Tobias Piller, corrispondente FAZ da Roma, commenta il ritorno di Berlusconi e le dimissioni di Monti: una farsa italiana.
Con la partenza anticipata del molto apprezzato Mario Monti, l'Italia torna ad un periodo che molti ritenevano superato: il paese si dimostra ancora una volta politicamente instabile, con una legge elettorale inadeguata, un sistema dei partiti debole e istituzioni fragili.
Il primo ministro Mario Monti, un talento naturale per le apparizioni formali, avrebbe desiderato sicuramente una situazione piu' brillante per la sua uscita di scena. Silvio Berlusconi gli ha appena tolto il sostegno per poter prendere le distanze dalla sua politica europea e dagli aumenti delle tasse. E Monti si è rifiutato di fare il bersaglio per il populismo di Berlusconi. Populismo che ora invece sarà diretto verso l'unione monetaria e contro la Germania, con richieste di una garanzia della banca centrale sui debiti, piu' inflazione e piu' deficit. Poiché la cancelliera tedesca Merkel e la Bundesbank sono contrari a queste posizioni - chiaramente in violazione dei trattati - già ora sono attaccati da B. Il mito dell'egemonia tedesca e altre accuse diffamatorie, come l'ingresso forzato nell'unione monetaria ad un cambio svantaggioso o il presunto finanziamento della riunificazione tedesca da parte dell'Italia, sono gli argomenti utilizzati da Berlusconi e dai suoi seguaci.
Il miglioramento di immagine sulla scena mondiale portato da Monti è andato perduto rapidamente. L'Italia ancora una volta si è mostrata politicamente instabile, con una legge elettorale inadeguata, un sistema partitico debole e istituzioni fragili. In questo modo sarà molto difficile realizzare le riforme di cui il paese e l'Europa hanno bisogno. Monti paga il prezzo per non aver avuto all'inizio del mandato il coraggio di andare a fondo sulle debolezze italiane, quando l'emergenza lo avrebbe permesso: la lentezza della giustizia e dell'amministrazione, la stagnazione delle piccole imprese e i rapporti di lavoro eccessivamente conflittuali.
Monti ha messo a posto le finanze con un aumento delle tasse, ha riformato le pensioni e poi si è perso in tante piccole riforme. Affinché l'Italia possa uscire dalla crisi e tornare competitiva, sono necessarie molte piu' riforme di quanto gli attuali leader intendano fare.
Il ritorno di B. in politica e la sua trasformazione in un leader di un partito di protesta di destra aprono pero' anche delle nuove chance: Monti ha la possibilità e la legittimazione per ottenere il consenso degli elettori di centro destra delusi e in questo modo interrompere la farsa del ritorno berlusconiano.