FAZ risponde alle accuse di dumping salariale lanciate dal commissario László Andor. Secondo il quotidiano conservatore si tratta di una polemica inutile, i prodotti tedeschi si vendono perché sono i migliori e gli avanzi delle partite correnti serviranno a sostenere una popolazione in rapido invecchiamento.
La moderazione salariale ha reso i prodotti tedeschi nuovamente competitivi sui mercati mondiali. Ma per molti la forza dell'export tedesco è un pugno nell'occhio. Alcuni sostengono che questa è la vera causa dei problemi nel sud Europa. Ma l'accusa di mercantilismo è una sciocchezza. Un'analisi
Il dinamismo delle esportazioni tedesche per molti è un pugno nell'occhio. Sono in molti infatti a considerare gli squilibri della bilancia commerciale come la causa della crisi Euro. Fra questi il commissario agli affari sociali László Andor, che in una recente intervista alla FAZ ha denunciato una presunta "politica economica mercantilista". Secondo Andor, la moderazione salariale avrebbe reso i prodotti tedeschi piu' competitivi sui mercati mondiali e contribuito a causare la crisi dei paesi periferici. Come lui la pensano molti economisti Keynesiani, sindacalisti e politici.
L'accusa di mercantilismo è priva di senso. Con questo termine si identifica una politica dirigista con dazi doganali e sovvenzioni mirate a sostenere le esportazioni, diffusa nel secolo dicassettesimo e diciottesimo - prima della diffusione delle idee sul libero scambio di Adam Smith. Oggi si potrebbe parlare di una politica mercantilista in Cina. Pechino applica questa politica prima di tutto attraverso il controllo statale del cambio, la cui sottovalutazione può essere corretta solo lentamente, generando una bolla nel settore delle esportazioni.
Parlare di dumping salariale è pura polemica
La moderazione salariale tedesca dello scorso decennio non è stato il risultato di una regolamentazione del governo, piuttosto il frutto di una libera contrattazione sotto la pressione di una disoccupazione di massa. Questo fenomeno può essere inquadrato solo nel contesto degli eccessivi incrementi salariali degli anni '90, dopo la riunificazione. Tali squilibri dovevano essere corretti. Parlare di dumping salariale, come fa una certa sinistra è solo inutile polemica. Da sempre la Germania appartiene al gruppo di paesi con un elevato costo del lavoro, e in Europa si colloca nella parte piu' alta della classifica. I prodotti tedeschi nel mondo non vengono certo considerati come particolarmente economici, ma convincono molto di piu' per la loro qualità e affidabilità. L'export tedesco è cosi' forte anche perché il mix dei suoi prodotti con i macchinari di alto livello, le automobili, la chimica e l'elettronica è ottimale per i bisogni dei paesi in via di sviluppo.
Gli elevati tassi di crescita dell'export verso Cina, India, Brasile, Russia e i paesi arabi esportatori di petrolio sono il motivo principale dei grandi avanzi commerciali con l'estero. Quest'anno il valore dei beni esportati per la prima volta potrebbe superare i 1100 miliardi di Euro, e l'import potrebbe crescere per la prima volta oltre i 900 miliardi di Euro. Nel saldo delle partite correnti deve poi essere considerata la bilancia dei servizi (ad esempio le spese per i viaggi all'estero), e i trasferimenti (ad esempio le rimesse dei Gastarbeiter, gli aiuti allo sviluppo, i contributi alla EU). La bilancia delle partite correnti potrebbe quindi avere un saldo positivo record di 160 miliardi di Euro, 6% del prodotto interno lordo - cio' che nella EU ora arbitrariamente viene definito come livello critico.
Hans Werner Sinn: la Germania consegnava Porsche e riceveva in cambio certificati Lehman
L'avanzo commerciale verso l'area Euro tuttavia nel frattempo si è ridotto, ed è ormai al 2% del PIL. La quota dell'export tedesco diretto verso l'Eurozona, dall'introduzione dell'Euro è scesa dal 46 al 39%. La crescita nella periferia europea non era sostenibile. Con aumenti salariali oltre la produttività si è finanziata una bolla dei consumi, la competitività è scesa, le partite correnti hanno accumulato deficit assurdi. Con un doloroso processo di aggiustamento tutto questo deve ora essere corretto. L'Irlanda ha fatto dei buoni progressi, la Spagna e il Portogallo stanno lottando. La Grecia è finita nella spirale della deflazione, il corso fisso dell'Euro rende il processo molto difficile.
I deficit delle partite correnti sono uno specchio dell'economia, ma la loro interpretazione non è così semplice. I deficit sono sempre un segno di debolezza? Molti economisti nel caso degli Stati Uniti hanno argomentato che il loro saldo negativo è dato dall'attrattività del paese: investitori da tutto il mondo depositano il loro denaro in America, in questo modo gli americani possono permettersi maggiori importazioni di merci e servizi. Questo processo si è trasformato in parte anche in una bolla. Hans Werner Sinn, il presidente dell'Istituto IFO, ha commentato sarcasticamente: la Germania consegnava Porsche in cambio di certificati Lehman. E nel caso del Sud-Europa? Una parte dell'export in quei paesi è stato pagato con assegni non coperti. Ora la fatture minacciano di non essere pagate. In realtà gli esportatori dovrebbero considerarle non piu' esigibili - ma purtroppo ora sono i contribuenti i veri pagatori degli Euro salvataggi.
L'export è un fine in sé e un avanzo commerciale è desiderabile in quanto tale: questo pensano i mercantilisti. Ma in ultima analisi, lo scopo ultimo di ogni attività economica è sempre la soddisfazione delle esigenze dei consumatori. La Germania ha una popolazione in rapido invecchiamento e per questo può solo rallegrarsi degli avanzi commerciali con l'estero. La generazione dei babyboomer sta ancora lavorando, risparmia e investe una parte del suo patrimonio all'estero. I patrimoni netti tedeschi all'estero - nonostante la crisi - dal 2005 sono raddoppiati raggiungendo circa un trilione di Euro. Se la popolazione attiva dovesse ridursi, l'avanzo commerciale inevitabilmente cadrà, ed il consumo crescerà piu' della capacità produttiva. Nei prossimi due decenni gli avanzi delle partite correnti scompariranno. Allora l'esercito crescente dei pensionati inizierà ad erodere i patrimoni (all'estero) accumulati in tutta una vita.