sabato 5 gennaio 2013

Rischi tedeschi


Frank Wiebe, redattore di Handelsblatt, con un commento sul principale quotidiano economico, ci ricorda che anche al di sopra delle alpi qualcuno conosce i principi della Goofynomics. Da Handelsblatt.de
La Germania, almeno così pare, non ha perso slancio. Lo stato tedesco riceve dagli investitori denaro quasi gratis, le aziende tedesche prendono a prestito ad un tasso piu' basso di alcuni stati e mettono all'angolo i loro concorrenti, soprattutto in Europa. I tentativi degli stati in crisi di recuperare competitività sono in pericolo, e rischiano di fallire sotto la supremazia dell'economia tedesca.  Gli ingegneri tedeschi, cosi' sembra, sono imbattibili, e i manager tedeschi sono sempre capaci di vendere in tutto il mondo la tecnica prodotta dai loro ingegneri.

Lasciamo per un attimo da parte la domanda morale: "i tedeschi" con la loro politica di competitività senza rispetto spingono gli altri paesi verso l'abisso - o invece hanno solo fatto qualche errore in meno degli spagnoli, dei francesi e degli italani? Poniamoci piuttosto la domanda: dove risiedono i pericoli per il nostro modello economico? Abbiamo per caso trovato la pietra filosofale e sappiamo come crescere in maniera equilibrata, mentre gli americani, i britannici e gli europei del sud si nutrono di bolle nate sui mercati finanziari, che inevitabilmente finiranno per scoppiare? Oppure anche noi stiamo finendo, senza saperlo, in una bolla?

L'economista americano William White in un paper uscito in agosto, centrato sulle conseguenze di lungo periodo di una politica monetaria espansiva, ha fatto una annotazione istruttiva sulla Germania. Ha citato il governatore della banca centrale giapponese, il quale ha ripetuto in piu' occasioni: il Giappone non ha risolto i suoi problemi poiché non è riuscito ad orientare la sua economia verso i bisogni di una popolazione in rapido invecchiamento e a difendersi dalla concorrenza dei paesi in via di sviluppo.

Vi ricorda qualcosa? Anche noi abbiamo una popolazione in rapido invecchiamento e in alcuni settori, come l'industria solare, subiamo chiaramente la concorrenza dell'estremo oriente. White teme che la Germania, dopo la crisi finanziaria, abbia sovvenzionato una struttura economica obsoleta, troppo orientata all'export, e quindi dipendente dagli squilibri economici, che prima o poi dovranno necessariamente essere colmati.

E qui si arriva a un tema, che i critici della Germania come l'economista Heiner Flassbeck propongono già da anni: grandi avanzi commerciali non sono possibili senza l'accumulo di crediti verso l'estero - sia che si nascondano in investimenti privati, nei portafogli delle Landesbank tedesche o nei saldi Target della banca centrale. Detto altrimenti: se VW ora mette all'angolo Fiat anche in Italia, come potrà pretendere la Germania il rimborso dei suoi crediti verso l'Italia? Tali squilibri alla lunga non sono sostenibili, e questo è il pericolo per il modello economico tedesco. Anche la dipendenza di molte industrie dalla Cina come motore di crescita, potrebbe costarci cara. In Cina regna ancora un'economia di mercato controllata dallo stato, vale a dire: una allocazione delle risorse scorretta potrebbe restare nascosta a lungo, ed avere effetti per un tempo anche maggiore. 

Molte aziende tedesche sono consapevoli di questi rischi e agiscono con prudenza. E' molto difficile per la politica avere influenza su cosa l'economia produce e per chi. Ma discutere se abbiamo il giusto modello economico per una società in rapido invecchiamento in un ambiente incerto, tormentato da crisi continue, potrebbe anche tornarci utile.   

5 commenti:

  1. Wow| Ma allora...naaaah, non può essere(!), "operatori logici" (di quelli razionali ne abbiamo abbastanza), esistono nel pianeta germania e tengono persino conto della sostenibilità dei saldi settoriali!
    Ma vedrai che non li ascolta nessuno: nè i restanti media, nè i centro-sinistra locali, nè il popolo "illivorito" dai Sinn e dai Weidmann...

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  2. quando leggo del problema del " rapido invecchiamento" mi viene da sorridere amaro per la (voluta) inversione di causa-effetto. Il "rapido invecchiamento" e' infatti l' effetto della perdita di futuro dei giovani che travolti dalla precarieta' e narcotizzati di edonismo , non "investono nel futuro" facendo figli cioe', il loro dovere biologico verso se stessi e la propria nazione.
    Quindi lo pseudo- " problema" si risolvera' purtroppo da stesso con l' eutanasia della nazione.
    Amen.

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  3. Che ne pensate del rivio di Basilea 3? le nostre banche erano a posto, le tedesche no. Mah, io dico che i rigori bisogna tirarli dentro. Gli italiani dovevano chiedere il rispetto degli accordi. Chissa' che lo spread non ne avesse tratto beneficio, al constatare che le banche tedesche e francesi sono delle schifezze. Non dico ottenere il rispetto delle regole gia' stabilite, ma almeno chiederlo...evidenziare sottilmente il problema, di fronte alla comunita' finanziaria internazionale. Ma forse sono io che sono troppo sospettoso con i rigorosi tedeschi, il presidente Bundesbank non si e' sentito, sara' senz'altro in ferie...

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    1. E non si è risentito neppure il presidente di BCE (nuova vigilanza così...europea): "strano"! :-)

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