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giovedì 9 aprile 2020

Voci dalla stampa tedesca sugli Eurobond

Frammentazione alquanto prevedibile nella linea editoriale adottata dalla stampa tedesca per affrontare il dibattito sugli eurobond. Al fronte dei contrari appartiene sicuramente Die Welt che da diversi giorni ormai porta avanti la sua linea secondo la quale con i titoli di stato comuni i soldi degli onesti e operosi contribuenti tedeschi finirebbero nelle mani della mafia italiana:

"Frau Merkel non cedere" titola il quotidiano di Amburgo, che poi scrive: "La solidarietà in Europa è un'importante categoria, ma anche la sovranità nazionale e la responsabilità dei politici nazionali nei confronti degli elettori del loro paese sono fondamentali". Prosegue  Die Welt: "deve essere chiaro che gli aiuti all'Italia - paese in cui la mafia a livello nazionale è molto forte e sta solo aspettando una nuova manna da Bruxelles - dovranno essere spesi esclusivamente nel settore sanitario e non finire nel sistema sociale e fiscale italiano". Conclude il quotidiano: "E, naturalmente, anche gli italiani dovranno essere controllati da Bruxelles e dimostrare che stanno usando i soldi correttamente"

Anche la FAZ resta decisamente scettica e teme che i corona-bond si trasformino nel Vaso di Pandora e siano l'inizio della tanto temuta unione di trasferimento:


Scrive infatti il quotidiano di Francoforte: "I sostenitori di tali obbligazioni sanno benissimo che se venissero introdotti come una forma di aiuto di emergenza, cambierebbero per sempre l'architettura della zona euro. Questo probabilmente non è nemmeno l'obiettivo minimo di molti sostenitori". Prosegue il commento della FAZ: "l'affermazione difensiva di chi sostiene che rimarrà un caso eccezionale mostra perfettamente l'ingenuità politica....chi apre il vaso di Pandora non sarà piu' in grado di chiuderlo".

Anche la BILD, che qualche giorno fa parlava addirittura dei "fratelli italiani" rema contro gli eurobond e con un commento rivolto al governo di Berlino si chiede "chi sarà alla fine a dover pagare il conto per gli aiuti a Italia e Spagna?"


Scrive il tabloid di Amburgo: "In considerazione delle ingenti somme, il governo federale deve fare ciò che altrimenti sarebbe riluttante a fare: dire chiaramente ai contribuenti quanto costerà loro il salvataggio di Italia, Spagna e Co. E se possiamo permettercelo".

Linea invece piu' pragmatica e sempre piè europeista quella adottata negli ultimi giorni dal quotidiano della grande industria e della finanza Handelsblatt, in un importante commento di mercoledi il quotidiano titola infatti: "In gioco c'è la moneta unica"


Il quotidiano di Duesseldorf attacca addirittura il ministro delle finanze olandese: "Un governo responsabile spiega al popolo e ai suoi rappresentanti parlamentari che la prosperità e la coesione europea e quella del singolo paese sono fra loro reciprocamente dipendenti. Uno non può esistere senza l'altro

Nessun paese può solo beneficiare dell'unione monetaria, senza contribuire ai suoi costi in tempi di crisi. Coloro che non vogliono comprenderlo stanno volontariamente mettendo a rischio la moneta unica europea".

Sempre su Handelsblatt di oggi una importante intervista al grande imprenditore Wuerth, aperto sostenitore degli eurobonds, il quotidiano infatti titola: "quello che sta succedendo a Berlino in merito all'Europa è una catastrofe", il miliardario in favore di una forte "unità politica" e di un programma da "trilioni di eurobond"


Contro gli eurobond ma decisamente in favore di un ESM senza condizioni il quotidiano liberal di Amburgo Die Zeit, peraltro diretto da un italiano, che titola: "Solidarietà sì, ma niente eurobonds!".


Scrive il prestigioso quotidiano di Amburgo in un commento: "Ogni mancanza di empatia sarebbe fuori luogo in considerazione dell'orrore causato dal corona-virus in Italia. Gli italiani in effetti hanno bisogno della nostra solidarietà attraverso gli aiuti d'emergenza e i prestiti dal fondo europeo ESM per salvare il loro sistma sanitario e le loro aziende o per pagare la cassa integrazione. Per favore siate generosi e non arroganti! E se i soldi non dovessero bastare, i partner dovranno aggiungere altri mezzi. L'Europa deve trovare un accordo su tutti gli aiuti necessari entro questa settimana. Deve esserci per i paesi che piu' stanno soffrendo. Dopotutto, può colpire tutti in maniera particolarmente grave, anche i tedeschi che da sempre tendono ad essere arroganti"

Anche Der Spiegel nel dibattito si posiziona in favore della solidarietà europea, titola infatti un importante commento sul prestigioso settimanale di Amburgo:  "La Germania egoista, meschina e vigliacca"


Scrive il settimanale: "Non c'è un'alternativa ai corona-bond in questa crisi. Ma invece di dirlo onestamente ed apertamente agli elettori, la Cancelliera fa capire che c'è qualcosa che non va. Che alla fine a pagare saranno i laboriosi contribuenti tedeschi perché apparentemente gli italiani non sono mai stati in grado di gestire il denaro. La Cancelliera ha usato questa narrativa così spesso che qualsiasi concessione agli spagnoli e agli italiani sembrerebbe una sconfitta. Non avrebbe mai dovuto spingersi cosi' lontano".








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mercoledì 18 aprile 2012

La bomba ad orologeria francese

Ad una settimana dalle elezioni presidenziali una parte della stampa tedesca si accorge che al di là del Reno qualcosa non va: il debito francese fa paura e la bomba ad orologeria è pronta ad esplodere. Da Focus.de
L'esperto vede in Francia una bomba a orologeria per l'Euro zona e la Germania

Mentre la fiducia dei mercati finanziari nei confronti di Italia e Spagna cala ulteriormente, gli esperti mettono in guarda dalla Francia, il grande pericolo nella zona Euro. Il piu' importante consulente di politica estera del precedente cancelliere Helmut Kohl, Joachim Bitterlick, ha dichiarato al settimanale FOCUS che in Francia ci sarebbe una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. "La Spagna sta combattendo, l'Italia è sulla buona strada, ma la vera preoccupazione è la Francia". In maniera ancora piu' drastica ha formulato lo stesso concetto l'influente giornalista economico francese Nicolas Baverez: " Le presidenziali del 22 aprile e del 6 maggio sono l'ultima possibilità di modernizzare la Francia sulla base di una decisione democratica". Se non lo faranno gli elettori saranno i mercati finanziari a farlo in estate. "Gli interessi per il debito pubblico francese raggiungeranno lo stesso livello di quelli italiani". Si rischia "lo schianto contro il muro del debito", indipendemente dalla vittoria del presidente uscente Nicolas Sarkozy o dello sfidante e favorito Francois Hollande. 

Per la SPD le elezioni sono già decise: "Sarebbe un bene, se tutti in Germania si abituassero all'idea che Francois Hollande sarà il nuovo presidente" ha dichiarato a FOCUS il leader della SPD Frank-Walter Steinmeier.

martedì 13 marzo 2012

L'Euro è stato un grande errore, ma ormai...


Martin Feldstein, illustre economista americano, professore di Harvard e consigliere di Ronald Reagan, da sempre critico nei confronti  della moneta unica ci spiega perchè l'euro è stato un gigantesco errore, ma ormai è qui, e indietro non si torna. Da Die Zeit.


L'economista americano Martin Feldstein aveva avvertito l'Europa dei rischi della moneta unica molto tempo fa.

ZEIT: Sig. Feldstein, 15 anni fa lei scriveva che l'Euro avrebbe potuto casuare una guerra in Europa. Lei vede nelle controversie fra Germania e Grecia una conferma a questa sua ipotesi?

MF: Io non ho previsto nessuna guerra

ZEIT: Citiamo "Una guerra in Europa sarebbe ripugnante, ma non impossibile"

MF: Le mie osservazioni erano rivolte a Helmut Kohl e ad altri. Argomentavano infatti, che solo l'introduzione di una moneta unica avrebbe impedito il rischio di una futura guerra. Ho sottolineato che per decenni gli USA avevano avuto una valuta comune, nonostante questo si era arrivati ad una guerra civile. La mia tesi era che la moneta unica non avrebbe prevenuto nessuna guerra ma avrebbe inasprito i conflitti fra gli stati.

ZEIT: Che cosa si aspetta che succeda?

MF: La Grecia e la Germania non inizieranno alcuna guerra. Ma le tenzioni sono enormi. Molte delle preoccupazioni espresse alla firma del trattato di Maastricht, oggi sembrano essere giustificate. L'idea di mettere insieme dei paesi così diversi fra loro economicamente, non era una buona idea.

ZEIT: L'Euro doveva unire i popoli europei. Era un'idea naive?

MF: Sì, alcuni credevano che i cittadini si sarebbero sentiti piu' europei, solo perché nelle tasche avevano l'Euro. Non è vero. Se lei chiede a un francese, se si sente francese o europeo, vedrà che sceglierà la prima opzione. Politicamente l'Euro non ha portato molto all'Europa, economicamante ha fatto solo dei danni.

ZEIT: Come? Le crisi valutarie appartengono al passato. Prima in Europa sui mercati delle valute c'erano sempre turbolenze . Per le aziende europee questo era pericoloso.

MF: Questo non era un problema solo europeo. Prima in tutto il mondo avevamo alti tassi di inflazione ed enormi fluttuazioni delle monete. Questo è terminato quando le banche centrali hanno riconosciuto i vantaggi di una moneta stabile - anche senza un'unione monetaria. La Svizzera, la Svezia, Gran Bretagna, Israele, Messico, Brasile: tutti hanno la loro moneta, nonostante ciò i corsi delle monete sono stabili. 

ZEIT: Sta dicendo che l'Euro minaccia l'unità dell'Europa?

MF: Almeno senza di esso non avremmo adesso questi conflitti fra gli stati causati dalla crisi. La crisi non ci sarebbe mai stata.

ZEIT: Che cosa intende?

MF: Per i mercati finanziari l'introduzione dell'Euro era il segnale, in Grecia, Spagna e Italia di prestare denaro allo stesso tasso della Germania. Questo ha portato ad un incremento dell'indebitamento in questi paesi. L'Euro ha causato molti dei problemi che ora stiamo combattendo.

ZEIT: Ma i governi europei lavorano alla soluzione di questo problema. Il Fiskalpakt è la pietra angolare di questa nuova unione.

MF: L'Europa non si sta muovendo verso una vera unione politica. Gli americani pagano una grossa parte delle loro tasse a Washington, e ricevono gran parte dei trasferimenti dal governo centrale. In Europa non è previsto di dare al centro dell'Unione così tanto potere.

ZEIT: Nessuna meraviglia. L'Europa non è ancora uno stato.

MF: Da un punto di vista economico una politica fiscale unitaria è molto importante. Un governo centrale potrebbe in questo modo  compensare le fluttuazioni della disoccupazione e della congiuntura nei singoli paesi.

ZEIT: Che cosa c'è da fare?

MF: Io credo che una parte del problema si sia risolta da sola. I mercati finanziari in futuro guarderanno da vicino e faranno suonare l'allarme, quando nei singoli paesi ad esempio i debiti crescono o le banche non vengono regolamentate in maniera corretta. Gli stati europei saranno sotto un'attenta osservazione. Gli USA in caso di necessità possono stampare denaro per pagare i loro debiti. L'Italia non lo può fare, e tutti lo sanno.

ZEIT: Lei ha una grande fede nella razionalità dei mercati

MF: Ci sono dei fallimenti di mercato, sì. Ma guardate all'Italia: il governo agisce e i tassi di interesse calano. Funziona! Alcuni problemi non sono però di facile soluzione. In un'unione monetaria non è possibile modificare il tasso di cambio e i tassi di interesse secondo le esigenze nazionali.

ZEIT: Dovremmo tornare al D-Mark e alle lire?

MF: E' stato un errore introdurre l'Euro. Ma ora è qui, e una sua dissoluzione comporterebbe dei costi maggiori. E' meglio continuare.

ZEIT: Su questo punto i governi europei sarebbero daccordo. La scorsa settimana si sono messi daccordo su un nuovo pacchetto di salvataggio per la Grecia. L'Europa va avanti?

MF: Il taglio del debito è ancora troppo piccolo. Alla fine dovremo cancellare tutto il debito greco, affinché il paese possa avere una chance. E anche allora sarà molto difficile per la Grecia all'interno dell'unione monetaria tornare a correre sulle proprie gambe.

ZEIT: Lei vuole far uscire la Grecia dall'Euro?

MF: Io propongo un'uscita temporanea. I greci reintrodurrebbero la loro stessa moneta. Allora potrebbero svalutare, e far crescere il loro export. Una volta risolti i problemi, il paese potrebbe tornare alla valuta unica.

ZEIT: Questo provocherebbe il kaos nei mercati finanziari. Spagna e Italia sarebbero attaccate, alla fine l'Euro scomparirebbe.

MF: Si potrebbe spiegare ai mercati che la situazione in Italie e Spagna non è cosi' cattiva come in Grecia. Non c'è motivo per questi paesi di dichiarare il default. Sarebbe un grande errore nella gestione della crisi non chiarire queste differenze fra i paesi.

ZEIT: I greci non sarebbero impressionati dalla sua proposta. Il governo ha paura che il sistema finanziario collassi e che i beni da importare come il petrolio non siano piu' finanziabili. 

MF: Un'uscita sarebbe molto dolorosa all'inizio, ma ci sarebbero prospettive di miglioramento.

ZEIT: E' nell'interesse americano difendere l'Europa?

MF: La Grecia è un caso particolare. L'Italia si può aiutare da sola, anche la Spagna. Non credo che dei trasferimenti dagli USA all'Europa - direttamente o attraverso il Fondo monetario internazionale - avrebbero un senso.

ZEIT: La vostra riluttanza a fare qualcosa, ha a che fare con il fatto che siete americani? L'Euro minaccia l'egemonia del dollaro.

MF: Pochi economisti americani sono preoccupati per il ruolo del dollaro. Da anni si sta svalutando, ma se questo non fosse successo, il nostro deficit estero sarebbe ancora piu' alto. Il vantaggio di essere una valuta di riserva viene ampiamente sopravvalutato.

ZEIT: In Europa molti pensano, che gli americani avrebbero impedito la nascita della moneta unica.

MF:  Questo non è vero. Molti economisti ne avevano sottolineato i rischi. Ufficialmente i nostri governi hanno sempre sostenuto l'unione monetaria. E ufficiosamente l'hanno sempre considerato come un affare europeo.

ZEIT: Perchè?

MF: Forse appartiene alla politica estera, essere gentile con i propri alleati. O forse i nostri politici hanno anche semplicemente creduto a Helmut Kohl.



domenica 11 marzo 2012

La classe operaia passa all'incasso.


Nell'industria automobilistica si distribuiscono ai lavoratori bonus a 5 cifre mai visti prima. Sarà questo il modo per tenere buono il sindacato in una fase di contrattazione? da FAZ (Frankfurter Allgemeine Zeitung).

Rekord! Rekord! Rekord! Esclama l'industria automobilistica. Mai prima di ora sono state vendute così tante auto, e mai fino ad ora i profitti avevano raggiunto questi livelli. E mai fino ad ora i lavoratori ne avevano tratto un così grande vantaggio. Quest'anno arriveranno bonus a 5 cifre. A testa beninteso. E questo non si era mai visto nel mondo. E poichè nelle aziende non ci sono investment banker da pagare, 8.000, 10.000 o 12.000 € per i singoli saranno un bel po' di soldi. 

Una normale contrattazione sindacale non può tenere il passo con queste cifre. Il ministro Ursula von der Leyen (CDU), con grande dispiacere degli industriali, ha chiesto che i lavoratori partecipino in maniera adeguata ai profitti, e questo è accaduto in tempi brevi: la nuova fase di contrattazione sindacale è appena iniziata, e i lavoratori già ricevono il bonus sul loro conto. La IG Metall richiede un aumento salariale del 6.5 % per i 3.6 milioni di lavoratori occupati nel settore metalmeccanico ed elettronico. Se paragonate ai salari mensili, le somme distribuite con i bonus significano diversi stipendi per lavoratore.  Profitti giganteschi, come quello della VW da 16 miliardi di Euro, produrrano dei giganteschi extra bonus per i lavoratori. 

"I bonus lasceranno molti di noi senza parole, non abbiamo mai visto nulla del genere" afferma  Uwe Hück, rappresentante dei lavoratori nel Betriebsrat (consiglio di fabbrica) di Porsche, dove tradizionalmente i bonus sono piu' generosi che in altre aziende. "I nostri lavoratori si sono guadagnati una gigantesca paga straordinaria" ci dice ancora Hück.

Il bonus sarà pagato individualmente: l'uomo alla catena di montaggio o la donna della mensa incasserano tanto quanto l'ingegnere. Fino ad ora il bonus piu' alto mai pagato da Porsche ammontava a 6000 €. Quanto sarà pagato quest'anno dipende dalle trattative del sindacato con i vertici aziendali. 

Il calcolo del bonus è ancora piu' vantaggioso per i dipendenti delle aziende in cui si applicano formule prefissate per la distribuzione dei bonus, come ad esempio a Ingolstadt: i 45.000 lavoratori di Audi quest'anno sono i re del bonus. Anni fa il consiglio di amministrazione ha deciso la seguente regola: la parte dei profitti operativi, che supera 1.2 miliardi di €, per un decimo deve essere distribuita al personale. Un regalo molto generoso, nel quale l'importo è definito in base al livello di salario: in media i dipendenti Audi lo scorso anno hanno ottenuto 5000-6000 €. Quest'anno sarà di piu' dicono, sarà a cinque cifre, suggeriscono i calcoli approssimativi. Il premio " sarà un bel po' piu' alto di quanto non sia stato un anno fa" dichiara un portavoce dell'azienda. 
Che cosa significa questo denaro per la prossima contrattazione salariale?

Daimler, l'unico produttore di auto ad aver già presentato i bilanci per il 2011, ha festeggiato un bonus pro capite di 4.100 € a testa: una bella cifra, comunque un terzo in piu' dell'anno precedente; una cifra modesta però, se comparata ai colleghi di Ingolstadt dell'Audi. 

Anche i risultati di BMW hanno raggiunto un livello storico e anche qui sarà pagato un bonus storico senza che il consiglio di fabbrica abbia dovuto muovere un dito. I premi individuali si calcolano in base ad una formula predefinita. Nel 2011 sono stati di 6000 € e quest'anno saranno ancora piu alti.

Che cosa significa tutto questo denaro per le contrattazioni in corso? I premi record affonderanno la capacità di sciopero dei metalmeccanici oppure invece li renderanno piu' determinati? Entrambe le parti, sindacati e datori di lavoro organizzano le loro tattiche. Così Gesamtmetall (l'associazione delle aziende metalmeccaniche) sostiene che con questi premi hanno già dato abbastanza.  Di piu' non è possibile, il 6.5 %  di aumento richiesto è una forzatura. Le aziende che hanno fatto buoni guadagni, con il pagamento dei bonus copiosi avrebbero fatto il loro dovere, dalle altre non ci sarebbe molto da ottenere - questa è l'argomentazione dei datori di lavoro, i quali sperano che i premi pagati riducano le richieste dei sindacati. I bonus piu' corposi sono stati pagati nelle grandi aziende, laddove gli scioperi vengono decisi: perchè i lavoratori dovrebbero scioperare per pochi Euro in piu' sulla busta paga, questo è il calcolo, quando sono già stati ricompensati con diverse migliaia di € sul conto?

Non si può certo accusare la IG Metall di inerzia nella contrattazione sindacale: "I nostri lavoratori sono mobilitati e pronti alla battaglia", ci dice Jörg Schlagbauer, rappresentante della IG Metall alla Audi di Ingolstadt. Un bonus annuale deve essere separato dagli accordi contrattuali, che riguardano tutti. "In realtà ci interessa il contratto di lavoro, per questo lotteremo con piena solidarietà" conferma Uwe Hück. Il leader della IG Metall Hofmann dice: "Anche se lo stomaco si è allargato, la fame non è diminuita". Naturalmente qualsiasi rivendicazione salariale intergalattica può ora essere motivata.

Benessere per tutti! o quasi...


Sta arrivando il decennio dei lavoratori? Se lo chiede Die Zeit, che dopo gli anni delle deflazioni salariali, prevede un ritorno alla crescita dei salari reali. Ma il mercato del lavoro premierà solo alcuni...
18 mesi fa la Cancelliera aveva promesso che questa volta i cittadini avrebbero beneficiato della crescita. Che cosa ne è stato di quella promessa?

Nell'ottobre 2010 Rainer Brüderle (FDP) parlava come un sindacalista : "Se l'economia cresce, allora c'è spazio anche per aumenti salariali sostenuti" sosteneva l'allora Ministro dell'economia. La Cancelliera confermava che su questo tema era completamente daccordo con il suo ministro. 18 mesi dopo iniziano in molti settori le negoziazioni per i rinnovi contrattuali e molti cittadini vogliono sapere: che cosa ne è stato di quella promessa?

Di fatto nel mercato del lavoro tedesco c'è stata una inversione di tendenza. Fino alla crisi del 2009 i salari reali sono diminuiti. Ora invece crescono di nuovo: nel 2010 del 1.5%, nell'anno passato ancora del 1.1%. E' stata la crescita salariale reale piu' forte degli ultimi 20 anni. Quest'anno per i lavoratori potrebbe andare perfino meglio: il mercato del lavoro è ancora in boom e l'inflazione è ancora relativamente bassa. Ad ogni lavoratore alla fine resterà qualcosa in  piu' nelle tasche. Anche la quota dei salari sul reddito nazionale è cresciuta. L'Institut für Makroökonomie und Konjunkturforschung (Istituto per la ricerca sulla macroeconomia e la congiuntura) vicino ai sindacati, parla di un recupero dei salari.

Allo stesso tempo è emerso un altro trend. Da due anni i salari effettivamente pagati ai lavoratori crescono piu' rapidamente dei salari standard definiti dai contratti nazionali. Dalla fine degli anni '90 era accaduto il contrario, perfino durante gli anni di crescita fra il 2005 e il 2007. E' stata una fase insolita e negativa nella storia dello sviluppo dei salari tedeschi. Soprattutto negli anni sessanta e settanta i salari effettivamente pagati crescevano molto piu' di quanto non facessero i salari definiti dai contratti. Poichè le aziende nel periodo di boom avevano bisogno di forza lavoro, erano disposte a pagare meglio di quanto previsto dai contratti. Un po' meno pronunciata, questa regola è rimasta valida anche negli anni '90. Poi è arrivato il cambiamento.

Tuttavia la curva dello sviluppo dei salari sembra peggiore di quanto non sia poi stata in realtà. La maggior parte dei lavoratori non hanno subito nessuna perdita del salario reale.  Circa il 60% dei lavoratori sono ancora pagati secondo le tariffe sindacali - i loro salari sono cresciuti anche nel decennio scorso.  Soprattutto nei settori legati all'export, come la chimica, o il metalmeccanico, l'elettronica, i lavoratori hanno registrato una crescita de salari, anche se questi sono cresciuti un po' piu' lentamente della produttività.

I salari si sono ridotti soprattutto nel settore dei servizi. Sono stati questi nuovi posti di lavoro part time e sottopagati che hanno fatto abbassare la media verso il basso. Questi nuovi dipendenti erano in molti casi dei disoccupati, che in un periodo di crescita hanno trovato un lavoro. La massa salariale è comunque cresciuta dal 2005; ci sono piu' lavori e meno persone che vivono di sussidi pubblici. Si può discutere se questo sia stato uno sviluppo positivo o meno. La tesi del decennio perduto di cui parlano i sindacati appare comunque un po' semplicistica.

Sta arrivando il decennio dei lavoratori? Ci sono ragioni che spingono in questa direzione. "In alcune regioni del sud la forza lavoro è ormai scarsa" dichiara Joachim Möller capo dell'Istituto per la ricerca sul mercato del lavoro. "Le condizioni positive del mercato del lavoro e la scarsità di forza lavoro lasciano ipotizzare un trend duraturo". L'economista ritiene che i salari effettivamente pagati ai lavoratori nei prossimi 10 o 15 anni avranno sviluppi migliori rispetto ai salari definiti dai contratti collettivi. Dalla deflazione salariale si dovrebbe passare ad una crescita dei salari reali . Laddove la forza lavoro specializzata è scarsa, è molto probabile che le imprese paghino i lavoratori meglio di quanto previsto dai contratti di lavoro.

Tuttavia in questo trend c'è anche un pericolo. Mentre per alcuni i salari potrebbero crescere in maniera sostenuta, per i lavoratori con qualifiche molto basse potrebbe non esserci alcun aumento. "Non abbiamo nessun indizio che in quei settori possa succedere qualcosa" ci dice Möller. In realtà i cosiddetti bassi salari dal 2005 non sono piu' cresciuti. Per questa ragione il mercato del lavoro è sempre piu' suddiviso in 2 settori. "Mentre alcuni lavoratori hanno un contratto a tempo indeterminato, c'è un gruppo considerevole di lavoratori che passa di lavoro in lavoro e che soffre dell'eccessiva flessibilità" ci dice Möller. Questo divario potrebbe crescere nei prossimi anni. Alla fine della ripresa il mercato del lavoro potrebbe essere molto piu' ineguale di quanto non fosse all'inizio. 

sabato 10 marzo 2012

La solitudine della Bundesbank


Handelsblatt.de ci racconta l'isolamento della Bundesbank e le preoccupazioni per la condotta della BCE: inflazione in arrivo e crediti di dubbia natura.
Il capo della Bundesbank Weidmann ha messo in guardia dai rischi nascosti nell'Eurosistema. Ritiene infatti che siano necessarie delle azioni per migliorare la qualità dei titoli acettati come garanzia. Ma la sua è una posizione solitaria.

I presidenti della Bundesbank insoddisfatti hanno l'abitudine di inviare le loro richieste alla BCE attraverso i media. Era già così con Weber. Il giorno dopo una riunione del consiglio BCE durante la quale con il suo voto contrario non era riuscito ad opporsi all'acquisto di titoli di stato, rilasciò un'intervista alla stampa nella quale criticava duramente i programmi di acquisto della banca centrale.

Il successore di Weber, Jens Weidmann è piu' diplomatico - ma anche lui rilascia interviste o scrive lettere che spesso arrivano al pubblico. Come in questi giorni ad esempio. La FAZ (Frankfurter Allgemeine Zeitung) ha riferito  il contenuto di una lettera di Weidmann indirizzata a Mario Draghi. In questa lettera Weidmann avvertiva dei crescenti rischi presenti nell'Eurosistema. 

Che Weidmann come Weber abbia scelto la via mediatica ha una ragione: ha lo stesso problema di Weber. I principi di politica monetaria della BuBa nel direttivo BCE hanno una posizione alquanto solitaria Questo lo si è visto recentemente con la nomina del nuovo capo economista della BCE. A vincere la corsa per il posto non è stato l'economista tedesco Jorg Asmussen, ma il belga Peter Praet.

Inoltre, Weidmann come Weber si confronta con una popolazione tedesca molto critica verso il nuovo corso della BCE. In nessun altro paese la paura dell'inflazione è cosi alta come in Germania. 

Nella sua lettera a Draghi, Weidmann parla delle garanzie depositate dalle banche che si riforniscono di denaro presso la BCE. Weidmann ha sollecitato regole piu' strette. Tradotto: un ritorno ai requisiti validi prima della crisi finanziaria. La  BCE aveva infatti abbassato i requisiti richiesti come garanzia ai prestiti. Nel mese di dicembre aveva ad esempio dichiarato che le banche nell'Eurosistema potevano decidere autonomamente le garanzie accettabili.

Che Weidmann riesca a far valere la sua proposta nonostante la lettera, è alquanto improbabile. In caso di un innalzamento delle garanzie richieste dalla BCE, sarebbero le banche dei paesi periferici a doverne soffrire. Il loro problema è che non hanno garanzie migliori da offrire. Un aumento della qualità delle garanzie richieste avrebbe come effetto quello di una riduzione dei prestiti verso quei paesi. 

Nella sua lettera alla BCE, Weidmann parla anche dei crediti verso il sistema Target. Con il sistema Target le banche europee gestiscono i pagamenti transfrontalieri. Se un'azienda greca acquista dei prodotti in Germania, la banca commerciale greca invia il pagamento attraverso la propria banca centrale e quella tedesca alla banca dell'esportatore. Alla Bundesbank resta un credito nei confronti della BCE, alla banca centrale di Atene una passività. I saldi negativi non sono scaturiti unicamente dai saldi nel commercio estero.

Possono originarsi anche in un mercato interbancario distorto. Se le banche non si fidano piu' l'una dell'altra e per questo motivo non si prestano piu' denaro fra di loro sono costrette a ripiegare sui crediti della banca centrale. Questo genera dei saldi negativi nel sistema Target. Lo stesso si può dire per la fuga di capitali. Quando ad esempio i ricchi greci per paura di un'uscita dall'Euro del loro paese inviano il loro denaro in un paese estero, gravano sui saldi Target della Grecia. 

La Bundesbank attraverso il sistema Target ha un saldo positivo di 500 miliardi di Euro nei confronti della BCE - dall'altro lato i paesi europei in crisi hanno un saldo negativo verso il sistema Target. Secondo il resoconto della FAZ, Weidmann avrebbe richiesto che i paesi deboli dell'unione monetaria portino garanzie piu' solide per i loro saldi negativi. Negli ambienti della banca centrale si dice che la lettera di Weidmann riassume un dibattito popolare fra i banchieri centrali. Sul tema c'è già stato un incontro fra Draghi e Weidmann. Anche su questo punto sembra molto improbabile che Weidmann riesca ad imporre le sue richieste.

Le dichiarazioni dei vertici BCE confermano che almeno verso questo tema si inizia a fare piu' attenzione. Sempre sulla FAZ Draghi ha recentemente riconosciuto che ci sono ragioni evidenti per controllare gli squilibri dei saldi Target. Draghi ha dichiarato che in un'unione monetaria stabile e coesa i saldi Target non rappresentano un rischio.  Questo però lascia la strada aperta alla conclusione inversa: di fronte ad una dissoluzione dell'Euro questi saldi diverrebbero un rischio molto concreto.

I rischi del sistema Target mettono sotto pressione la BCE, che dovrà fare il possibile, per evitare un fallimento dell'unione monetaria, ha dichiarato il capo economista della Commerzbank Jörg Krämer. Se la crisi dovesse riacutizzarsi alla BCE non resterebbe molto altro da fare che inondare l'area Euro con denaro a basso prezzo. 

Una nuova alluvione di denaro non farebbe felici neanche gli altri membri della BCE. Ha avvertito il membro austriaco della BCE Ewald Nowotny delle conseguenze del finanziamento a basso costo attraverso la banca centrale: "Mettiamo liquidità a disposizione ma siamo preoccupati per le consequenze di lungo periodo". La Bce ha bisogno di una strategia per uscire dalla politica del denaro a basso costo. "Quello che ora stiamo facendo non dovrà piu' essere ripetuto" ha dichiarato Nowotny.

venerdì 9 marzo 2012

Moderazione salariale....nein Danke!


Cambiano i tempi e dopo più di 10 anni di moderazione salariale e in periodo di piena occupazione i sindacati tornano a chiedere aumenti reali dei salari. Saranno le loro richieste a riequilibrare la zona Euro? Da Zeit.de
Metalmeccanici, chimici, educatori: tutti chiedono nel 2012 piu' denaro. Sono loro ora ad avere il potere?

Per due anni sono dovuti restare fermi. Hanno osservato il boom economico, i profitti aziendali ai massimi - mentre nello stesso tempo i salari crescevano lentamente. I membri del sindacato IG Metall erano legati al contratto da loro firmato nel febbraio 2010, ancora nel pieno della recessione.  Ma ora quei contratti stanno arrivando alla scadenza. E' di nuovo il tempo di lottare. I lavoratori vogliono la loro giusta parte, ha annunciato il capo della IG Metall Berthold Huber pochi giorni fa a Francoforte e ha richiesto un aumento salariale del 6.5 %. L'ultima volta che i metalmeccanici hanno richiesto un aumento simile, hanno ottenuto un 4.5 %. Questo sarebbe un gran bel risultato - e per molti un segnale: adesso sono i lavoratori ad avere piu' potere.

Per molti anni le cose in Germania sono andate diversamente. Gli stipendi non sono cresciuti, anzi sono diminuiti, soprattutto dopo aver considerato l'inflazione. Gli aumenti salariali strappati negli anni precedenti erano spesso piu' bassi dell'inflazione. La crescita salariale era così debole che i politici dall'estero puntavano il dito verso la Germania: attraverso la loro politica salariale vogliono ottenere dei vantaggi di competitività. Ma i tempi sono cambiati. Molte aziende in questo momento si lamentano della mancanza di manodopera, la disoccupazione ha raggiunto i minimi storici. E nella contrattazione salariale si è registrata una svolta. Anche se l'economia intera si muove lentamente verso accordi salariali piu' alti.

In diversi settori è iniziata la battaglia per piu' denaro. Accando ai metalmeccanici ed elettronica (3.6 milioni) negozia il servizio pubblico (1.9 milioni), l'industria chimica (400.000) e le industrie piu' piccole come le banche (250.000) o il commercio di veicoli (280.000). Sono in corso inoltre anche le contrattazioni per i lavoratori interinali (900.000).

La pressione maggiore dovrebbe arrivare dal cuore pulsante dell'industria tedesca: metalmeccanici ed elettronica. Anche se la IG Metall non lo dice volentieri, i suoi membri pretendono di recuperare quanto non ottenuto nell'ultimo giro di contrattazioni sindacali. Allora si erano presentati alla contrattazione senza richieste di aumento salariale. Per loro era molto piu' importante mantenere il lavoro. E ci sono riusciti: nonostante il calo della produzione, sono stati tagliati pochi posti di lavoro. E nel 2010 e 2011 si sono visti degli aumenti di profitto molto forti - raramente a questi livelli negli ultimi 20 anni. Di questi profitti i metalmeccanici ora esigono la loro parte. In aggiunta i consigli di fabbrica (Betriebsräte) vogliono un diritto di veto sul lavoro interinale e per gli apprendisti (Azubis) una garanzia di impiego a tempo indeterminato.

"Ridicole, nocive e inaccettabili", sarebbero queste richieste, secondo Martin Kannegiesser, presidente dell'associazione delle imprese metalmeccaniche tedesche. Una richiesta di aumento che considera ingiustificata, perche i posti di lavoro sono stati garantiti e i metalmeccanici nonostante la crisi hanno ottenuto un aumento del salario reale. Per quanto riguarda gli apprendisti ammonisce: non è possibile allo stesso tempo richiedere maggiori possibilità per diplomati con scarsi risultati e pretenderne l'obbligo di assunzione.

Come per i metalmeccanici e per gli elettronici, anche  i chimici e i dipendenti pubblici metteranno al centro delle contrattazioni i livelli salariali. Si negozia prima di tutto sui salari, ha annunciato il numero uno di Ver.di. (sindcato dei servizi) Frank Bsirske. Nei prossimi giorni il suo sindacato dovrebbe annunciare la richiesta di aumento nel servizio pubblico, che secondo le attese dovrebbe essere fra il 6 e il 7%. I sindacati sembrano adesso molto piu' consapevoli della loro forza.  Lo scorso anno non sono aumentati solo i profitti delle aziende, ma sono cresciute anche le entrate fiscali.

Come un ombra, la crisi del debito europeo è presente sui negoziati. Se tutto va bene, allora ci sono buone possibilità di raggiungere accordi favorevoli. In caso negativo - recessione profonda, addirittura rottura della zona Euro - tutti i partecipanti avrebbero difficolta a concludere un accordo contrattuale. 

E il mantra dei sindacalisti ripete che è tempo di smetterla con il taglio dei salari reali e con la conseguente debolezza interna del mercato tedesco. Questo trend deve essere modificato. Una tendenza che ha riguardato solamente una parte dei lavoratori. Nei settori legati all'export, metalmeccanico, elettronica, chimica, non si è mai parlato di riduzione reale dei salari. I dipendenti di questi settori negli anni passati hanno ottenuto aumenti salariali, corrispondenti non solo all'aumento dell'inflazione ma anche della produttività. Anche se gli spazi di negoziazione sembrano essere ridotti, viene il sospetto che anche qesta volta i sindacati ci riusciranno. 

In molti settori legati alla fornitura di servizi, con i quali Ver.di (sindacato dei servizi) ha a che fare, la situazione invece è molto diversa. Anche nel settore pubblico il quadro è molto vario. Gli anni passati in questi settori sono stati molto amari. In media i salari reali sono diminuiti, in quanto molti nuovi posti di lavoro temporanei e mal pagati sono stati aggiunti ai posti di lavoro esistenti. "Questo ovviamente spinge verso una riduzione dei salari" chiarisce Kai Carstensen, esperto economico dell'istituto IFO, "anche se i posti di lavoro aggiuntivi creati, in sé non sono una cosa negativa".  

Ultimamente si è comunque mostrato un ulteriore sviluppo. I salari reali sono tornati a crescere. Secondo i dati dell'ufficio federale di statistica del 1.0 % nel 2010 e del 1.1 % nel 2011. E' stato il piu' forte aumento salariale reale da quasi 20 anni. Se si guarda solamente ai lavori a tempo pieno, la crescita è stata ancora piu' alta. Il trend crescente sembra essere di lungo periodo. E per il 2012 gli esperti  si aspettano che questo nuovo trend si mantenga - fino a quando la crisi europea resta lontana. L'esperto IFO Carstensen considera intorno al 1% l'aumento reale. Questo non è poi così eccezionale, se si considera che la produttività crescerà del 1.5 %. La Germania resta lontana da fenomeni di crescita eccessiva dei salari. 

Piu' preoccupante sembra lo sviluppo in alcuni settori al di sotto della media "in alcune aree i lavoratori in questo momento sono molto richiesti e aumenti salariali del 4% sono in linea con il mercato, ma per i lavoratori a bassa qualificazione vedo poche possibilità di aumento salariale." In questi settori, ora come prima ci sono ancora molti disoccupati e sotto occupati, e una forte pressione sui salari. Alla fine delle trattative sui rinnovi del 2012 potrebbe esserci su tutto il mercato del lavoro del lavoro una divisione ancora piu' forte. 

mercoledì 7 marzo 2012

Condannati al salvataggio


Wolfgang Münchau su Der Spiegel critica le proposte di Werner Sinn sul Target-2 e rilancia: il confronto con l'America non ha senso, abbiamo bisogno di un'unione fiscale.
Il dibattito iniziato da Hans Werner Sinn sui saldi del sistema Target-2 deve essere rivisto di cima a fondo. La conclusione sulle enormi passività nascoste all'interno dell'unione monetaria è: piu' Europa e non meno Europa.

Karl Marx pensava di dover capovolgere dalla prima all'ultima parola  la dialettica di Friedrich Hengels. Nel dibattito sui saldi del sistema Target-2 mi sento come Marx. Hans Werner Sinn e il suo collega Timo Wollmershäuser dell'Istituto IFO di Monaco hanno prodotto un capolavoro. Hanno scoperto il punto debole dell'Euro. Hanno scoperto che nell'area Euro esiste un meccanismo il cui effetto è far crescere i debiti all'infinito.

Nonostante la mia ammirazione per l'analisi economica non condivido le conclusioni. Al contrario, io vorrei che si facesse esattamente il contrario di quello che loro chiedono. Qui sotto il mio tentativo di rivedere l'intero dibattito.

Target-2 è il nome del sistema di pagamento fra le banche centrali dell'area Euro. Prima della crisi finanziaria i saldi del Target-2 erano abbastanza piccoli. Nessuno si interessava ai canali di trasferimento all'interno dell'unione monetaria e i saldi non avevano nessuna importanza economica. C'erano già grossi disequilibri nell'area Euro, la Germania in avanzo commerciale e la Spagna in deficit. Ma la Spagna finanziava il suo deficit commerciale attraverso il credito fornito dalle banche commerciali tedesche.

Improvvisamente il sistema di pagamento Target-2 è diventato importante

Nell'agosto del 2007 con la crisi immobiliare e finanziaria negli USA è arrivata anche una generale crisi di fiducia fra le banche, soprattutto in Europa. Il mercato interbancario ha avuto un collasso. Con lo scoppio della crisi Euro la situazione è peggiorata ulteriormente. 

E improvvisamente il Target-2 è diventato importante. Quando un paese importa piu' di quanto esporti, deve finanziare il suo deficit commerciale attraverso l'importazione di capitali dall'estero. Se dai paesi esteri non fluisce piu' credito si arriva ad una classica crisi da bilancia dei pagamenti. Non è cosi in una unione monetaria. Quando le banche del nord Europa hanno interrotto il finanziamento del deficit delle partite correnti spagnolo,  la banca centrale spagnola ha iniziato a farlo. Fino a quando le banche spagnole riescono a portare presso la banca centrale titoli solvibili come garanzia, possono continuare a finanziarsi in maniera illimitata. 

Cosi quando una azienda spagnola compra qualcosa dalla Germania, allora la banca centrale tedesca genera il denaro per la transazione. Questo denaro creato in Spagna viene elettronicamente bonificato verso la Germania e termina nelle statistiche della Bundesbank - catalogato con il codice EU8148 come un credito nei confronti del sistema Target-2.

Sinn e Wollmershäuser hanno scoperto che al momento la Germania ha nei confronti del sistema Target-2 crediti per oltre 500 miliardi di Euro. Se l'Eurozona dovesse dissolversi in maniera non consensuale allora potrebbe essere molto difficile recuperare questo denaro. Sinn chiede essenzialmente che il finanziamento attraverso il sistema Target-2 sia arginato e sottoposto a limiti. Chiede in particolare dai membri Euro obbligazioni garantite con le quali assicurare l'esigibilità dei saldi Target-2. Questo sembra molto piu' innocuo di quanto non sia in realtà. Supponiamo che la Spagna porti i suoi immobili come garanzia per i prestiti. Nel caso in cui l'unione monetaria si frantumi, allora la Germania avrebbe la disponibilità di una grossa parte del patrimonio immobiliare spagnolo - dovrebbe quindi rivendere questi immobili, per poter recuperare il denaro dei saldi Target.

Non mi è molto chiaro come questo dovrebbe funzionare, né politicamente né economicamente. La proposta di garantire i saldi del Target-2 è assurda.

La Germania non può permettersi la dissoluzione della zona Euro.

Che cosa segue a questa intuizione? La prima affermazione, che si può comprendere dal dibattito sul Target-2 è la seguente: la Germania non può permettersi una dissoluzione dell'Euro. Siamo condannati al salvataggio dell'unione monetaria.

Secondo, le cause profonde degli squilibri del Target-2 sono negli avanzi commerciali della Germania come nei deficit dei paesi del Sud Europa. Non sarebbe meglio lavorare alle cause profonde invece che interrompere il flusso di capitali verso il sud Europa? Affrontare il problema centrale significa, armonizzare le politiche economiche nei paesi membri, in modo che gli enormi squilibri delle partite correnti non riemergano.

Terzo, Sinn nella sua analisi ha fatto un confronto interessante con gli USA, dove le banche regionali hanno fra di loro un sistema simile a quello Target-2. Ci sono però 2 grosse differenze con la zona Euro. Da un lato la banche centrali regionali non corrispondono necessariamente al territorio di uno stato. Le banche regionali hanno più di uno stato nella loro area, e in alcuni casi i confini attraversano gli stati. Il fatto che un distretto regionale copra piu' di uno stato regionale con differenti livelli di competitività economica, svolge già un importante ruolo di  compensazione. 

In secondo luogo gli Stati Uniti sono una vera unione politica. In quel paese l'assicurazione contro la disoccupazione e il sistema pensionistico sono competenza del sistema centrale. Se questo avvenisse anche nell'unione monetaria, ci sarebbe almeno sulle assicurazioni sociali, pensioni e indennità di disoccupazione, una tendenza verso l'equilibrio fra paesi in avanzo e paesi in deficit. La Spagna forse non avrebbe potuto accumulare i suoi elevati debiti nel Target-2. Il confronto con l'America mostra che alla fine avremo bisogno di un'unione fiscale.

martedì 6 marzo 2012

FED Vs. BCE: il sistema Target secondo Sinn


Hans Werner Sinn, l'economista tedesco piu' conosciuto e rispettato, sulla FAZ (Frankfurter Allgemeine Zeitung) risponde a questo e propone una revisione del sistema Target secondo il modello americano.

Quanto sono pericolosi i 500 miliardi di crediti Target della Bundesbank? La BCE non vede alcun rischio. Il presidente dell'Istituto IFO, Hans Werner Sinn, che ha scoperto i saldi, risponde con forza e mostra possibili soluzioni

Ulrich Bindseil della BCE si accoda alle posizioni anglosassoni, le quali, invece di rispondere agli argomenti da me sostenuti, ricorrono a mistificazioni. Perché Ulrich Bindseil, responsabile delle operazioni di mercato della BCE, nel suo contributo per la FAZ abbia ripetuto questi stereotipi rimane un segreto. Come può avvenire in un discorso razionale? E' un'assurdità, ad esempio, accusarmi di aver sostenuto che avremmo avuto una stretta creditizia a causa dei saldi Target. 

I fumogeni della BCE.

I saldi del sistema Target2 si sviluppano in quanto nel sud Europa, con l'approvazione del consiglio direttivo della BCE, si crea denaro elettronicamente a pieno regime. Il denaro arriva poi da noi, per acquistare le merci o pagare i debiti. Questa non è  una stretta creditizia, ma un eccesso di credito. Naturalmente questo eccesso di credito ha indotto le banche tedesche a richiedere meno credito alla banca centrale oppure ad offrire la loro liquidità alla Bundesbank. In questo senso, i crediti del sistema Target misurano i prestiti internazionali fra le banche centrali della zona Euro. Non è concettualmente molto diverso dai crediti pubblici erogati  attraverso il EFSF ed è essenzialmente di natura fiscale. Non c'è motivo di agitarsi, a parte il fatto che la BCE intende lanciare dei fumogeni su questi argomenti.

In sostanza la domanda riguarda se e quanto i crediti verso il sistema Target devono essere estinti o meno. Io non ho chiesto una loro eliminazione, piuttosto un rimborso dei saldi come nel sistema americano. Dopo tutto il sistema americano non è ancora crollato nonostante il rimborso dei crediti, come Ulriche Bindseil aveva temuto.

Negli Stati Uniti ci sono 12 distretti della banca centrale FED, e fra di loro esistono dei saldi molti simili a quelli Target (Saldi ISA). Questi saldi ogni mese di aprile devono essere estinti, in modo che il distretto FED che ha creato la quantità di denaro in eccesso, trasferisca titoli negoziabili di pari importo (gold backed securities). A questo scopo vengono spostati fra i vari distretti della FED quote di proprietà in un Clearing portfolio della FED contenente titoli federali.

Nel calcolo della capacità di rimborso, si procede in modo che l'aumento medio dei debiti Target  del precedente anno deve essere pagato in base al valore nell'ultimo giorno del periodo considerato. Questo dettaglio implica che i saldi Target possono rimanere anche dopo la scadenza. Tuttavia l'aumento dei saldi viene smorzato considerevolmente. 

Prendere in considerazione i saldi del sistema Target non è attraente.
La figura qui sopra mostra il confronto, nello stesso periodo di tempo, fra i saldi Target e ISA in relazione al PIL. Si riconosce abbastanza chiaramente che i saldi ISA durante la crisi finanziaria crescono molto piu' lentamente di quanto non avvenga nell'Eurozona. Questo è dovuto al fatto che non è una buona idea per gli stati approfittare del sistema Target. I distretti FED deficitari cercano di ridurre autonomamente i loro debiti prima di perdere una parte del loro portafoglio di titoli presso la FED. La chiara riduzione dei saldi nei mesi prima di aprile 2009 è da ricondurre a questo effetto. Inoltre, il rimborso forzato rappresenta un freno all'indebitamento, nel caso in cui questo non avvenisse in altro modo. Nell'aprile 2010 si sono verificati rimborsi ISA per un importo pari a circa 190 miliardi di dollari. Anche nell'aprile del 2011 c'è stato un rimborso ISA, ma per un ammontare ridotto, in quanto i saldi ISA nell'anno precedente si erano ridotti per poi crescere di nuovo nel periodo di inizio anno. 

Alla fine del 2011 i saldi americani erano di 337 miliardi di dollari pari al 2.3% del PIL, mentre i crediti del sistema Target 2 nell'Eurosistema alla fine di novembre erano di 782 miliardi di Euro pari al 8,5% del Pil dell'Eurozona. In termini relativi i saldi europei sono quattro volte i saldi americani, e questo, nonostante la crisi finanziaria negli Stati Uniti fosse in corso e la FED abbia pompato molto piu' denaro di quanto non abbia fatto la BCE. Se la Bundesbank chiedesse un rimborso dei crediti Target (da maggio 2006 ad aprile 2012) secondo le regole americane, dovrebbe considerare circa 320 miliardi di Euro di titoli garanti.

Di male in peggio.

La domanda è come si può trasferire il sistema americano in Europa. Sicuramente non sarebbe una soluzione, permettere ai paesi in deficit il rimborso con normali titoli di loro stessa emissione. Andremmo allora di male in peggio.

Lo European Economic Advisory Group at CESifo, composto da 8 economisti da 7 paesi, nella sua undicesima relazione annuale, che è in corso di pubblicazione, ha proposto la realizzazione nell'Eurozona di un sistema di obbligazioni ipotecarie di breve durata (Euro standard bills),  che sulla base dei criteri unitari sono garantiti con immobili o da un livello di priorità elevato sulle entrate fiscali future. Queste obbligazioni ipotecarie dovrebbero essere utilizzate per il rimborso annuale dei saldi Target.

Una soluzione semplice, minimale, che potrebbe anche essere efficace, è stata proposta dall'ex presidente della Bundesbank Helmut Schlesinger. Egli propone di caricare i saldi Target con interessi di mora crescenti nel tempo, che vengono poi trasferiti dai paesi in deficit ai paesi in surplus. In ogni caso l'Eurozona ha bisogno di un ammortizzatore, in grado di assorbire le oscillazioni dei saldi Target.