Sahra Wagenknecht, capogruppo della Linke al Bundestag, compagna di Oscar Lafontaine, con un commento su Handelsblatt, quotidiano del mondo economico, attacca le posizioni Bundesbank e lancia una proposta alternativa: patrimoniale europea per abbattere i debiti degli stati. Da Handelsblatt.de
Il presidente Bundesbank Weidmann si lamenta per il denaro prestato ai paesi in crisi. Dovrebbe invece criticare la discutibile finanza derivata, i bilanci truccati e una regolamentazione bancaria eccessivamente permissiva.
Il presidente della Bundesbank Weidmann critica le banche. La massima autorità monetaria - oppure un attivista di "Occupy" mascherato? No, non sta criticando i pericolosi strumenti di finanza derivata che nel bilancio di Deutsche Bank sono centinaia di volte superiori al capitale proprio e ticchettano come una bomba a orologeria. Non sta parlando della contabilità creativa con cui molti istituti di credito hanno mentito su "Basilea III" - fatica inutile, visto che le nuove regole per il momento non entreranno in vigore. Non si lamenta affatto della troppo permissiva "Basilea III" e della ulteriore integrazione fra il sistema bancario ombra e le normali attività delle banche commerciali. Herr Weidmann non è mosso da tutto questo. Si lamenta per la concessione di credito agli stati in crisi.
Le banche hanno in portafoglio titoli pubblici per un valore di 1.6 trilioni di Euro. Ed è vero: ci sarebbe un rischio concreto se gli stati Euro dichiarassero insolvenza. Weidmann, nel quadro delle riforme Basilea, vorrebbe obbligare le banche a garantire i titoli di stato con il capitale proprio. Il credito concesso agli stati diverrebbe in questo modo ancora piu' costoso.
Weidmann tocca in questo modo dei punti importanti: il "patto diabolico tra banche e stati" (Spiegel) e la possibilità di una bancarotta dello stato. Le banche prendono a prestito dalla BCE allo 0.75 % e prestano agli stati a quasi l'8%. E' un ottimo affare e una polizza assicurativa sulla vita delle banche in difficoltà: le obbligazioni emesse dagli stati iper-indebitati, infatti, restano nel campo delle garanzie accettate per i prestiti di emergenza.
In questo modo le disastrate banche greche si assicurano un accesso alla liquidità. Nel mondo finanziario gira la battuta: la banca centrale greca in caso di necessità accetterebbe come garanzia anche le sedie d'ufficio. La BCE ha inoltre annunciato l'acquisto illimitato di obbligazioni in caso di sottoscrizione da parte degli stati delle condizioni dettate dal fondo ESM. I paesi coinvolti, con ulteriori misure di taglio, saranno spinti in depressione e sprofonderanno sotto il peso dell'alto indebitamento.
Le misure necessarie.
Invece di liberare gli stati dalla loro dipendenza dalle banche, Weidmann vuole esonerare le banche dalla concessione di credito agli stati. La sua proposta avrebbe il "vantaggio" di ridurre il tempo necessario per arrivare alla bancarotta di Spagna, Italia e di altri stati. C'è tuttavia una via piu' sensata. E dovrebbe contenere le seguenti misure:
1. Un taglio del debito almeno pari all'importo dei debiti pubblici causati dai salvataggi bancari, prima che i crediti inesigibili finiscano nel bilancio BCE oppure siano scaricati sul contribuente europeo. Il settore finanziario ha volontariamente finanziato l'indebitamento degli stati e in parte - basta vedere Spagna e Irlanda - ne è la causa stessa. Dovrebbe pertanto subirne le conseguenze.
2. Saranno prima di tutto gli azionisti e i creditori a dover garantire per le banche in difficoltà a causa del taglio del debito. Il denaro dei contribuenti dovrà essere utilizzato esclusivamente per garantire i depositi dei piccoli risparmiatori e per la concessione responsabile di credito. Nel bilancio di Deutsche Bank è solo il 4%, il resto è casino'.
3. Deve fermarsi la speculazione con il debito pubblico. La BCE dovrebbe concedere credito agli stati in maniera limitata e al tasso ufficiale di sconto: la sola condizione è la tassazione ordinaria dei patrimoni e dei redditi piu' alti nei paesi coinvolti. Il rischio inflazione generato dal finanziamento diretto della BCE è decisamente inferiore rispetto all'acquisto di titoli sul mercato secondario o dalla concessione di credito al settore finanziario. In questo modo gli stati potrebbero rilanciare importanti investimenti, mentre le banche cesserebbero di speculare con le materie prime o con le bolle immobiliari. Entrambi portano i prezzi verso l'alto, senza nessuna crescita reale.
Non esistono pasti gratis! Piu' della metà dei patrimoni finanziari europei è posseduto da circa l'1% della popolazione. Se fossero considerate le attività off-shore, saremmo all'80% dei patrimoni finanziari. Il patrimonio dei miliardari europei è superiore all'indebitamento pubblico europeo di oltre 11 trilioni di Euro. Chi vuole ridurre i debiti, alla fine dovrà ridurre anche i patrimoni. Dalla politica europea degli ultimi 15 anni, dai regali fiscali e dai salvataggi bancari, i ceti medi non hanno avuto alcun vantaggio, a differenza delle poche migliaia ai vertici. E' legittimo che ora siano proprio gli stessi a dover garantire per i danni causati. Una tassa europea sui patrimoni dei miliardari ridurrebbe sensibilmente l'indebitamento pubblico. Allora anche Herr Weidmann potrebbe dormire sonni tranquilli.