domenica 17 settembre 2023

Una riserva silenziosa di 3 milioni di persone che in Germania vorrebbe lavorare, ma che non riesce a farlo

 Si parla spesso della mancanza di lavoratori qualificati in Germania in alcuni settori come l'artigianato o l'assistenza sanitaria, eppure dati alla mano c'è una cosiddetta "riserva silenziosa" di circa 3 milioni di persone intenzionate a rientrare sul mercato del lavoro ma che per un motivo o un altro non riescono a farlo. E' possibile mobilitare questa "riserva silenziosa"  per colmare la mancanza di lavoratori qualificati senza ricorrere all'immigrazione? Ne scrive Focus.de

riserva silenziosa germania


Circa tre milioni di cittadini tedeschi desidererebbero lavorare, ma per varie ragioni, al momento non lo fanno. Questa "riserva silenziosa" tuttavia potrebbe essere un efficace strumento per affrontare la carenza di lavoratori qualificati.

Un esempio concreto di questa situazione è quello di Joanna Marciszewska-Ruano, che si è trasferita per amore dalla Polonia in Germania. Subito dopo essere diventata madre, ha scelto di dedicarsi all'assistenza del figlio. Tuttavia, quando il bambino ha raggiunto un anno, Joanna sarebbe voluta tornare al lavoro.

Non ha mai chiesto la disoccupazione. Joanna, che parla diverse lingue e possiede due lauree, aveva svolto un ruolo di responsabilità nelle vendite per un'azienda tedesca in Polonia. Aveva fiducia nel fatto che sarebbe riuscita a trovare un nuovo lavoro rapidamente.

Tuttavia, ha ricevuto numerosi rifiuti senza una spiegazione chiara. Potrebbe essere stato perché cercava un impiego part-time per dedicare più tempo al figlio o perché i potenziali datori di lavoro la ritenevano eccessivamente qualificata.

Questo episodio, riportato dalla "Frankfurter Allgemeine Zeitung" quasi dieci anni fa, è ancora rilevante oggi. Joanna Marciszewska-Ruano faceva parte di quella "riserva silenziosa" di individui che desideravano lavorare ma non riescono per varie ragioni.

Attualmente, secondo l'Ufficio federale di statistica, ci sono circa tre milioni di tedeschi di età compresa tra 15 e 74 anni che rientrano in questa categoria. Questa "riserva silenziosa" comprende una varietà di persone, tra cui casalinghe, studenti, alunni, pensionati e coloro che hanno rinunciato a cercare lavoro. lavoro.

Hanno Beck, professore di economia presso l'Università di Pforzheim, spiega che esistono diverse definizioni di "riserva silenziosa", ma una caratteristica comune è che queste persone sarebbero disponibili per il mercato del lavoro a determinate condizioni.


riserva silenziosa in germania


L'Ufficio federale di statistica classifica la "riserva nascosta" in tre categorie principali. La prima categoria comprende le "persone che cercano lavoro, ma che non possono accettare un impiego in tempi brevi, ad esempio a causa di responsabilità per la cura di persone", come madri e padri che si occupano dei propri figli.

La seconda categoria riguarda coloro che sarebbero disposti a lavorare, ma che non cercano attivamente un impiego "perché ritengono di non poter trovare un lavoro adeguato", spesso a causa di uno scoraggiamento dopo una serie di candidature infruttuose.

La terza categoria, la più numerosa, è costituita da persone che "non cercano un lavoro né sono immediatamente disponibili, ma esprimono comunque un desiderio generale di lavorare".

Questo gruppo, sebbene distante dal mercato del lavoro, conta circa 1,7 milioni di individui.

Complessivamente, sono circa tre milioni di tedeschi che, in teoria, desidererebbero lavorare ma che attualmente non lo fanno per varie ragioni. Nel frattempo, la carenza di lavoratori qualificati rappresenta una sfida decisiva per la Germania.

I dati del mercato del lavoro elaborati dall'Istituto dell'Economia Tedesca (IW) indicano che ci sono quasi 540.000 posti di lavoro vacanti. Gli economisti ritengono che utilizzare questa "riserva silenziosa" potrebbe essere una soluzione per affrontare questa problematica, e tale idea sembra essere molto ragionevole.

Un'economista dell'Istituto per la ricerca sul mercato del lavoro e l'occupazione di Norimberga, Enzo Weber, ha suggerito qualche mese fa in un'intervista alla "ZDF" di reclutare gli individui ultra sessantenni direttamente dalla "riserva silenziosa". Ha dichiarato: "Se avessimo una partecipazione alla forza lavoro di persone con più di 60 anni come quella attuale fra le persone più giovani di cinque anni, avremmo quasi 2,5 milioni di lavoratori in piu'".

pensionati in germania
Aumentare l'età della pensione per colmare la mancanza di personale


Anche l'economista Beck ritiene che "ci sono ragioni sufficienti per mantenere la riserva silenziosa il più piccola possibile". Molte delle persone che potrebbero tornare al lavoro, sarebbero più felici occupando un posto di lavoro, invece che essere disoccupate.

Il rapporto dell'Ufficio federale di statistica mostra inoltre che il 58,1% delle persone appartenenti alla "riserva silenziosa" ha una qualificazione media o addirittura elevata. Questo significa che hanno almeno completato una formazione professionale o hanno conseguito un diploma universitario.

Tuttavia, ci sono momenti in cui mancano gli incentivi. Nel caso delle donne, ad esempio, questa percentuale raggiunge il 60,5%. Beck afferma: "Se ci sono persone che in linea di principio vorrebbero lavorare ma non sono registrate, significa che le capacità produttive - e quindi la ricchezza - rimangono inutilizzate".

Nonostante ciò, Beck non considera la "riserva silenziosa" come l'unico rimedio alla carenza di lavoratori qualificati in Germania. La qualifica delle persone all'interno di questo gruppo resta fondamentale.

In altre parole, se sussiste una carenza di ingegneri o elettricisti a tempo pieno a Monaco, non sarebbe utile attivare una riserva nascosta composta da assistenti sociali con l'obiettivo di lavorare part-time a Bottrop. Un altro aspetto da considerare sono le condizioni fisiche, ad esempio, un artigiano che ha abbandonato il lavoro a causa di problemi alla schiena difficilmente potrebbe tornare a svolgere un lavoro altrettanto impegnativo in quanto prepensionato disposto a lavorare.

A volte, gli incentivi per tornare al lavoro si affievoliscono, come nel caso di Angelika Lütt, con una carriera ricca di esperienza che spazia dall'insegnamento allo sviluppo del personale fino alla gestione dell'innovazione.

Nel 2020, all'inizio della pandemia, Lütt è stata inizialmente messa in congedo a tempo parziale, successivamente in prepensionamento, e infine ha optato per una liquidazione lasciando l'azienda per cui lavorava. In un'intervista a FOCUS online, Lütt, che utilizza un nome diverso per mantenere l'anonimato, dichiara: "Sono in ottima forma, ho dimestichezza con il computer, parlo tre lingue straniere e ho un'enorme esperienza professionale". Questi sono indubbiamente requisiti ideali per il mercato del lavoro.

Nonostante ciò, questa prepensionata si dedica al volontariato nel campo dell'assistenza senza ricevere una compensazione finanziaria. È sincera nel dichiarare: "In realtà, potrei tornare a lavorare regolarmente. E mi piacerebbe farlo. Ma stare a casa è più conveniente a causa delle tasse e dei contributi troppo elevati".

Al momento, deve ancora affrontare il pagamento delle tasse sulla sua liquidazione. Lütt è sposata, e suo marito è anch'esso in pensione. "Il mio consulente fiscale sostiene che, per ogni euro che guadagno, dovrei versare due euro in tasse".

Sebbene la situazione di Lütt possa essere un caso particolareper molte persone il denaro rappresenta una motivazione significativa a ritornare al lavoro. Questo vale anche per i membri della "riserva silenziosa" che non hanno completamente abbandonato il mercato del lavoro.

Inoltre, si parla anche della modifica delle "norme sul reddito integrativo per le prestazioni di base". Questo potrebbe almeno aumentare l'incentivo per i lavoratori a basso reddito a rientrare nel mondo del lavoro.

Tuttavia, anche coloro che non rientrano nella fascia di reddito che riceve il reddito di cittadinanza potrebbero essere scoraggiati da tasse e contributi elevati, secondo l'economista. Egli sostiene che "un'adeguata riforma fiscale potrebbe essere la soluzione", ma sottolinea anche che una tale riforma comporterebbe una diminuzione delle entrate dello Stato e potrebbe suscitare controversie in termini di politica distributiva.

Per aumentare gli incentivi al lavoro, è fondamentale ridurre i carichi fiscali sul reddito da lavoro, ma ciò comporta inevitabilmente conseguenze per le entrate statali e solleva questioni controverse in ambito politico.

Inoltre, ci sono altre proposte per coinvolgere la "riserva silenziosa". Secondo l'indagine dell'Ufficio federale di statistica, un terzo delle donne tra i 25 e i 59 anni appartenenti alla "riserva silenziosa" non può lavorare a causa della responsabilità per l'assistenza a familiare.

Beck sostiene che sia necessario "adattare i posti di lavoro alle circostanze private e individuali". Questo includerebbe soluzioni per l'assistenza all'infanzia, condizioni lavorative compatibili con la vita familiare e una distribuzione dei compiti familiari basata sulla collaborazione.

Marciszewska-Ruano, la cui situazione era stata riportata dalla "FAZ" dieci anni fa, alla fine è riuscita a trovare un lavoro. Ha inizialmente richiesto un impiego a tempo pieno invece di uno a tempo parziale e ha discusso una riduzione delle ore solo in un secondo momento.



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sabato 16 settembre 2023

Marcel Fratzscher - La Germania può farcela

"l nostro Paese non è il malato d'Europa, e non lo sarà, a condizione che mobilitiamo tutte le nostre risorse" scrive il grande economista tedesco  Marcel Fratzscher. Secondo il direttore del DIW, la Germania ha ancora dei punti di forza inattaccabili che garantiranno al paese la forza necessaria per superare anche questa ennesima crisi economica. Marcel Fratzscher su Die Zeit


crisi economica germania


"Cosa sta andando storto nel nostro Paese? In parole semplici: stiamo perdendo dinamismo economico, la società si sta irrigidendo, e c'è una crescente malinconia diffusa - questi sono i punti cruciali della crisi."

Ciò che sembra una descrizione della situazione attuale in Germania è, in realtà, una citazione del 1997, dal famoso discorso "Ruck" del Presidente federale Roman Herzog. All'epoca, ci vollero altri cinque anni per avviare riforme coraggiose da parte del governo federale e altri tre per vedere la Germania toccare il fondo, sia dal punto di vista economico che sociale, con oltre cinque milioni di disoccupati, prima che le cose iniziassero a migliorare. La storia spesso tende a ripetersi, ma non deve succedere, se l'economia e la società - invece di cadere in una profonda malinconia - si concentrano sui propri punti di forza e, soprattutto, creano le basi per la fiducia nel futuro e la sicurezza.

Questo non significa minimizzare i problemi attuali. La perdita di dinamismo economico è lampante. La Germania attualmente ha uno dei tassi di crescita economica più bassi in Europa. Le esportazioni sono in picchiata, gli investimenti deludono, e i consumi privati subiscono una battuta d'arresto a causa dell'inflazione e delle preoccupazioni per il futuro. L'industria tedesca è rimasta indietro rispetto alla concorrenza globale, soprattutto nelle tecnologie chiave del futuro come le piattaforme digitali, l'intelligenza artificiale e le tecnologie verdi. Obiettivi importanti come la protezione del clima, l'espansione dell'infrastruttura digitale e la riforma del sistema educativo sono stati trascurati, con pochi sforzi per correggere il tiro. La mancanza di lavoratori qualificati, già significativa, è destinata ad aumentare, mettendo a rischio molte piccole e medie imprese. La burocrazia e l'incertezza normativa, insieme alla scarsità delle infrastrutture, costituiscono ostacoli significativi per i piani futuri delle aziende.

Marcel Fratzscher


Ora ci troviamo di fronte alla battaglia redistributiva

Non sorprende, quindi, che molte persone in questo Paese siano pessimiste sul futuro. La società sembra paralizzata dalla paura, come aveva già notato Roman Herzog 25 anni fa. Allo stesso tempo, c'è una profonda polarizzazione nella società, con i conflitti sociali più intensi degli ultimi 75 anni. A soffrire maggiormente sono i gruppi più vulnerabili. Bambini, adolescenti e giovani adulti continuano a subire pesantemente le conseguenze economiche e sociali della pandemia. Un giovane su tre ha bisogno di assistenza psicologica e sanitaria, ma solo uno su dieci riesce a ottenerla. Nel frattempo, il governo federale litiga su questioni come la lotta alla povertà infantile e la spesa per il clima, mentre la disuguaglianza in termini di opportunità educative in Germania è tra le più alte tra i paesi industrializzati, e questa disuguaglianza continua ad aumentare a causa della pandemia e dell'inflazione. L'accesso all'edilizia residenziale sta diventando sempre più difficile, specialmente per le giovani famiglie nelle città, portando a una società sempre più gentrificata. Le prestazioni sociali vengono tagliate, e l'opposizione della FDP a un aumento del salario minimo, a un assegno di base per i figli o a un reddito di cittadinanza sta crescendo.

Il risultato è una battaglia redistributiva in cui le persone sono sempre più concentrate su se stesse. Molte stanno cercando capri espiatori tra i migranti e i rifugiati. La dichiarazione del ministro federale delle Finanze sulla fine delle riforme sociali e i tagli alle prestazioni sociali è più controproducente che mai.

In questa situazione, non è difficile comprendere perché sia persone che aziende sono state travolte da una profonda sfiducia e guardino al futuro con pessimismo.

La Germania ha il potenziale per un cambiamento significativo.

"I tedeschi hanno la forza e la volontà di superare questa crisi con le proprie risorse - a condizione che abbiano il coraggio di farlo." Queste parole risuonano ancora oggi, pronunciate dal Presidente Herzog nel suo discorso a Berlino nel 1997. Sottolineano un punto cruciale per un cambiamento di successo: la fiducia nelle proprie capacità.

copertina economist germania sick man of europe


La Germania ha dimostrato di poter affrontare sfide eccezionali in passato. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha dovuto rinnovarsi economicamente e socialmente, affrontando sfide come l'integrazione di milioni di rifugiati, la ricostruzione dell'infrastruttura e dell'economia, la Guerra Fredda in un Paese diviso, e poi la riunificazione, con grandi turbolenze sociali, crisi finanziarie ed economiche, e infine una pandemia e una crisi energetica. Tuttavia, queste sfide non sono state in grado di scalfire il fatto che oggi la Germania sia una delle nazioni più ricche al mondo, con prosperità e stabilità invidiabili. Questo successo è stato possibile grazie a tre punti di forza fondamentali.

Innanzitutto, le istituzioni statali sono eccellenti, con un forte Stato di diritto, competenze elevate e grande indipendenza. La rigidità delle riforme e la burocrazia eccessiva non derivano dalle istituzioni stesse, ma piuttosto dalla mancanza di volontà politica, dagli interessi delle lobby e da potenti gruppi di interesse.

Il secondo grande punto di forza della Germania è la sua struttura economica, caratterizzata da un solido tessuto di piccole e medie imprese a conduzione familiare. Queste imprese guardano al lungo termine, assumendosi responsabilità verso i propri dipendenti. Questa caratteristica conferisce loro resilienza e flessibilità, consentendo loro di affrontare con successo le sfide e le crisi. Pochi paesi al mondo possono vantare tanti campioni nascosti, aziende altamente innovative che hanno un ruolo chiave nell'economia globale.

Il terzo punto di forza, forse il più importante, è la solidarietà, che è al centro dell'idea di economia sociale di mercato. Come sosteneva il filosofo e naturalista russo Pyotr Kropotkin più di 100 anni fa, e come hanno confermato numerosi studi scientifici, le società solidali hanno maggiori probabilità di superare le grandi crisi e sfide rispetto a quelle individualistiche. La solidarietà crea sicurezza e fiducia, unisce le forze e costruisce ponti, sia dal punto di vista economico che sociale.

Per contrastare il pessimismo, la fiducia è essenziale, come sottolineato dal Presidente Herzog. Questo non significa ignorare i problemi e le sfide citate. Attualmente, la Germania rischia che le paure e le preoccupazioni alimentino un circolo vizioso, peggiorando ulteriormente la situazione economica e sociale. L'economia è in gran parte una questione di percezione. Le aziende non investiranno se non hanno fiducia nella Germania come luogo in cui produrre, e le persone si ritireranno dal mercato del lavoro e investiranno di meno su se stesse se perdono la fiducia.

"Una scossa profonda deve attraversare la Germania. Dobbiamo essere pronti a rinunciare ai nostri beni piu' cari." Questo richiamo del Presidente Herzog non è meno urgente oggi di quanto lo fosse un quarto di secolo fa. Attualmente, la Germania gode di una solida posizione economica e finanziaria. Il nostro Paese non è il malato d'Europa, e non lo sarà, a condizione che mobilitiamo tutte le nostre risorse.

Il governo federale sta già compiendo molte azioni positive, spesso sottovalutate. Tuttavia, manca una bussola chiara e la determinazione necessaria per investire nel futuro e raggiungere una maggiore uguaglianza sociale. Le imprese condividono la responsabilità dei problemi tanto quanto i politici. Dovrebbero essere oneste nel riconoscere i propri errori e investire nella trasformazione ecologica e digitale, invece di puntare il dito contro i politici e chiedere a gran voce maggiori aiuti finanziari. Questo rappresenta l'unico modo per costruire fiducia e interrompere il circolo vizioso in cui la Germania sembra essere intrappolata, caratterizzato da stagnazione economica, declino della prosperità e crescente polarizzazione sociale.


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Prosegue il crollo delle transazioni sul mercato immobilare tedesco

 Dopo il boom arriva lo sboom e anche il numero delle transazioni per l'anno in corso conferma la crisi profonda del mercato immobiliare tedesco: non si registrava un numero cosi' basso di compravendite dal 1995, primo anno delle serie storiche. Ne scrive il Tagesschau.de


Secondo un recente studio, il crollo del mercato immobiliare tedesco continuerà ad accelerare nell'anno in corso, senza previsioni di un miglioramento rispetto all'anno passato. L'Istituto Gewos di Amburgo, basandosi sulle transazioni registrate alla fine della prima metà dell'anno, prevede solo circa 591.800 contratti di acquisto, il che rappresenterebbe un calo di quasi un quarto rispetto al già debole anno 2022, segnando il valore più basso dal 1995, l'inizio delle serie storiche tedesche.

Secondo lo studio, il valore delle vendite a livello nazionale scendeà di quasi il 30% a circa 198 miliardi di euro. Nel 2022, il fatturato del settore immobiliare era crollato a 279,4 miliardi di euro, registrando un calo del 17,2% rispetto all'anno record del 2021, segnando così la fine brusca di un lungo periodo di boom. Il numero di transazioni è sceso del 16,1% a 787.700 casi.

Le conseguenze dell'aumento dei tassi d'interesse sono diventate sempre più evidenti nel corso 2023 rispetto al 2022. L'esperto di Gewos, Sebastian Wunsch, ha spiegato che il moderato calo dei prezzi di acquisto finora non è riuscito a compensare l'aumento dei costi di finanziamento. L'aumento dei costi di finanziamento e l'inflazione elevata stanno riducendo il potere d'acquisto, rendendo sempre più difficile l'acquisto di immobili per i proprietari-occupanti. Gli investitori, d'altra parte, sono principalmente influenzati dall'incertezza, e Wunsch ha sottolineato che "l'attuale situazione di mercato continua a essere caratterizzata da una marcata riluttanza all'acquisto", senza prevedere cambiamenti significativi nei fattori di mercato per il resto dell'anno. Poiché il tasso d'inflazione è lontano dagli obiettivi delle banche centrali, non si prevede un allentamento dei tassi d'interesse nel medio termine, i prezzi d'acquisto dovrebbero comunque stabilizzarsi alla fine dell'anno, dato che al momento stanno scendendo ad un ritmo piü lento.


venerdì 15 settembre 2023

Perché i lavoratori stranieri non vogliono restare a lavorare in Germania?

 La vita in Germania per gli stranieri, si sa, è dura e spesso difficile: frustrazioni, incomprensioni ed emarginazione sono all'ordine del giorno. Eppure la società tedesca ha un grande bisogno di lavoratori stranieri qualificati, che però alla prima occasione tornano a casa nel loro paese. Ma perché non vogliono restare a lavorare in Germania? Prova a rispondere Focus.de

lavoratori specializzati stranieri non vogliono restare a lavorare in germania
Infermiere brasiliane in NRW

Il bisogno di lavoratori specializzti stranieri in Germania è elevato, tuttavia, pochi professionisti internazionali sono inclini a trasferirsi nel Paese. Ciò è dovuto a ostacoli burocratici, incomprensioni culturali e un sistema di immigrazione poco trasparente che scoraggia i talenti migliori.

La Germania sta attualmente affrontando una crisi demografica in cui la popolazione invecchia, ma la domanda di lavoratori qualificati continua a crescere. Nonostante gli sforzi delle aziende e dei politici tedeschi, come il ministro federale del Lavoro Hubertus Heil, l'attrattività della Germania per i lavoratori specializzati stranieri rimane limitata. Ad esempio, l'anno scorso, nonostante gli sforzi intensi, l'Agenzia federale per il lavoro è riuscita a reclutare solo 656 infermieri dall'estero, mentre ne servirebbero migliaia. Questa carenza di lavoratori qualificati è un problema in diversi settori.

Gli economisti sottolineano che la Germania avrebbe bisogno di circa 1,5 milioni di immigrati qualificati all'anno per colmare la carenza di manodopera, ma considerando anche coloro che lasciano il Paese ogni anno, il numero netto di lavoratori stranieri aggiunti è di soli circa 400.000. Ciò è dovuto in parte al costo della vita percepito come elevato, specialmente nelle aree metropolitane, che spesso supera le possibilità finanziarie dei lavoratori specializzati.

Un'altra preoccupazione è la discriminazione e il razzismo. Un sondaggio dell'Istituto per la Ricerca Economica Applicata (IAW) dell'Università di Tubinga ha rivelato che il 51% dei 1.885 intervistati ha dichiarato di essere stato discriminato a causa della propria origine etnica o per altri motivi, sia dalle autorità che nel contesto lavorativo. Questi incidenti sono stati segnalati soprattutto nella Germania orientale.

Il Ministro federale del Lavoro Heil ha riconosciuto che la concorrenza con altri Paesi con tradizioni di immigrazione più solide o lingue più diffuse è una delle principali ragioni di questa sfida.

Inoltre, molti di coloro che sono arrivati in Germania lasciano nuovamente il Paese. Secondo lo "Spiegel", più di un milione di persone se ne va ogni anno. Ciò indica che la Germania non è percepita ovunque come aperta e luogo dove vale la pena vivere.

Per affrontare questa situazione, molti esperti suggeriscono che la Germania dovrebbe rivedere i requisiti per i lavoratori qualificati. Ad esempio, l'apprendimento del tedesco non dovrebbe essere un prerequisito per ogni lavoro, e i dipendenti delle autorità per gli stranieri dovrebbero essere in grado di comunicare in inglese. Nel complesso, la Germania deve diventare più attraente per i lavoratori qualificati internazionali e garantire che vogliano rimanere una volta trasferitisi nel Paese.


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Immobiliare tedesco in picchiata

 Sono finiti ormai gli anni d'oro dell'immobiliare tedesco e ora siamo nel pieno dello sboom con fallimenti di imprese edili, cancellazioni di progetti e difficoltà di finanziamento a causa dei tassi di interesse alle stelle. Gli ultimi dati dell'Ifo Institut di Monaco confermano un'ondata di ordini e progetti cancellati che non si registrava da piu' di 30 anni. Ne scrive Wirtschaftswoche


L'istituto Ifo di Monaco e l'Associazione dell'industria edile tedesca mettono in guardia sulla drammatica situazione del settore dell'edilizia residenziale e chiedono l'intervento del governo federale.

Sempre piu' profonda la crisi nel settore dell'edilizia residenziale tedesca, con un'onda record di cancellazioni, una crescente mancanza di ordini e il rischio di fallimenti aziendali. Questa crisi è stata innescata dall'aumento del costo del credito e dei costi dei materiali da costruzione, e sta ora raggiungendo il suo apice. Nel mese di agosto, il 20,7% delle imprese ha dichiarato di aver cancellato progetti, rappresentando un aumento di 1,8 punti percentuali rispetto al mese precedente. Questi dati sono stati resi noti dall'Istituto Ifo di Monaco di Baviera nella sua indagine sul settore delle costruzioni.

Klaus Wohlrabe, responsabile delle indagini per l'Ifo, ha affermato che "le cancellazioni nell'edilizia residenziale stanno raggiungendo un nuovo massimo", e che "non abbiamo mai visto nulla di simile dall'inizio delle nostre analisi nel 1991. L'incertezza sul mercato è enorme". Questa situazione è dovuta all'accelerato aumento dei costi di costruzione e ai tassi di interesse notevolmente più alti, che hanno reso molti progetti che all'inizio del 2022 erano ancora redditizi non piu' realizzabili. Inoltre, anche le riduzioni delle sovvenzioni causati dai requisiti più severi in materia di risparmio energetico stanno mettendo a dura prova i calcoli dei costruttori.

Le imprese di costruzione si trovano di conseguenza in crescente difficoltà, con casi di insolvenza come quello dell'impresa immobiliare Gerchgroup alla fine di agosto, e altre aziende del settore, che hanno presentato istanze di fallimento in luglio e agosto, tra cui Euroboden, Development Partner e Centrum e Project Gruppe. Anche se alcune aziende avevano un portafoglio ordini ancora ben fornito, ben il 44,2% delle imprese intervistate ha segnalato una mancanza di ordini, con un aumento del 3,9% rispetto a luglio. Wohlrabe ha sottolineato che "alcune aziende si trovano già in una situazione critica".

Tim-Oliver Müller, direttore generale della Federazione tedesca dell'industria edile (HDB), ha aggiunto che "alcune aziende stanno ancora completando gli ordini arretrati, ma senza una spinta positiva, potrebbero dover ricorrere alla cassa integrazione". Il futuro del settore sarà deciso in autunno.

L'11,9% delle aziende nel settore dell'edilizia residenziale segnala attualmente difficoltà di finanziamento, il che rappresenta il livello più alto degli ultimi 30 anni, secondo Wohlrabe. Per i prossimi sei mesi, la maggior parte delle aziende prevede un ulteriore calo degli affari, come indicato dall'indice delle aspettative imprenditoriali, che è a un "livello eccezionalmente debole" di meno 60,1 punti, secondo l'Istituto Ifo.

L'Associazione federale delle libere imprese del settore immobiliare e abitativo (BFW) chiede al governo federale di adottare misure urgenti per affrontare questa crisi. Il presidente della BFW, Dirk Salewski, ha dichiarato: "Il picco storico delle cancellazioni di ordini e la grave mancanza di ordini dimostrano che i nostri avvertimenti sul collasso del settore si stanno avverando".


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La Germania continua ad importare petrolio russo?

 Nei primi sette mesi del 2023 le importazioni in Germania di prodotti petroliferi dall'India sono aumentate di ben dodici volte rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, fa sapere l'Ufficio federale di statistica. Ed è estremamente probabile che il petrolio importato dall'India sia di origine russa, sostengono gli esperti. Un'altra storia di ordinaria ipocrisia in tempi di guerra, ne scrive il Tagesschau.de

petrolio russo importato dalla Germania

I dati dell'Ufficio federale di statistica rivelano un costante aumento delle importazioni di petrolio russo in Germania, principalmente attraverso l'India. Le importazioni provenienti dall'India, infatti, mostrano una notevole crescita. Ma quali sono le quantità di petrolio russo che la Germania sta effettivamente ricevendo dall'India? I dati attuali dell'Ufficio federale di statistica possono essere interpretati in questo modo: durante i primi sette mesi di quest'anno, le importazioni di prodotti petroliferi dall'India sono aumentate di ben oltre dodici volte rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, secondo quanto annunciato dall'autorità di Wiesbaden oggi. È importante notare che l'India stessa acquista ingenti quantità di petrolio greggio dalla Russia, come riportato dalle Nazioni Unite. Gli esperti di statistica spiegano che le importazioni dall'India comprendono principalmente gasolio utilizzato per la produzione di gasolio o olio da riscaldamento. L'India ottiene questi gasoli dal petrolio greggio, che, a sua volta, viene acquistato in grandi quantità dalla Russia, specialmente dopo la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina. L'incremento è significativo: durante i primi sette mesi di quest'anno, il valore delle importazioni di prodotti petroliferi dall'India in Germania ha raggiunto i 451 milioni di euro, costituendo il 2,4% di tutte le importazioni tedesche di prodotti petroliferi in questo periodo. Questo valore è notevolmente aumentato rispetto ai soli 37 milioni di euro registrati nello stesso periodo dell'anno scorso.

Georg Zachmann, del think tank Bruegel di Bruxelles, ha dichiarato all'agenzia di stampa AFP che il crescente volume delle importazioni di petrolio dall'India suggerisce che la Germania e altri Paesi europei stanno probabilmente acquistando petrolio russo in modo indiretto. Quando una via commerciale diretta viene bloccata, il mercato trova spesso modi indiretti per bilanciarla. Sebbene l'origine esatta del greggio sia nascosta, è probabile che sia di origine russa. Zachmann ritiene anche "improbabile" che l'embargo dell'UE abbia un impatto significativo sulle esportazioni di petrolio russo. Riguardo al tetto dei prezzi, l'esperto ha sottolineato che, poiché la Russia esporta ingenti quantità di petrolio, le sue entrate rimangono molto elevate nonostante i limiti imposti.

Va notato che la Germania ha sospeso le importazioni dirette di petrolio dalla Russia a causa del conflitto in corso. Gli Stati occidentali hanno anche cercato di imporre un tetto al prezzo del petrolio russo, sperando di farlo rispettare a livello internazionale grazie alla loro influenza nei settori navale e assicurativo. Tuttavia, secondo riportato, questo meccanismo non sta funzionando come previsto. L'anno scorso, i Paesi del G7, l'UE e l'Australia hanno concordato che il prezzo del petrolio russo non dovrebbe superare i 60 dollari al barile. Questo principio avrebbe dovuto essere applicato a livello internazionale grazie all'influenza dei Paesi industrializzati nel settore delle compagnie di navigazione e delle assicurazioni. Tuttavia, una ricerca condotta dall'Istituto KSE della Kyiv School of Economics ha rivelato che il petrolio russo è stato venduto nei principali porti di esportazione a prezzi significativamente più alti, spesso superando i 70 dollari al barile. Il successo di questo regolamento dipenderà dalla capacità dei governi di convincere le compagnie ad attenersi a tali limiti, come sottolineato da Benjamin Hilgenstock dell'Istituto KSE in un'intervista a "Spiegel".

giovedì 14 settembre 2023

Inflazione: stiamo assistendo alla nascita di una nuova eurocrisi?

 I tassi di inflazione nei paesi ad est dell'unione monetaria (Estonia, Lettonia, Lituania, Croazia, Slovenia e Slovacchia) sono ormai decisamente piu' alti rispetto a quelli dell'Europa occidentale: stiamo forse assistendo alla nascita di una nuova eurocrisi nell'Europa orientale? E cosa può fare la BCE per controllare la perdita di competitività dei paesi con un tasso di inflazione piu' alto della media? Ne scrive Focus.de


Tassi di inflazione nella parte orientale dell'eurozona sono decisamente piu' alti

L'inflazione sta crescendo in modo significativo nella parte orientale dell'Eurozona, e rappresenta una minaccia seria per gli Stati euro dell'Europa orientale. Questa situazione potrebbe innescare una pericolosa spirale negativa, portando potenzialmente a una nuova eurocrisi.

È forse opportuno fare un breve richiamo alla storia. Qualcuno ricorda gli Stati PIGS (che presto sono diventati Stati PIIGS)? Tra il 2010 e il 2012, durante la crisi del debito che ha quasi portato alla disintegrazione dell'Eurozona, questa sigla è stata coniata per raggruppare gli Stati con problemi finanziari, compresi Portogallo, Irlanda (poi aggiunta Italia), Grecia e Spagna.

Ora, più di dieci anni dopo, potremmo dover cercare un nuovo nome per un gruppo di Stati in difficoltà, se la situazione non dovesse migliorare. Questa volta stiamo assistendo a un notevole deterioramento della competitività, soprattutto nei paesi membri dell'Eurozona orientale. L'inflazione è notevolmente più elevata nella periferia orientale rispetto al resto dell'Eurozona, rendendo tutto più costoso. Questo è particolarmente rilevante per gli Stati baltici (Estonia, Lettonia, Lituania), Croazia, Slovenia e Slovacchia. (Un termine come "Stati KESSLL" potrebbe venir in mente, ma purtroppo non funziona in inglese...).

Lo shock dei prezzi energetici che ha colpito la Germania lo scorso anno è stato trascurabile rispetto all'aumento dei prezzi che questi Paesi hanno dovuto subire. Nel giugno 2022, l'inflazione nei paesi baltici era quasi al 20%, un anno dopo si attesta ancora tra l'8% e il 9%. Negli altri tre Stati, l'intervallo varia dal 6% all'11%. Per fare un confronto, il tasso medio di inflazione nell'Eurozona è del 5,5%.

L'inflazione piu' alta dell'eurozona

Ora si potrebbe dire: questa situazione sarà presto corretta dall'effetto base. Dopo tutto, se i prezzi dell'energia aumentano un po' rispetto all'anno precedente, il loro contributo all'andamento dell'inflazione è relativamente modesto. Purtroppo, le cose sembrano quasi peggiorare in termini di inflazione di fondo (escludendo i costi energetici e alimentari). Anche in questo caso, questi Stati sono ben al di sopra della media dell'Eurozona, pari al 5,3%. Con valori compresi tra il sette e il dieci per cento, a luglio occupano i primi cinque posti. La Slovenia segue al settimo posto, dopo l'Austria.

Questi segnali rappresentano un campanello d'allarme. L'aumento dei prezzi e dei costi non solo fa perdere competitività a un paese, ma riduce anche la sua attrattività come luogo di investimento. L'esperto economico Hendrik Müller mettein guardia dal fatto che un aumento dei prezzi al di sopra della media, combinato con dei deficit commerciali esteri, indica problemi futuri significativi.

In una situazione del genere, di solito, un paese svaluterebbe la propria moneta per riacquistare competitività o la sua banca centrale aumenterebbe i tassi di interesse per controllare l'inflazione. Tuttavia, nell'Eurozona, né la svalutazione né un'autonoma politica monetaria sono opzioni disponibili. Questi paesi condividono la stessa moneta e la Banca Centrale Europea (BCE) ha già dichiarato che il tempo dei rialzi dei tassi di interesse è finito. La BCE deve ora gestire la politica monetaria per 20 paesi con condizioni molto diverse.

In Francia, ad esempio, l'inflazione di fondo è già scesa al 4,3%. In realtà, i tassi di inflazione stanno divergendo sempre di più da quando l'euro è stato introdotto. E poi c'è l'Italia, che, con il suo enorme debito pubblico, non può permettersi di affrontare una nuova crisi causata da tassi di interesse troppo alti. Speriamo che gli Stati prendano sul serio questi segnali e agiscano prima che la situazione si aggravi ulteriormente.


Ecco perchè la povertà in vecchiaia sarà sempre piu' diffusa anche in Germania

 Quanto prenderanno di pensione in Germania i lavoratori a tempo pieno con 40 anni di contributi versati? Risponde il Ministero del Lavoro a un'interrogazione parlamentare della Linke fornendo dati attuali, dai quali emerge un quadro sconfortante. Da sottolineare che si tratta di stime, perché anche in Germania il quadro normativo non è stabile e da piu' parti arriva la richiesta di riformare il sistema pensionistico in senso peggiorativo (per i lavoratori). Ne scrive Junge Welt

quanto prendono i pensionati in germania

Le notizie negative per i pensionati attuali e futuri sono purtroppo un evento frequente in questo Paese. Lunedì ne abbiamo avuta un'altra: presto, quasi la metà di tutti i lavoratori a tempo pieno che oggi versano contributi previdenziali potrebbe dover accontentarsi di pensioni mensili inferiori a 1.500 euro. Come al solito, questa situazione colpirà maggiormente gli abitanti della parte orientale della Repubblica, dove la maggioranza rischia di ricevere solo 1.300 euro. I dati sono stati forniti dal Ministero federale del Lavoro (BMAS) in risposta a una richiesta del gruppo parlamentare della Linke. In un'intervista al Redaktionsnetzwerk Deutschland (RND), Dietmar Bartsch, leader della Linke, ha lanciato l'allarme su questa "bomba sociale" che dovrebbe far suonare "tutti i campanelli d'allarme" nella coalizione di governo. Ha sottolineato che non è sufficiente apportare piccoli aggiustamenti, ma sono necessari miglioramenti sostanziali.

Secondo l'indagine del BMAS, per avere una pensione pubblica di 1.500 euro, è necessario lavorare a tempo pieno per 45 anni con un salario orario di 20,78 euro, che corrisponde a un guadagno mensile lordo di 3.602 euro. Attualmente, circa 9,3 milioni di lavoratori a tempo pieno, su un totale di 22 milioni, raggiungono questo importo. Chi guadagna 18,01 euro all'ora o 3.122 euro al mese avrà diritto a una pensione di 1.300 euro. Per ottenere una pensione di 1.200 euro, è necessario un salario orario di 16,62 euro o un guadagno mensile di 2.882 euro. Il 36% dei lavoratori a tempo pieno non raggiunge questa soglia, rimanendo ufficialmente al di sotto della soglia di povertà in età pensionabile. Lo scorso anno questa soglia era di 1.250 euro. L'aumento previsto del salario minimo a 12,41 euro dal 1° gennaio 2024 non offre alcun sollievo significativo, secondo Bartsch, che ha chiesto un aumento a 14 euro.



Inoltre, poiché sempre più persone non raggiungeranno i 45 anni di lavoro, il rischio di un impoverimento in età avanzata continuerà a crescere. Bartsch ha sottolineato l'importanza di aumentare il salario minimo a 14 euro l'ora e di portare la pensione al 53% del reddito medio, oltre a un adeguamento straordinario "ad azione rapida" del 10% o di almeno 200 euro al mese. Ha avvertito che se il governo federale non agirà, il Paese si troverà di fronte al pericolo di una crisi sociale.

Al contrario, i politici al potere stanno concentrando gli sforzi sulla "pensione sociale" e sul promuovere il risparmio privato per la vecchiaia, anche se l'esperienza con la Riester-Rente dimostra che questa strategia ha fallito. Inoltre, la proposta di collegare l'età pensionabile all'aspettativa di vita, avanzata dal leader della CDU Friedrich Merz, rappresenta un ulteriore taglio alle pensioni. Reiner Heyse di "Seniors' Uprising," un gruppo di coordinamento di politici sindacalisti per gli anziani del Nord della Germania, ha suggerito misure alternative. In un'intervista rilasciata lunedì a junge Welt, ha proposto che le pensioni ammontino almeno al 75% del reddito netto medio percepito durante la vita lavorativa. Ha inoltre sottolineato la necessità di un sistema assicurativo per i lavoratori dipendenti che includa tutti i lavoratori, inclusi i dipendenti pubblici, i lavoratori autonomi e i politici. Ha anche richiesto pensioni minime che superino sempre la soglia di povertà.

Heyse è particolarmente preoccupato per i dodici milioni di persone assicurate obbligatoriamente che non lavorano a tempo pieno, come i lavoratori part-time, i minijobber e i disoccupati, poiché nessuno di loro si avvicina ai 1.200 euro. La sua conclusione è che, di fronte all'aumento continuo e veloce della povertà tra gli anziani, il principio dello Stato sociale sancito dall'articolo 20 della Legge fondamentale sta diventando un mero simbolo vuoto e cinico.


Leggi l'ultimo articolo sul fallimento della Riester Rente -->>

 

mercoledì 13 settembre 2023

Sahra Wagenknecht: "C'è la necessità politica di un nuovo partito"

"Perché lasciare che sia AfD a tematizzare le questioni legate all'immigrazione e all'alto numero di immigrati? Lo trovo completamente folle." dice Sahra Wagenknecht intervistata da web.de. La Wagenknecht sembra ormai pronta a lasciare la Linke e a lanciare un suo nuovo partito di sinistra con l'obiettivo di sottrarre molti voti ad AfD, che i sondaggi danno ampiamente sopra il 20%. 




Sahra Wagenknecht ritiene che la Ampel sia il peggior governo che la Repubblica Federale Tedesca abbia mai avuto. Ma cosa vuole fare di diverso e di migliore? E soprattutto: con quale partito? 

Frau Wagenknecht, titola il quotidiano "Bild": "Wagenknecht fonda il suo nuovo partito". Quindi la questione è stata decisa?

Sahra Wagenknecht: Questa è l'opinione del giornale Bild. Non c'è una nuova posizione in merito, Decideremo entro la fine dell'anno e poi ovviamente lo renderemo pubblico.

Non solo molti dei vostri sostenitori sperano in un partito di Wagenknecht. Potreste sottrarre voti all'AfD e il lungo rapporto con la Linke avrebbe finalmente fine. Qual è l'argomento contro la possibile fondazione di un partito prima della fine dell'anno?

Nessuna persona può fondare un partito da sola, almeno non un progetto di successo. Servono strutture, organizzatori capaci, una vera squadra. E tutto questo richiede tempo. C'è la necessità politica di un nuovo partito. Non è una questione che riguarda me. Mi dispiace che la Linke sia diventata sempre più irrilevante negli ultimi anni. Questo ha creato un enorme vuoto politico. Molte persone, tra cui molti ex elettori della Linke, non si sentono più rappresentate da nessun partito e molti votano per AfD per disperazione.

State costruendo le strutture necessarie per un nuovo partito? Il comitato esecutivo della Linke l'ha accusata di questo.

È risaputo che non sono un buon organizzatore.

Come valuta l'attuale politica di opposizione della Linke?

La sinistra ha dei buoni politici, il capogruppo parlamentare Amira Mohamed Ali ha fatto un discorso molto forte nel dibattito sulla legge di bilancio della scorsa settimana. Ma questo non toglie che l'esecutivo del partito voglia andare in una direzione completamente diversa. In ogni caso, alla luce delle politiche miopi, approssimative e talvolta semplicemente incompetenti del governo, abbiamo bisogno di un'opposizione forte e seria. La Ampel è di gran lunga il peggior governo che la Repubblica Federale Tedesca abbia mai avuto. Molte persone sono preoccupate per il loro futuro, molte faticano a tirare avanti con il loro reddito a causa dell'inflazione. Un governo che in questa situazione gonfia il bilancio per gli armamenti e allo stesso tempo effettua tagli alla sanità, alle pensioni, all'assistenza e all'istruzione non rende giustizia del suo mandato nei confronti degli elettori.


Sahra Wagenknecht: "Le cause della crisi sono fatte in casa".


La Ampel ha dovuto affrontare una grave crisi fin dall'inizio. Non sarebbe il caso di essere un po' più indulgenti?

Sì, la situazione è difficile. Ma la questione è come si deve reagire. Perché l'inflazione in Spagna è all'1,7% a giugno e in Germania supera ancora il 6%? Perché, secondo il Fondo Monetario Internazionale, siamo in coda tra i 22 Paesi industrializzati? Le ragioni sono interne. Perché gli altri Paesi europei acquistano gas e petrolio russo a basso costo, anche in quantità maggiori rispetto a prima della guerra, mentre noi preferiamo accettare l'esplosione dei prezzi dell'energia? Perché rendiamo la vita difficile ai cittadini con una legge sul riscaldamento, anche se non ridurrà in alcun modo le emissioni di CO2?



Quali misure adottereste invece per proteggere efficacemente il clima?

Altri Paesi hanno proposto soluzioni molto creative per il riscaldamento a zero emissioni di CO2: ad esempio, utilizzando il calore di scarto delle acque reflue. Un'espansione della generazione combinata di calore ed energia sarebbe sicuramente sensata. Le pompe di calore, d'altra parte, non possono funzionare in modo efficiente in case non ben isolate. Inoltre, non esiste un piano ragionevole per capire da dove dovrebbe arrivare l'elettricità per le numerose pompe di calore. Soprattutto in inverno, le giornate sono corte e spesso non c'è abbastanza vento, quindi l'elettricità attualmente proviene principalmente da centrali elettriche a carbone e a gas. Se il consumo aumenterà, questo accadrà ancora di piu'. Ciò contrasta con l'effetto sull'ambiente di tutte le tecnologie basate sull'elettricità, comprese le pompe di calore.

Da dove dovrebbe provenire l'elettricità allora?

L'espansione delle fonti di energia rinnovabili è sensata. Ma l'elettricità verde ha bisogno di un'integrazione che possa essere avviata ogni volta che queste vengono a mancare. Non ci sono molte opzioni in tal senso. Alcuni Paesi si affidano all'energia nucleare. In questo caso, la Germania ha deciso anni fa di uscirne. Le centrali a petrolio sono costose. La scelta più sensata sarebbe quella delle centrali a gas. Sono più pulite delle centrali a carbone e più flessibili delle centrali nucleari. Ma poi bisogna procurarsi il gas a basso costo.

Boom di container nei porti russi

 Secondo l'ultima analisi dei dati sull'interscambio commerciale realizzata dall'Institut für Weltwirtschaft di Kiel, i porti russi starebbero vivendo un vero e proprio boom in termini di traffico merci con il resto del mondo, nonostante le sanzioni e la debolezza del rublo. Ne scrive Welt sui dati dell'IfW di Kiel

boom commerciale nei porti russi

Il flusso di merci nei porti container russi sta tornando ai livelli pre-guerra

Una nuova analisi dell'Institut für Weltwirtschaft di Kiel (IfW Kiel) ha rilevato che il flusso di merci nei porti container russi sta tornando ai livelli pre-guerra. La ripresa è stata una sorpresa, viste le sanzioni e la debolezza del rublo.

Secondo l'Istituto, il volume delle merci movimentate nei maggiori porti container della Russia è in forte crescita. Ciò è dovuto principalmente al boom degli affari con la Cina. In agosto, le importazioni dalla Russia, infatti, sono aumentate come mai prima d'ora.

"Nei porti russi, il numero di navi portacontainer in arrivo sta aumentando a dismisura e, nonostante le sanzioni e la debolezza del rublo, è quasi al livello precedente lo scoppio della guerra", ha affermato l'Istituto di Kiel.

Lo sviluppo in Russia è sorprendente, si legge: "Per la prima volta dallo scoppio della guerra in Ucraina, il volume delle merci scaricate nei tre maggiori porti container della Russia, San Pietroburgo, Vladivostok e Novorossijsk, si sta avvicinando di nuovo ai livelli prebellici".

Nel più importante porto russo per container, San Pietroburgo, il traffico di navi portacontainer era temporaneamente crollato del 90% dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, a seguito delle sanzioni imposte da molti Paesi. Nelle ultime settimane, il volume delle merci movimentate è di nuovo aumentato.

Le dogane cinesi segnalano un aumento delle importazioni dalla Russia

"La provenienza delle merci non può essere determinata con certezza sulla base dei movimenti delle navi container", afferma Vincent Stamer, economista dell'Istituto di Kiel che ha sviluppato l'"Indicatore del commercio". "Tuttavia, la Russia sembra partecipare sempre di più al commercio mondiale. A causa delle sanzioni imposte dai Paesi occidentali e della caduta del valore del rublo, questo sviluppo è preoccupante", afferma Stamer.

I calcoli dell'Istituto si basano sul volume di merci scaricate nei tre maggiori porti container russi - San Pietroburgo, Vladivostok e Novorossiysk - compilato da "FleetMon", un servizio di dati marittimi tedesco.

Molti elementi suggeriscono che l'aumento degli scambi di merci fra Russia e Cina sia un fattore importante nella crescita del traffico dei container. Giovedì scorso, le dogane cinesi, infatti, hanno riferito che le importazioni cinesi dalla Russia sono aumentate in agosto come mai prima d'ora.

Ad agosto, la Cina ha acquistato beni russi per un valore di 11,5 miliardi di dollari, tra cui energia e materie prime. Il commercio tra i due Paesi è aumentato dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Il totale degli scambi tra Cina e Russia ha già raggiunto i 155 miliardi di dollari nei primi otto mesi dell'anno. Nell'intero 2022 è stato di 190 miliardi di dollari.

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martedì 12 settembre 2023

Perchè la Riester-Rente per i lavoratori è stata una fregatura totale, ma un grande successo per banche, assicurazioni e fondi

 L'uomo della strada l'aveva capito da tempo, ora ci arrivano anche i giornaloni: la Riester-rente, la previdenza complementare tedesca, è un fallimento in quanto garantisce rendimenti magri ai lavoratori e serve piu' che altro a foraggiare banche e assicurazioni grazie a commissioni e caricamenti esosi. E' arrivato il momento di porre rimedio ad una truffa legalizzata a danno dei lavoratori. Ne scrive il Tagesschau


riester-rente in Germania


Le promesse erano ottime, ma i risultati sono stati più che magri. La pensione Riester doveva essere una pensione integrativa in età avanzata, invece sono state soprattutto le banche e le compagnie di assicurazione a fare la cresta.

Quando Gerhard Kegreiss va in pensione, il suo piano di risparmio del fondo Riester presso la Union Investment giunge a scadenza. Ha versato per quasi 17 anni, insieme al sussidio statale, più di 36.000 euro. All'epoca gli era stato prospettato un risparmio di circa 70.000 euro e una Riester-Rente mensile di 360 euro, ma la realtà è stata un po' diversa. La società di fondi Union Investment non ha guadagnato un solo centesimo di rendimento sul suo denaro. Kegreiss riceverà quindi solo 72 euro al mese.

Un euro su quattro per le commissioni. 

Ma non sono solo i fondi e i piani di risparmio bancari ad andare male. Nel 2020, il movimento di cittadini Finanzwende ha analizzato i dati fondamentali di 65 polizze assicurative Riester. I risultati sono sconfortanti: in una polizza Riester media con 30 anni di risparmi, in media il 24% del denaro versato va in commissioni, ovvero quasi un euro su quattro. Una polizza Riester su tre costa addirittura il 30% di commissioni. Si tratta di commissioni, stipendi milionari per i membri del consiglio di amministrazione, pubblicità e rendimenti per gli azionisti.

 Per fare un paragone: nel caso della pensione obbligatoria, i costi amministrativi ammontano a circa il tre per cento. Inoltre, dalla sua nascita 50 miliardi di denaro dei contribuenti sono confluiti nella Riester. I sostenitori dei consumatori ritengono che il concetto di fondo della Riester sia fallito dopo diverse riforme infruttuose. Chiedono un nuovo approccio e auspicano un cambiamento di sistema: un prodotto pensionistico organizzato dallo Stato per tutti, sul modello del fondo svedese.

La Svezia come modello

In Svezia esiste una pensione a quota obbligatoria. Ogni lavoratore paga al fondo statale. Chi nega il consenso può cercare un fornitore privato. "Ma quasi nessuno lo fa", dice Werner Bareis del centro di consulenza per i consumatori del Baden-Württemberg. "Il settore privato non è in grado di farlo. Inoltre, i costi in Svezia sono 15 volte più bassi che in Germania". "Negli ultimi 20 anni, il fondo svedese ha generato un rendimento medio di circa l'undici per cento". "Se il signor Kegreiss avesse investito lì il suo denaro, oggi ne avrebbe ricevuto più del doppio", afferma Bareis. 

La "Riester" sta diventando sempre più impopolare in Germania. L'anno scorso gli assicuratori tedeschi hanno registrato solo 125.200 nuove polizze, con un calo di quasi il 60% rispetto all'anno precedente. Nel 2009, i nuovi contratti erano ancora più di un milione.

"Mentre i centri per la difesa dei consumatori vedono un problema strutturale - ovvero che questi prodotti non sono sempre offerti in base alle esigenze dei clienti ma in base all'ammontare delle commissioni - un gruppo di esperti del Bundestag intende mantenere la previdenza privata nelle mani dell'industria finanziaria.

 "Abbiamo a che fare con un'assicurazione privata volontaria, che non deve essere obbligatoria", afferma Oskar Goecke, attuario e membro della commissione. "Inoltre, il know-how è presso le banche e le compagnie di assicurazione; la partecipazione dello Stato è nel primo pilastro, la pensione obbligatoria. La previdenza privata deve essere resa più semplice, più trasparente e più flessibile". 

Le proposte della Commissione per migliorare la previdenza privata sono le seguenti: opzioni di investimento con rischi più elevati, ma anche rendimenti più alti e una migliore comparabilità dei prodotti.

Rafforzare la pensione obbligatoria

Jutta Schmitz-Kießler, ricercatrice sulla previdenza sociale presso l'Università di Duisburg Essen, non è molto convinta dei piani. "La previdenza privata rimarrà sempre frammentaria perché è volontaria, e rimarrà costosa perché ci sono attori che vogliono guadagnarci qualcosa". 

L'autrice punta su un rafforzamento dell'assicurazione pensionistica obbligatoria: "In Germania lo facciamo da molto tempo. In modo congiunto, cioè con la partecipazione dei lavoratori, dei datori di lavoro e dello Stato sociale. Questa alleanza è stata interrotta nel 2001, ma potremmo rivitalizzarla e quindi ripristinare un livello pensionistico migliore", afferma Schmitz-Kießler. 

Ciò sarebbe possibile, ad esempio, se anche i dipendenti pubblici e i lavoratori autonomi versassero nelle casse previdenziali  pubbliche, se venisse abolito il massimale di valutazione dei contributi, se venissero aumentati i salari e, soprattutto, se fosse incentivato il tasso di partecipazione delle donne alla forza lavoro. Dopotutto, attualmente in Germania ci sono 45 milioni di persone che lavorano, un numero mai raggiunto prima.


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Prosegue il boom delle Tafel in Germania: sempre piu' bisognosi, sempre meno cibo da distribuire

 Cresce il numero di persone in difficoltà obbligate a rivolgersi alle Tafel in Germania per mettere insieme il pranzo con la cena. I banchi alimentari però hanno sempre meno cibo da distribuire e sono costretti a bloccare le nuove iscrizioni. Ne scrive il Tagesschau



Più di 960 banchi alimentari sostengono due milioni di persone bisognose in tutta la Germania. Le persone in difficoltà sono in aumento. Allo stesso tempo, però c'è meno personale e meno cibo. In molti luoghi, lo stop alle nuove registrazioni non è più un'eccezione.

Combattere lo spreco di cibo: è per questo che sono stati fondati i primi banchi alimentari in Germania. All'inizio, chiunque poteva ritirare il cibo raccolto presso i punti di distribuzione, ma la situazione è cambiata con le riforme Hartz all'inizio degli anni 2000. 

A causa dell'aumento del bisogno sociale, la distribuzione di cibo è stata limitata solo ai piu' bisognosi. Da quel momento in poi sono stati fondati sempre più banchi alimentari. Oggi i banchi alimentari hanno un carattere più assistenziale. 

25 anni fa, Uwe Bußmann ha co-fondato il banco alimentare di Saarbrücken pensando alla protezione dell'ambiente. Per oltre dieci anni, il 74enne ne è stato il primo presidente. 

Le risorse scarseggiano

La Saarbrücken Tafel da sola rifornisce un totale di circa 900 famiglie. La maggior parte di coloro che arrivano qui sono rifugiati dall'Ucraina e dal Medio Oriente, beneficiari del reddito di cittadinanza, anziani in condizioni di povertà e lavoratori a basso reddito. 

Altre 200 famiglie sono ancora in lista d'attesa, perché da maggio la Tafel ha dovuto nuovamente imporre un blocco delle nuove ammissioni - fino alla fine dell'anno. "Il bisogno è superiore a quello che possiamo soddisfare", afferma Bußmann. Sempre meno soccorritori devono rifornire sempre più persone bisognose con sempre meno cibo. Al momento, l'unico modo per entrare è che un'altra famiglia liberi il suo spazio - ad esempio, se qualcuno si trasferisce, muore o dichiara di non avere più bisogno.

Negli ultimi 25 anni è successo poco nel settore sociale, dice Bußmann. I politici sono troppo preoccupati per se stessi e non ci aiutano, critica l'ex presidente di Tafel. "I poveri non riescono più a provvedere a se stessi in modo sufficiente e non ricevono abbastanza risorse". Il fatto che i banchi alimentari esistano è un fallimento della politica, afferma, aggiungendo che anche la mentalità di coloro che vengono assistiti è cambiata. Mentre gli anziani, in particolare, si vergognano di dipendere dai banchi alimentari perché le loro pensioni sono troppo basse, il concetto della distribuzione di cibo sta diventando sempre più ovvio per le generazioni più giovani - ed è associato a una sorta di atteggiamento esigente. "Molti pensano di averne diritto", dice Bußmann.

Volontari sovraccarichi

Da quando esiste la Tafel di Saarbrücken, il 74enne ha sempre sperato che a un certo punto non sarebbe più stato necessario. Come per la prima Tafel di Berlino, che all'inizio voleva combattere lo spreco di cibo. A livello nazionale, la situazione dei banchi alimentari è altrettanto tesa. La pandemia è stata molto onerosa per tutti, afferma Andreas Steppuhn, presidente di Tafel Germania. 

L'alto costo della vita e l'inflazione sin dall'inizio della guerra in Ucraina hanno fatto sì che le Tafel servissero più persone che mai: più di una Tafel su tre in Germania dice di aver introdotto dei blocchi all'ingresso. Più della metà sta distribuendo meno cibo ai singoli clienti. A ciò si aggiunge l'elevato carico di lavoro per i volontari. Oltre allo sforzo fisico, come il trasporto di un numero sempre maggiore di scatole, il lavoro si sta facendo sentire anche a livello psicologico.

"Respingere le persone bisognose non è facile per nessuno", spiega il presidente dell'associazione. Steppuhn vede anche un fallimento nell'amministrazione e nella politica: "Non è giusto che gli uffici pubblici ora indirizzino le persone colpite dalla povertà ai banchi alimentari". Steppuhn accoglie con favore misure come l'aumento del reddito di cittadinanza a 563 euro e il previsto assegno di base per i figli. Ma non sono sufficienti per tenere sotto controllo la povertà in Germania nel lungo periodo.


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lunedì 11 settembre 2023

Sahra Wagenknecht pronta a fondare un nuovo partito!

 Se ne parla da mesi ma ora potrebbe essere arrivato il momento giusto per il nuovo partito guidato da Sahra Wagenknecht, ormai sempre piu' lontana dal corso politico della Linke. Del resto la grande impopolarità della Ampel sta alimentando la crescita di AfD che i sondaggi danno ampiamente sopra il 20% dei consensi. E per la nuova formazione guidata dalla Wagenknecht ci sarebbero quindi importanti spazi elettorali e politici per dare vita ad un progetto di sinistra capace di intercettare il voto di protesta che finora ha gonfiato AfD. Sahra Wagenknecht intervistata dalla Noz.de


Sahra Wagenknecht pronta a fondare un nuovo partito


Sempre più cittadini non si sentono rappresentati dai partiti del Bundestag, afferma Sahra Wagenknecht. La popolare deputata della Linke vuole cambiare le cose. Chiede un approccio diverso ad AfD e delle alternative, ad esempio attraverso un nuovo partito.

Sahra Wagenknecht non si sottrae allo scontro. La deputata del Bundestag viene considerata un fattore di disturbo nel suo partito, la Linke, perché mescola posizioni di sinistra con elementi conservatori. Al più tardi dal suo discorso critico sulle sanzioni alla Russia tenuto al Bundestag, di circa un anno fa, c'è stata una spaccatura all'interno del gruppo parlamentare.

Wagenknecht si sta allontanando dalla linea del partito anche su altre questioni, diventando così popolare ben oltre il nucleo dell'elettorato di sinistra. In un'intervista con la nostra redazione, si lamenta della cultura del dibattito in merito al tema della migrazione in questo Paese e dice: "Chiunque sollevi dei problemi è sospettato di essere vicino ad AfD e razzista". La leader della  Linke chiede una forte limitazione per l'immigrazione e mette in guardia dalla demonizzazione di AfD.

L'icona della sinistra tedesca è già stata invitata più volte da altri membri a lasciare il partito. La sua risposta è: la politica ha bisogno di un nuovo movimento per raggiungere gli insoddisfatti e i non votanti. Sarà lei a guidare questo nuovo partito? Wagenknecht lo rivela in un'intervista:



Signora Wagenknecht, l'economia sta entrando in recessione, le infrastrutture sono in difficoltà e le casse previdenziali sono vuote. Eppure la Ampel si sta dedicando a questioni come la legge sull'autodeterminazione o la liberalizzazione della cannabis. Il governo di Berlino ha perso il contatto con i cittadini?

Raramente c'è stato un governo federale così lontano dai problemi e dalle preoccupazioni dei cittadini comuni come quello della Ampelkoalition Questa settimana, nel suo discorso sul bilancio, il Cancelliere Scholz ha affermato che non c'è pericolo di una deindustrializzazione. È un'affermazione fuori dal mondo. C'è una grave crisi economica che incombe e non si risolve tagliando le pensioni, l'istruzione e la sanità. Servono grandi investimenti e una diversa politica energetica.