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mercoledì 28 marzo 2018

Thilo Sarrazin: il miglior consiglio per gli italiani è quello di uscire dall'euro

Thilo Sarrazin è un ex dirigente della SPD, è stato nel board della Bundesbank e parlamentare della città di Berlino. Intervistato sulla moneta unica da Focus ha un consiglio da dare agli italiani: per voi sarebbe molto meglio uscire dall'euro. La stampa popolare tedesca continua con una narrazione dell'eurocrisi fondata su pregiudizi e cliché: il tentativo dei sud-europei di impossessarsi dei risparmi tedeschi per poter continuare a vivere al di sopra dei propri mezzi, ovviamente a spese dei contribuenti del nord. Da Focus.de 


Focus: in Italia gli euroscettici recentemente hanno ottenuto quasi il 50% dei voti. L'euro ha ancora un significato?

Sarrazin: mi lasci rispondere. L'euro ha tre funzioni. Primo: è una valuta, con la quale paghiamo. Secondo: molti hanno sperato che con l'euro le condizioni economiche generali sarebbero migliorate. Ma non è andata cosi'. E terzo, l'euro è il veicolo per l'integrazione europea. Tuttavia anche in questo compito è fallito, è accaduto esattamente il contrario.

Focus: cio' ha a che fare anche con le differenze culturali fra i paesi?

Sarrazin: abbastanza, noi tedeschi abbiamo fiducia nelle nostre istituzioni e abbiamo una avversione storica nei confronti del debito e dell'inflazione. I paesi del sud sono meno disposti a scendere a compromessi e guardano di più' ai loro interessi. Questo è il motivo per cui esiste un altro approccio verso i conflitti politici, la cui soluzione spesso tende ad essere procrastinata.

Focus: che cosa significa concretamente?

Sarrazin: se non si riesce a trovare un accordo sulla politica di bilancio e sui tagli alle spese o sull'aumento delle tasse, allora si finisce per fare piu' debito. Questa fino ad ora è stata la via italiana. Per questo l'Italia fin dalla seconda guerra mondiale ha avuto un'inflazione piu' alta e ha fatto piu' debiti della Germania. In passato non era un problema, ma ora abbiamo una moneta comune che richiede una certa disciplina di bilancio.

Focus: che non c'è...

Sarrazin: ....e questo è diventato il modo italiano per risolvere i problemi.  I partiti che hanno vinto le ultime elezioni sono quelli che dicono: non ne vogliamo piu' sapere dei diktat finanziari tedeschi. Che si può' anche tradurre cosi': ci piace avere l'euro per comprare auto tedesche a buon mercato, ma non abbiamo nessuna voglia di rispettare le regole sul debito. Inoltre, non possono piu' svalutare la loro valuta per vendere ad un prezzo piu' competitivo i loro prodotti. Tutto cio' in Italia sta producendo grande frustrazione.

Focus: l'economista Heiner Flassbeck sostiene che la Germania nell'ambito dell'eurozona stia praticando un damping valutario, perché l'euro per la Germania è una moneta troppo debole.

Sarrazin: Flassbeck in parte ha ragione. L'euro è davvero troppo debole per noi. In realtà stiamo vendendo i nostri beni ad un prezzo troppo basso, e in questo modo rinunciamo ad una parte della nostra prosperità. Potremmo chiedere molto di piu' per i nostri prodotti. Ma Flassbeck ha anche torto perché da quando c'è l'euro la quota del commercio estero con i paesi dell'euro è diminuita costantemente. Il commercio con i paesi non-euro sta crescendo in maniera decisamente piu' forte.

Focus: perché è così?

Sarrazin: se l'economia in paesi come Francia e Italia non cresce, ovviamente non aumenta nemmeno il potere d'acquisto di quei paesi. L'euro ha influenzato negativamente la crescita nell'Europa meridionale, mentre nell'Europa del nord non ha avuto un effetto positivo.

Focus: ma se la Germania uscisse dall'euro avremmo un D-Mark decisamente piu' forte.

Sarrazin: non ho chiesto che sia la Germania ad uscire dall'euro. Ma alcuni paesi dell'europa del sud starebbero sicuramente meglio senza l'euro. Dobbiamo tornare alle regole del Trattato di Maastricht. E in quei trattati non vi è alcuna indicazione che la Germania debba garantire per i buchi di bilancio dei paesi economicamente piu' deboli. L'unione monetaria non dovrebbe essere una unione dei debiti.

Focus: in realtà è cio' che sta accadendo. Ci puo' spiegare nuovamente perché il denaro tedesco è sul fuoco?

Sarrazin: ci sono diversi meccanismi, in totale ce ne sono cinque, se si include il bilancio UE. La cosa peggiore è: io temo che la maggior parte degli economisti non abbia ancora compreso tutti i meccanismi.

Focus: proviamoci ancora una volta

Sarrazin: inizio dai saldi Target. Gli stati hanno due opzioni per finanziare i disavanzi delle partite correnti. Da un lato con il debito, dall'altro con il sistema Target-2. La BCE permette la creazione di enormi saldi negativi per i singoli stati, come se si trattasse di una linea di credito. Alla fine si tratta di paesi che come l'Italia e la Grecia sono indebitati con la BCE. Dietro però ci sono i crediti dei paesi che nel sistema sono dei pagatori, come la Germania.

Focus: come si è arrivati a questa situazione?

Sarrazin: l'unione monetaria è nata con l'idea che doveva esistere una moneta comune, ma nessun sistema di responsabilità comune. Questo approccio è venuto meno con il salvataggio della Grecia nel 2010. Da allora abbiamo una unione di responsabilità, ad esempio con il sistema Target 2 oppure con il meccanismo europeo di stabilità (ESM)

Focus: ... il fondo europeo di salvataggio per gli stati in difficoltà.

Sarrazin: giusto, e in quel fondo - come lei sa, la Germania è il maggiore contribuente netto. In casi estremi si potrebbe arrivare a 190 miliardi di euro per la Germania.

Focus: la richiesta di un sistema europeo di garanzia dei depositi si fa sempre piu' forte: che cosa significa per il risparmiatore tedesco?

Sarrazin: un'assicurazione europea sui depositi è un altro passo verso questa unione basata sulla messa in comune del debito. Quando si parla di assicurazione sui depositi, si tratta di garantire che i depositi dei clienti siano protetti nel caso in cui la banca fallisca. Abbiamo tre sistemi di garanzia dei depositi in Germania: per le banche private, per le casse di risparmio e per le Volks- e Raiffeisenbanken. E se questi sistemi non dovessero essere sufficienti,interviene lo stato, come è accaduto nel 2008...

...un'assicurazione sui depositi è una messa in comune delle garanzie. Tutte le banche che fanno parte dell'assicurazione garantiscono per una singola banca. Ora molti paesi del sud e dell'Europa dell'ovest, che vogliono portare avanti l'unione monetaria, vorrebbero creare un sistema di responsabilità comune per tutte le banche europee.

Focus: alcune banche in Europa pero' stanno già traballando, specialmente in Italia

Sarrazin: in Spagna, Francia e nella Repubblica Federale, le banche sono sostanzialmente stabili. Sono alquanto instabili in Grecia ma anche in Italia. Le banche italiane, in particolare, nei loro bilanci hanno ancora molti crediti inesigibili.

Focus: l'economista  Markus Krall  ha recentemente parlato di "un oleodotto" che va dalla Germania alla Sicilia

Sarrazin: me lo lasci dire. Vengono create delle condutture affinché i paesi del sud possano continuare a spillare denaro. Si tratta dei saldi Target, del meccanismo europeo di stabilità (ESM), come di una possibile unione basata sulla responsabilità comune. Solo la semplice esistenza di una condotta non significa necessariamente che in quella tubatura scorra del denaro.

Focus: ma questo è esattamente il motivo per cui la condotta è stata creata.

Sarrazin: corretto. Cio' significa: quante piu' tubature ci sono, maggiore sarà il rischio che in una seduta notturna a Bruxelles si decida che di fatto dovranno effettivamente scorrere soldi. Per questa ragione io dico: quante meno tubature possibile!

Focus: ecco lo scenario: diciamo che i tassi di interesse della zona euro aumentano e che i costi per il servizio del debito per i paesi indebitati stanno aumentando. A un certo punto queste condutture vengono aperte, e noi tedeschi dobbiamo pagare. Giusto?

Sarrazin: sì è giusto. Lasciatemi dire qualcosa sulla politica dei tassi di interesse. Abbiamo ancora dei tassi di interesse estremamente bassi. Se sei un risparmiatore, allora sai cosa cio' significa per i tuoi risparmi.

Focus: sfortunatamente, niente di buono per i risparmiatori tedeschi.

Sarrazin: questa politica dei tassi di interesse non è stata fatta secondo gli standard e le necessità tedesche. Considerando la forza dell'economia tedesca, anche un tasso di interesse del tre, quattro o cinque per cento sarebbe assolutamente accettabile. Anche se i bilanci pubblici dovessero pagare più interessi, sarebbe comunque fattibile. I tassi di interesse sono mantenuti artificialmente bassi dalla BCE.

Focus: parlando di lavoro, fortunatamente, in Germania abbiamo un tasso di disoccupazione relativamente basso. Le cose vanno diversamente in altri paesi come ad esempio in Spagna. Alcuni economisti stanno già mettendo in guardia contro la sicurezza sociale europea. Sarebbe una conduttura in piu'?

Sarrazin: è vero, nel peggiore dei casi potremmo quindi trovarci a finanziare i disoccupati nei paesi del sud.

Focus: quindi ancora denaro tedesco che deve servire per risolvere i problemi degli altri?

Sarrazin: è sicuramente intenzione degli europei del sud ottenere più denaro possibile dalla Germania e in generale dal Nord Europa. La domanda è come dobbiamo gestire la situazione.

Focus: come la gestiamo?

Sarrazin: non facciamo abbastanza resistenza. Una delle scelte piu' infelici di Martin Schulz è stata quella di dare l'impressione che fosse compito della Germania lasciare che gli stati indebitati si rifornissero con il denaro tedesco. Questo non puo' e non deve accadere.

Focus: accadrà?

Sarrazin: io faccio la seguente previsione. A livello europeo continueremo a prendere iniziative che vanno nella direzione sbagliata. Questi passi saranno troppo piccoli per risolvere i problemi in Spagna, Francia, Italia & Co. Ma sufficientemente grandi da causare rabbia e instabilità in Germania. Per questa ragione la frustrazione sta crescendo, su entrambi i fronti

Focus: quali saranno le conseguenze?

Sarrazin: in Germania, la moneta comune, l'euro, sta diventando sempre più impopolare. E nei paesi del sud stanno crescendo le forze che sono contrarie ad una ulteriore integrazione europea.

Focus: non dovremmo forse preferire un finale con l'orrore rispetto ad un orrore senza fine e lasciare che l'euro imploda?

Sarrazin: io piuttosto mi auspico che si possa tornare ai principi originari che furono concordati all'inizio. Il vecchio principio diceva: abbiamo una moneta comune, ma delle casse nettamente separate, e ognuno si occupa dei propri debiti.

Focus: che cosa accade se ipotesi simili venissero portate alle estreme conseguenze?

Sarrazin: se i mercati sapessero che ad esempio gli italiani devono pagare tutti i loro debiti da soli, i tassi per gli italiani salirebbero sicuramente. Questo significa: gli italiani devono pensare seriamente al loro futuro. Se vogliono mantenere l'euro, devono iniziare a risparmiare sul serio. Ma se non vogliono risparmiare, allora staranno meglio con la loro valuta.

Focus: ma è del tutto irrealistico che Italia & Co. in futuro possano garantire da soli per i propri debiti. 

Sarrazin: anche io sono scettico, perché il ministro delle finanze italiano in realtà dovrebbe preoccuparsi di come tenere sotto controllo il suo debito e di come far ripartire economicamente il suo paese. Non mi pare stia accadendo. Piuttosto si preferisce inveire contro la politica di austerità tedesca.

Focus: e la Francia?

Sarrazin: i francesi sicuramente finiranno per arrabbiarsi con i tedeschi, ma pensano ancora secondo categorie come quelle del prestigio. Non sarebbe certamente compatibile con il loro orgoglio nazionale accettare di essere troppo deboli per l'euro.

Focus: che dire dell'Italia?

Sarrazin: il miglior consiglio che si puo' dare agli italiani è quello di uscire

Focus: ci possiamo permettere di liberare l'Italia dall'euro?

Sarrazin: potrebbe diventare costoso: probabilmente dovremmo rinunciare a tutti i crediti nei confronti dell'Italia.

Focus: quanti soldi ci sono in ballo per il contribuente tedesco?

Sarrazin: potremmo perdere centinaia di miliardi di euro

Focus: che cosa significa?

Sarrazin: che il treno dell'integrazione europea deve essere fermato

Focus: in Germania, AfD sta lavorando duramente per fermare l'integrazione europea. Questo partito è cresciuto molto negli ultimi anni. Cosa ne pensa: AfD sarebbe diventata così forte se la SPD avesse ascoltato di più le tesi dei suoi libri come "Europa braucht den Euro nicht"  oppure "Deutschland schafft sich ab“?

Sarrazin: certo, penso che cio' che ho scritto nel 2010 sull'islam, l'immigrazione e sui nostri problemi demografici fosse giusto. La SPD ma anche la CDU/CSU all'epoca hanno perso l'opportunità di affrontare questi problemi in maniera ragionevole. E quando i temi non trovano una rappresentanza politica, allora saranno gli altri ad occuparsi di questi problemi. AfD non esisteva nemmeno quando uscì il libro. E anche se AfD certamente su molte cose sbaglia, ciò non cambia il fatto che in Germania abbiamo ancora molti problemi irrisolti. 

giovedì 15 novembre 2012

Il giorno in cui la Germania usci' dall'Euro


E se la Germania desse ascolto agli euroscettici ed uscisse dall'Euro? Risponde Die Zeit, che si diverte a descrivere gli effetti nefasti di una tale decisione: i tedeschi sono davvero ricattabili?

Che cosa accade se la Germania abbandona l'Euro? L'economista Gustav Horn descrive il dopo Euro - e anche Thilo Sarrazin ha un ruolo.

Un gioco: che cosa succederebbe se, come richiesto dal finanziere George Soros, la Germania uscisse dall'Euro?

Il parlamento tedesco approva con una maggioranza di due terzi l'uscita dall'Euro e la reintroduzione del D-Mark. Solo i Verdi votano contro. Il tasso di cambio è uno a uno. Il presidente della Bundesbank lascia il consiglio BCE con effetto immediato.

I mercati finanziari e dei cambi reagiscono immediatamente all'uscita della Germania. Dal resto dell'unione monetaria arriva in Germania un fiume di liquidità. La nuova valuta si apprezza del 50 % nei confronti dell'Euro. Un marco costa ora 1.5 €. Allo stesso tempo crolla il valore delle garanzie statali offerte per i fondi di salvataggio. La stessa cosa accade per i debiti e i crediti nati dal sistema Target della BCE: la Bundesbank chiede che siano saldati immediatamente. I rischi per il bilancio pubblico, almeno all'inizio sembrano scendere.

Circa 200 economisti celebrano la ritrovata libertà della Germania. Thilo Sarrazin dichiara in tv: "la Germania non ha bisogno dell'Euro".

Nel resto dell'Eurozona i mercati finanziari sono in difficoltà. La BCE dopo l'uscita della Germania ha immediatamente spostato la sua sede da Francoforte a Parigi. Nel frattempo annuncia acquisti illimitati di obbligazioni. In questo modo i banchieri centrali riescono a governare le quotazioni dei titoli. La nuova Banca Centrale Europea rimborsa tutti i crediti Target della Bundesbank con del denaro fresco di stampa. Calcolati in marchi, hanno perso un terzo del loro valore. La Bundesbank è costretta a contabilizzare una grossa perdita. Lo stesso accade con il rimborso dei fondi tedeschi conferiti all'ESM. L'indebitamento pubblico tedesco cresce di un valore corrispondente.

Dopo alcune settimane di sollievo dovute all'uscita dall'Euro, numerosi produttori di auto dichiarano che il loro fatturato nel resto d'Europa è crollato. Le auto tedesche per il resto d'Europa sono troppo costose. I costruttori chiedono la cassa integrazione e iniziano a licenziare.

Poco dopo, l'associazione degli industriali dichiara che l'economia tedesca a causa dell'apprezzamento del Marco non è piu' competitiva ed esorta i sindacati tedeschi ad accettare una riduzione dei salari. Dopo appena un trimestre, l'Ufficio Federale di Statistica comunica che gli avanzi delle partite correnti si sono dimezzati e che l'export verso il resto d'Europa è crollato. Thilo Sarrazin dichiara in un altro talk show che anche senza l'Euro si sente molto bene. Il suo reddito non si è affatto ridotto.

Nel resto d'Europa, gli altri paesi avranno piu' tempo per raggiungere gli obiettivi di risparmio e decidono di aumentare i loro depositi nel fondo ESM, per compensare l'uscita della Germania.

La Germania entra in recessione

Il Fiskalpakt viene sospeso e sostituito con un patto di stabilità. I paesi europei si impegnano a rispettare gli obiettivi di inflazione e a evitare che si formino degli squilibri nelle partite correnti. L'ESM diventa un Fondo Monetario Europeo (FME), con il compito di controllare il rispetto dei trattati da parte dei membri. I paesi che registrano un avanzo o un deficit delle partite correnti eccessivo, dovranno cedere una parte delle proprie entrate fiscali al FME.

La nuova BCE comunica che il suo obiettivo di inflazione resta invariato al 2%. La Bundesbank dichiara subito dopo che l'obiettivo di inflazione per la Germania è dell'1%, e aumenta i tassi. Il Marco continua ad apprezzarsi.

L'Ufficio Federale di Statistica comunica che la bilancia commerciale della Germania, a causa del crollo delle esportazioni, ha raggiunto il pareggio. La congiuntura in Germania si indebolisce ulteriormente. L'industria dell'export è in recessione e taglia in maniera massiccia posti di lavoro. Anche l'economia interna inizia a perdere slancio per i tassi troppo alti. Nel resto d'Europa la situazione economica a poco a poco si stabilizza. Thilo Sarrazin dichiara in tv: questo non ha nulla a che fare con l'Euro.

VW sposta le sue fabbriche

Martin Winterkon, a.d. di VW, fa sapere che l'azienda sposterà una grossa parte della sua produzione nel resto dell'Eurozona. "Il mercato tedesco è troppo piccolo per la nostra produzione, e abbiamo bisogno di tassi di cambio piu' sicuri", dice Winterkorn. Il valore delle azioni VW cresce vertiginosamente. BMW e Daimler confermano piani analoghi. Nei rinnovi contrattuali dei metalmeccanici, a causa della difficile situazione nell'industria, viene concordato un aumento dell'1%. Nel settore pubblico, una riduzione delle entrate costringe a tagliare il numero dei dipendenti pubblici. I rinnovi contrattuali portano ad un aumento di mezzo punto percentuale.

Un anno dopo l'uscita dall'Euro, la Germania si trova in piena recessione con una crescente disoccupazione. Nel frattempo anche la domanda interna è crollata: i bassi aumenti salariali e i licenziamenti stanno affossando i consumi. Sempre piu' aziende trasferiscono posti di lavoro nell'Eurozona, in Asia o negli Stati Uniti. La Borsa di Francoforte ha perso molta della sua importanza; quella di Parigi al contrario ha accresciuto la sua influenza. I capitali continuano ad uscire dalla Germania mentre i tassi di interesse tornano a crescere. La rivalutazione del Marco si è fermata.

Il drammatico appello degli economisti tedeschi.

La zona Euro nel frattempo si è stabilizzata e mostra almeno una debole crescita economica. Sta crescendo l'export dai paesi in crisi - soprattutto verso la Germania. VW pianifica l'allargamento dei suoi impianti in Spagna e prende in considerazione la costruzione di uno stabilimento aggiuntivo in Grecia.

Dopo 2 anni, la crescita nel resto dell'area Euro torna oltre il 2%. L'economia in Germania invece ristagna, la disoccupazione resta alta. Circa 200 economisti pubblicano un drammatico appello per aumentare la competitività della Germania. Il mercato del lavoro è poco flessibile, i salari troppo alti e le prestazioni sociali troppo generose per poter affrontare le sfide della globalizzazione. Grecia e Spagna sono in pieno boom, mentre l'economia tedesca è in difficoltà, scrivono 2 anni dopo l'uscita dall'Euro.

Thilo Sarrazin dichiara in un programma televisivo: "Non ho mai suggerito l'uscita dall'Euro, al massimo mi sono permesso di dire che non abbiamo bisogno dell'Euro".
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mercoledì 23 maggio 2012

L'Europa non ha bisogno dell'euro

Esce il nuovo libro di Thilo Sarrazin, ex membro SPD e Bundesbank, cacciato dopo aver pubblicato un best seller contro l'immigrazione in Germania. Questa volta l'obiettivo dei suoi attacchi è la moneta unica: l'Euro è un imbroglio e non serve a nulla. Ennesimo libro contro la moneta unica o manifesto dell'euroscetticismo? Una cosa è certa, venderà tanto. Lunga intervista della FAZ


Nel suo nuovo libro sulla crisi, che ha presentato martedi, attacca una larga parte della classe politica, pronta a fare di tutto per stabilizzare l'Euro.

FAZ: Herr Sarrazin, prima la Germania si stava annullando (precedente libro), e ora non abbiamo piu' bisogno dell'Euro. Perchè le piacciono tanto le distruzioni?

SA: Il mio punto di vista critico deriva dalle esperienze avute come politico e funzionario. E' molto difficile  nelle strutture democratiche sviluppare delle decisioni che riescano a prendere in considerazione gli effetti di lungo periodo.

FAZ: Non è sempre stato così?

SA: Per questo il mondo non ha sempre funzionato bene, come sarebbe stato possibile. Ci sono sempre tuttavia delle isole che funzionano relativamente bene

FAZ: Perchè in Europa l'ordine è andato perduto?

SA: Lei ora lo ha sottolineato. La conoscenza va perduta quando le persone muoiono. Deve essere sempre acquisita di nuovo. Ma questo avviene sempre in maniera limitata. Ed è  quanto accaduto con il quadro normativo liberale, che sembra in gran parte dimenticato.

FAZ: Che cosa c'entra questo con la moneta unica?

SA: Il progetto della moneta unica era stato giustificato politicamente con l'obiettivo di una Europa unita. Ma quale deve essere il contenuto di una nazione europea futura o di uno stato federale? L'elemento formativo dell'Europa sono le culture, che corrispondono con i confini linguistici. La perdita di una lingua comune delle elite, come un tempo era il latino, piu' tardi il francese o il tedesco, è qualcosa di molto significativo. L'inglese è solo una sostituzione condizionale. L'Europa senza  la Gran Bretagna è una costruzione dove i partecipanti, quando parlano l'uno con l'altro, si comprendono in una lingua straniera. Si può naturalmente costruire uno stato con piu' lingue, ma le difficoltà crescono.

FAZ: Quale potrebbe essere allora il denominatore comune?

SA: Tre elementi: pace e libertà; lavoro per tutti; benessere. Dopo che i conflitti etnici sono stati risolti, la pace non è piu' minacciata. Abbiamo numerose istituzioni internazionali che regolano la vita comune. L'errore storico è stato voler utilizzare la moneta unica come elemento trainante per portare avanti l'integrazione europea.

FAZ: Lei analizza gli errori compiuti alla nascita dell'Euro e quelli fatti durante la sua crescita. L'Euro non è stata una buona idea. Perchè allora è stato fatto?

SA: Il motivo trainante era la volontà del cancelliere Helmut Kohl, il quale aveva promesso, che l'unione politica sarebbe seguita. Questo è stato un atto di imbroglio politico.

FAZ: Può la volontà politica ignorare alla lunga i dati economici?

SA: La ragione economica ci dice che sarebbe meglio tornare ad un sistema integrato ma con tassi di cambio variabili. Poichè non possiamo costringere i francesi a seguire il nostro modo di intendere l'economia. Ma l'esperienza ci insegna anche che è possibile governare contro i principi economici anche per 10, 20, 50 o addirittura 70 anni. L'intero sistema socialista è stato gestito in questo modo.

FAZ: L'Euro oltre a essere un errore, è anche un disastro per l'Europa?

SA: Quali vantaggi ha, se dovesse avere successo? Si risparmiano i costi di cambio e si rendono piu' facili le transazioni. Questo può portare lo 0.1 o lo 0.2 % di crescita. Ma se non dovesse funzionare, gli svantaggi sono in maniera sproporzionata piu' grandi dei possibili vantaggi. Il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble ha recentemente dichiarato, il 3% di inflazione sarebbe ancora normale. Nello stesso tempo vende le sue obbligazioni federali (Bundes) all' 1.5% di interesse. Schauble crede che i debiti dello stato saranno annullati. E quest'uomo diverrà capo dell'Eurogruppo.

FAZ: Un princio di fondo dell'unione monetaria, la clausola di no bailout, con cui si doveva evitare il trasferimento del debito da un paese all'altro è perduta. Perchè i mercati hanno giocato a lungo il gioco della convergenza dei tassi, nonostante questo divieto?

SA: Molti dei nostri partner alla firma del trattato di Maastricht hanno visto prima di tutto l'aspetto dell'opportunità e meno quello del vincolo. De Gaulle disse una volta, i trattati sono come i fiori e le giovani donne; hanno il loro tempo. Gli altri partner hanno sottovalutato, quello che intendevamo con l'indipendenza della banca centrale. Non hanno pensato, che il principio del no-bailout significava che da noi non avrebbero ricevuto denaro. Questa incomprensione c'è stata anche sui mercati. Come funzionario di lungo periodo del ministero delle finanze arrivo dalla tradizione della politica monetaria tedesca. Il finanziamento degli stati mediante la banca centrale è impensabile, vera e propria pornografia finanziaria. Per questo motivo non abbiamo riflettuto sul fatto, che per gli altri paesi l'acquisto di debito pubblico mediante la banca centrale può avvenire senza problemi.

FAZ: Che cosa succede quando gli investitori riconoscono che i titoli di stato europei non sono piu' così sicuri?

SA: Il rimborso delle obbligazioni greche non era mai stato in discussione, perchè inchiostro sufficiente per la stampa di denaro ce ne sarebbe sempre stato. Questo oggi non è piu' valido. L'euro è per il finanziamento di ogni stato una moneta straniera. Quando 10 anni fa l'Argentina è fallita, ho detto al parlamento di Berlino, che a confronto con quello della città di  Berlino il bilancio argentino era relativamente solido. La differenza era che l'Argentina si era indebitata in dollari. Per l'area Euro ci sono 2 modi per affrontare il problema. Il primo privilegia le banche, e sarebbe: alla fine la banca centrale dovrà essere prestatore di ultima istanza. Sarebbe stato piu' corretto dire: dobbiamo gestire gli stati come privati o aziende. Con obbligazioni di bassa qualità saranno costretti a pagare per i debiti dei tassi di interesse superiori.

FAZ: Lei scrive però che per la sopravvivenza dell'Euro "nel contesto della ragionevolezza", deve essere fatto tutto il necessario. A che cosa pensa?

SA: La Germania non ha nessun'altra scelta, se non quella di rimanere fedele ai trattati. Questo significa, una volta che le garanzie sono state offerte devono essere rispettate. Piu' queste posizioni vengono sostenute con forza,  meglio saranno comprese dagli altri. La cancelliera Merkel deve dire chiaramente al nuovo presidente francese, che la Germania sul Fiskalpakt non intende retrocedere.

FAZ: Ritiene che il firewall del fondo di salvataggio abbia senso e sia utile?

SA: Lo considero un imbroglio. Mi ricordano i muri del reattore di Fukushima. Per la marea normale resistono, ma non sono necessari - questo è il caso della Grecia. Un muro destinato a tenere, dovrebbe essere grosso a sufficienza per la Spagna. Poi si potrebbero reinserire gli Eurobond, che garantiscono per tutti gli stati.

FAZ: Lei pensa sia un'illusione il ritorno al rispetto dei trattati e un rilancio della clausola di No - bailout?

SA: La possibilità di un ritorno della politica ai principi fondativi la considero molto piccola. Questo non significa che non sia giusto o che non sia possibile. Ma l'avvicinarsi della catastrofe che molti politici ipotizzano non esiste davvero. L'Europa può vivere molto bene anche senza l'Euro.

FAZ: Lei descrive come in una teleconferenza notturna del maggio 2010 la BCE decise di acquistare le obbligazioni dei paesi in crisi, contro la volontà dei membri del consiglio tedeschi. Perchè la Bundesbank non ha reso pubblico questo sviluppo prima?

SA: La classe politica nel complesso non ha capito bene  che cosa il trattato di Maastricht fosse in realtà. Horst Köhler, che lo sapeva, è stato a lungo presidente della Bundesbank e ha taciuto. Hans Tietmeyer era già in pensione e non ha piu' esternato sull'argomento. Otmar Issing ha lottato. Helmut Kohl era malato. Theo Waigel parlava di pace in Europa. E Peer Steinbruck era già stato assunto come pompiere della crisi finanziara mondiale, l'Euro nel suo periodo da ministro non era stato un problema. E poi è arrivato Wolfgang Schäuble. Schäuble a causa della sua socializzazione è un tipico prodotto degli anni '50. Al centro della sua azione politica c'è l'impegno "mai piu' guerra in europa" e "l'amicizia franco-tedesca" e alla fine lo sviluppo di uno stato europeo nel quale la Germania dovrà integrarsi. Schäuble crede in questo.

FAZ: Che cosa stava accadendo ai vertici della Bundesbank, al quale lei apparteneva?

SA: Secondo la mia impressione il precedente presidente della Bundesbank Weber aveva un limitato contatto con la cancelliera. Nel consiglio della Bundesbank manteneva un profilo basso. Eravamo divisi in consiglio. Un altro membro ed io eravamo fortemente contrari ad ogni violazione della clausola di no-bailout e se necessario pronti a sopportare un'insolvenza della Grecia. Un altro membro del consiglio voleva evitare il fallimento della Grecia a tutti i costi, paventando una Lehman 2. Altri 2 membri mantenevano un profilo basso come Weber. In questa situazione ho tenuto un discorso a Salisburgo, dove ho detto che un fallimento della Grecia non sarebbe stato un disastro. Se avessimo aiutato i paesi in difficoltà, avremmo creato le condizioni per un aumento dell'inflazione. Weber mi ha pregato di rivedere, quello che io non intendevo accettare. Questa è stata la sola dichiarazione della Bundesbank prima del 10 maggio 2010.

---CONTINUA---