L'economista e sostenitore Stefan Homburg ha invece promesso di non voler piu' votare per un partito che appoggia il fondo di salvataggio ESM. Fino ad ora - ad eccezione della Linke - tutti i partiti al Bundestag avevano ricevuto almeno una volta il suo voto. Per lui ad essere sbagliata non è soltanto la politica degli eurosalvataggi. Da sola questa non sarebbe stata sufficiente per spingerlo a sostenere un nuovo partito. E' indignato per la rottura della legalità: la violazione continua dei criteri di Maastricht e la clausola di no bail out. L'intenzione è cresciuta "con la convinzione che lo stato di diritto resta  in ogni caso ad di sopra dell'opportunità" ha dichiarato Homburg a questo giornale.

„Alternative für Deutschland“ ha già avuto un primo test elettorale. Nelle elezioni regionali della Bassa Sassonia ha appoggiato i Freie  Wähler. Il risultato non è stato entusiasmante, dice Lucke. Adesso intendono diventare un partito vero e proprio con una riunione fondativa nel mese di aprile.

E' previsto anche un evento per il lancio: l'11 marzo alle 19.00 nella Stadthalle di Oberursel con il titolo: "Affinché l'Europa non fallisca a causa dell'Euro".

giovedì 24 gennaio 2013

Il vero discorso di Cameron


Hans-Olaf Henkel, euroscettico della prima ora, ex presidente della BDI (Confindustria tedesca), si diverte a riscrivere il discorso di Cameron sull'Unione Europea. Da Handelsblatt.de
Sotto la pressione di Merkel e Hollande il premier britannico Cameron ha dovuto rinviare il suo tanto atteso discorso sull'Europa - niente doveva interferire con le celebrazioni per il Trattato dell'Eliseo. Che cosa avrebbe potuto dire?

Quando i circa 1.000 deputati del Bundestag e dell'Assemblea nazionale francese festeggeranno al Reichstag il cinquantesimo anniversario del Trattato dell'Eliseo, non mancherà certo il Pathos. Il caso ha voluto che il premier britannico David Cameron abbia rinunciato a tenere lo stesso giorno il suo tanto atteso discorso sull'Europa. L'ha dovuto rimandare su pressione di Angela Merkel e Francois Hollande. Sarebbe stato meglio se l'avessero anche invitato. Forse avrebbe potuto dire qualcosa:

"Madame Chancellor, Mr. President, Deputies of the German and French Parliament!

Vi ringrazio per questo invito che mi dà non solo la possibilità di congratularmi per le vostre nozze d'oro, ma anche l'opportunità di descrivere lo stato della nostra famiglia europea, dal punto di vista di un lontano parente.

Onestamente, a parte i patetici giuramenti di fedeltà che vi siete appena fatti, sono molto sorpreso, perché né a me né alla mia parentela europea è sfuggito il fatto che voi due sempre piu' spesso litigate. Ovviamente le ragioni sono dovute ai diversi punti di vista dei genitori sull'educazione del bambino avuto insieme, a cui avete dato il nome Euro. La madre vuole insegnare al bambino la disciplina tedesca, il padre invece è piu' per il lassez-faire francese.

La parentela del nord Europa è sempre piu' preoccupata perché lei signor Presidente, ogni volta sembra avere la meglio. L'ingresso della Grecia nell'Eurozona fu accettato dal genitore tedesco solo sotto pressione di quello francese. La clausola di "no bail-out", che doveva essere un muro di difesa fra il contribuente tedesco e i politici spendaccioni del sud Europa, è stata rimossa per la pressione francese. L'indipendenza della banca centrale, combattuta dai francesi, si è dissolta dopo le dimissioni dei rappresentanti tedeschi Axel Weber e Jürgen Stark. I meccanismi automatici di sanzione per la mancanza di una disciplina di bilancio, richiesti dalla madre tedesca dopo la passeggiata a due sulla spiaggia di Deauville, sono stati bocciati dal padre francese. Uno ama risparmiare, mentre l'altro preferisce gettare il denaro dalla finestra, e per questo ci si puo' aspettare un ulteriore logoramento del vostro matrimonio. A meno che i risparmi messi da parte durante il matrimonio non siano ridistribuiti sulla base dell'unione bancaria, tanto desiderata dai francesi.

L'Euro tuttavia non porta solo ad uno scontro fra di voi. Quando lei, sig.ra Cancelliera, ha visitato poco tempo fa il nostro zio comune di Atene, ha avuto bisogno della protezione di 7000 poliziotti. E l'Euro sta spaccando a metà la nostra famiglia: paesi Euro e non Euro. Al di fuori dell'Eurozona, solo la Romania vuole  ancora avere a che fare con la moneta unica. Ma c'è una cosa che mi rattrista: noi, i britannici, siamo cosi' stanchi delle continue discussioni alle vostre feste di famiglia chiamate "Euro vertici", che io ora sono totalmente impegnato ad impedire che una maggioranza dei miei concittadini decida di lasciare la famiglia EU. Alcuni di noi vorrebbero addirittura farsi adottare dai parenti sull'altra sponda dell'Atlantico. 

Sebbene lei con la Gran Bretagna, la Polonia e altri alleati non vi troviate in guerra con la Germania, continua a sostenere che l'Euro assicura la pace. Ma proprio oggi qualcuno le deve dire che l'effetto dell'Euro è esattamente il contrario. Sta danneggiando pesantemente l'Europa, e la sta dividendo politicamente.

Vi ringrazio per l'attenzione".